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VENERE - PLUTONE

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 100-103)

MA DI QUALE AMORE PARLIAMO? Estratto dalla conferenza tenuta a Roma il 14 febbraio 2002

VENERE - PLUTONE

Mentre Nettuno eleva l’amore alla sublimazione e alla trascendenza, lo spiritualizza e lo rende capace di percepire il senso di fusione con l’universo, Plutone invece tra-scina Venere nei meandri più profondi ed oscuri dell’inconscio. È una discesa agli inferi che passerà attraverso le più intense emozioni, anche se la loro colorazione preferenziale sarà grigio-nera. È un viaggio nel potere.

Plutone cercherà quindi attraverso il rapporto amoroso di mettere in luce le parti più oscure e persino malate dei due individui: l’amore plutoniano vive quindi di intensi lati drammatici poiché verranno esposti tratti assolutamente sconosciuti della psiche della persona senza che questa a volte ne abbia la pur minima consa-pevolezza.

Qui l’amore a volte si lega alla pulsione di morte. Pensiamo a quanti sono i cri-mini commessi in nome dell’amore: chi ha una Venere-Plutone nel tema ha, almeno una volta e, soprattutto in occasione di un tradimento, considerato di poter anche giungere ad uccidere… Plutone elimina totalmente il lato etico di Venere, la rende ambigua, ambivalente; spesso la condivisione venusiana diventa “complicità” in senso oscuro, torbido, e questo consente alla dea dell’Amore di sfoderare un lato trasgressivo-infero, seduttivo e altamente manipolativo, altrimenti sconosciuto.

In questo aspetto, attraverso l’amore si trova l’energia per riuscire a vivere pie-namente la propria Ombra: qui, l’amore rivela l’individuo a sé stesso, ma lo rivela

pienamente, senza maschere, senza falsi moralismi, integralmente, con la sua zona civile e la sua zona “primitiva” ed “egoica”, intrisa di potere distorto. Ciò significa che Plutone consente l’intercettazione dell’elemento distruttivo mostrando i tratti più ambigui e deteriori del potere, e come siano facilmente ingannevoli e contrab-bandabili per amore.

Quindi, mentre la via nettuniana consente la perdita dell’Io attraverso un’unio-ne cosmica con il divino, Plutoun’unio-ne consente un’altra via di conoscenza attraverso l’a-more: ma è quella del dolore, del pathos e a volte di Tanathos. In ogni caso l’amore visto attraverso gli occhi di Plutone è una sorta di catarsi, qualcosa che ci deve por-tare a contatto diretto con la nostra essenza ed il nostro potenziale creativo, non-ché con il nostro potere. Attraverso l’amore plutoniano, che è quanto di più solleci-tante e disorganizzante ci viene proposto, noi possiamo veramente scoprire quali potenzialità e quali possibilità abbiamo veramente di padroneggiare la nostra vita e, soprattutto, quale potere riusciamo ad esercitare sulle nostre dinamiche istintive ed emotive. Solo dopo questo passaggio possiamo pensare di giungere ad una reale condizione di indipendenza, in cui l’altro veramente si stacchi da noi e diventi un interlocutore ed un compagno. Ed è per questo che Plutone trascina in territori do-ve il lecito e il non lecito sono confinanti e sconfinanti: per consentire di do-vedere fi-no a che punto siamo padroni di fi-noi stessi, fifi-no a che punto siamo in grado di sce-gliere o siamo ancora mossi dalle pulsioni.

In questo passaggio d’amore ognuno incontra l’indefinitezza e l’ambiguità del-l’altro, ma dietro a tutto ciò intravede il lato oscuro della propria anima. L’amore si avvolge di mistero e di fascino, due qualità che lo rendono irresistibile ma che ne mostrano anche la pericolosità, perché invitano a spingersi oltre il visibile e spesso anche oltre il lecito, alla ricerca dell’appagamento di quella fame amorosa atavica che si spera di poter placare.

Questo amore può passare attraverso la sensazione di essere stati “stregati”, e in ciò ognuno può sperimentare il potere della seduzione che conduce il soggetto in una dimensione dove si confronta con il potere di un’altra persona, e proprio in questo incontro-scontro l’Io e la mente vacillano e si entra in uno stato di grande squilibrio in cui le forze della ragione sono faccia a faccia con le pulsioni inconsce.

