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Capitolo 2 – Dalla cable agli over-the-top

2.3 L'affermazione degli OTT

2.3.4 Il caso di Amazon

Nel caso di Amazon, ad oggi l'Internet-based retailer più importante al mondo, abbiamo davanti un player particolare che, fin dal suo lancio, basa la sua attività su economie multi-business e offerte stratificate.93 Non possiamo quindi fare a meno di

analizzare la sua attività nello streaming dei contenuti anche in relazione al resto del business, in particolare per quanto riguarda la costruzione dell'ecosistema Amazon Prime, che segue coerentemente l'evoluzione del scenario mediale e della concorrenza OTT.

Amazon Prime viene lanciato nel 2005 come membership program che, negli Stati Uniti, offre la spedizione gratuita e la consegna entro due giorni di alcuni prodotti per una tariffa annuale di 99 dollari. Fra altri servizi, la sottoscrizione include anche l'accesso ad Amazon Instant Video, un piattaforma che offre lo streaming illimitato e commercial-free di film e serie TV. La storia della piattaforma inizia nel 2006, quando viene inaugurata con il nome di Amazon Unbox . Per fruire del servizio è necessario installare un apposito player sul proprio computer che permette di scaricare i contenuti, un'opzione che non è più disponibile dal marzo 2015. Nel 2008, il servizio viene rinominato Amazon Video on Demand, per poi subire un ulteriore rebranding nel 2011 come Amazon Instant Video. Questo rebranding è la risposta a un mediascape che abbiamo visto essere a un punto di svolta grazie all'affermazione di OTT come Hulu, 92 Una versione rielaborata e tradotta in inglese di questo paragrafo (Not That Transparent. Amazon's

Series, Between System-Thinking and Branding Strategies) è stata presentata alla Media Change

International Conference, Università di Urbino Carlo Bo, 7-9 luglio 2015.

93 Lanciata nel 1994 come libreria online, Amazon diversifica presto il suo business nell'home video, software, videogiochi, elettronica, arredamento, abbigliamento, giocattoli, ecc. Ad oggi, nel 2016, ha una sua linea di dispositivi digitali che comprende l'ebook reader Amazon Kindle, il tablet Fire, la Fire TV e il Fire Phone.

Netflix e iTunes. Ma se Hulu può contare sul supporto dei network televisivi e iTunes e sulla comunità di utenti Apple, Amazon e Netflix devono puntare alla differenziazione. In quanto compagnia di e-commerce con un servizio di streaming già avviato, anche se utilizzato al di sotto delle sue potenzialità, questo sembra allora il momento giusto per potenziare il catalogo. Lo streaming illimitato di più di 5.000 film e serie TV viene così messo a disposizione dei membri di Prime, insieme alla possibilità di noleggiare o acquistare contenuti poche settimane dopo la distribuzione cinematografica o poche ore dopo la trasmissione televisiva. Sulla scia di Netflix, quindi, anche Amazon punta sull'esclusività e si pone fra la finestra di first release e quella della pay TV.

L'aggiunta di migliaia di nuovi titoli al catalogo è quindi una mossa importante che proietta la compagnia nel mercato delle ritrasmissioni online, rimarcando anche la sua intenzione di diversificare e stratificare ulteriormente la sua offerta complessiva, creando così un ecosistema di fruizione incentrato sul brand Amazon. Donald Norman definisce questa strategia system-thinking,94 cioè una progettazione di servizi “a

sistema” per la vendita non di semplici prodotti, ma di un set di esperienze connesse – dall'e-shopping al VOD, dal cloud storage ai dispositivi digitali per la fruizione di quegli stessi servizi – che, nel nostro caso, dipendono dalla sottoscrizione ad Amazon Prime. Aumentare e mantenere la soddisfazione dei clienti in tutte queste aree, può incoraggiare gli utenti a restare nell'ecosistema e risultare così nella produzione di esternalità di rete positive.95 Tuttavia, anche se l'ecosistema Amazon Prime offre dei

