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IL GRANDE DIBATTITO ZODIACALE

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 55-59)

pubblicazioni, egli si batté strenuamente per affermare il ruolo delle stelle fisse nel-la organizzazione delnel-la struttura zodiacale. Aveva attratto un piccolo e articonel-lato gruppo di seguaci che includeva Brig. R.C. Firebrace, Donald Bradley, e Rupert Glea-dow, ognuno dei quali morì nel 1974, quattro anni dopo la sua stessa morte. Brad-ley era un serio ricercatore che pubblicò numerosi studi scientifici di astrologia. Tali ricerche, con sua grande soddisfazione, dimostravano che le stelle fisse Aldebaran e Antares erano posizionate rispettivamente al 15° del Toro e dello Scorpione, e collo-cavano la stella fissa Spica al 29° della Vergine. Le stelle che sembrano fissare (cioè, definire la struttura del) lo zodiaco siderale sono chiamate stelle di riferimento (2).

American Astrology - forse la migliore rivista astrologica dell’epoca (ed ancora

pubblicata) - aveva a lungo sostenuto gli astrologi sideralisti e spesso stampato gli articoli dei più preminenti fra essi. Io ne ero affascinato, così incominciai ad interes-sarmi di questa branca dell’astrologia, leggendo Fagan e Gleadow e poi affrontando il libro di Bradley sulle rivoluzioni solari e lunari. Mi tuffai nei calcoli manuali di ri-voluzioni solari, riri-voluzioni trimestrali, e semi-riri-voluzioni sia nello zodiaco tropicale che siderale. La metodologia di Bradley non implicava l’interpretazione dei segni; era basata essenzialmente sull’angolarità dei pianeti al momento di rivoluzione. Perciò, non c’era bisogno di fare conversioni dallo zodiaco tropicale a quello sidera-le; bastava soltanto tenere presente la precessione. Calcolando tutte queste rivolu-zioni nei due sistemi ho scoperto che funzionavano entrambi - ma non necessaria-mente nello stesso tempo. Per molti anni, seguìi da vicino una serie di rivoluzioni lunari in entrambi gli zodiaci. Per lo più, le rivoluzioni dello zodiaco tropicale sem-bravano descrivere gli eventi meglio di quello siderale. Ma, ogni tanto, erano le ri-voluzioni siderali a simboleggiare chiaramente gli eventi stessi. La mia confusione aumentò.

Alcuni anni più tardi, mi imbattei in A. H. Blackwell, un famoso sideralista, e ben presto diventammo amici. A. H., come era conosciuto da molti, pensava di ave-re uno stellium in Bilancia - nello zodiaco siderale. Tuttavia questo stellium diven-tava Scorpione in quello tropicale. Sebbene mi arrovellassi il cervello, non riuscii mai a vedere qualcosa in lui che assomigliasse anche da lontano alla Bilancia.

Intorno a quel periodo, incominciai anche ad esplorare quella che allora veniva denominata astrologia indiana. Tutti sappiamo che il sistema vedico usa una o l’al-tra versione dello zodiaco siderale - le leggere divergenze l’al-tra queste versioni dipen-dono dall’ayanamsha (la differenza in gradi tra lo zodiaco tropicale e quello sidera-le) che si usa. Dopo aver letto una quantità di testi su questo sistema, mi sembrò evidente che l’astrologia vedica, piuttosto che dare rilievo alle intuizioni psicologi-che, si interessava maggiormente degli eventi.

Che cosa sta realmente accadendo?

Poiché nessuno tra i sostenitori occidentali od orientali dello zodiaco siderale aveva scavato profondamente nelle sottigliezze e nelle dinamiche della personalità

uma-na, incominciai a studiare Dane Rudhyar. Ebbi la fortuna di ascoltarlo in persona uno o due anni prima che morisse. Secondo me, Rudhyar rimane l’astrologo più im-portante del 20° secolo. Aveva sempre qualcosa di intelligente da dire su qualsiasi problema astrologico, incluso quello tropico-siderale. Egli scrisse che lo zodiaco si-derale, cioè quello basato sulle costellazioni, era un prodotto della capacità psichica umana di creare miti. Le costellazioni (raggruppamenti di stelle) sono le tracce di un’età più antica che vide il sorgere dell’agricoltura, ma non sono rilevanti nell’epo-ca attuale. Egli deprenell’epo-cava che entrambi gli zodiaci usassero gli stessi nomi per la di-visione in dodici del cerchio annuale, e considerava lo zodiaco tropicale come la struttura più adatta per inquadrare l’evoluzione del genere umano. Inoltre, Rudhyar pensava che la cosiddetta precessione dello zodiaco avrebbe dovuto essere vista in modo completamente diverso: le costellazioni avrebbero dovuto essere concepite come se si muovessero in avanti attraverso lo zodiaco tropicale, proprio come fan-no i pianeti. Di conseguenza, si dovrebbe dire che, attualmente, la costellazione dei Pesci sta procedendo attraverso il segno dell’Ariete (3).

