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A scuola di futuro: la mindful per la docenza.

Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 113-121)

Capitolo terzo: L’organizzazione scolastica.

3.3 A scuola di futuro: la mindful per la docenza.

“Se il risveglio, per definizione, non può essere insegnato, la via che può condurvi deve esserci mostrata. Per questo, lungo tutta la storia del buddhismo, l’insegnamento occupa un posto decisivo, centrale”.160

In questo paragrafo torneremo al protocollo C.E.B., questa volta per verificare come possa essere utilizzato per aiutare i docenti, secondo gli studi svolti anche in questo caso è dimostrato che suddetta metodologia incrementi produttività e capacità gestionali. La questione potrebbe risolvere un problema che colpisce il corpo insegnante, che secondo un’analisi della Washington University 161abbandonerebbe l’insegnamento nei primi cinque

anni ad un tasso del 46%, oltre a ciò il logoramento degli insegnanti comporta un costo annuale complessivo superiore ai sette miliardi. Il tutto sembra dovuto ad un precario equilibrio emotivo ed a pressioni, questa categoria come abbiamo già potuto osservare risulta infatti patire tra i più alti livelli di stress occupazionale.

Negli ultimi anni l’insegnamento si è rivelato maggiormente legato alla sfera emotiva che in passato, sempre più il corpo docente deve fronteggiare bambini impreparati per la scuola, i cui problemi aumentano proporzionalmente all’età prescolare dello studente. Il disagio emotivo degli

160 Dalai Lama, La compassione e la purezza, Rizzoli, Milano, 1995. Pag. 33.

161 P.A. Jennings et al., Cultivating Emotional Balance in the Classroom, American Psychological

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insegnanti nasce dall’incapacità gestionale di tali situazioni, influendo sulle loro abilità di educazione e sfociando avvolte nel burn out.

Il carico di lavoro caratterizzante questa professione è dovuto al doversi rapportare con una moltitudine di diversi esseri umani, bambini e adolescenti, ognuno con proprie peculiarità e bisogni specifici. Le difficoltà che gli insegnanti possono incontrare a causa delle tempistiche ridotte e per la programmazione scolastica, unite a volte all’incapacità degli stessi di leggere i bisogni degli studenti o all’impossibilità di farvi fronte, pur percependoli, a causa delle dinamiche proprie della classe, portano i docenti a patire la propria condizione occupazionale. Dobbiamo inoltre considerare anche ulteriori dinamiche interne al ruolo del docente non sempre in simbiosi riguardo a programmazione e metodologia. Infine devono essere prese in oggetto anche le dinamiche sociali, le pretese di ogni singolo genitore coinvolto, le aspettative della società riguardo le performance da svolgere e la riconosciuta importanza del ruolo di mentore del professore che causano ulteriori pressioni a questi soggetti.

Il programma pensato ad hoc per gli insegnanti è denominato Social and Emotional Competence162 (SEC) e rappresenta anche in questo caso un

modello pro-sociale per la classe. Questa metodologia produce un clima che favorisce l’apprendimento in aula, gli insegnanti che la applicano sono consci delle proprie emozioni e di quelle degli alunni, ne conoscono l’uso per motivare gli allievi, ispirarli ed aiutarli attraverso mutuo aiuto e

162 P.A. Jennings, M.T. Greenberg The prosocial classroom: Teacher social and emotional competence in

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cooperazione, mostrando rispetto per i ragazzi ed il loro contributo al sistema classe.

Possiamo quindi pensare ad un parallelo con la figura del leader aziendale: anche in questo caso il docente deve fungere da coordinatore, aiutare la libera espressione delle componenti del sistema classe all’interno di una mission. La consapevolezza anche qui può aiutare l’insegnante a comprendere meglio la realtà emotiva degli studenti, favorendo una migliore comprensione anche ad essi stessi delle proprie dinamiche interne, aiutando i ragazzi a capire meglio i comportamenti gli uni degli altri, favorendo quindi empatia ed una migliore coesione all’interno dell’aula.