vantaggi ai suoi membri, la compagnia deve anche fare fronte ad alti costi di gestione, dagli accordi di consegna con FedEx e UPS alle licenze per i contenuti in streaming – alcuni report suggeriscono infatti che la società abbia speso più di un miliardo di dollari in contenuti audiovisivi solo nel 2013.96 È anche per questo che, lo stesso anno, Amazon

annuncia un aumento della tariffa Prime che passa da 79 a 99 dollari l'anno. Tutto sommato, il prezzo di Prime corrisponderebbe a quello annuale di Netflix, che si aggira 94 D. A. Norman, “System Thinking: a Product is More Than the Product”, in Interactions, 16, 2009, pp.

52-54.

95 Più persone sottoscrivono a un servizio, più questo servizio diventa popolare e incrementa il proprio valore. Cfr. M. L. Katz, C. Shapiro, “System Competition and Network Effects”, in The Journal of

Economic Perspectives, 8:2, 1994, pp. 93-115. Affronteremo in modo approfondito le esternalità di

rete nel paragrafo 4.1.1.

96 M. Rogowsky, “Prime Factors: Should Amazon Really Mess With the Best Loyalty Program in Retail?”, in Forbes, 2 febbraio 2014,http://www.forbes.com/sites/markrogowsky/2014/02/02/prime- factors-should-amazon-really-mess-with-the-best-loyalty-program-in-retail/, ultimo accesso 13 marzo 2016.

sui 96 dollari. Tuttavia, il core business di Amazon è l'e-commerce e, secondo alcuni analisti, solo una piccola parte dei membri Prime ha sottoscritto l'abbonamento per il servizio streaming.97 Secondo il critico televisivo Todd Van Der Werff, inoltre, è anche

possibile che gli americani non sappiano neanche che Amazon disponga di un servizio di streaming, perché Netflix, che gode di un certo leading time, è abbastanza e non dà motivo di cercare altro.98 L'aumento, imputato soprattutto alle spese per il licensing dei

contenuti, potrebbe quindi causare insoddisfazione negli utenti, che si vedrebbero costretti a pagare per un servizio in cui non trovano abbastanza valore. Così, questo sembra il momento di trovare un valore aggiunto per l'ecosistema Prime e, come HBO prima e Netflix poi, la compagnia fa appello alla quality TV.

Il 2014 è un anno chiave nelle campagne di marketing e di branding del servizio streaming di Amazon. Scorrendo l'homepage di Amazon Instant Video, è già possibile capire la strategia principale della piattaforma: la diversificazione. Il catalogo è infatti composto da quattro tipologie di prodotti: (1) le serie dei network che puntano a un pubblico mainstream e generalista – per esempio, le sitcom New Girl e How I Met Your Mother (CBS, 2005-2014) e il musical Glee (FOX, 2009-2015); (2) le serie dei network che puntano a segmenti di pubblico ristretti, come il legal drama The Good Wife (CBS, 2009-), il thriller dark Hannibal (NBC, 2013-2015) e il sci-fi drama Extant (CBS, 2014- 2015); (3) la televisione quality che non appartiene alla pay TV, come le serie originali di FX, che negli ultimi anni ha fissato uno standard per la qualità basic cable (§ 5.1.2), insieme a co-produzioni internazionali come Downton Abbey (ITV-PBS, 2010-2015) e Orphan Black (Space-BBC American, 2013-); (4) i contenuti esclusivi, cioè il back catalogue di HBO. Sempre nel 2014, infatti, Amazon sigla un accordo con la rete premium per i diritti di ritrasmissione delle serie già chiuse e di quelle ancora in corso, ma dopo almeno tre anni dalla prima messa in onda – dall'accordo, rimane per ora esclusa la hit Game of Thrones (HBO, 2010-).

A proposito dell'accordo, il CEO di HBO Richard Plepler dichiara che il fine è quello di riprendersi i cord-cutters, cioè gli utenti che hanno cancellato ogni abbonamento alla televisione via cavo per fruire solo dello streaming (§ 3.2.1). Aumentando l'esposizione dei prodotti di HBO, infatti, la speranza è che l'accordo abbia un «catalytic effect» che 97 Ibidem.

