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La tipologia documentaria: i registri Litterarum Partium ∗

TENTATIVI DI AUTONOMIA AMMINISTRATIVA: I CAPITOLI DI AGNONE E CAMPOBASSO

5.1. Il controllo amministrativo e finanziario del Regno: la Regia Camera della Sommaria Nel Regno di Napoli la Regia Camera della Sommaria, nata con la dominazione angioina, già

5.1.1. La tipologia documentaria: i registri Litterarum Partium ∗

Il complesso documentario dei registri Litterarum Partium della Regia Camera della Sommaria conservati presso l’Archivio di stato di Napoli e contenenti documenti relativi all’età aragonese, è formato da cinquantasei pezzi datati agli anni 1468-1526, data che viene raggiunta con la documentazione inserita nel registro 32II.

Sono i registri: 1-12, 14, 16-31, 32I, 32II, 33-51,52I, 52II, 53, 54, 107 e 545.

Dallo studio analitico della documentazione di ognuno di essi è emerso come alla numerazione progressiva dei registri non corrisponda la progressione cronologica della documentazione in essi contenuta: ad esempio gli ultimi due registri in ordine numerico – il 107 e il 545 − sono, rispettivamente, il tredicesimo e il quattordicesimo registro secondo l’ordine cronologico crescente della documentazione in essi contenuta.

Per quanto riguarda l’inventariazione dei registri, va osservato come presso l’Archivio di Stato di Napoli nell’inventario 20 – ex inventario 4 – che è l’inventario generale del fondo della Regia Camera della Sommaria, sia presente un elenco di tutti i registri conservati − riportante per ognuno di essi il numero nuovo, il numero antico, gli anni, eventuali osservazioni e l’oggetto − ma che in molti casi l’informazione fornita riguardante l’arco cronologico coperto dalla documentazione conservata in un registro risulti inesatta, poiché i registri spesso non riportano i documenti in un rigido ordine cronologico e può capitare che le prime lettere siano successive a quelle che le seguono e/o

Nelle citazioni da fonti inedite sono seguiti i consueti criteri di trascrizione. Si farà uso delle seguenti sigle:

Partium Archivio di Stato di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Segreteria, Partium DBI Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 1960-.

Nel caso di citazioni in successione di uno stesso documento, si fornirà la segnatura archivistica di esso solo alla prima citazione, per cui, quando non diversamente specificato, tutte le altre si riferiscono alla medesima collocazione.

86 che le ultime siano state scritte prima di quelle che le precedono307, facendo sì che se ci si limita a sfogliare le prime e ultime pagine per datare la documentazione conservata in un registro, l’annotazione risulti errata.

Lo studio analitico di ognuno dei cinquantasei registri condotto per la presente ricerca ha consentito di colmare le suddette lacune conoscitive relative al contenuto dei registri dell’età aragonese, individuando per ogni registro l’arco cronologico preciso coperto dalla documentazione in esso contenuta e consentendo, quindi, di ordinare cronologicamente i cinquantasei registri. In appendice si forniscono due elenchi dei registri – per ognuno dei quali viene indicato il suddetto arco cronologico − uno in ordine numerico e uno in ordine cronologico.

Oltre all’inventario 20 abbiamo delle riproduzioni di antichi repertori parziali redatti ad uso interno dagli archivisti che costituiscono gli inventari 21-24 – ex inventari 5I-IV.

Quanto ai registri, sono cartacei e di dimensioni diverse. A volte sulla coperta pergamenacea viene riportato l’antico numero del registro308 e all’interno di essi spesso in apertura compare la segnatura di uno o più controlli archivistici − «visto et repertato» è il termine tecnico con cui si annota sul registro il controllo unitamente alla data di svolgimento del medesimo – effettuati anche nei secoli successivi.309

Non mancano nelle prime pagine dei registri dei veri e propri esercizi di scrittura con la riproposizione di formule inserite nei documenti o citazioni letterarie, come sulla prima pagina del registro 18 ove sono scritti i primi due versi di un’elegia di Properzio: Quicumque ille fuit, puerum qui pinxit Amorem/nonne putas miras hunc habuisse manus? (Elegie, II,12), componimento in gran parte ripreso da Leon Battista Alberti nelle sue Rime, e il primo verso della prima elegia di Massimiano Non sum qui fueram: periit pars maxima nostri (ripreso anche da Foscolo nel sonetto Non son chi fui, perì di noi gran parte).

307 È il caso del documento 365 dell’elenco in appendice scritto il 10 dicembre 1498, inserito nel registro 47 successivamente a documenti scritti nel maggio del 1499; e dei documenti 412 e 413 scritti il 10 febbraio 1503 e inseriti successivamente a quelli scritti qualche giorno prima.

308 Per non fare che alcuni esempi, il registro 21 presenta la notazione del vecchio numero «Parcium XXVIII", Camera 9 […] lettera A, scansia prima numero 42»; il registro 22: «Parcium XXVIIII; Camera 92 lettera A, scansia prima numero 43»; il registro 50: «XIIII, scansia 2 numero 59»; il registro 51: «Parcium 13; Camera 9a, lettera A scansia 2 numero 59».

