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Con 67 record censiti questo gruppo è sicuramente il più numeroso. I ritrovamenti testimoniano allineamenti di pali regolari, perimetrali e angolari, che fungevano da struttura portante per la copertura.

I pali portanti posti agli angoli ed a distanze regolari sui perimetrali erano spesso allettati su pietre poggiapalo o su spargimenti di pietrame o frammenti fittili. In non pochi casi erano doppi, spesso di minori dimensioni e costituivano l’alloggio per le assi lignee dell’elevato. Un caso, ev. 197 – Vittorio Veneto, presenta una fila di pali impiantati in una buca rettilinea, che probabilmente era la traccia di un muro in terra con intelaiatura lignea interna.

Il livello di lavorazione degli elementi lignei è difficilmente riconoscibile in quanto la maggior parte dei record è costituita da unità stratigrafiche negative, ma in un caso, ev. 3 - Ferrara, dove il legno si è conservato, siamo in presenza di pali non squadrati, né lavorati. Un altro caso, ev. 190 - Oderzo, è costituito invece da buche di palo quandrangolari, indice di una lavorazione prima della messa in opera.

All’interno di questo macrogruppo alcune evidenze presentano delle caratteristiche comuni per le quali si è pensato di unirle in tre sottogruppi.

Fig. 38 - Ricostruzione ipotetica dei gruppi tecnologici AM_2.1 (sinistra), AM_2.2 (centro) ed AM_2.3 (destra)

AM_2.1 è riferito alle evidenze in cui sono state riscontrate, tra i pali portanti, tracce, in negativo o in positivo di travi correnti senza funzione portante, quindi non connesse con l’intelaiatura principale.

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In quattro casi (ev. 2 – S. Agata, ev. 7 - Ferrara, ev. 147 - Piadena, ev. 149 - Piadena) è documentato l’uso delle travi correnti come basamento per pareti lignee, in due casi ancorate ai pali verticali. Non sembrano quindi avere una funzione strutturale ma solamente di isolamento dal terreno.

AM_2.2 circoscrive un gruppo di evidenze che presentano come caratteristica peculiare il fondo ribassato. Su un totale di 67 evidenze di questo tipo si tratta di 14 record. In tre casi sono stati riscontrati pali interni al perimetro. Si tratta di una tipologia abitativa che ha fatto molto discutere la comunità scientifica, di cui si parlerà più profusamente nel paragrafo successivo329.

Se per la fondazione appare evidente la modalità, per l’elevato due casi ev. 105 - Brescia, ed ev. 63 - Frascaro hanno restituito frammenti di torchis costituito da canne o ramaglie intrecciate.

AM_2.3 è un sottogruppo costituito solamente da 3 casi ma si è ritenuto necessario isolarlo poiché il sistema fondativo presenta un unico palo centrale di grosse dimensioni. In un caso il fondo è ribassato, mentre la planimetria è in due casi circolare.

La cronologia generale di questo gruppo rispecchia, essendo anche il gruppo più numeroso, quella delineata a livello generale con due picchi nel VI e nel X secolo e dei crolli repentini di attestazioni nel VII e nell’ XI secolo.

La regione in cui il gruppo risulta più diffuso è la regio X mentre è poco presente nell’IX.

La cronologia dei sottogruppi è variegata: AM_2.1, il più numeroso, ha un picco tra il IX e il X secolo, mentre AM 2.2 è presente massicciamente tra la fine del V . AM_2.3 è presente quando AM_2.1 non è presente.

Sembrerebbe quindi che il picco generico del VI secolo sia dovuto soprattutto alle strutture con fondo ribassato.

329 FRONZA 2011,BROGIOLO 2008. 0 2 4 6 8 10 12 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 IV d.C. V d.C. VI d.C. VII d.C. VIII d.C. IX d.C. X d. C. XI d. C. XII d. C. Ti to lo asse Am 2.1 Am 2.2 Am 2.3

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Casi interessanti AM 2 POVEGLIANO VERONESE

Si tratta di un sito scavato di recente che potrebbe dare un contributo significativo allo studio delle strutture su pali. A breve distanza dal fiume Tartaro, in un luogo già frequentato in epoca protostorica, sono state rinvenute un gran numero di buche di palo, che, sottoposte ad attenta analisi comparativa, hanno portato all’individuazione di 13 strutture quadrangolari. Le buche avevano misure comprese tra m 1 e cm 20 , normalmente inzeppate, con materiali diversi, e a volte poste in accoppiamento con un'altra buca, che segnalava la presenza di un palo più piccolo. La profondità era compresa tra i 30 ed i 40 cm.