98 T. Van Der Werff, “Amazon Gets Streaming Rights to Wallace & Gromit; 'Amazon has Streaming Video?!' says America”, in The A.V. Club, 19 giugno 2014,http://www.avclub.com/article/amazon- gets-streaming-rights-wallace-gromit-amazon-206033

trasformi gli utenti di Amazon Instant Video in subscribers di HBO.99 Per quanto

riguarda Amazon, l'intento dell'accordo è doppio: dato l'alto valore delle serie HBO e la loro assenza al di fuori del network originale (se non in syndication, ma con le censure di cui abbiamo parlato nel paragrafo 2.2.4), la disponibilità esclusiva su Amazon Instant Video può risultare in un importante buzz per la piattafoma; dall'altra, questa stessa disponibilità esclusiva può aumentare il valore complessivo del catalogo, contribuendo così a giustificare la costosa tariffa di sottoscrizione a Prime.

Arriviamo ora alla programmazione originale, la cui storia è meno lineare di quella di Netflix. Qui, Amazon sembra procedere per tentativi, puntando però sin dall'inizio alla produzione diretta dei contenuti attraverso le proprie infrastrutture – al contrario di Netflix che, come abbiamo vistao acquista invece i first-run rights da case di produzioni indipendenti. Nel 2010, Amazon avvia la divisione Amazon Studios, con lo scopo di sviluppare show televisivi, film e fumetti a partire da soggetti e sceneggiature che gli utenti possono caricare online. Per quanto riguarda i prodotti televisivi, gli utenti possono presentare sceneggiature per degli episodi pilota inediti. Il sito degli Studios suggerisce il formato e lo stile degli script, precisando che le proposte possono essere caricate privately («only Amazon staff will be able to access your work for evaluation») o publicly («Amazon Studios staff will evaluate it, and it will also published to the Amazon Studios site for public feedback»).100 Dal momento in cui lo script è caricato

sul sito, Amazon ha diritto a un'opzione di quarantacinque giorni sul lavoro, che può essere estesa a diciotto mesi. In questo caso, la compagnia paga il creatore 10.000 dollari, e ne aggiunge 55.000 se lo script è selezionato per la produzione e la distribuzione come full-budget series – nel qual caso, ai creatori spetta anche il 5% delle entrate nette di Amazon dal merchandising e dall'eventuale licensing del contenuto. Solo un anno più tardi, però, gli Studios modificano il modello con l'intenzione di attirare la comunità di professionisti dello spettacolo, permettendo ai membri della WGA (Writer's Guild Association) di presentare i loro script attraverso una corsia preferenziale.101 Una volta selezionati una dozzina di script, i pilot degli show vengono

99 R. Plepler, cit. in G. Szalai, “HBO CEO Richard Plepler Says Amazon Prime Deal Is Subscriber C a t a l y s t ” , i n T h e H o l l y w o o d R e p o r t e r, 1 1 f e b b r a i o 2 0 1 5 ,

http://www.hollywoodreporter.com/news/hbo-amazon-deal-catalyst-subscribers-772512, u l t i m o accesso 13 marzo 2016.

100 http://studios.amazon.com/help/submitting-a-series-idea , ultimo accesso 13 marzo 2016.

