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Thich Naht Hanh

Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 131-137)

Capitolo quarto: La meditazione e la sua possibile applicazione nel settore del sociale.

4.1 Thich Naht Hanh

Thich Nhat Hanh 172è un monaco buddhista zen nato in Vietnam nel 1926,

col tempo è divenuto insegnante, autore di diversi testi (più di un centinaio di libri), poeta ed un promotore della soluzione pacifica dei conflitti.

Entrato in monastero a soli sedici anni, fu ordinato monaco nel 1949, capo editore del giornale di Buddhismo Vietnamita, istituì l’ordine della School of Youth for Social Service173 (SYSS), di cui tratteremo nel paragrafo

successivo.

Durante la guerra del Vietnam del 1960 emigrò negli Stati Uniti per studi religiosi comparativi alla Princeton University, per tornare tre anni dopo nella madre patria e sostenere la lotta non violenta.

In seguito fece ritorno in America ed insieme a Martin Luther King Jr. portò avanti la sua battaglia ideologica al fine di fermare il conflitto vietnamita, denunciando le verità sullo stesso circa gli interessi americani e la politica di escalation.

Nel 1967 lo stesso dr. King fu tra i primi a svelare pubblicamente all’audience americana la reale situazione che si stava sviluppando in Vietnam. King presentò una nomination di Thich Naht Hanh a Premio Nobel per la Pace nello stesso anno motivandola così: “I do not personally know of anyone more worthy of this prize than this gentle monk from Vietnam. His

172T.N. Hạnh, Thich Nhat Hanh, Engaged Spirituality, bahaistudies.net.

173 C.S. Queen, S.B. King, Engaged buddhism: buddhist liberation movements in Asia, books.google.com,

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ideas for peace, if applied, would build a monument to ecumenism, to world brotherwood, to humanity”.174 Una richiesta diretta e motivata che

confliggeva con le politiche stesse della premiazione, il comitato quell’anno non consegnò il premio.

Nel 1969 Thich Nhat Hanh partecipò agli Accordi di Pace di Parigi, firmati poi nel ’73, anno in cui allo stesso fu interdetto il ritorno in Vietnam, il maestro restò in Francia come esiliato. Contemporaneamente si prodigò per i rifugiati vietnamiti nel Golfo del Siam ostacolato dai governi di Thailandia e Singapore.

Instaurò l’ordine dell’Interessere175 nel 1966, un gruppo sia monastico che

laico, e negli anni seguenti fondò la scuola buddhista francese ed alcuni monasteri in varie parti del globo, tra cui il Plum Village 176in Dordogna; i

suddetti sono aperti al pubblico durante i vari ritiri organizzati per i laici. Molti ritiri sono specifici per categorie come: famiglie, adolescenti, veterani, industriali, membri del Congresso, forze dell’ordine e persone di colore. Qui troviamo rimarcato quanto in questa figura si riveli la filosofia di fondere antiche tradizioni con la nuova psicologia e porre attenzione alle difficoltà che incontrano i membri della società sottoposti a maggiori pressioni al fine di sostenere chi è sottoposto a tali stereotipi.

174 M.L. King Jr., "Nomination of Thich Nhat Hanh for the Nobel Peace Prize", letter January 25, 1967,

Archived on the Hartford Web Publishing website, Retrieved September 13, 2010.

175 P. Hunt-Perry, L. Fine, All buddhism is engaged: Thich Nhat Hanh and the Order of Interbeing, Engaged

Buddhism in the west, Wisdom Publications Boston, 2000.

176 T.N. Hanh, I Have Arrived, I Am Home: Celebrating Twenty Years of Plum Village Life,

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Nel 2005 a seguito di lunghi negoziati, gli fu permesso di rientrare in Vietnam. Negli anni ha continuato a viaggiare per il mondo portando con sé il suo messaggio di speranza.

Il segreto di questa figura è la sua semplicità: il dono di questo monaco risiede nel rendere con estrema genuinità e limpidezza i concetti delle tradizioni buddhiste Zen e Mahayana. Durante le sue lezioni è possibile fruire, con la massima gratitudine e soddisfazione, di concetti antichi come il tempo, presentati con grazia ed innocenza.

“Practicing a non-practice is the highest kind of practice177”, con questa

frase il maestro intende dire che possiamo lenire la sofferenza degli altri e la nostra seguendo pratiche meditative antiche, senza che debbano essere ricollegate ad una funzione religiosa.

