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I singoli elementi

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 117-133)

Sintesi del lavoro di gruppo a cura di MARIA GRAZIA LA ROSA

5) I singoli elementi

Passiamo ora ad esaminare i singoli Elementi, quando uno di essi prevale o manca nel Tema Natale.

FUOCO

Quando in un Tema Natale prevale l’elemento Fuoco c’è un’esagerata impulsi-vità ed un’aggressiimpulsi-vità che espongono a grossi rischi esistenziali, per lo più causati

da poca pazienza e da un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità di recupero che, quando vengono meno, portano ad una frustrazione talmente cocente da divenire difficilmente superabile.

Partendo dal presupposto che l’elemento Fuoco può essere collegato all’ener-gia od al plasma, si può asserire che è fortemente connesso al senso d’identità. E’ il Fuoco che più di ogni altra cosa preme, affinché venga sviluppato un Io forte, ma-gari anche troppo egocentrico.

Il Fuoco parte da un’identità indifferenziata che tende a manifestarsi brucian-do energia e dirigenbrucian-do la sua voglia di vivere e di affermarsi brucian-dovunque (Ariete). Non c’è consapevolezza, ma solo spinta a garantire la vita; non c’è identità, c’è solo una fiammella che vuole bruciare distinta e separata dalle altre; questa fiammella dovrà diventare solida e rafforzarsi attraverso l’espressione di sé come unicità e specialità (Leone). E qui il soggetto vuole imprimere il suo marchio in ogni cosa, perché in questo segno è in grado di creare se stesso e vuole vedere il frutto della sua crea-zione. L’identità si fa viva, si rapporta con gli altri, si dirige verso la fonte creativa e crea il proprio personaggio. In questo secondo passaggio la volontà di esistere del-l’Ariete diventa volontà di essere del Leone.

Con quest’energia, così forte e direzionata, dovremo trovare un modo per dive-nire ciò che siamo, scoprendo quale sia la vocazione (Sagittario) che si libererà, man mano che forgiamo un nostro senso personale di visione della vita, passando attra-verso il confronto con altre ideologie, altre fedi, altre passioni ed altri modi di vivere. L’elemento Fuoco si lega, quindi, all’esistere, all’essere ed al divenire del nostro senso d’identità personale. I tre Segni di ogni Elemento possono essere così sintetiz-zati:

il 1° segno si riferisce sempre ad un mondo personale;

il 2° segno si riferisce ad un’interazione con il proprio mondo conosciuto; il 3° segno si riferisce ad un’interazione con il mondo allargato.

Nel caso del Fuoco, l’Ariete si concentra su di sé; il Leone si concentra per otte-nere sicurezza con e dagli altri; il Sagittario si esprime nel mondo e rilascia la sua sicurezza.

Astrologicamente il Fuoco rappresenta il dinamismo, la spinta verso la lotta e la conquista: spirituale o materiale. Il calore del Fuoco è fonte d’energia che si espande velocemente e trasforma tutto ciò che tocca, ma questa trasformazione può essere, come sempre, creativa o distruttiva. La materia può essere forgiata dal Fuoco, ma anche incenerita; il Fuoco è, spesso, portatore di vita e di civiltà (Prome-teo lo rubò agli Dei per donarlo agli uomini e con la sua scoperta iniziò il progresso del genere umano), ma può bruciare, lasciando dietro di sé morte e sterilità.

L’Ariete, primo segno di Fuoco, è una scintilla che diventa fiamma, è il Big Bang del grande Inizio, è un Fuoco non ancora governato. E’ l’espressione più viva del desiderio che, manifestandosi, rompe ogni precedente equilibrio, dando così ori-gine ad un nuovo ciclo di vita. E’ un Fuoco che arde e divampa, ma può anche spe-gnersi.

Nel Leone, l’energia trasformatrice del Fuoco realizza la fusione dei due Princi-pi Cosmici: il Maschile dell’Ariete ed il Femminile del Toro: si fa’ “carne” (il Leone è il quinto segno: quello del Figlio), per poter poi trasformarsi attraverso la ricerca del-l’individuazione. Il Fuoco del Leone è quello del Sole, ossia un Fuoco che illumina e dura nel tempo; è il Fuoco delle passioni cui ci sottomettiamo e che possono divo-rarci; è il Fuoco di una lotta che può vincere, attraverso il sacrificio, quello sacro che viene acceso sugli altari, quello che, imprigionato nella materia, le dà vita e può consumarla, trasformarla, sublimarla o distruggerla.

