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3.2 I risultati della ricerca

3.2.5 Il matrimonio

Per introdurre il tema del matrimonio tra i migranti cinesi e l'eventualità ben poco remota che un giovane di origine cinese sposi una persona di diversa nazionalità, è bene sapere come si struttura l'organizzazione sociale cinese rispetto a quella occidentale. La visione di Fei Xiaotong, sociologo cinese contemporaneo, autore negli anni Quaranta di un'analisi dei caratteri delle società rurali cinesi, evidenzia le differenze tra l'impostazione della sociatà cinese e quelle occidentali. «Fei paragona l'individuo nella società cinese a un sasso gettato nell'acqua che ne increspa la superficie, formando linee concentriche che si allargano in maniera progressiva; gli individui nella società occidentale sono invece rappresentati come un fascio di fieno in cui le singole spine sono unite l'una all'altra in organizzazioni compatte e distinte. Nella prima accezione si pone l'accento su una società composta da relazioni imposte al singolo, non contrattabili, che hanno un valore

decrescente dal centro verso la periferia: al centro c'è il singolo individuo, legato ad altri individui da una serie di relazioni con gradi diversi di importanza. Nella società cinese il singolo non negozia i termini delle sue relazioni, ma si premura di agire in ottemperanza alle regole che queste gli impongono. In questo modo si crea una sorta di "autarchia" del nucleo familiare, che non solo assicura la riproduzione dei valori tradizionali, ma fonda in essi una sorta di diritto interno, interiorizzato dai propri componenti. La società occidentale, al contrario, si realizza nella scelta "libera" dell'individuo di crearsi relazioni dettate dal proprio desiderio, dalle proprie aspirazioni, dalla propria storia o appartenenza. Non esistono relazioni codificate in modo rigido e non

negoziabile, i legami sono sostanzialmente soggetti al libero dell'individuo e ogni ruolo sociale è in certa misura negoziabile.

Nella società cinese le relazioni sono di tipo diàtico, con vincoli basati su norme di reciprocità, che implicano in ogni circostanza il rispetto e la salvaguardia della dignità sia personale che altrui. La reciprocità è la condizione essenziale per cosrtuire rapporti che creano una rete complessa di relazioni, in cui ciascuna categoria di individui si unisce ad altre categorie, realizzando una maglia fitta e densa di regole comportamentali, che il singolo assimila come tratto distintivo della propria identità culturale e sociale. La scelta di un partner italiano, o comunque non cinese, tende ad

introdurre un potenziale elemento di disturbo in questo tipo di organizzazione, che ha anche una sua dimensione familistico-imprenditoriale che caratterizza marcatamente le famiglie cinesi immigrate

a Milano. Il giovane cinese, figlio o figlia che sia, è parte integrante della progettualità che questa dimensione presuppone, e della sua mancanza o di una sua eventuale "defezione" ne risentirebbe tutto il nucleo familiare.»38

Valentina Pedone, studiosa di immigrazione cinese in Italia, è autrice di una ricerca condotta su di un campione di giovani cinesi di seconda generazione in Italia tra il 2003 e il 2004.39 I genitori dei

ragazzi intervistati nell'ambito della ricerca «hanno confermato come il matrimonio sia visto prevalentemente come un fatto strettamente pragmatico, un’unione strumentale alla procreazione e alla condivisione dei beni materiali. Questa ottica, già radicata nel contesto di origine, si acuisce in territorio straniero, in quanto le oggettive difficoltà quotidiane, ancor più rendono urgenti delle unioni a basso conflitto.»40

Considerando l’eventualità di un matrimonio misto, i genitori intervistati hanno mostrato a volte di preferire apertamente che i figli scelgano partner cinesi. I motivi principali sembrano essere legati alle difficoltà di comunicazione e di condivisione di un bagaglio di valori a cui gli immigrati di prima generazione sono molto attaccati. I genitori che hanno affermato di preferire partner cinesi per i propri figli, infatti, hanno sottolineato che l’importante è che il matrimonio risulti armonico, che non ci siano incomprensioni che possano risultare dannose all’unione. Altri hanno poi aggiunto di essere preoccupati nello specifico del fatto che gli italiani non mostrino un rispetto per gli anziani pari a quello prescritto dai dettami della tradizione cinese, ovvero si sono rivelati preoccupati in prima persona che una coppia mista possa avere meno interesse al mantenimento della loro buona salute e del loro benessere.

Alcune famiglie, invece, hanno mostrato di preferire partner italiani, limitandosi a spiegare che l’unica cosa che conta è che le unioni siano solide e durature. In alcuni casi, si è anche registrata da parte di certe famiglie una propensione alla scelta di partner italiani, che possano guidare i figli verso una migliore comprensione del paese ospite.

