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I principi fondamentali per una efficace vigilanza bancaria

Le prospettive della regolazione di Basilea

3. Gli standards come strumento normativo

3.1. I principi fondamentali per una efficace vigilanza bancaria

Il Comitato di Basilea ha iniziato a produrre standards per la vigilanza bancaria già sul finire degli anni settanta, ma è nel corso dell’ultimo decennio che si è registrata una proliferazione di tali regole.

Come abbiamo già visto, il Financial Stability Forum ha cercato di raccogliere gli standards riconosciuti come fondamentali per la stabilità ed il buon funzionamento dei sistemi finanziari all’interno del Compendium of Standards. Le regole che fanno parte dei tale documento sono prodotte per la maggior parte da standard

setter che sono membri del FSB stesso e da organismi che non ne

fanno parte, permettendo un ampliamento del perimetro di attività . 88

Il Financial Stability Forum ha avviato sin dal 1999 l’elaborazione del Compendium 88

ed il Financial Stability Board in seguito è sembrato dare il proprio avallo all’iniziativa del predecessore. Alla produzione del Compendium hanno partecipato, quali standard setter membri del FSB il Comitato di Basilea, la IOSCO, la IAIS, IASB,

FMI, Banca Mondiale, ma pure i regolatori privati, come IAASB e IFAC che non ne

La raccolta operata dal Financial Stability Board non è però l’unico tentativo di codificazione delle regole globali: lo stesso Comitato di Basilea ha elaborato una propria compilazione di

standards denominato Compendium of Documents prodotto nel

1997, a seguito di un’esplicita richiesta avanzata dal G7.

La consapevolezza che le debolezze presenti nel sistema bancario di un Paese potevano mettere a repentaglio l’intera stabilità finanziaria, è l’elemento che ha portato il Comitato di Basilea ad esaminare i modi attraverso i quali avrebbe potuto ampliare, con la massima efficacia, la propria azione tesa a rafforzare la vigilanza prudenziale. A tal fine, vengono emanate due pubblicazioni: un elenco compiuto di Principi fondamentali per un’efficace vigilanza bancaria, applicabili sia nei Paesi del G10 sia in quelli esterni al Gruppo, ed un Compendio, in cui sono raccolte raccomandazioni, linee guida e prescrizioni che servono come supporto ai principi . 89

Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, Rafforzamento della vigilanza 89

bancaria su scala mondiale. Recenti iniziative del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, in Documento sottoposto ai Capi di Stato e di Governo del G-7 in occasione del Vertice di Denver del giugno 1997, Basilea, aprile 1997, p. 3, disponibile su bis.org.

La redazione dei principi fondamentali rappresenta un risultato di enorme importanza, sia per il numero di autorità coinvolte , sia 90

per l’ampiezza delle regole in esso compendiate.

Per quanto attiene al primo profilo, la ricerca di un ampio consenso, anche tra Autorità che non facevano parte della rete transnazionale, aveva lo scopo di favorire la più ampia applicazione possibile dell’accordo, mirando dunque a garantirne l’efficacia.

Per quanto attiene, invece, al secondo profilo, si noti come i principi elencati nel documento coprono ogni aspetto dell’attività bancaria: vi sono elencati i presupposti per una vigilanza efficace, l’autorizzazione all’esercizio della attività bancaria e la struttura proprietaria, le regolamentazione ed i requisiti prudenziali, i metodi per la vigilanza corrente, i requisiti informativi, i poteri istituzionali delle autorità e l’attività bancaria internazionale . 91

Il Comitato nel 2006 ha poi proceduto alla revisione dei Principi fondamentali, confermando la volontà di coinvolgere un

I principi infatti sono stati elaborati da un gruppo congiunto comprendente, oltre i 90

rappresentanti del Comitato di Basilea, le autorità di vigilanza di Cile, Cina, Hong Kong, Messico, Repubblica Ceca, Russia e Thailandia. Hanno inoltre collaborato le autorità di Argentina, Brasile, Corea, India, Indonesia, Malaysia, Polonia, Singapore ed Ungheria. Sono state consultate anche numerose altre autorità, sia direttamente che per il tramite dei gruppi regionali.

In particolare, nel 1997 vengono pubblicati 25 principi basilari che devono essere 91

realizzati affinché un sistema di vigilanza sia efficace. Si veda, Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, Principi fondamentali per un’efficace vigilanza bancaria, Basilea, settembre 1997.

numero sempre maggiore di soggetti per l’elaborazione delle regole. Dunque, ha potenziato ulteriormente la collaborazione con le autorità di Paesi esterni al G10, cui si sono affiancate anche altre organizzazioni internazionali ed, in più, ha utilizzato le procedure 92

di consultazione, ossia il notice and comment inteso in chiave globale. Il Comitato ha infatti pubblicato una prima bozza dei principi ed ha invitato i soggetti interessati ad inviare le proprie osservazioni . 93

Il notice and comment utilizzato in questo contesto si è dimostrato però meno partecipato ed anche meno trasparente rispetto alla medesima procedura utilizzata per la redazione del secondo e terzo accordo di Basilea . 94

Nonostante questo, l’intento del Comitato, ossia quello di favorire in massimo grado la diffusione della regolazione globale, sembra aver avuto successo: all’ampio apporto al processo di revisione dei principi da parte di Autorità che non fanno parte della

Le altre organizzazioni internazionali coinvolte nel processo di redazione dei 92

principi fondamentali sono il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e le reti transnazionali IOSCO e IAIS.

M. De Bellis, La regolazione dei mercati finanziari, op. cit., p. 270. 93

Il procedimento di notice and comment utilizzato per l’approvazione dei principi 94

fondamentali ha ricevuto soltanto trentuno commenti da parte dei soggetti interessati. Inoltre, il minor grado di trasparenza è dipeso dal fatto che il Comitato non ha pubblicato sul proprio sito le lettere di osservazioni presentate dai soggetti interessati, ma si è limitato a riassumerne le risultanze.

rete transnazionale, ha corrisposto una successiva approvazione di quest’ultimi da parte di ben centoventi paesi.

Con il suo operato, il Comitato di Basilea ha voluto fornire uno standard di norme prudenziali per il sistema bancario allo scopo di garantire un livello minimale di sicurezza ed affidabilità nella vigilanza bancaria internazionale , invitando i destinatari ad 95

uniformarsi a dei valori medi, cioè indicativi di una buona prassi, ritenuti accettabili perché giudicati in grado di offrire una tutela sufficiente agli interessi pubblici sottesi . 96

Gli stessi regolatori però, non si sono limitati a redigere un’elencazione dei principi fondamentali, ma si sono preoccupati anche di predisporre strumenti ad hoc al fine di valutare il grado di adeguamento dei vari Stati alle regole globali, e di porre rimedio a tutti quei limiti che sono emersi nel corso della crisi finanziaria globale.

I. Borrello, L’organizzazione sovranazionale ed internazionale della vigilanza sul 95

credito, cit., p. 440.

M. Passalacqua, Diritto del rischio nei mercati finanziari: prevenzione, precauzione 96

3.2. Il controllo sull’applicazione degli standards globali e gli