Nel Sagittario, infine, il Fuoco non è più così improvviso come nell’Ariete né così abbagliante come nel Leone, ma è il Fuoco illuminante della sintesi e della tra-smissione. E’ la luce di un’intuizione che finalmente comprende i vari piani dell’e-sistenza ed i diversi aspetti dell’universo; con lui s’inizia quel processo che dovrà portare alla comunione con il Tutto. L’energia di questo Fuoco anima sempre la ma-teria, ma ne avverte tutti i limiti e tende quindi a superarla, tentando una prima forma di sublimazione. Questo è il Fuoco che cerca di sintetizzare lo Spirito e la Ma-teria e la freccia del Sagittario ne indica chiaramente il cambiamento di direzione.

Se un TN è tutto Fuoco manca la necessaria pazienza e la capacità introspetti-va per lavorare su se stessi. Comunque è veramente molto difficile trointrospetti-vare soggetti “puri”; solitamente c’è sempre un’energia diversa e contrastante a cui appellarsi per poter migliorare. Infatti, più una Dominante d’Elemento si avvicina alla purezza e più è difficile da gestire.

Esaminiamo alcuni casi di personaggi conosciuti, nel cui TN prevale l’Elemento Fuoco:

Luigi Tenco, nato ad Alessandria il 21 marzo 1938, alle ore 14.00; Sole,

Satur-no, Venere, Mercurio e MC in Ariete in Casa IX; Ascendente in Leone; Luna in Sagit-tario in Casa V. E’ stata sicuramente la Dominante Fuoco ad armare la congiunzione Marte/Urano (con Urano signore dell’VIII Casa) in quel disperato e folle gesto suici-da di chi ha perso tutto quello in cui credeva, cioè se stesso.

Se Tenco ha introiettato tutta l’aggressività Fuoco, Marlon Brando, nato ad Omaha il 3 aprile 1924, alle ore 23.00, l’ha invece resa palese sia attraverso alcune interpretazioni cinematografiche, come “Il Padrino”, “Un tram che si chiama deside-rio”, “Gli ammutinati del Bounty”, sia in famiglia. Suo figlio Christian (da qualche anno uscito di prigione, dopo essere stato accusato di aver ucciso il fidanzato della sorellastra, che si era in seguito tolta la vita), da sempre lo ha accusato di essere un padre-padrone e di aver esercitato su di lui un’autorità assoluta. Nel suo TN, Marlon Brando presenta Sole, Luna e Mercurio in Ariete, quest’ultimo in V Casa, con Ascen-dente e Giove in Sagittario; Nettuno in Leone in IX Casa. Marte è in Capricorno ed in II Casa (Terra-Terra) al sestile di Urano in IV. E’, quindi, l’impulsività Fuoco, ali-mentata dal rapporto Urano/Marte, che si scatena fra le quattro mura domestiche.

Infine, il TN di Raffaele Cutolo, nato ad Ottaviano (NA) il 10 dicembre 1941, alle ore 4.30. Sole e Mercurio in Sagittario; Marte in Ariete ed in V Casa; Plutone, MC e Luna in Leone; Plutone in IX Casa. Completa il quadro l’Ascendente Scorpione

che, anche se non fa parte dell’Elemento Fuoco, và a rafforzare Marte in Ariete e Plutone in Leone. L’eccesso di Fuoco crea una condizione d’orgoglio e presunzione e manca del tutto l’introspezione.

TERRA

La Terra, ovviamente, ha a che fare con la materia ed il mondo delle risorse pratiche e reali. Chi ha un esubero in quest’Elemento è particolarmente realista. La Terra è legata al “qui e ora”, proprio perché ha un rapporto sensoriale con le cose; le sente, le vede, le tocca, quindi ne fa un’esperienza diretta ed immediata. La Terra non è un elemento razionale perché è legata alla funzione “sensazione” che è una modalità irrazionale, intesa da Jung come un elemento che non ha la capacità di giudizio, ma dipende esclusivamente dalla percezione. La Terra è dunque pratica, concreta. Crede esclusivamente a ciò che è percepibile con i sensi, è legata a ciò che un tempo si chiamava “buon senso”, in quanto sa, in maniera istintiva, cos’è meglio. E’ legata a ritmi, quindi è metodica, ama ripetere le stesse cose e gli stessi gesti; è lineare, poco sofisticata, scarsamente soggetta alle illusioni, molto a suo agio con le cose pratiche della vita. Ha un particolare legame con il proprio corpo di cui segue armonicamente bisogni e ritmi.