“La meditazione camminata è una pratica meravigliosa, che ci aiuta ad essere presenti in ogni momento. Ogni passo compiuto nella consapevolezza ci aiuta a toccare con mano le meraviglie della vita che ci troviamo davanti e che sono a nostra disposizione proprio ora. Potete coordinare i passi con il respiro mentre camminate normalmente sul marciapiede, sul binario di una stazione o sulla riva di un fiume: ovunque voi siate. Mentre inspirate, potete fare un passo avanti e osservare: “Sono arrivato; sono a casa”. “Sono arrivato” significa: Sono già dove voglio essere nella vita, e non ho più bisogno di correre da qualche parte, non devo andare in cerca di nient’altro. “Sono a casa” significa: Sono tornato nella mia vera casa, che è la vita qui, nel momento presente. Soltanto il momento presente è reale; il

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passato e il futuro sono solo fantasmi che possono trascinarci nei rimpianti, nella sofferenza, nelle preoccupazioni e nei timori. Se ognuno dei vostri passi vi riporterà a presente, quei fantasmi non avranno più potere su di voi”.178

Questo passaggio parla della meditazione camminata, la quale è molto utilizzata nella tradizione di Thay. Possiamo confermare il fatto che sia indubbio che camminare all’aria aperta, nel verde di un bosco abbia un’azione rilassante su corpo e mente. Partendo dal presupposto che tutti camminiamo e che tutti respiriamo, non c’è bisogno di dover identificare una pratica di consapevolezza come meditazione buddhista per far sì che la stessa svolga comunque la sua funzione.

Con questo non si vuole sminuire la pratica in sé o equiparare una passeggiata all’intenzione che contraddistingue una sessione di meditazione camminata, ma se con questo suggerimento riusciamo a donare serenità ad un’altra persona perché condizionarla nel farlo? Il nostro fine reale è donare benessere, non fare della propaganda.

Questo atteggiamento ci fa capire quanto questo approccio si avvicini al mondo laico ed alla cura della mente umana in generale. Questa apertura è descrittiva di un’inclusione totale, quasi a scapito delle dottrine.

L’importante è il proposito finale: lenire la sofferenza.

Per ricollegarci all’argomentazione delle emozioni negative, Thay spiega che secondo la tradizione buddhista la mente si divide in due parti: la coscienza deposito e quella manifesta. All’interno della coscienza deposito noi

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troviamo tutte le emozioni proprie degli esseri come gioia, rabbia ecc.; queste emozioni sono presentabili come semi che possono germogliare o rimanere latenti.

Nella coscienza manifesta noi vediamo la vita di questi semi, la loro crescita o la loro mancanza, con i nostri agiti emotivi noi portiamo alcune emozioni alla luce piuttosto di altre. La consapevolezza può aiutarci a capire questo meccanismo e a scegliere come coltivare il nostro giardino con cura, preservandolo dalla negatività.

Quello che viene consigliato anche nel campo della psicoterapia è di mostrare questa realtà anche a chi è preda di emozioni distruttive179,

chiarendo che, anche se momentaneamente ci sentiamo preda di sofferenza e rabbia, al nostro interno possediamo comunque anche gioia e positività. Ribaltare la visione che un individuo ha di sé mostrando non solo ciò che si reputa sbagliato in noi, ma focalizzando l’attenzione su ciò che di buono abbiamo.

Una volta coscienti di questa non-dualità, ma unitarietà che risiede in noi, ci diamo la possibilità di riscoprire al nostro interno ciò che può guarirci, cioè la nostra stessa natura.

Nel seguente paragrafo ci soffermeremo sul buddhismo impegnato, sostantivo coniato dal maestro, o Thay, il quale ricerca la saggezza che risponda ai fatti che accadono nel momento presente, come il surriscaldamento globale, cambiamenti climatici e la distruzione

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dell’ecosistema, le problematiche relative alla comunicazione, guerre, suicidi e divorzi.

Per utilizzare la mindful per essere consci di emozioni, sentimenti, reazioni corporee e come queste si sviluppino all’interno del suo ambiente.

Andremo a vagliare come questo movimento da lui creato si sia dedicato alle problematiche sociali, inizieremo anche a ricercare similitudini con il servizio sociale, la nostra professione.

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Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 131-137)