309 Ad esempio, il registro 21 presenta la notazione di revisioni e controlli il 30 marzo1547 («Visto et Remiso Nasturtius») e il 19 agosto 1692 («Visto et reportato De Masi»); il registro 22: nel 1547 («Visto et Remiso Nasturtius») e il 19 agosto1692 («Visto et reportato De Masi»); il registro 50 nel 1545 («Nasturtius») e il 18 novembre 1692 («Visto et repertato De Masi»); il registro 51: nel 1545 («Nasturtius Procuratoris Fiscalis») e il 17 novembre 1692 («Visto et repertato De Masi»).

87 Alcuni registri ci sono giunti mutili e il registro 32II è costituito da frammenti conservati in

undici fascicoli ordinati cronologicamente, contenenti documentazione dal 17 novembre del 1490 all’ottobre del 1526.310

Prima dei documenti veri e propri i registri presentano un repertorio in forma di rubrica nel quale, non senza errori e lacune, vengono indicizzate le “parti” alle cui istanze presentate si riferiscono le lettere, non distinguendo tra recto e verso del foglio e indicizzando le università inizialmente secondo la propria iniziale e poi – in forma stabile a partire dal registro 25 relativo al secondo semestre del 1485 − sotto la lettera “u/v” dove le università non vengono elencate in ordine alfabetico, ma in ordine di numero di foglio. A volte i repertori ci sono giunti mutili, iniziando dalla “r” nel registro 7, dalla “b” nel 17, e dalla “t” nel 40, e presentano delle indicizzazioni alquanto singolari: ad esempio nell’indice del volume 26 troviamo il vescovo di Cassano indicizzato sotto la “r” di «reverendi episcopi Cassani» e nel volume 38 il monastero di S. Maria di Tremiti indicizzato sotto la “v” di «venerabili monasterio».

Per quanto riguarda le lettere, lo schema con cui sono riportate è il seguente: in alto, quasi sempre a sinistra, ma alle volte anche al centro, è riportata, introdotta dalla proposizione «pro», la “parte”; in basso a destra abbiamo la sottoscrizione dei funzionari della Sommaria e in calce al documento abbiamo la notazione del destinatario della lettera. Quando la lettera è destinata al sovrano, spesso in basso a destra vi è la sottoscrizione del Gran Camerario che nominalmente presiedeva la Regia Camera della Sommaria, dei presidenti della Camera e dei funzionari: nel registro 24, per esempio, la lettera inviata a re Ferdinando I d’Aragona il 15 novembre 1486 presenta la sottoscrizione dei suoi «humiles servitores Magnus Camerarius et Presidentes vestre Camere Summarie» seguita da quelle di Giulio de’Scorciati, del razionale Loise de Raymo e del mastrodatti Francesco Coronati.311

La presenza della notazione della “parte” non ha comportato grossi vantaggi nella conduzione della ricerca poiché sono state individuate come documenti di interesse molisano anche lettere riportanti “parti” non immediatamente riconducibili al Molise, rendendo ancor più necessario condurre lo spoglio dei registri lettera per lettera. 312

310 I fascicoli riguardanti strettamente l’arco cronologico della ricerca sono i primi tre: il primo è costituito da 2 fogli, il 31 e il 42 conservanti tre lettere scritte rispettivamente il 17, 20 e 27 novembre del 1490; il secondo è un frammento dell’antico registro 47, in 25 fogli più la copertina, con lettere che vanno dal 31 dicembre 1491 al 2 febbraio 1492; il terzo è un frammento contenente 4 fogli – numerati da 21 a 24 – conservanti cinque lettere dal 28 al 30 maggio 1494 e una del 25 aprile 1496 al foglio 22v. Nonostante questo, è stato comunque spogliato l’intero registro.

311Doc. 276. Le sottoscrizioni sono in verticale con chiaro ordine di importanza discendente.

312 Ad esempio la lettera riguardante l’approvvigionamento di ferro e acciaio da parte degli agnonesi di cui si parlerà più avanti è riportata come «pro universitate Guasti» e diretta ad Antonio Sarrocco, elementi che ad un primo sguardo non sono riconducibili al Molise: solo leggendo la lettera se ne coglie la congruità. Inoltre, dalla

88 5.1.2. Le Litterae Partium di interesse molisano

Volendo inserire lo studio di una così fondamentale documentazione all’interno di una ricerca articolata quale è quella che qui si presenta, si sono analizzati tutti i registri rimasti per un arco di tempo che copre gli anni dal 1468 al 1503 e riguarda tutti i momenti fondamentali della monarchia aragonese.

I documenti di interesse molisano individuati sono cinquecentosedici conservati in cinquantacinque registri − poiché nel registro 49 non ce ne sono − con una media di nove documenti a registro, per una percentuale che è leggermente superiore al 3% del totale dei documenti in essi contenuti (che dovrebbe aggirarsi intorno ai diciassettemila documenti).