Da notare tuttavia che i ragazzi intervistati hanno invece un’opinione molto omogenea sulla 38 Daniele COLOGNA, Lorenzo BREVIGLIERI (a cura di), I figli dell'immigrazione. Ricerca sull'integrazione dei

giovani immigrati a Milano, Milano, FrancoAngeli, 2003, pp. 154-155. Il testo in inglese a cui questa traduzione fa

riferimento è Gary G. Hamilton, Wang Zheng, From the soil, the foundation of chinese society: a translation of Fei

Xiaotong's Xiangtu Zhongguo, Berkeley and Los Angeles, University of California Press, 1992.

39 Lo studio è inserito all’interno di un’indagine più ampia sulle seconde generazioni di stranieri in Italia promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e affidata alla Fondazione Labos, in partenariato con il CISP. Tale ricerca è stata condotta su giovani figli di immigrati nati o scolarizzati almeno in parte sul nostro territorio, provenienti da famiglie appartenenti a cinque dei principali gruppi nazionali presenti in Italia: Marocco, Albania, Cina, Romania e Perù.

40 Valentina PEDONE, Contesti extrascolastici di socializzare della seconda generazione cinese, Mondo Cinese n. 121, Ottobre-Dicembre 2004.

questione, preferendo in maniera assoluta un partner cinese. I ragazzi, a prescindere dalla durata della loro permanenza in Italia, hanno spiegato di sentirsi interamente capiti solo da altri cinesi: sentono che condividere il tetto con una persona che parla la propria lingua e conosce le proprie tradizioni è la sola garanzia di stabilità e di maggiore semplicità relazionale.41

3.2.5.1 Analisi del campione

Tabella n. 6 Le posizioni riguardo il matrimonio dei giovani intervistati

A differenza di ciò che risulta nella ricerca di Valentina Pedone, all'interno della mia ricerca, ho notato un'omogeneità delle aspettative dei genitori sulla volontà di indirizzare i figli verso la scelta di un compagno cinese. Inoltre, all'interno del mio campione i giovani sono portatori di opinioni differenziate, anche rispetto all'analisi presentata in precedenza: nello specifico, i giovani nati in Italia sembrano preferire una partner italiana, escludendo le ragazze cinesi migranti che sono in Italia da poco tempo per via di un'incompatibilità valoriale. Uno dei giovani di generazione 2.0 ammette invece una preferenza per quelle ragazze di origine cinese che come lui hanno vissuto per lungo tempo in Italia, anche se non esclude di poter instaurare un rapporto con una giovane italiana. Nemmeno alcune giovani giunte in Italia nel corso della propria infanzia si dicono impaurite dalle possibili differenze culturali con un compagno italiano. Infine, i giovani che negano la possibilità di poter stare con un partner italiano sono, in due casi, due ragazze che affermano che il gap culturale con un compagno italiano sarebbe troppo grande, mentre un giovane dichiara di non apprezzare le coetanee italiane per una questione più che altro fisica.

Alessandro, un ragazzo di origini cinesi nato e cresciuto in Italia, spiega che «un giorno mia

mamma è arrivata al punto di dirmi "devi promettermi questa cosa: tu ti troverai una ragazza

41 Cfr. Valentina PEDONE, Contesti extrascolastici di socializzazione della seconda generazione cinese, Mondo Cinese, n. 121, Ottobre-Dicembre 2004.

Nome Generazione Assimilazione Resistenza culturale Doppia etnicità Cosmopolitismo Isolamento

Luca 2 x Cino 1,5 x Federica 1,25 x Alessandro 2 x Marco 2 x Céline 1,5 x Xiao Xiao 1,5 x Jie 1,25 x Liping 1,5 x Maurizio 2 x

cinese!"»42. Benché il ragazzo non si senta di eliminare questa possibilità, lui stesso dice di preferire

quelle ragazze di origine cinese che si trovano nella sua stessa situazione. Alessandro sta con una ragazza che come lui ha origini cinesi ma è nata in Italia, perché con lei che può condividere quegli aspetti culturali che difficilmente una ragazza italiana potrebbe comprendere. Tuttavia, nega ogni possibilità di instaurare una relazione con una giovane cinese che non abbia il suo stesso backgroud biografico, perché i valori di appartenenza non sarebbero in alcun modo conciliabili. Anche i genitori di Maurizio, generazione 2.0, preferirebbero che il figlio intraprendesse una relazione con una ragazza di nazionalità cinese, anche se non si oppongono in maniera definitiva al fatto che il figlio attualmente abbia una ragazza italiana.

