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4.2.5 – Gruppo R_5: trave corrente portante, elevato a telaio ligneo o pareti lignee

Fig. 26 - Ricostruzione ipotetica del gruppo tecnologico R_5

Da ultimo si esamina un gruppo di evidenze caratterizzate dalla trave corrente come elemento fondazionale.

Essa è messa in opera talvolta entro cavo o con l’ausilio di strati preparatori. In tre casi è riscontrata la presenza di pali verticali presenti agli angoli o tra una trave e l’altra sui lati lunghi degli edifici anche se le tipologie di giunzione non sono chiare.

Per quanto riguarda gli elevati si deve pensare a pareti lignee o telaio ligneo con tamponamento in materiali deperibili. La cronologia di questo gruppo è molto alta con la maggior parte delle attestazioni datate entro la fine del I sec. a.C. Solo 3, su un totale di 14 evidenze si datano a partire dal I sec. d.C. La maggior parte delle attestazioni si trova nella regio XI (8), qualcuna nella regio X (4), e solamente 2 nella regio VIII, mentre sono completamente assenti nella regio IX. Anche in questo caso quindi le attestazioni sono concentrate a Nord del Po, egualmente in ambito rurale e urbano. Casi di riferimento

CORREGGIO – Loc. San Prospero

L’eccezionale rinvenimento di S. Prospero nel comune di Correggio (RE) è assolutamente esemplificativo sulla natura delle soluzioni adottate per la tecnica R5: l’edificio, che presenta almeno

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quattro fasi con datazione preliminare compresa tra il I e il IV secolo d.C., ha restituito testimonianze eccezionali di edilizia lignea.

Sono stati rinvenuti travi correnti con scanalatura atta all’inserimento di assi verticali, pertinenti a tramezzi di un edificio che presenta murature perimetrali di tipo R_2. Altri tramezzi, rinvenuti sotto forma di crollo presentano, oltre che una orditura lignea verticale e orizzontale anche dei raccordi obliqui302.

Fig. 27 – Correggio, loc. S. Prospero: planimetria di una delle fasi costruttive dell’edificio rustico con i tramezzi lignei

(CURINA 2007)

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Fig. 28 – Correggio, loc. San Prospero: particolarii costruittivi delle murature lignee CALVATONE, campo del Generale

Un altro sito molto interessante, tra i più noti in letteratura, che documenta costruzioni lignee con resti tangibili è quello di Calvatone.

I muri erano fondati su travi orizzontali larghe tra i 10 e i 15 cm allettati su uno strato di pezzame laterizio nel caso dei perimetrali, direttamente sul terreno nel caso dei tramezzi. L’elevato era costituito da un’intelaiatura lignea tamponata con pannelli in incannucciato303.

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Fig. 29 – Calvatone: fondazioni su travi orizzontali . Confronti

Gli esempi riportati, e soprattutto il caso di Correggio trovano moltissimi confronti sia in area transalpina, soprattutto al Nord, sia in area britannica.

Per questa tecnica gli studiosi francesi parlano di proto - pan de bois, in quanto l’ossatura lignea tutta collegata, dalla base, fino, presumibilmente, al tetto grazie ai montanti verticali, ricorda molto da vicino le tipiche costruzioni che ancora oggi dominano città e campagne d’Oltralpe, ma che un tempo erano presenti anche in Italia. Lasciando la questione del perdurare di questa tecnica ai capitoli successivi, si citeranno qui solamente i casi più espliciti e simili ai casi padani.

Tramezzi fondati su trave orizzontale in cui si inserivano montanti verticali sono stati rinvenuti a Dax304, datati al II secolo d.C. Lo spessore era di 20 cm, misura che coincide con quelle di Correggio.

Quanto al sistema di inferimento delle pareti lignee nelle travi correnti, troviamo confronti ottimamente conservati a Oberwinthethur (antica Vitudurum in Svizzera) in abitazioni datate alla fine del I sec. d.C.305.

Molto interessanti e ben conservati anche gli esempi londinesi dello scavo presso il Southwark, dove è stato rinvenuto un magazzino costruito interamente in legno306. Nella fig. 30 si possono notare gli incavi per l’inserimento di assi.

