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La legge n.150/2000 e il d.lgs n 82/

DEI SERVIZI IN RETE.

2.1 La legge n.150/2000 e il d.lgs n 82/

La rilevanza che sta assumendo la comunicazione è tale da trasformare in profondità i meccanismi di funzionamento, non soltanto della società e di relazione tra gli individui, ma anche delle Istituzioni.

Dagli anni novanta l’Italia ha visto lo sviluppo di due fenomeni diversi ma complementari: quello delle ICTs, da una parte, e la necessità di migliorare la quantità e la qualità dei servizi erogati dalle Pubbliche amministrazioni, dall’altra parte.

Nell’obiettivo di ricostruire i profili relazionali che intercorrono tra soggetti pubblici e privati, alla luce dell’odierno sviluppo della tecnologia informatica, vengono in rilievo due importanti atti normativi: la legge 7 giugno 2000, n. 150 recante la "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni", e il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 contenente il Codice dell’Amministrazione Digitale. Essi, infatti, rappresentano momenti normativi con i quali si è realizzata l’evoluzione del nostro sistema pubblico verso il modello di una

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amministrazione trasparente, ossia di un’amministrazione che non si limita ad informare e a trasmettere notizie, ma comunica, propone e ascolta i propri consociati.

Con la legge n. 150/2000 il legislatore italiano regolamenta la comunicazione istituzionale distinguendo tra informazione e comunicazione71 (interna ed esterna), separando gli obiettivi, le forme e gli strumenti.

Nascono o vengono formalizzate nuove figure professionali con ruoli distinti, come l’Ufficio stampa (formato dai giornalisti e dedicato ai rapporti con i massi media e, quindi, al mondo dell’informazione) e la figura del portavoce, improntato ad una relazione fiduciaria con il vertice dell’amministrazione, con il compito di affiancare il vertice dell’amministrazione al fine di gestire i rapporti di carattere politico- istituzionale con gli organi di informazione72.

Un ruolo importante nello sviluppo e nella gestione della comunicazione on-

line nell’era del web 2.0 è richiesto agli Uffici per le relazioni con il

pubblico(URP), sempre più orientati ad essere sportelli virtuali.

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Come si è avuto modo di evidenziare nelle pagine precedenti, la distinzione tra informazione e comunicazione oltre a basarsi, rispettivamente, sulla indeterminatezza - determinatezza dei destinatari, richiama una diversa funzione delle due attività, in quanto, l’informazione assolve alla funzione di trasferimento della conoscenza e necessaria trasparenza, mentre l’attività comunicativa è tesa alla promozione di contenuti destinati alla comprensione.

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P. Mancini, Manuale di comunicazione pubblica, Editore Laterza, 2006, p.76.

Secondo l’A. l’introduzione della figura del portavoce significa il riconoscimento che esistono due diversi modelli e funzioni, da parte dell’istituzione, di operare nei confronti dei massi media: uno prevalentemente informativo e l’altro più vicino alla tutela e promozione dell’immagine “politica” di chi amministra.

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La legge in esame individua nell’URP la struttura competente nella gestione e nello sviluppo della comunicazione, ora anche on-line73.

Diventare uno sportello virtuale significa, quindi, non solo offrire informazioni on line, ma anche servizi on line, dare la possibilità di eseguire o dare avvio a procedimenti amministrativi e offrire servizi in Rete, garantendo il massimo livello di interazione telematica.

In particolare, con la direttiva del 7 febbraio del 2002, l’URP diventa l’ufficio “in grado di svolgere più funzioni e di corrispondere ad una domanda differenziata di servizi da parte del cittadino”, come l’attribuzione, per esempio, della gestione delle reti civiche e del sito internet74.

E’ evidente che gli URP rappresentino il tradizionale strumento di contatto con i cittadini e ciò, a maggior ragione, nell’era di Internet, in cui si tende a proporre il modello di un’Amministrazione digitale.

L'utilizzo delle tecnologie informatiche e della rete Internet permette di innovare le attività e lo svolgimento dei procedimenti amministrativi, perseguendo gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità; consente di aprire nuovi canali di comunicazione e nuovi spazi di partecipazione perseguendo gli obiettivi di trasparenza e democraticità; permette di

73L’ufficio per le relazioni col pubblico, istituto per la prima volta nel nostro ordinamento

con d. lgs. n. 29 del 1993, nasce con lo scopo di favorire l’incontro e, quindi, lo scambio comunicativo tra l’Ente e l’utente. Con funzioni dunque di interfaccia privilegiata con il pubblico, l’URP fornisce informazioni sui servizi offerti dell’ente, sullo stato degli atti e dei procedimenti amministrativi, nonché su ogni attività che riguardi la pubblica amministrazione per cui il cittadino ne abbia interesse.Tuttavia, solo con l’inizio del nuovo millennio, con la legge n.150 del 2000 si conferma l’obbligo istituzionale dell’URP, distinguendolo da altri uffici che hanno rapporti comunicativi con l’esterno (ufficio stampa e portavoce). Le funzioni dell’URP sono sancite dall’art. 7 della l. n. 150/2000.

