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Il protocollo Cultivating Emotional Balance.

Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 42-47)

Il protocollo Cultivating Emotional Balance 66è stato sviluppato dal prof.

Wallace insieme al prof. Ekman della California University, famoso per i suoi studi sulle espressioni universali67 riconoscibili da ogni cultura. Egli ci

descrive le emozioni basilari come frutto dell’evoluzione e quali capacità adattative rispetto alla vita sociale.

Ogni emozione non rappresenta un singolo stato affettivo quanto una famiglia di disposizioni ad esso legato, costituendo una tematica ed una variazione del suddetto. Per tema intendiamo le peculiarità relative a tale famiglia, mentre con variazione facciamo riferimento alle variabili che possono causarlo. Questa classificazione è utile per distinguere le emozioni da altri fenomeni quali stati d’animo, attitudini e disordini emotivi.

I connotati caratteristici di ogni emozione basilare sono i tratti distintivi universali68: le espressioni facciali. Gli studi eseguiti in questo campo

dimostrano come persone affette da paralisi facciali congenite abbiano difficoltà a sviluppare e mantenere relazioni patendo difficoltà interpersonali, anche Darwin aveva dimostrato come queste siano frutto dell’evoluzione.

66 http://www.cultivatingemotionalbalance.org/?q=cebtt

67 P. Ekman, An argument for basic emotions, Cognition & emotion, Taylor & Francis, 1992.

68 P. Ekman, Constants across cultures in the face and emotion, Journal of personality and social …,

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Altra caratteristica risultano gli eventi universali antecedenti, secondo Ohman69 è appropriato parlare di linguaggio acquisito biologicamente; con

ciò si intende che una volta sottoposti agli stessi input minimi di apprendimento, si sviluppi una tendenza permanente a fornire la medesima risposta.

Anche la coerenza nel sistema di risposta ci fornisce un ulteriore dato, possiamo infatti distinguere tra risposte spontanee o dettate da deliberazione e rappresentatività sociale. Allo stesso modo l’inizio repentino dell’emozione può avvenire senza che ne siamo contemporaneamente consapevoli oltre alla sua eventuale breve durata.

Qui sorge una distinzione importante per comprendere il funzionamento della nostra mente: infatti l’emozione in sé non ha una durata maggiore di pochi secondi, ciò che ci crea l’illusione che la stessa perduri più a lungo è la nostra tendenza a rievocarla70. La consapevolezza gioca qui un ruolo

fondamentale, acquisendo difatti la coscienza del qui ed ora possiamo evitare di incorrere in errore riuscendo a mantenere un buon equilibrio mentale. Per gli stati d’animo la durata è invece maggiore, parliamo di ore o giorni, essendo differenti fisiologicamente.

Distinguiamo a questo punto tra meccanismi di apprendimento automatici e non, che intercorrono fra stimoli e risposta emotiva: quando opera inconsapevolmente parliamo di automatismo, altre volte parliamo di emozioni deliberate, legate pertanto all’apprendimento. Nella vita civilizzata spesso le emozioni sono frutto di ragionamento, facciamo uso di quella che

69 P. Ekman, An Argument for Basic Emotions, Cognition and Emotion, 6., 3-4 (1992), :169-200. 70 D. Goleman, Emozioni distruttive..

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Lazarus71 definisce “Analisi del significato”, la quale richiede ampia

consapevolezza.

Una volta che le emozioni sono frutto di un graduale apprendimento è possibile influenzarle dal momento stesso in cui si presentano nella nostra mente, non è così facile nel caso dell’apprendimento automatico. Le emozioni di tipo negativo godono di questo set di caratteristiche che in questo percorso ci porta ad ingaggiare atteggiamenti volti a controllarle. Il protocollo C.E.B, certificato dall’American Psychological Association72, è

utile per l’organizzazione, in quanto permette un miglioramento nella qualità dello studio e delle conseguenti performance lavorative attraverso una preparazione ad hoc che genera attenzione e consapevolezza nello svolgimento dei propri compiti. L’equilibrio emotivo unito al raggiungimento di calma e concentrazione, preservabile grazie a queste tecniche, anche sotto forte stress aiuta a controllarne i livelli ed aumentare le capacità gestionali, accrescendo intuitività e creatività; favorendo così una efficace comunicazione nel team di lavoro tra i membri ed una efficiente leadership. I risvolti positivi sono molteplici sia in ambito lavorativo sia al di fuori della professione.