304 DE CHAZELLES 1996,p. 123.

305 PAUNIER 1985,p. 118.

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Fig. 30 – Londra, Southwark: fotografia dell’edificio ligneo (DILLON 1989)

Sia in Francia che in Inghilterra sono documentati altri sistemi, che potrebbero corrispondere ai casi documentati in Italia. In genere si tratta di montanti verticali inseriti nella trave corrente con un giunto tenone mortasa. Tra gli esempi più interessanti vi è quello di Cannon Street a Londra di cui si può osservare la ricostruzione in figura 31.

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4.3 – Contestualizzazione

Come si è visto nel paragrafo precedente sono stati isolati 5 gruppi con caratteri costruttivi comuni. Per una lettura completa del fenomeno edilizio si propone ora l’analisi di questi dati in rapporto al loro contesto di rinvenimento dal punto di vista cronologico, spaziale e funzionale. In termini assoluti, il gruppo R_2 è quello più diffuso (33%), insieme al gruppo R_4 (27 %). Gli altri gruppi hanno percentuali di attestazione decisamente minori (Vd. Grafico 6).

I due gruppi maggiormente diffusi hanno attestazioni cronologiche diverse (Grafico 7): R_2 ha un picco di diffusione tra il I e il II secolo d.C., mentre R_4 è maggiormente attestato tra I secolo a.C. e I secolo d.C., anche se poi le attestazioni restano costanti fino al IV secolo.

R_4 sembra essere rappresentativo di una tecnica di sottofondo, presente sin dal II secolo a.C., che si espande a partire dal I a.C. e persiste in egual maniera fino al IV d.C. Non a caso tecniche edilizie con le stesse caratteristiche sono notoriamente attestate sia in età protostorica che in età altomedievale (si vedrà nel prossimo capitolo in quali modalità).

R_2 invece mostra un picco di diffusione proprio nei primi due secoli dell’impero, così come R_3. R_1 invece aumenta il numero di attestazioni a partire dal II sec. d.C. che restano poi costanti fino al IV sec. d.C.

I sottogruppi R_2.1 ed R_2.2, mostrano anch’essi un leggera discrepanza cronologica: mentre R_2.1 è attestato maggiormente tra I a.C. e I d. C., R_2.2 lo è tra I d.C. e II d.C..

7% 33% 18% 27% 15% i gruppo R1 gruppo R2 gruppo R3 gruppo R4 gruppo R5

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In termini cronologici assoluti si può osservare che nel II sec. a.C. sono assenti i gruppi R_1 ed R_3 mentre tra I d.C. e II d.C. prevale il gruppo R_2. Nel IV secolo d.C. è invece maggiormente attestato il gruppo R_4.

Una lettura di tipo evolutivo rileva che:

- R_4 è un precedente di R_2: hanno come caratteristica comune elementi portanti verticali, ma in R_4 essi poggiano direttamente sul terreno.

- l’espediente costruttivo dell’inserimento dei pali verticali direttamente nella muratura (R_2.2) è successivo alla tecnica con montanti verticali.

- R_5 è un precedente di R_1 ed R_3: hanno come caratteristica comune elementi portanti orizzontali che distribuiscono il carico di un edificio prima del contatto con il terreno sterile. Queste indicazioni cronologiche sono da mettere in relazione con le caratteristiche tecniche delle evidenze rinvenute. I gruppi R_1, R_2 ed R_3, sono tutti accomunati dalla presenza di espedienti tecnici che migliorano la difesa dalla risalita capillare di umidità dal sottosuolo, che sembrerebbe quindi essere un’innovazione tecnologica.

Quanto ai materiali impiegati è sicuramente il legno quello più diffuso, sia come elemento di fondazione che negli elevati. L’uso della terra negli elevati, dove assume anche funzione portante (si pensi alle murature in adobe), è attestabile solamente nel gruppo R_3.

Anche l’osservazione della distribuzione spaziale è importante: tranne nella IX, in tutte le regiones sono stati riscontrati esempi di tutti i gruppi, con percentuali di distribuzione differenti (Grafico 8).

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 II a.C. I a.C. I d.C. II d.C. III d.C. IV d. C.

gruppo R1 gruppo R2 gruppo R3 gruppo R4 gruppo R5

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Nelle regiones VIII, X, XI il gruppo prevalente è il Gruppo R_2 mentre nella regio XI il gruppo maggiormente attestato è il gruppo R_4.