Le strutture trovano, a detta degli scavatori, confronti con i siti di Nogara e Piadena, hanno una metratura compresa tra i 9 e i 40 mq e sono databili tra il IX ed il X secolo.

Casi interessanti AM 2.1 FERRARA, Corso Porta Reno

Tra le tante strutture lignee rinvenute nei diversi scavi urbani di Ferrara330 la struttura 7.2 dello scavo in corso Porta Reno, rappresenta un chiaro esempio di struttura su pali portanti. I perimetrali, pur con diverse tecniche sono tutti basati su un sistema a pali portanti. Il lato N era delimitato da una struttura a graticcio con rami intrecciati in orizzontale su pali verticali. Il lato S presentava una trave orizzontale senza scanalature, scortecciata e leggermente squadrata, probabilmente di reimpiego (aveva incavi non compatibili con la struttura), sostenuta da due file parallele di paletti. Il lato E, meno conservato, aveva sul perimetro un incavo interpretato come alloggiamento di un palo rettangolare che dovrebbe avere una sezione di circa 40 x 50. Il lato Ovest, in condivisione con un adiacente edificio era costituito da pali di quercus robur dal diametro compreso tra i 25 e i 35 cm con inserita in mezzo una trave dormiente, anch’essa di reimpiego.

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Fig. 39 – Ferrara, C.so Porta Reno: planimetria della struttura 7.2

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Casi interessanti AM 2.2 OLMO di NOGARA

Capanna semi- interrata datata al VI – VII secolo con pali angolari ai lati. Erano presenti altri pali, soprattutto sul lato W e N e un focolare. La superficie occupata era di mq 26 ca331.

Fig. 41 – Olmo di Nogara, capanna semi – interrata (da BROGIOLO 2008)

COLLEGNO

Il sito di Collegno ha suscitato molto interesse nel mondo accademico per la straordinaria conservazione di una necropoli di età gota e longobarda connessa all’abitato. Anche a Collegno è stata rinvenuta una struttura a fondo ribassato, per la quale sono state diffuse solamente informazioni preliminari. Si tratta di un gruppo di capnne a pianta ellittica parzialmente incassate nel suolo con probabile pavimentazione lignea e murature a detta degli scavatori in pisè, più probabilmente in bauge, come testimoniato da piccoli depositi presenti ai piedi di basse zoccolature perimetrali. Queste strutture appartengono all’ultima fase conosciuta del sito databile tra X e XII secolo332.

FRASCARO

Tra i rinvenimenti più recenti riguardanti le cosiddette Grubenhäuser si trova quello di Frascaro (AL) databile tra il V e il VI sec. d.C. ed attribuito ad uno stanziamento goto.

Esso ha restituito con chiarezza frammenti di incannucciato degli elevati, la sagoma del perimetro e la traccia di un divisorio interno posto in obliquo rispetto all’unico ambiente rettangolare, formato da due travi correnti intervallate da pali portanti333. Questo muro divisorio potrebbe essere l’asse portante dell’intera struttura.

331 SAGGIORO2003

332 MICHELETTO 2012,p. 301.

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Fig. 42 – Frascaro, capanna semi interrata. In evidenza il muro centrale su doppia trave orizzontale ( da BROGIOLO 2008).

Confronti

La tipologia di edifici sopra menzionata è senz’altro tra le più diffuse nell’Europa altomedievale, dove, soprattutto per le aree più settentrionali, l’uso del legno era storicamente più diffuso.

Le strutture su pali, come quelle individuate nel gruppo AM_2 costituiscono una delle forme più elementari di costruzione334.