Ma sarà proprio questo stato misto di passione, sofferenza e paura che ci con-durrà alla trasformazione. Infatti, il significato di Venere-Plutone è proprio questo: la trasformazione di sé giungerà attraverso la dimensione amorosa passando attra-verso un desiderio incontrollabile che ci mette a contatto con le nostre vere capa-cità-incapacità di padroneggiare il nostro mondo interiore. L’amore plutoniano ab-batte i limiti che l’Io ha posto, abab-batte gli schemi della mente e della morale e lo conduce in un territorio assolutamente nuovo in cui sperimenta veramente la per-dita di sé; passa attraverso il caos, il disordine interiore, il potere e la manipolazione, il bisogno di ottenere e di possedere ciò che non ci verrà mai concesso, perché non è lecito pretenderlo, e tutto questo porterà a maturare, a comprendere maggior-mente noi stessi e a non dare per scontati alcuni valori che ci illudiamo di aver fatti

nostri e che verranno invece sfidati molto apertamente con questo aspetto. Qui l’a-more è sfida, provocazione, oltraggio, struggimento dell’anima che si gioca sul filo della presenza-assenza dell’oggetto amato, che in una dimensione di inseguimen-to-fuga ci mette di fronte alla trasformazione. L’amore ci insegna con Plutone che solo se accettiamo la perdita e la morte potremo accettare e amare la vita. Se ac-cettiamo la sfida, ci conduce alla vera capacità di relazione che Venere solo sfiora negli incontri archetipici con gli altri Dei; qui, la possibilità di amore si fonda sulla capacità di accettare la rinuncia alla totalità del rapporto poiché in questo amore devono entrare la separazione e il riconoscimento realistico dell’individualità e della differenza, del fatto che l’altro vive non solo in funzione nostra e che soprattutto noi non abbiamo alcun diritto di esercitare un potere su di lui.

L’amore plutoniano inizia con una insaziabile simbiosi ma ci espellerà da essa in modo inequivocabile, senza più permetterci di entrarvi: questo amore costringe ad accettare il proprio stato di solitudine e la condizione che la propria completezza può giungere solo da sé. Durante questo travaglio sperimentiamo la piccolezza, il senso di perdita di potere, il vuoto, e aspettiamo la nostra droga, il nostro veleno che sembra placare il bisogno, ma solo se arriveremo fino in fondo a questo territo-rio infero, affrontando tutte le nostre paure e rimarginando le nostre ferite, sapre-mo trovare la nostra integrità psichica, quella che ci consentirà di emergere e ri-nascere come unità e non più come metà.

Per questo l’amore qui si colora di mille altre sfumature emozionali negative: odio, rancore, rabbia, possesso, sottomissione e dominio… perché attraverso la di-mensione fisico-psichica ed emotiva l’amore plutoniano consente il ritorno del ri-mosso e ci riporta al diritto-dovere di confrontarci con le nostre immagini interne. Tutto ciò rende questo amore affascinante e terrifico nello stesso momento. C’è una sorta di incantesimo nel quale si rimane sospesi e non si sa se tutto si distruggerà oppure se da esso avverrà il passaggio di “conoscenza” necessario per la trasforma-zione.

Questo è un brevissimo viaggio nel mondo dell’amore con tutte le sue poten-zialità. Ogni volta che esprimiamo amore, siamo costretti a rimettere in atto una di-mensione archetipica di noi stessi, che ci riporta a qualcosa che deve essere visto, compreso e integrato nella nostra personalità.

In questo senso l’amore è sempre conoscenza e al tempo stesso è vita, perché nella conoscenza si gioca il meglio della nostra vita.

LIDIA FASSIO – Capricorno, ascendente Ariete con Luna in Leone – è laureata in psicologia, vive e lavora a Torino. Studiosa di simbolismo, di miti ed archetipi, da anni è impegnata a trovare collegamenti tra Psicologia ed Astrologia. Ha messo a punto un corso di formazione in Astropsicologia della durata di tre anni; tiene con-ferenze, corsi e seminari in tutta Italia. E’ co-moderatrice della Mailing List riserva-ta “Convivio Astrologico”, fondariserva-ta da Mary Olmeda.

I PERSONAGGI

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