Nel caso di Cino, le possibilità di ottenere il benestare da parte della sua famiglia sono ulteriormente limitate. I suoi genitori, provenienti dall'area urbana di Wenzhou, preferirebbero che il figlio lasciasse la sua attuale ragazza di Qingtian perché considerata 外 地 人 waidiren (letteralmente "persona che viene da fuori"), proveniente dalle aree rurali attorno a Wenzhou. Se il ragazzo sposasse questa ragazza, la famiglia, che in Italia e in patria ha conquistato una buona posizione socio-economica, "perderebbe la faccia" (丢面子) perché, secondo i genitori, lo status di chi proviene da Qingtian è nettamente inferiore a quello dei migranti provenienti dalla città.

«I miei sono orgogliosi, se mi sposo con una ragazza qingtianese, i miei un po' si vergognano di presentarla agli amici. Cioè io sono figlio unico, le nostre condizioni sono buone43. La mia famiglia

sta in Italia da parecchio tempo, abbiamo creato qualcosa, abbiamo fatto anche degli investimenti in Cina. Io sono figlio unico, parlo bene l'italiano, il mio livello scolastico è buono...»44

Spesso sono gli stessi genitori a presentare il potenziale sposo ai figli, dopo averne valutato la posizione lavorativa, economica e familiare. Non si può parlare di matrimoni combinati, ma di certo il giudizio dei genitori sulla persona prescelta può influenzare la riuscita del matrimonio. Cino, inoltre, ammette che non starebbe con una ragazza italiana per una questione di pelle e di odori, anche se culturalmente non soffrirebbe di particolari problemi.

Anche Antonella Ceccagno, nell'opera Cinesi d'Italia introduce il tema della rivalità tra i migranti provenienti da Wenzhou e quelli di Qingtian: se le aree rurali stanno conoscendo un rapido sviluppo in anni più recenti, la città di Wenzhou è ormai da tempo una città importante a livello nazionale, freneticamente lanciata nell'acquisizione di investimenti e tecnologia dall'estero e ricca di attività commerciali e produttive. In questa netta distinzione, non è raro che i Cinesi provenienti dall'area 42 Intervista n. 4 del 06.03.2013.

43 Il giovane riporta in cinese 我们的条件还不错. 44 Intervista n. 2 del 03.03.2013.

urbana definiscano i Qingtianesi, residenti nell'area rurale, “rozzi”, “incolti” e “contadini”.45

Alla domanda “Staresti con una ragazza italiana?”, Luca prontamente risponde «La domanda

sarebbe "starei con una ragazza cinese?", perché non è mai successo. Non metto le mani avanti a priori però mi risulta difficile pensare a una ragazza cinese come le cinesi che ci sono qua, proprio perché abbiamo mentalità ma anche valori diversi, penso che lei non capirebbe perché spendo soldi e energie nel sociale, mentre io non capirei perché è così attaccata alla questione lavorativa e al denaro.»46

Anche i genitori di Xiao Xiao preferiscono un genero cinese, ma senza troppe costrizioni. Quando chiedo a Céline qual è il pensiero dei genitori circa il matrimonio, la ragazza mi spiega che i suoi genitori, e in particolare la madre, secondo il suo punto di vista hanno fallito nell'educazione delle figlie. I genitori e i parenti delle ragazze hanno tentato di presentare loro alcuni giovani di buona famiglia, ricevendo tuttavia un forte diniego ed abbandonando definitivamente la speranza di poter intervenire nella vita delle giovani. La sorella di Céline, infatti, convive con un ragazzo di origine cubana, che la sorella non approva dato il suo limitato livello culturale. Sembra che la possibilità di fidanzarsi con un ragazzo straniero non venga scartata dalla ragazza, purché le condizioni socio-culturali del giovane appartengano ad uno standard elevato. Tra i dieci intervistati c'è anche una ragazza che si è sposata da poco con un ragazzo del suo stesso paese in una zona rurale del Fujian presentatole dai propri parenti durante uno dei suoi brevi ritorni in patria. La giovane spiega «noi campagnoli abbiamo delle tradizioni diverse da quelli di città. A

casa mia ci sono due femmine, perciò quella più grande deve sposarsi prima perché deve stare a casa, non deve uscire. E poi se io ho un bambino, il suo cognome deve essere quello mio, non quello di mio marito. Abbiamo questa tradizione.»47

Nonostante esistano delle eccezioni, è possibile notare che i giovani nati sul territorio italiano preferiscono pensare ad un futuro in compagnia di una ragazza italiana. Tuttavia, più i giovani sono giunti in Italia nel corso dell'età pre-adolescenziale e adolescenziale, più desiderano avere accanto una compagna della stessa nazionalità, evitando così fraintendimenti derivanti da un possibile gap culturale.