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I principali flussi informativi a sostegno della

3.6 e le finalità del loro intervento

3.8 I principali flussi informativi a sostegno della

democrazia

Esistono svariate modalità per avvicinare i cittadini alle istituzioni, tanto più se si considera che la partecipazione ha un’infinità di facce e varia a seconda dei problemi da affrontare e del contesto in cui opera. Di qui discendono due considerazioni dalle quali giova partire per una riflessione sul tema.

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La prima, mirando a enfatizzare il valore inclusivo della partecipazione, riprende le osservazioni di autorevole dottrina174 in base alla quale una partecipazione è buona se tutti i soggetti sociali coinvolti hanno avuto modo di esprimersi, di informarsi, di contare, indipendentemente dai risultati concreti che essa consegue.

L’altra, invece, permette di spostare l’attenzione sul mezzo con cui si realizza tale processo partecipativo, se si condivide l’idea che il dialogo improntato alla partecipazione e alla collaborazione tra Istituzioni e cittadini sarà costruttivo se si avvarrà dei nuovi mezzi di comunicazione e interazione elettronica.

In tal senso, la valorizzazione del patrimonio informativo detenuto dal singolo cittadino può essere apprezzato sia in termini di apertura a istanze e soggetti sociali in precedenza inascoltati sia in termini di accesso all’arena di tutti i punti di vista rilevanti per il tema sul tappeto.

Se si parte dal presupposto che la società abbia carattere pluralista e intende la partecipazione come un confronto, di natura dialogica, tra cittadini che hanno idee, punti di vista e interessi contrapposti, allo scopo di elaborare soluzioni comuni, trovare punti di intesa o, per lo meno, di chiarire i termini del conflitto e di trovare qualche terreno comune, si è portati ad analizzare la relazione tra amministrati e governanti sotto un diverso punto di vista.

174 L. Bobbio, Dilemmi della democrazia partecipativa, in Democrazia e diritto, vol. 44,

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La relazione non è più di tipo dualistico, tra un popolo (supposto omogeneo) e l’amministrazione, ma è piuttosto un confronto a più voci, in cui l’amministrazione si fa assistere da cittadini a vario titolo competenti175

. A sua volta, ciò non significa che la partecipazione improntata alla comunicazione debba necessariamente manifestarsi in senso adesivo rispetto all’orientamento delle istituzioni, o che le posizioni dei singoli debbano per forza volgere ad un’omologazione verso la ragione pubblica. Significa piuttosto che la partecipazione, come sostiene Habermas, deve aggregare e non integrare le identità individuali, e quindi mirare alla costruzione di luoghi e istituzioni aperti in cui ogni persona trovi ascolto176. Dunque, un livello di interazione le cui linee di sviluppo passano attraverso l’adozione di tecnologie basate sul “linguaggio naturale” dei contenuti informativi on line di carattere istituzionale (attraverso un’informazione chiara, pertinente e tempestiva); la riconfigurazione dei servizi web esistenti (con l’introduzione di spazi e di strumenti che consentono l’interazione sincrona e asincrona tra il cittadino e l’amministrazione); l’esplicitazione delle regole di interazione (le modalità di utilizzo degli strumenti, le forme di restituzione al cittadino dei contributi forniti on line, il cd feedback); l’attivazione di meccanismi di moderazione del confronto e, infine, l’adozione di soluzioni adeguate a tutelare la privacy e la protezione dei dati dei cittadini, esplicitandone i principi nel sito web.

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Più ampiamente, L. Bobbio, G. Pomatto, Modelli di coinvolgimento dei cittadini nelle

scelte pubbliche, in http://www.qualitapa.gov.it ; Amministrare con i cittadini: attori, processi, esiti, in http://www.regione.toscana.it.

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D. Donati, Partecipazione come categoria, identità e rappresentanza. Ruolo e

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Così, accanto allo strumento più tradizionale rappresentato dalla posta elettronica, sono aumentate le occasioni di interazione grazie ai forum e alle bacheche on line messe a disposizione delle Amministrazioni sui propri siti. Si tratta di spazi ritagliati all’interno dei siti istituzionali in cui i cittadini possono postare delle informazioni, notizie o segnalazioni che ritengono rilevanti, così come possono interpellare esponenti politici (candidati, eletti, nominati) ponendo quesiti, proposte, richieste, chiedendo chiarimenti o semplicemente esprimendo pareri. A differenza di altre situazioni, che vedremo di seguito, in cui il cittadino viene interpellato, quindi senza una sua autonoma iniziativa, in questa modalità è richiesta la sua iniziativa e quindi la sua motivazione a colloquiare con il personaggio pubblico.

Di conseguenza, la comunicazione è potenzialmente tanto più ricca, articolata e argomentata quanto più si svolgerà in modo interattivo e in tempo reale, consentendo un effettivo confronto di argomentazioni.

Mentre però, nei primi, i contenuti inviati vengono controllati prima della pubblicazione venendo a mancare una possibilità paritaria di controllo sul linguaggio e l’opportunità per tutti i cittadini di rendere pubbliche le proprie iniziative; nei secondi si sviluppa una vera e propria interazione tra istituzioni e cittadini pur nel rispetto di regole precise che garantiscono l’uso di toni civili, risposte chiare da parte degli amministratori e dibattiti articolati.

Diverso è il caso dei sondaggi di opinione, su uno specifico argomento o su di un candidato, che, al di là della valenza sociologica e politologica, rilevano ai fini della presente ricerca per l’input che i cittadini danno ai governanti per loro tramite. La concezione aggregativa dell’opinione

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pubblica dona implicitamente ai sondaggi e alle loro risultanze la legittimità di influire sul processo di formazione delle decisioni politiche, ma ovviamente in dottrina si possono incontrare molte voci dissenzienti posto che i governanti sono liberi di considerare o non considerare i risultati del sondaggio177.

Tuttavia, non mancano le critiche per l’uso eccessivo che di essi spesso si fa, arrivando a forme di sondocrazia che difficilmente sembrano compatibili con il nostro tessuto costituzionale178. In particolare, è stato rilevato che i sondaggi non sono tanto la voce del popolo, quanto la voce dei media nel popolo e che la classe politica dominante può utilizzare i sondaggi di opinione per rafforzare il consenso, disponendoli nei tempi e nei modi più favorevoli ad un risultato di sostegno dell’azione di governo. Basti qui pensare al fatto che il parere possa essere espresso sotto l’influenza di particolari sensazioni o emozioni, dipendenti, oltre che da inclinazioni personali, dal grado di conoscenza che l’interpellato ha sull’argomento in questione e dal contenuto dei quesiti. Non sono, però, aspetti che si vogliono trattare in questa sede, rilevando invece la natura stessa del sondaggio quale messaggio diretto dal corpo sociale ai governanti.

Ulteriori canali di dialogo tra istituzioni e cittadini offrono a questi ultimi la possibilità di ricorrere, grazie al ricorso alla tecnologia di Internet, agli istituti di democrazia diretta in occasione di referendum, proposte di iniziativa popolare e petizioni.

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Più ampiamente v. M.C. Pitrone, Sondaggi e interviste. Lo studio dell’opinione

pubblica nella ricerca sociale, Edizioni Franco Angeli, 2009.

178

L. Cuocolo, Democrazia rappresentativa e sviluppo tecnologico, in Rassegna

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In tal senso sono numerosi i siti Internet nei quali i comitati organizzatori si presentano al grande pubblico e il cui contributo è apprezzabile sia per l’opera di propaganda informativa a sostegno dei propri ideali sia in vista della raccolta di adesioni alle loro iniziative per mezzo di firme, ovviamente digitali.