La chiave risiede nel prendere coscienza dei propri stati emotivi negativi. riuscendo a trasformarli in un comportamento pro-sociale caratterizzato da empatia ed altruismo. La formazione è sia pratica che teorica fornendo materiale esaustivo sulle dinamiche della mindful ed insegnando agli allievi

71 R.S. Lazarus, Psychological stress and the coping process, psycnet.apa.org, 1966.

72 B.L. Fredrickson, The role of positive emotions in positive psychology: The broaden-and-build theory of

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pratiche meditative, risulta utile anche la stesura di diari per avere una chiara visione degli sviluppi delle dinamiche emotive interne. Molta attenzione viene riservata ugualmente alla comunicazione non violenta per acquisire maggiore coscienziosità riguardo l’uso delle parole.

Inoltre viene messo in risalto il ruolo della memoria alla base delle nostre capacità cognitive, dato che il nostro agito è dipendente dalle informazioni immagazzinate a livello conscio ed inconscio. Aumentando le dotazioni incamerate è possibile ampliare lo spettro di risposte a nostra disposizione incrementando la creatività, il problem solving e la stessa considerazione professionale del soggetto.

Il tutto resta sempre legato alla nostra presenza mentale, per acquisire queste nozioni è infatti necessaria una buona consapevolezza, i risultati porteranno l’allievo ad apprendere come gestire la rabbia oltre ad aumentare la fiducia nelle proprie capacità.

Come possiamo vedere il protocollo C.E.B 73mette in pratica le

considerazioni acquisite finora relative all’educazione della mente, il progetto iniziale fu infatti richiesto e sostenuto economicamente dal Dalai Lama e da Kabat-Zinn. Tramite questo programma è quindi possibile avere a disposizione una metodologia capace di fornire una via per mettere in pratica le rilevazioni scoperte circa la neuroplasticità e l’effetto benefico della meditazione.

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Questo protocollo è nato attraverso l’applicazione su poliziotti74 ed

insegnanti75, occupazioni soggette ad un forte stress lavorativo e che hanno

luogo all’interno di organizzazioni piuttosto rigide. I risultati sono stati da subito interessanti mostrando come la gestione dello stress subisse delle effettive variazioni in positivo. Dopo averlo testato sulla parte attiva del settore si è passati all’applicazione alla classe passiva, quella degli allievi76,

riscontrando anche in questo caso dei miglioramenti netti rispetto all’esperienza scolastica per i ragazzi. Questo punto sarà più sviluppato in seguito.

Quello che serve sapere per adesso è che anche questa metodologia mindful ha mostrato da subito la sua efficienza ed è quella che viene maggiormente utilizzata in ambito organizzativo a causa delle sue caratteristiche relative all’autoregolazione ed alla gestione relazionale.

Passeremo adesso al lavoro di un ulteriore psicologo, il già citato Daniel Goleman, ed al suo concetto di “Intelligenza emotiva”: la capacità di conseguire una buona gestione emozionale.

74 B.R. van Gelderen, Emotional labor among trainee police officers: The interpersonal role of positive

emotions, The Journal of Positive …, Taylor & Francis, 2011.

75 P.A. Jennings, Promoting teachers' social and emotional competencies to support performance and reduce

burnout, … the mold of pre-service and inservice teacher …, books.google.co, 2011.

76 S. Mihalas et al., Cultivating caring relationships between teachers and secondary students with emotional

and behavioral disorders: Implications for research and practice, Remedial and …, journals.sagepub.com, 2009.

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Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 42-47)