Il registro che ne conserva di più è il 545 con ben ottantasei documenti di interesse molisano – e non poteva che essere così visto che conserva una documentazione interamente riguardante il sistema della Dogana della Mena delle Pecore e le attività ad esso collegate − seguito dal 3 con ventitrè documenti e dall’8, dal 10 e dal 12 con diciannove documenti ciascuno. Quelli che ne conservano meno – oltre al 49 che, come detto, non ne contiene – sono il 29 e il 34 con un solo documento ciascuno, e il 32-II, il 38 e il 46 con due.

Negli ottantasei documenti conservati nel registro 545, vi sono settantasei «bolictini»313, cioè

le ricevute con cui il Doganiere della Mena delle Pecore – in questo caso Nicola Caracciolo – dichiarava di aver ricevuto una determinata quantità di danaro relativa a un certo tipo o numero di animali.

Possiamo dire che abbiamo due gruppi di documenti, un primo gruppo composto da quattrocentoquaranta documenti di vario contenuto e un secondo gruppo composto dai settantasei bollettini.

In appendice si fornisce il conteggio dei documenti di interesse molisano conservati in ogni registro314, e tre elenchi dei documenti conservati nei registri315: due relativi al gruppo dei documenti

lettura emerge che erano stati i sindaci di Agnone a nome dell’università a presentare l’istanza alla Sommaria, per cui la corretta annotazione della lettera avrebbe dovuto essere “pro universitate Angloni”, con la corrispondente indicizzazione dell’università di Agnone in luogo di quella di Vasto nel repertorio presente a inizio volume. Un altro caso è quello della lettera del 22 ottobre 1469 riguardante una controversia tra il mercante Roberto de Habitabile e l’università di Isernia che presenta l’annotazione – e la conseguente indicizzazione − «pro Roberto de Habitabile» in quanto querelante in Sommaria (doc. 32), per cui anche in questo caso il documento è stato individuato grazie alla sua lettura integrale.

313 «Registro de bolictini facti in la dohana dele pecore in lo presente anno XII indictione [1 settembre 1478 - 31 agosto 1479], in tempo del magnifico Cola Carazulo», Partium 545, f. 59r.

314 Nelle Appendici 2 e 3.

315 Per un dettaglio degli elementi segnalati negli elenchi si rimanda a quanto scritto supra in sede di Introduzione.

89 di contenuto vario − nel primo i documenti vengono elencati registro per registro316, nel secondo elenco, invece, vengono riportati in ordine cronologico317 −e uno relativo ai bollettini.

Nei documenti di interesse molisano rinvenuti abbiamo ritrovato una pluralità di informazioni di vario genere, per cui si è preferito suddividerle catalogandole per tipologie.

È chiaro che questa suddivisione non è da intendersi “a compartimenti stagni”, nel senso che il medesimo documento può contenere informazioni afferenti a diversi punti, ma per comodità concettuale ed espositiva si è preferito procedere in questo modo. I gruppi di informazioni quindi si sono considerati uno per uno, ma vanno intesi come elementi che compongono un quadro variegato ma unitario.

Tale metodologia è ancor più necessaria se consideriamo da un lato la vastità delle competenze della Sommaria, la sua penetrazione tentacolare in ogni parte della vita della società del tempo e, dall’altra, le diverse modalità e i diversi ambiti secondo cui ed in cui interagivano i tre poli della Corona, dei baroni e delle comunità.

Pertanto, si sono individuati sei diverse tipologie contenutistiche corrispondenti a sei diversi ambiti di analisi dei documenti individuati.

• i funzionari “pubblici”;

• i feudatari e i loro rapporti con la Corona e con le comunità a loro soggette;

• i rapporti tra Corona e amministrazione centrale e comunità locali;

• il sistema della Dogana della Mena delle Pecore;

• i rapporti con il clero e con gli enti ecclesiastici;

• i rapporti tra i singoli e l’amministrazione centrale e locale.

316 Appendice 4. 317 Appendice 5.

90 5.2. I funzionari “pubblici”

La capillare azione di controllo esercitata dalla Regia Camera della Sommaria di cui abbiamo testé parlato aveva come suo instrumentum principale la fitta rete di funzionari pubblici – di vario titolo e vario livello – che intesseva la vita del regno configurandosi come uno dei principali elementi di unità e di tenuta del medesimo.318

La monarchia, e per lei la Sommaria che ne aveva la funzione di controllo, pretendeva da tutti coloro che erano al suo servizio – dai funzionari ricoprenti le cariche di più ampia responsabilità fino ai funzionari locali, dai capitani e castellani delle terre fino ai singoli armigeri delle guarnigioni alle dipendenze del re stanziate nei castelli – lealtà ed efficienza nell’espletamento del proprio compito, assicurandosi che fossero messi nelle condizioni di poterlo svolgere e punendoli nel caso in cui lo espletassero in maniera indegna o commettessero dei soprusi.

La documentazione relativa a questo ambito di analisi è, ovviamente, variegata e consistente, pertanto illustreremo le linee d’azione suddette attraverso alcuni esempi tratti da essa.

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