In generale le evidenze di tipo R_1, R_2 ed R_3, con fondazioni in muratura, sono maggiori dei restanti gruppi R_4 ed R_5, in maniera molto marcata nella regio VIII, poco meno nelle regiones IX e X e sono invece nettamente minori nella regio XI. Il significato di questo dato è da ricercarsi nelle vicende storiche che investirono la transpadana, ma anche forse in un fattore cronologico, in quanto le attestazioni in questa regio hanno in generale un picco di datazioni più alto, come già rilevato, tra la fine del I a.C. e l’inizio del I d.C., periodo che corrisponde infatti alla massima diffusione dei gruppi R_4 ed R_5. Una possibilità è anche quella che in traspadana si utilizzassero con più frequenza materiali deperibili anche a causa dei caratteri ambientali.

Altra questione, ben più complessa e certamente di maggior peso per la ricostruzione storica è l’individuazione dei contesti d’uso. Si è già visto come, ad eccezione dei gruppo R_1 ed R_3, gli altri gruppi sono stati riscontrati senza particolare prevalenza in ambito urbano o rurale.

E’ bene ricordare poi come solo una tra le evidenze qui riportate possa essere messa in relazione con edifici pubblici: i nuovi scavi effettuati sull’area del capitolium di Brescia hanno infatti messo in luce un edificio annesso alla prima fase del santuario costruito in tecnica che viene definita mista307. Le fotografie mostrano chiaramente un’intelaiatura lignea collassata all’interno di un ambiente con perimetrali in pietra: non è chiaro se essa sia pertinente alle coperture o alle murature, o ad entrambe (fig. 32).

307 DANDER 2014. 0% 20% 40% 60% 80% 100%

regio VIII regio IX regio X regio XI Grafico 8

Distribuzione territoriale dei gruppi tecnologici

gruppo R5 gruppo R4 gruppo R3 gruppo R2 gruppo R1

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Fig. 32 – Annesso ligneo al santuario del capitolium di Brixia(in CASTIGLIONI et al. 2014)

Oltre a questo ritrovamento anche alcuni tramezzi pertinenti sempre alla stessa fase sono risultati essere in graticcio308.

Questo ritrovamento, insieme ad altri di cui sono noti ma non pubblicati i risultati309, apre un nuovo campo di applicazioni delle tecniche in materiali deperibili, l’edilizia pubblica, espressione della tradizione costruttiva romana per antonomasia. Si specifica che per ora i ritrovamenti sono databili al II se non al III secolo a.C. e quindi in una fase i cui l’apporto costruttivo dei Romani, non è del tutto certo.

La maggior parte degli edifici in cui sono state identificate le evidenze hanno accertata funzione abitativa. Si segnala solamente un nucleo di edifici a carattere utilitario ricondotti al gruppo R_2 e alcuni al gruppo R_4.

Quanto al prestigio degli edifici residenziali, in 34 casi sono stati riscontrati intonaci o mosaici in associazione alle tipologie edilizie riscontrate. Una percentuale quindi abbastanza bassa rispetto al totale dei ritrovamenti, che testimonia da un lato l’uso delle tecniche in materiale deperibile in tutte le tipologie di contesti, dall’altro tuttavia sfata definitivamente la credenza che queste tecniche siano da associarsi solamente a contesti disagiati o poveri310.

308 MARIANI 2014.

309 L’autrice segnala che durante il convegno Le modeles italiques dans l’architettucture en Gaule et dans les region voisines.

Des IIe – I er siecles avant J.C. tenutosi al Tolosa dal 2 al 4 Ottobre 2013 sono stati segnalati casi inediti di strutture lignee

presenti in edifici pubblici. A Cittanova di Modena è stato rinvenuto un santuario costruito interamente in legno databile al III secolo a.C. in un’area già interessata dalla romanizzazione (intervento di Jacopo Ortalli). E’ possibile quindi che, come tradizionalmente è noto per i teatri, anche altri edifici pubblici in età repubblicana fossero costruiti in legno, e non si esclude pertanto che futuri scavi, condotti con tecniche più accurate che in passato, possano restituire testimonianze di architetture in materiale deperibile anche per l’edilizia pubblica.

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L’Alto Medioevo