In caso di problematiche o di paure, la Terra diventa maniacale ed ossessiva, eccessivamente realista, fino a sfiorare il cinismo; tende a trattenere e possedere le cose, difendendosi e chiudendosi. La parola d’ordine della Terra è “sicurezza” e fatica a disgiungere l’affetto dalla sicurezza materiale, anche perché nella prima parte della vita le due cose sono strettamente connesse e forniscono quella che Bowlby chiama la “base sicura” che viene da un sano attaccamento con la figura primaria, senza cui la vita sembra essere colma di pericoli, costantemente in bilico, così che la Terra tenda a reagire aggrappandosi a ciò che ha intorno.

Nel Toro – segno fisso, il primo – la Terra deve innanzitutto concentrare le proprie energie per individuare il tipo di risorse che il soggetto ha, e cercare di ali-mentarle. Ciò costituirà il proprio patrimonio personale. In questo Segno la sicurez-za corrisponde all’avere qualcosa: inizialmente il corpo, prima risorsa che il bambino scopre di avere. L’energia e l’identità, totalmente indifferenziate ed effimere dell’A-riete, trovano qui solidificazione e diventano struttura visibile, toccabile, quantifica-bile. Quando non riesce ad ottenere questo tipo di sicurezza, il tipo Toro tende a di-ventare avido, ad attaccarsi, a trattenere ed abbonda di possesso.

Nella Vergine – segno mobile, il secondo – la Terra si raffina, si paragona e si confronta con gli altri. Qui la sicurezza si lega ad un concetto d’utilità ed utilizzo delle risorse. Infatti, si dedica al lavoro ed alla capacità di rendere le cose fruibili. Tutto ciò che è stato individuato e consolidato nel Toro, viene qui elaborato, utiliz-zato e diventa prodotto, manufatto, in qualche modo “utile”. Per far questo la Vergi-ne è acuta, attenta, pratica, capace di vedere come una cosa si può collegare all’al-tra e come insieme possono “funzionare”. Ha quindi l’arduo compito d’integrare co-se fra loro non facilmente assimilabili, di co-selezionarle e di metterle in condizione di

lavorare, paragonando in continuazione le proprie capacità a quelle degli altri. La Vergine trova il proprio senso d’identità riuscendo a darsi una precisa collocazione nell’ambito delle proprie capacità e del proprio ruolo. E’ attenta, precisa, facile al controllo. Se non trova quest’integrazione e collocazione, diventa maniacale ed os-sessiva, ripete all’infinito le cose ed i ritmi, cercando in questo modo, di controllare ciò che sembra sfuggirle.

L’ultimo dei Segni di Terra è il Capricorno, segno cardinale. Questo segno è addetto alla gestione, al padroneggiamento e consolidamento della Materia. Per questo è naturalmente portato al comando, perché dei tre è quello preposto a diri-gere, ad organizzare gli altri due, a sfruttare e ad impiegare al meglio sia le risorse del Toro che le capacità della Vergine, per un progetto che non è più individuale ma comincia a diventare collettivo. Il Capricorno rappresenta lo Stato, chi gestisce le ri-sorse e come si possono dirigere le energie per uno scopo preciso e definitivo (risul-tato concreto). In un certo senso c’è la capacità di mantenimento della sfera mate-riale della vita che rappresenta il modo in cui una persona riesce a stare in piedi da sola, con le proprie risorse, ed indica come sono state utilizzate e sfruttate per la sua struttura.

Per giungere a questo, il Capricorno ha bisogno d’individuare una meta, di or-ganizzare le forze e di non lasciarle disperdere. E’ quindi responsabile, disciplinato, capace di resistere anche su tempi lunghi e di rinunciare a ciò che potrebbe disto-glierlo dalla sua realizzazione. Quando ciò non funziona, il Capricorno diventa ti-ranno, perché sostituisce la rigidità alla forza morale; sostituisce la naturale capa-cità di dirigere con l’autorità bieca, ed esercita il senso del dovere al posto della na-turale maturità e responsabilità.

Dunque, tutti e tre i Segni hanno manifestazioni di Terra: la differenza sta nel-le sfumature con cui nel-le esplicitano, ma in ogni caso c’è il bisogno di padroneggiare qualcosa della “materia”, di saperla sfruttare e di vederne i frutti costantemente e nel tempo.

