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I capitoli concessi da Alfonso I d’Aragona

TENTATIVI DI AUTONOMIA AMMINISTRATIVA: I CAPITOLI DI AGNONE E CAMPOBASSO

4.3. I capitoli concessi ad Agnone

4.3.2. I capitoli concessi da Alfonso I d’Aragona

Il 2 luglio 1442, dal castello di Carpinone, Alfonso d’Aragona rilascia un privilegio contenente undici capitoli, strutturati nella forma della petitio, con le richieste a lui sottoposte dai sindaci di Agnone247.

La cittadina altomolisana, immessa nel demanio regio da re Ladislao248 nel 1404, veniva da un ventennio di controllo caldoresco dopo la concessione in dominio utile a Giacomo Caldora249 nel 1422250, e, come abbiamo visto nel capitolo precedente, aveva combattuto al fianco suo e del figlio

244 Statuti, p. 85 245Ibidem.

246 Ivi, p. 86. La tricesima, tradizionalmente elargita al giudice, era pari alla trentesima parte del valore dei beni oggetto del giudizio.

247 ASCA, fasc. IV, f. 37.

248 Ladislao d’Angiò Durazzo, re di Napoli dal 1390 al 1414 (1377-1414: DBI 63, Roma 2004, pp. 39-50). 249 Cfr. supra il capitolo precedente.

250Il primo luglio1422 in pegno del debito che la regina Giovanna II aveva nei suoi riguardi, il Caldora ottenne il dominio utile di Agnone e Vasto, con la facoltà di esigere tutti i pagamenti fiscali, di nominare capitano e giudici, di esercitare la giustizia e di edificare una fortezza a Vasto (Il documento è in ASCA, fasc. X, f. 99; cfr. Summarium, ff. 51r-v).

73 ed erede Antonio251 contro gli aragonesi nella guerra per il trono napoletano vinta da Alfonso d’Aragona contro lo schieramento filoangioino facente capo a Renato d’Angiò252.

Questo fece sì che buona parte delle richieste presenti nel privilegio fossero strettamente inerenti la guerra appena conclusa.

In esse si chiedeva:

• la liberazione dei prigionieri;

• la tutela dei beni dei forestieri presenti ad Agnone;

• la conferma della concessione del casale di Cantalupo a Cola Baccaro cui lo aveva assegnato il Caldora;

• la possibilità di permanenza ad Agnone o di emigrazione in sicurezza dei funzionari caldoreschi presenti – come il capitano in carica fino a quel momento – e passati − come Bartolomeo Cavaliere;

• la possibilità di far ritorno ad Agnone per i cittadini esuli caduti in disgrazia presso il sovrano, l’indulto per tutti i reati commessi durante la guerra, incluso quello di lesa maestà.

le rimanenti richieste riguardavano l’università nel suo insieme e le sue relazioni interne tra i gruppi sociali ed esterne nei riguardi del sovrano.

Nei cinque capitoli appartenenti a quest’ultimo gruppo salta agli occhi una particolarità: oltre ai capitoli che potremmo definire “canonici” relativi al tipo di dominazione – in questo caso regia, visto la reimmissione di Agnone nel demanio regio (I) − e alla conferma dei privilegi, grazie, capitoli e statuti elargiti e approvati dai precedenti domini (III), mancano completamente capitoli, e quindi richieste, relative agli assetti istituzionali e agli ufficiali dell’università, mentre tre capitoli contengono richieste relative agli interessi economici:

• Nel secondo capitolo troviamo la richiesta, approvata, della concessione ad Agnone dei proventi della gabella della bagliva;

• al quarto quella –anch’essa approvata − dell’attribuzione al sovrano delle collette e di tutto il denaro riscosso da Antonio Caldora.