101Questa è la versione ufficiale, anche se semplificata, del processo. In realtà, controversie e problematiche sono state messe in evidenza sin dai primi mesi del progetto, si veda per esempio Chip S t r e e t , “ A m a z o n S t u d i o s N e w ( O l d ) D e a l f o r S c r e e n p l a y O p t i o n s ” , 2 0 1 2 ,

girati e caricati su Amazon Instant Video, per poi ricevere valutazioni e crowd-sourced feedback dagli utenti. I pilot più votati guadagnano infine un full-season order. Così facendo, la compagnia sembra raggiungere due obiettivi principali: da una parte, attira gli utenti verso la piattaforma, nella speranza di promuoverla e fidelizzare poi gli utenti stessi al servizio; dall'altra, utilizza la votazione come una sorta di prevendita dello show, in quanto gli utenti che hanno già visto e votato un determinato pilot, saranno teoricamente più inclini a vedere poi l'intera stagione, una volta prodotta e caricata. Le serie vincitrici del primo ciclo di pilot, nel 2013, sono Alpha House (2013-) e Betas (2013-2014). La prima, che attualmente conta due stagioni, è una satira politica creata da Garry Trudeau (vincitore del premio Pulitzer per la striscia a fumetti Doonesbury) e interpretata da John Goodman insieme a guest star del calibro di Bill Murray. La seconda è una comedy che segue un gruppo di programmatori della Silicon Valley al lavoro su una app di incontri. Al contrario di Alpha House, Betas non porta con sé il valore dei nomi noti e non viene rinnovata per una seconda stagione. Nel complesso, a parte poche recensioni, le due serie non ricevono molta attenzione e non stimolano abbastanza discorsi critici e sociali da far pensare ad Amazon come un vero player nelle serie originali.

Le cose cambiano con il secondo ciclo, nel febbraio 2014, al termine del quale succede anche qualcosa di curioso. Un utente del videogame forum NeoGaf è infatti abbastanza veloce da ri-postare i risultati, che sono pubblici finché i poll sono aperti, prima che Amazon chiuda definitivamente le votazioni. La classifica a pochi minuti dalla chiusura è la seguente (titolo: numero di voti – valutazione media):

1) The After: 10.916 – 7.8/10 2) Bosch: 10.151 – 8.8/10 3) The Rebels: 3.347 – 8/10

4) Mozart in the Jungle: 3.343 – 8.4/10 5) Transparent: 2.675 votes – 7.3/10102

Poco tempo dopo, Amazon annuncia il full-season order di tutti i pilot del ciclo, tranne

http://chipstreet.com/2012/06/01/amazon-studios-new-old-deal-for-screenplay-options/, ultimo accesso 13 marzo 2016.

102 http://www.neogaf.com/forum/showpost.php?p=103812414&postcount=121, ultimo accesso 13 marzo 2016.

Rebels. Conoscendo i pilot, è chiaro che le quattro serie scelte condividono il selling element dei nomi di richiamo: Jeffrey Tambor in Transparent (2014-), Gabriel Garcia Bernal in Mozart in the Jungle (2014-), il creatore di The X-Files, Chris Carter, per The After e l'ispirazione dai romanzi di Michael Connelly, oltre che la produzione di Eric Overmyer (sceneggiatore e produttore di St. Elsewhere e The Wire) per Bosch (2015-). La presenza di una fanbase già attiva (The X-Files e i romanzi di Connelly) può anche spiegare la prima e la seconda posizione di The After e Bosch.

Transparent, Mozart in the Jungle e Bosch vanno direttamente in produzione e le prime stagioni vengono caricate sulla piattaforma rispettivamente a settembre 2014, dicembre 2014 e febbraio 2015. Le cose non filano invece altrettanto lisce per The After, dal momento che Amazon cancella la serie di Carter nel gennaio 2015, senza girare un solo episodio. La dichiarazione ufficiale di Roy Price, vice presidente degli Amazon Studios, non chiarisce davvero le ragioni della decisione: «We have decided not to move forward with The After. We would like to thank Chris Carter, the phenomenal cast, crew and producers for all their efforts.»103 Tuttavia, la stampa di settore nota che la cancellazione

segue l'ondata di entusiasmo della critica per Mozart in the Jungle e Transparent, quest'ultima in particolare acclamata per i temi trattati e infine legittimata dal Golden Globe 2015 per Best TV Series – Comedy. Questo potrebbe avere convinto Amazon a continuare sulla strada della qualità, rinunciando a una serie «[that] no longer matched the other shows in its programming portfolio.»104 In altre parole, la fanbase di The X-