Per molti anni mi sono chiesto: come mai persiste l’idea che i segni siderali dello zodiaco funzionino in realtà indipendentemente da quelli dello zodiaco tropi-cale? La mia risposta implica il concetto che molte persone non siano capaci di pensare in maniera chiara e netta sulla tipologia zodiacale, cioè sulle differenze personali. D’altra parte, ho sempre immaginato che qualsiasi sistema astrologico potesse sopravvivere finché fosse stato in grado di fornire qualcosa di utile - cioè, metodologie previsionali - che non ha niente a che vedere con i segni. Ho anche osservato che molti esperti in astrologia tecnica non sono ugualmente abili nel ge-stire le interpretazioni personali, e viceversa. Ciò si riferisce al fatto che gli astrologi sideralisti da me incontrati tendevano ad essere astrologi tecnici. Perciò, per anni, ho utilizzato la mia sensazione di una generica mancanza di autoconoscenza e in-tuizione psicologica da parte dei sideralisti come un’ opportuna base logica per spiegare perché il dibattito tropico-siderale sia andato avanti per così lungo tempo.

Ancora oggi, credo che tanti non sappiano come osservarsi obiettivamente. Al-lora, come si procede? Senza dubbio, c’è un ragionevole numero di ottimi astrologi che hanno un eccellente insight sulle facoltà umane. Questo gruppo - se potesse venire selezionato in maniera appropriata - costituirebbe un ambiente ideale per un qualche tipo di ricerca che contrappone i due zodiaci. Santo cielo, questo sa proprio di elitarismo! (Però, ammettiamolo, non tutti possono suonare la chitarra come Jim Hendrix). Curiosamente, qualche collega pensa che la faccenda sia già sistemata. Scommetto che ci sono in giro astrologi che affermano di conoscere esattamente le differenze tra i due zodiaci. Naturalmente, metterei in dubbio tali affermazioni. For-se questi astrologi stanno pubblicizzando la loro interpretazione con un For-semplice bluff, allo stesso modo di quei predicatori che espongono le loro leggi morali basate interamente sulle antiche scritture? Chi può davvero sapere con assoluta certezza che lo zodiaco siderale è un codice di sviluppo spirituale o che lo zodiaco tropicale è la chiave per tutto ciò che ci accade sulla Terra?

Bene, grazie ad Urano, non ho ancora l’autorità per esprimermi su questo spi-noso soggetto! Sebbene, in genere, sia d’accordo con Rudhyar. Eppure, ci sono altri studi: l’opera di Donald Bradley non dovrebbe essere ignorata, ed essa sostiene un tipo di influenza astrologica orientata sulle stelle fisse. Qualche volta la correzione precessionale sembra che funzioni con le carte di rivoluzione - secondo me, alme-no. Molto tempo fa, Robert Hand suggeriva che la correzione precessionale poteva anche essere applicata ai transiti. Ma tale correzione è una cosa. Uno zodiaco zo-diacale separato con una interpretazione dei dodici segni molto simile a quella dello zodiaco tropicale (e con gli stessi nomi) è un problema molto più grande. Personal-mente, io posso permettermi di lasciar correre ed andare avanti con la mia vita. Il mio Sole natale si trova negli ultimi gradi del Cancro, perciò io resto Cancro qual-siasi prospettiva venga usata. Per fortuna!

NOTE E REFERENZE

1 JOHANNESKEPLER, Kepler’s Astrological Excerpts, trad. Ken Negus, Princeton, NJ: Eucopia, 1987, p.11. 2 Vedi CYRILFAGAN, Astrological Origins, (St. Paul, MN: Llewellin Publications, 1971) e The Solunars

Handbook (Tucson, AZ: Clancy Publications, 1970). Vedi anche RUPERTGLEADOW, The Origin of the Zodiac, New York: Castle Bookks, 1968.

3 Vedi DANERUDHYAR, Birth Patterns for a New Humanity, the Netherlands: Servire-Wassenaar, 1969, pp.85 ss. (Nota: questo libro è stato in seguito ripubblicato con il titolo Astrological Timing.)

Bruce Scofield, C.A., NCGR, è un astrologo praticante, conferenziere, ed autore di

diversi libri astrologici. La sua ultima opera è The Circuitry of the Self: Astrology

and the Developmenteal Model. Ha scritto inoltre tre libri sull’astrologia

mesoame-ricana. Per ulteriori informazioni su di essa, si visiti il suo sito web

www.onereed.com. Può essere contattato al: P.O. Box 561, Amherst, MA01004, (413)

253-9450, o attraverso il suo sito Web.

(da The Mountain Astrologer, n.102, Aprile/Maggio 2002)

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RIFLESSIONI

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 55-59)