L’eccesso dell’Elemento Terra in un TN non indica necessariamente che questa persona sarà concreta, realista e capace di saper costruire delle sicurezze professio-nali, familiari ed economiche; infatti, trattandosi di un eccesso, le componenti diffi-cilmente si sanno ben integrare, e solo con il tempo e l’esperienza saprà gestirle, e passando probabilmente attraverso esperienze negative in tal senso.

La dominante Terra gioca spesso sullo stesso piano sia il dare che l’avere. E ciò mette in evidenza ciò che collega i tre Segni di Terra, e cioè Giove con le sue simbo-logie:

Toro = esaltazione di Giove (il dare molto e l’avere molto); Vergine = esilio di Giove (il dare poco e l’avere poco),

Capricorno = trasparenza di Giove (il recupero di un possesso che non si vuole dare né avere).

Per uscire dal circolo vizioso del dare e dell’avere, la Dominante Terra deve parare ad “essere”, perché solo in questo modo può uscire dal materialismo ed

im-parare l’autonomia. Chi ha molti valori Terra non può aggrapparsi a nulla, deve rea-lizzare ciò che basta alla sua vita e cercare di essere di supporto e di sostenere, per-ché la Terra è “madre”.

A proposito dell’Elemento Terra ed in particolare del segno del Toro, viene in mente il capitolo “Kamala” tratto da “Siddharta” di H. Hesse. In questo capitolo vie-ne descritto molto bevie-ne il percorso che molti Toro devono compiere per riuscire a trovare se stessi.

Inizia descrivendo la bellezza della natura, del mondo, degli uomini e la sco-perta della sensualità e della sessualità. Purtroppo è la sensualità che prende il so-pravvento e Siddharta, grasso e vizioso, dovrà lasciare tutti i suoi averi, i suoi agi e la sua donna per ritrovarsi di nuovo libero.

“Il mondo l’aveva assorbito, il piacere, l’avidità, la pigrizia ed infine anche quel peccato ch’egli aveva sempre disprezzato e deriso come il più stolto di tutti: l’avari-zia. Anche la proprietà, il possesso e la ricchezza s’erano impossessati di lui, non erano più per lui inezia e gioco, ma erano diventati catena e peso (…). Tre nobili ed inseparabili arti: digiunare, aspettare, pensare. Questo era stata la sua proprietà (…) queste tre arti aveva appreso negli anni diligenti e laboriosi della sua giovinezza (…). Per la cosa più meschina le aveva cedute, la più effimera, per il piacere dei sensi, gli agi della vita, la ricchezza.”

Questo è il pericolo della vita dei Toro, nati per contemplare la bellezza e viver-la senza usarviver-la, ritrovandosi invece corrotti dai prodotti di rifiuto delviver-la bellezza: i vi-zi. Il destino del Toro è quello d’imparare a perdere il forte senso del possesso, a la-sciarsi andare e ad “essere” anche senza “avere”.

Prendiamo ad esempio alcuni TN di personaggi noti in cui prevale l’Elemento Terra:

Umberto Bossi, nato a Varese il 19 settembre, 1941, alle ore 21. Luna, Sole e

Nettuno in Vergine, questi ultimi in VI Casa, MC in Capricorno, Ascendente e Satur-no in Toro. Bossi si presenta poco sofisticato, pratico e ripetitivo; a volte, però, per-de un po’ per-del buon senso Terra a causa per-dell’opposizione Mercurio/Marte sull’asse Ariete/Bilancia, sostenuta da Giove in Gemelli. Quel poco di Aria e di Fuoco presenti in questo TN, fa sì che questa Terra si sollevi in un polverone.

Giovanni Falcone, nato a Palermo il 18 maggio, 1939 alle ore 16.35. In lui

l’E-lemento Terra era soprattutto desiderio di sicurezza, ma non per se stesso, bensì per tutta la sua gente, per noi tutti. Mercurio, Urano, Luna e Sole in Toro; Marte in Ca-pricorno e Nettuno in Vergine. La congiunzione Venere/Saturno al Discendente, en-trambi pianeti del segno Ascendente, la Bilancia, portano Fuoco in questo TN, do-nando coraggio ed una certa dose d’imprudenza al determinismo Terra, che non si sottrae mai ai propri doveri.