Un’ampia casistica di confronti è riscontrabile in Francia335 e in Inghilterra. La caratteristica preponderante di tutte queste strutture è l’allineamento dei pali della struttura lignea principale su due assi paralleli, riscontrabile in innumerevoli casi attraverso le buche di palo. Tale caratteristica secondo una condivisibile osservazione di Gardiner336 prelude all’uso di catene per il sostegno della copertura, come nell’edificio medievale ancora conservato di Deerhurts (Odda’s Chapel datata al 1056)337. È una ricostruzione che potrebbe essere proposta per i casi del gruppo AM_2 di Ferrara, C.so Porta Reno (evv. 3, 4, 6, 8 e 9).

Un altro caso molto utile per l’interpretazione dei dati presentati, particolarmente ben studiato grazie allo straordinario stato di conservazione è quello dello scavo presso la Guildhall di Londra, portato a termine in anni recenti338.Sono stati rinvenuti diversi edifici databili tra l’XI e il XII secolo, tutti costruiti su una struttura a pali portanti ma con diverse soluzioni per le pareti anche all’interno dello stesso edificio, come riscontrato anche a Ferrara.

334 CATALDI 1990.

335 PEYTREMANN 2003,pp. 280 - 281

336 GARDINER 2012,p.

337 I solchi nella muratura lasciati dall’antica carpenteria erano posti a distanza di circa 70 cm l’uno dall’altro.

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Fig. 43 – Tipologie di murature in legno rinvenute presso lo scavo della Guildhall di Londra (GOODBURN 2007,p. 311)

Quanto ai sottogruppi individuati, per le sue caratteristiche peculiari il gruppo AM_2.1 trova confronti stringenti con i contesti della Francia del Nord con edifici databili tra il V e l’XI secolo339: anche in questi casi le travi orizzontali hanno funzione portante solo per le pareti, mentre la copertura poggiava sui montanti verticali.

Ancora una volta uno scavo inglese aiuta nella ricostruzione delle strutture del gruppo AM_2.1 in particolare con i casi meglio conservati di S. Agata Bolognese, Piadena e Ferrara.

Gli scavi del Waterfront a Londra, avvenuti negli anni 80, hanno messo in luce una serie di edifici che presentano stringenti analogie con i casi italiani. Le più precoci attestazioni di questa tecnica in Inghilterra si datano all’XI secolo ma non si esclude un uso precedente340.

Milne, mette in luce che questo tipo di tecnica, almeno per il contesto inglese, rappresenta una sorta di fase di passaggio avvenuta nel XII secolo tra la costruzione su pali portanti di tipo “sassone” e le vere e proprie strutture a telaio (timber framed in inglese), anche se non manca di ricordare che anche una volta introdotte novità costruttive significative, le tecniche del passato continueranno ad essere utilizzate anche in seguito, come evidenziato nelle diverse fasi di XI, XII, e XIII secolo del Waterfront.341

339 PEYTREMANN 2003,pp. 281 – 286.

340 GOODBURN 1997,p. 252

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Fig. 44 – London Waterfront: una delle pareti fondate su pali e travi correnti e ricostruzione ipotetica (MILNE 1992).

Le evidenze inserite in questo studio nel gruppo AM 2.2, sono le cosiddette Grubenhäuser di cui si è occupato approfonditamente Vittorio Fronza in seguito ai rinvenimenti toscani. In due suoi contributi recenti sono elencati moltissimi confronti con tutta l’Europa342. Al di la degli aspetti formali di questi edifici è sulla loro natura alloctona che si sono concentrati gli studi europei negli ultimi anni: come si è già accennato nel capitolo introduttivo.

Per quanto riguarda le tecniche costruttive relative agli elevati, sono identiche a quelle del panorama costruttivo che si sta cercando di delineare, fatto che è già stato ribadito per la Francia da E. Peytremann343. Per i confronti si rimanda quindi a quelli segnalati per il gruppo AM_2 in generale.

Per quanto riguarda invece il gruppo AM_2.3, si segnalano confronti in Inghilterra e in Germania individuati da Fronza nel suo censimento344. Questo gruppo è tuttavia talmente poco rappresentato che non è possibile trarre qualche conclusione generalizzabile.

342 FRONZA 2011;FRONZA 2009. Si veda inoltre ultra il paragrafo espressamente dedicato a queste strutture.

343 PEYTREMANN 2003,p. 275.

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