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I motivi di scontro con i genitori

3.2 I risultati della ricerca

3.2.2 I motivi di scontro con i genitori

Un aspetto interessante che descrive i rapporti all'interno delle famiglie migranti è quello che riguarda i motivi di scontro e di discussione con i genitori.

All'interno di una ricerca condotta da un gruppo di studiosi sulle seconde generazioni della Regione Marche, «si nota una netta crescita dei conflitti in famiglia in rapporto all'età di arrivo. Le percentuali più elevate si hanno tra i nati in Italia e tra gli arrivati in età pre-scolare, mentre tende ad annullarsi tra chi è emigrato in adolescenza. Il minor livello di conflittualità tra la gerazione 1.25 è probabilmente dovuto ad un minor periodo di socializzazione con i coetanei italiani, rispetto agli 23 Cfr. Antonella CECCAGNO, op. cit., p. 90-94.

altri ragazzi, e forse alla tendenza a relazionarsi prevalentemente con individui della stessa etnia. In questo modo sembrerebbe dunque che per questi ragazzi sia meno difficoltoso seguire i dettami della cultura d'origine, evitando così i motivi di scontro con le figure genitoriali.»24

3.2.2.1 Analisi del campione

Tabella n. 4 I motivi di scontro con i genitori

Gli stessi risultati si ripropongono anche nella ricerca da me condotta. In generale i rapporti sono positivi e, in particolare per le generazioni 1.25 e 1.5, i ragazzi affermano di non avere grandi discussioni con i genitori, e quando ci sono non riguardano motivi culturali. Come accade per i loro coetanei italiani, i principali motivi di discussione riguardano gli orari serali di rientro a casa e i risultati scolastici.

Coloro che invece si ritrovano più spesso a scontrarsi con i genitori sono i giovani nati e cresciuti in Italia. Questi ragazzi sono stati influenzati da un contesto sociale e culturale del tutto differente da quello d'origine dei genitori, un contesto in cui anche i codici espressivi che informano la sfera dell'affettività e costruiscono relazioni sociali assumono caratteristiche diverse da quelle che possiedono nelle aree d'origine in Cina. Questi giovani dichiarano che i motivi degli scontri non sono solo generazionali, dovuti alla differenza d'età tra genitori e figli, ma sono soprattutto culturali, per via dell'acculturazione e della naturalizzazione dei figli alla cultura della società ospitante. Alessandro, in particolare, afferma di sentire un doppio gap culturale tra lui e i suoi genitori: «la

cultura cinese è la cultura che c'era in Italia 30 anni fa, almeno secondo me in Cina come modo di pensare sono indietro all'Italia degli anni Sessanta. Immagino che la distanza generazionale la senta anche tu con i tuoi genitori, per me si tratta di una distanza generazionale doppia, come se tu

24 Gabriele SOSPIRO (a cura di), Tracce di G2. Le seconde generazioni negli Stati Uniti, in Europa e in Italia, Milano, FrancoAngeli, 2010, pp. 157-158.

Nome Assimilazione Resistenza culturale Doppia etnicità Cosmopolitismo Isolamento

Luca x Cino x Federica Alessandro x Marco x Céline x Xiao Xiao x Jie x Liping x Maurizio x

parlassi con tua nonna.»25

Uno dei motivi di scontro con i genitori più condivisi dai giovani di seconda generazione nati in Italia è legato alle questioni amorose ed affettive. In particolare, per quanto riguarda l'esperienza di Alessandro, i genitori vorrebbero che si sposasse il prima possibile, dato che il figlio ha già conseguito una laurea, possiede un lavoro stabile e porta avanti una relazione con una ragazza italo- cinese. Il giovane non rifiuta affatto il matrimonio ma vorrebbe procrastinarlo ad un futuro in cui avrà raggiunto i suoi obiettivi lavorativi.

Questa situazione si inserisce perfettamente nel quadro italiano, dove i matrimoni sono in continuo calo (204.830 nel 2011, 12.870 in meno rispetto al 2010) e sono sempre più tardivi: l'età media al primo matrimonio degli uomini è pari a 34 anni e quella delle donne a 31 anni.26 Nonostante anche

l'età media dei matrimoni in Cina stia sensibilmente salendo, soprattutto nelle grandi città, è vero che nelle realtà periferiche il matrimonio si compie spesso entro i 24 anni per i maschi e entro i 22 per le femmine.27 Questo trova riscontro anche tra i migranti cinesi presenti in Italia.

Daniele Cologna, noto sinologo e sociologo italiano, afferma che «le nuove generazioni cresciute a cavallo tra Cina e Italia, o addirittura nate qui, tendono a scombinare parecchio le progettualità famigliari. Del resto, per i figli della emergente classe media cinese in emigrazione, le ragioni dei genitori tendono a pesare un po’ meno, perché le loro carriere formative possono contribuire a costruire un orizzonte di opportunità più ampio, non più così strettamente legato alle strategie relazionali delle rispettive famiglie.»28

Luca introduce un'altra questione critica legata alle relazioni sentimentali, quale la precarietà dello stare assieme senza lo scopo finale del matrimonio.

«Mia madre non capiva perché finissero le mie relazioni, non capiva cosa io cercassi da una

relazione. Lei è molto all'antica, crede che se tu stai con una ragazza è perché ci vedi un futuro a lungo termine.»29

Il caso di Céline risulta più complesso, perché il suo cattivo rapporto con i genitori deriva da una situazione di disgregazione familiare che era già in atto prima della migrazione e che si è definitivamente confermata con l'insediamento in Italia. Probabilmente le cause vanno ricercate nella travagliata storia della madre, che da piccola non trascorse la propria infanzia con i genitori, ma con gli zii dai quali fu adottata. Dopo aver completato gli studi superiori, la madre conobbe 25 Intervista n. 4 del 05.03.2013.

26 Fonte: Istat 2012 http://www.istat.it/it/archivio/75517.

27 Fonte: People's Daily 2010 http://english.people.com.cn/90001/90782/7151025.html.

28 Daniele COLOGNA, Storie d'amore e d'opportunità: il matrimonio come strategia di riscatto sociale tra gli

immigrati cinesi in Italia, Codici Ricerche, 2006.

l'attuale marito all'interno della 单 位 danwei30 nella quale entrambi lavoravano. Quando i due

diedero alla luce la seconda figlia, ricevettero una grossa multa e vennero licenziati dal posto di lavoro. Successivamente, la coppia, incapace di garantire un sostentamento per le proprie figlie, scelse la via dell'emigrazione. Se i rapporti con le due figlie erano già complessi in patria per via del carattere difficile della madre, in Italia essi si deteriorarono ulteriormente. In particolare, Céline rimprovera la madre di aver sempre agito egoisticamente, senza aver cercato di preservare l'unità e il bene della famiglia, dove «famiglia vuol dire che tu agisci insieme agli altri, a braccetto, e lei ha

agito sempre da sola.». L'unità familiare, in particolar modo per quanto riguarda le migrazioni

cinesi, è il punto di partenza per perseguire un progetto comune che non è a beneficio del singolo individuo, ma dell'intera famiglia. Se questa viene meno, già in un periodo che precede la migrazione, sarà difficile per i singoli membri raggiungere il sogno dell'apertura di un'attività in proprio che possa essere stabile e redditizia per tutti.

Inoltre, nel momento in cui Céline acquista un'indipendenza linguistica e una capacità di muoversi agilmente sul contesto italiano, il rispetto dell'autorità dei genitori viene meno e la giovane si attribuisce il potere di scegliere il proprio percorso in autonomia, senza dover sottostare ai dettami dei genitori.