Infine Sandra Mondaini, nata a Milano il 1° settembre, 1931, alle ore 20.00. Nettuno, Venere, Sole e Mercurio in Vergine in Casa VI, MC e Saturno in Capricorno. Lei che delle ripetizioni, tanto care alla Terra, ne ha fatto il proprio successo: chi non si ricorda il suo “che barba, che pizza, che noia”?…

ARIA

Gli Elementi si nutrono di ciò che è strettamente connesso ad essi; nel caso dell’Aria, di comunicazione, d’idee e d’ideali, d’informazioni e di contatti. Tuttavia, coloro che hanno una prevalenza d’Aria nel TN, hanno anche un grandissimo biso-gno di progettare le cose, di muoversi nel mondo del pensiero. Il grande problema di quest’Elemento sta nell’incapacità d’occuparsi dei propri sentimenti ed emozioni. L’Aria manca di compassione: tutto viene analizzato con la mente e con la ragione e con quella parte della nostra psiche che può contemplare ogni cosa proprio perché è distaccata, asettica ed assolutamente non coinvolta. Sembra un controsenso per l’Elemento che viene considerato più umano e civile, ma l’umanità dell’Aria è molto incentrata sull’ideale sociale di cui si nutre: ha infatti, da un lato, la facilità di dare a tutti, concettualmente, le stesse opportunità e possibilità, evitando quindi pre-giu-diziali che altri Elementi più soggettivi hanno; di contro, l’Aria fatica tantissimo con la parte più fragile dell’umano, ossia con le debolezze, con la parte istintiva, con le emozioni, che vengono sentite come terribilmente invadenti e fastidiose, oltre che irrazionali.

In effetti, l’Aria teme l’irrazionalità ed è un Elemento che può essere definito “divino”. Il mito greco vedeva nell’Aria l’Olimpo, quel mondo in un certo senso di-staccato da quello degli esseri umani (Terra). Anche se divini, comunque, gli Dei non disdegnavano di entrare in relazione, soprattutto amorosa, con gli umani e questo proprio perché gli Dei avevano un loro aspetto ctonio che esigeva soddisfazione. Zeus stesso ebbe figli con donne mortali; Afrodite ebbe Enea dal suo rapporto con Anchise ecc., sono tanti gli esempi in cui c’è questo contatto che passa attraverso la relazione.

A livello psicologico, l’Elemento Aria riflette il dono che Prometeo ha dato agli umani: la capacità di capire, di concettualizzare e di progettare. Per l’Aria, la mente non ha alcun confine, può spaziare e librarsi sopra la parte istintiva; la libertà passa attraverso la mente con la sua liberazione dalla schiavitù dell’istinto e della. L’Aria è mobile, non soggetta ad una sola visione ed è, quindi, in continuo movimento, teso a cogliere tutte le sfaccettature e tutte le opportunità. E’ obiettiva, perché dona quel distacco razionale che permette di analizzare le cose senza essere contaminati dal proprio modo d’essere e di pensare. Poiché ognuno di noi ha bisogno di andare avanti, sarà proprio l’Aria a fornire quegli ideali che consentono d’orientarsi e di se-guire una particolare direzione. Senza quest’Elemento, noi saremmo ciechi, incapaci di vedere il futuro, e tenderemmo a ripetere costantemente le stesse cose, mentre l’Aria ci mette nella prospettiva del cambiamento.

L’Aria è caratterizzata, secondo l’antica filosofia, dalla combinazione caldo-umido ed è l’umidità che permette a quest’Elemento di sciogliersi e di penetrare, mentre il calore ammorbidisce ed unifica. Essa è infatti fattore d’espansione e d’a-dattamento; ci avvolge e ci mescola ponendo tutto in comunicazione reciproca. E’ la manifestazione di un’energia sempre in movimento, è il soffio divino che dà la vi-ta ad Adamo, è il vento che soffia sul Fuoco facendolo ardere, sull’Acqua facendola

scorrere, su tutto ciò che vive sulla Terra, facendolo muovere. L’Aria è il Prana degli Hindous, è la nostra Anima, è lo Spirito divino che vive nell’uomo.

Nei Gemelli, l’Aria spinge ad una prima presa di coscienza del fatto che ciò che era Uno è diventato Due. E’ quindi una forma d’individualizzazione ancora pri-mitiva perché la constatazione di questa dualità non è ancora precisa, non se ne realizza ancora il confine e la conseguenza è quella di una forte mobilità ed instabi-lità, anche nervosa: dello spirito, che è orientato sempre verso nuove idee ed è in-capace spesso di fermarsi, e del corpo, che è sempre in movimento e non rispetta i

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 117-133)