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Non si tratta solo quindi di gestire o coordinare i contenuti del sito istituzionale o delle pagine riguardanti specificamente l’URP, ma di attivare un vero e proprio sportello on line; uno sportello cioè che, oltre a offrire le informazioni relative ai servizi o alle attività amministrative (solitamente presenti nei siti istituzionali), rende possibile l’invio di richieste specifiche e personalizzate e l’esecuzione di alcuni procedimenti on line, aumentando il livello di interattività.

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ripensare e migliorare l'erogazione dei servizi pubblici aprendo nuove possibilità di contatto e offrendo nuovi servizi, al fine di semplificare i rapporti con i cittadini e con le imprese.

A livello nazionale, il piano di sviluppo dell’e-government ha cercato di dare una spinta decisiva per la diffusione in tutte le pubbliche amministrazioni degli strumenti telematici in grado di implementare la comunicazione tra PA e cittadino.

L’esigenza di diffusione e conoscenza dei dati pubblici, cui più di recente si affianca anche l’erogazione telematica di servizi pubblici, rappresenta, infatti, un effetto delle politiche di e-government, termine con il quale si intendono tutte le politiche che attengono alla introduzione delle

Information and comunication technologies nelle pubbliche amministrazioni

al fine di migliorare i servizi resi al cittadino e di migliorarne, in generale, la funzionalità (effettività, economicità, efficienza ed efficacia).

In tutto il mondo le pubbliche amministrazioni non sono solo interessate dal fenomeno tecnologico, ma diventano esse stesse protagoniste e promotrici della società dell’informazione.

Protagoniste perché le amministrazioni sono, nelle società contemporanee, le più grandi produttrici di informazioni, raccolte a fini strumentali (per lo svolgimento delle funzioni pubbliche) o per il soddisfacimento di interessi informativi (servizi informativi pubblici).

Promotrici perché spetta alle amministrazioni pubbliche fissare le regole secondo le quali si devono diffondere i servizi di fornitura di informazioni ai

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cittadini e incentivare adeguatamente il pieno utilizzo da parte della popolazione delle tecnologie informatiche75.

In questo contesto, il processo di e-government si caratterizza per le seguenti peculiarità:

- I soggetti coinvolti sono tutte le amministrazioni pubbliche, sia esse centrali che locali, nelle relazioni interne ed esterne al sistema delle amministrazioni pubbliche;

- L’oggetto è rappresentato dalla comunicazione tra i diversi attori presenti nel cyberspazio, dalla gestione e circolazione delle informazioni fino alla distribuzione dei servizi pubblici;

- Il mezzo con cui si realizzano tali attività è rappresentato dallo strumento informatico-telematico.

In tal senso, il ruolo esercitato dalle tecnologie nella implementazione di circuiti informativi e comunicativi più efficaci, oltre che di servizi fruibili in Rete, ha portato al superamento di una visione accentrata e gerarchizzata dell’azione amministrativa.

Si è passati, pertanto, da una visione piramidale ad una visione reticolare76. Abbandonata l’idea di una amministrazione “piramide”, che vede al vertice il governo, ai gradini intermedi l’apparato burocratico e alla base il cittadino

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F. Merloni, Introduzione all’e-government, pubbliche amministrazioni e società

dell’informazione, Giappichelli Editore, Torino, 2005, p.3.

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L. Tivelli S. Masini, Un nuovo modo di governare. L’e-government e il cambiamento

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passivo destinatario del potere, si sta oggi affermando, grazie ad Internet, una struttura reticolare che permette a tutti i soggetti, pubblici e privati, coinvolti di dialogare tra loro e scambiarsi dati e corrispondenza.

Sarebbe pertanto riduttivo e limitante apprezzare il crescente sviluppo di tale processo di innovazione e ammodernamento nei termini di una mera azione di riorganizzazione della pubblica amministrazione. Esso, piuttosto, deve essere apprezzato anche sotto il profilo gestionale e culturale, come un tassello importante di un nuovo modo di concepire il rapporto tra pubblici poteri e cittadini.

Attraverso il tentativo di realizzare un’amministrazione aperta, trasparente e condivisa con gli amministrati, si tende ad affermare una nuova cultura pubblica, meno incentrata sulla burocrazia e più orientata a garantire il buon funzionamento di tutto il sistema delle amministrazioni pubbliche, nell’auspicabile obiettivo di rivitalizzare la legittimazione da parte dei consociati.