È difficile non pensare a una trattativa e a uno scambio tra la requisizione del denaro riscosso e dovuto al Caldora e la concessione integrale dei proventi della gabella della Bagliva, cosa che avrebbe comportato necessariamente – come avvenne – le rimostranze dell’erede di Lastolo

251 Cfr. supra il capitolo precedente.

252 Renato d’Angiò (†1480) duca di Lorena, aspirante al trono napoletano in virtù della nomina a erede e successore della regina di Napoli Giovanna II contenuta nel di lei testamento. Alfonso d’Aragona contestava la legittimità della successione, affermando di esserne lui l’erede e successore in virtù dell’essere stato adottato da Giovanna nel 1420 e negando la validità della revoca dell’adozione operata dalla regina tre anni dopo.

74 Bonifacio, cui la regina Giovanna II253, nel 1419, aveva concesso una provvigione annua di 20 once – pari a 120 ducati –da prelevarsi su tali proventi254.

L’ultimo dei tre, l’ottavo capitolo, è il più particolare essendo l’unico in cui compare una richiesta relativa agli interessi di un determinato gruppo sociale.

In esso si richiede al sovrano

che li homini de Agnone perché so traficanti et mercatantischi de loro industrie, siano franchi de omne cabella, passi, carricaturi et fragelli et grassa per tucto questo Reame, e ancora de bestiame accattato e venduto, grosso e minutulo, secundo anno accostumato per loro privilegi255.

Il sovrano dà il proprio placet, accordando agli agnonesi l’esenzione da tutta una serie di tasse indirette gravanti sui commerci che andava a vantaggio degli operatori economici dell’università caratterizzati dall’essere non solo commercianti, ma – come vedremo − anche artigiani specializzati che si occupavano in prima persona della commercializzazione dei propri manufatti, come da essi sottolineato.

Tale aspetto non è marginale, se consideriamo la rete di relazioni commerciali che traspare dagli statuti di Agnone del 23 agosto 1444256: in essi si elencano le terre con cui Agnone ha in essere

un mutuo accordo di esenzione dal plateatico257: ben sessantotto, situate anche a duecento chilometri

dal centro altomolisano, coprenti un’area che si estendeva dalla Contea di Celano –gravitante attorno all’economicamente importantissima piana del Fucino – a quella di Ariano Irpino, altro insieme di terre dalla grande importanza sia per il sistema tratturale che per i traffici via terra tra la Campania e

253 Giovanna II d’Angiò, regina di Napoli dal 1414 al 1435 (1371-1435: DBI 55, Roma 2001, pp. 477-486). 254 Summarium, f. 9v. Il figlio ed erede Giovanni Antonio − assistito dal tutore Leonardo Antonio Bonifacio − ricorse alla Regia Camera della Sommaria mostrando il privilegio di concessione e vide riconosciute le proprie ragioni nel 1443 (ivi, ff. 54r-v). Il sovrano, però, pur riconoscendo il valore della sentenza (ivi, ff. 17v-18r), persistette nel voler tenere fede alla concessione elargita, presumibilmente spingendo le parti ad addivenire ad un accordo, che fu raggiunto dopo ben otto anni il 16 dicembre 1451, quando l’università di Agnone riconobbe, a titolo di risarcimento, il pagamento di 400 ducati a Giovanni Antonio Bonifacio, il quale, in cambio, rinunciava a qualsivoglia pretesa sui proventi della gabella della Bagliva (ivi, ff. 56v-57r). Tale intesa transattiva ottenne l’assenso regio il 17 maggio 1452 (Regesto della cancelleria aragonese, n. 11, pp. 2-3). 255 ASCA, fasc. IV, f. 37.

256 Statuti, pp. 32-33.

75 la Puglia258. Tali terre avevano una popolazione stimata di 44.005 abitanti259, venticinque di esse appartenevano al sistema tratturale260 (il 36,76%) e in otto di esse si esigevano diritti di passo261.

L’importanza economica di Agnone, il suo essere un centro nevralgico per i traffici dell’area settentrionale del Regno di Napoli, si evince oltre che dalla su esposta rete commerciale, anche dalla presenza di operatori economici ascolani, sardi, lombardi e soprattutto veneziani, il cui influsso si sentiva anche in ambito religioso come attestato «dalla diffusione del culto di San Marco, cui è dedicata la Chiesa matrice»262.

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