Files avrebbe garantito un certo seguito a The After ma, dal punto di vista qualitativo, quello di una serie potenzialmente high concept non era il tipo di audience che Amazon stava cercando. Come abbiamo visto, la quality audience corrisponde a utenti con un potere d'acquisto tale da permettere di pagare un extra per contenuti e servizi televisivi ed è il tipo di audience di cui Amazon Prime ha bisogno. Per questo, le tre serie del secondo ciclo fanno leva su caratteristiche formali e contenutistiche tipiche della televisione di qualità, come impegno sociale e temi scottanti (Transparent), trasgressione ed eccesso (Mozart in the Jungle), narrazione slow-burn e personaggi psicologicamente disturbati (Bosch), tutti elementi che hanno portato all'acclamazione 103 R. Price, cit. in C. Littleton, “Amazon Studios Scraps Series Order fo Chris Carter's The After”, in

Variety, 5 gennaio 2015,http://variety.com/2015/digital/news/amazon-studios-chris-carter-the-after- scraps-series-order-exclusive-1201392623/, ultimo accesso 13 marzo 2016.

104 J. Adalian, “Amazon Cancels Series From The X-Files Creator Before It Even Starts”, in Vulture, 5 gennaio 2015,http://www.vulture.com/2015/01/amazon-cancels-series-from-the-x-files-creator.html, ultimo accesso 13 marzo 2016.

di pubblico e critica, soprattutto per quanto riguarda Transparent,105 trasferendo così

l'etichetta di qualità delle serie alla compagnia stessa, con i conseguenti effetti positivi in termini di economia della reputazione per il brand Amazon. Per questi motivi è possibile ipotizzare che Amazon aggiusti le sue scelte in funzione della costruzione di un'offerta originale di qualità, nonostante l'iniziale tentativo di engagement degli utenti attraverso il processo di votazione. Ad oggi, al sesto ciclo di pilot, le scelte di Amazon sembrano infatti confermare una direzione in cui le votazioni del pubblico rimangono una sorta di “gioco” senza reali conseguenze, in quanto è oramai chiaro che la decisione finale di greenlighting di una serie spetta solo agli Amazon Studios. La quality sembra quindi la categoria merceologica che contrassegna la produzione originale di Prime, visto anche il lancio del drama distopico high profile The Man in the High Castle (2015-), tratto dall'omonimo romanzo di Philip K. Dick.

Allargando nuovamente il quadro all'intero business di Amazon, possiamo allora vedere Prime come un privilegio pre-pagato che dà accesso a un ecosistema esclusivo, offrendo servizi, esperienze connesse e, per quanto riguarda lo streaming, sia contenuti diversificati attraverso i quali è possibile intercettare diversi segmenti di pubblico (le quattro tipologie di licensed content), sia contenuti originali high profile, all'altezza del prezzo pagato. Queste strategie portano quindi in primo piano la necessità della compagnia di trovare un equilibrio tra un appeal “di massa” e uno “di classe”: Amazon ha bisogno di diversificare la propria rerun library per raggiungere un'ampia e diversificata varietà di utenti; ma, allo stesso tempo, deve offrire dei contenuti esclusivi che differenzino il suo catalogo dagli altri; per questo, cerca di attirare più utenti su Instant Video invogliandoli a partecipare alla selezione dei pilot; tuttavia, ha anche bisogno di sfruttare i discorsi critici e sociali per creare un quality buzz intorno all'intera offerta e, quindi, al brand della compagnia.

105 Per esempio, a proposito di Transparent, il critico Tim Goodman scrive: «[I]n Transparent, which Amazon is billing as a 'dark comedy', the studio has made one of those rare shows that alters the complexion of the landscape with its quality.» T. Goodman, “Transparent: TV Review”, in The

Hollywood Reporter, 18 settembre 2014, http://www.hollywoodreporter.com/review/transparent-tv- review-733983, ultimo accesso 13 marzo 2016.