La mindful può svolgere in parallelo un ulteriore funzione calmante con pratiche semplici e naturali come l’attenzione al respiro. In uno studio che portiamo ad esempio, svolto per monitorare gli effetti dell’applicazioni sui docenti, è stato dimostrato quanto l’implementazione del C.E.B.163 unito alla

meditazione abbiamo avuto effetti positivi su ansia e depressione, abbia reso gli individui meno soggetti all’esaurimento e favorito la compassione. Conseguentemente anche le classi risultavano più produttive.

Quindi l’approccio della pratica meditativa, che come abbiamo finora osservato favorisce l’equilibrio emotivo, si è dimostrata ampiamente utile nelle sue applicazioni sia verso il corpo studentesco, sia dalla parte dei docenti. L’educazione alle emozioni e la creazione di un ambiente scolastico coeso, come presentato precedentemente nel modello CASEL, può essere

163 P.A. Jennings, Promoting teachers' social and emotional competencies to support performance and

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ulteriormente favorito dall’adozione della pratica meditativa fornendo i benefici di cui abbiamo ampiamente discusso in precedenza nel primo capitolo, aiutando la gestione dello stress.

Un altro modello col medesimo fine testato a livello scolastico è il Cultivating Awareness and Resilience in Education 164(CARE), anche questo

pensato propriamente per i docenti partendo dall’idea che i miglioramenti degli allievi dipendono dalla qualità dell’insegnamento, come d’altra parte il loro carattere, la competenza socio-emotiva e l’impegno civico degli scolari. Nel CARE troviamo le medesime dinamiche della classe pro-sociale già proposte dal SEL, ai docenti non viene qui però richiesta solo una buona preparazione ma di adottare ed essere ambasciatori di questo modello, capendo quanto importante sia l’impatto della figura del docente sulla vita dei ragazzi e ponendo anche attenzione alle dinamiche interne di quest’immagine.

Viene perciò richiesto una condotta coerente tra modello di riferimento da loro proposto ai ragazzi e la loro vita, sempre allo scopo di non ingenerare discrepanze agli occhi degli studenti circa i modelli a loro forniti, e per migliorare la condizione stessa della qualità di vita degli insegnanti.

Rilevanza viene posta sul corpo docente come gruppo da veicolare e soddisfare, da dirigere con una leadership a sua volta efficiente in modo da garantire la piena soddisfazione di ogni membro dell’èquipe.

164 P.A. Jennings et al., Improving Classroom learning Environments by Cultivating Awareness and

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Anche in questo caso possiamo vedere riverberarsi le dinamiche proposte a livello organizzativo aziendale, la medesima attenzione alle dinamiche di gruppo, la soddisfazione che deve contraddistinguere i singoli membri dell’istituto scolastico per favorire la loro efficienza e il godimento relativo all’espletamento dei propri compiti.

L’influenza che ogni singolo docente avrà sugli alunni dipenderà dalla quantità e qualità del tempo speso con loro. Esercitando una buona influenza, riuscendo a mantenere un’attitudine positiva e costruendo un senso di comunità, gli insegnanti influenzano i ragazzi portandoli a declinare problemi emotivi ed incrementando invece capacità caratteriali; come possiamo ben immaginare questo legame si sviluppa in entrambe le direzioni.

Anche in questo caso la dinamica relazionale è sistemica, si chiarisce che la relazione studente-docente è bidirezionale, viene quindi riconosciuta l’influenza delle dinamiche che i ragazzi esercitano a loro volta sulla persona dell’insegnante, anche a livello emotivo.

Il CARE combina istruzioni all’uso delle emozioni con pratiche di consapevolezza ed attività volte ad instillare compassione sia nei docenti che nei ragazzi. È un programma che si sviluppa su 30 ore in sessioni dalle quattro alle sei settimane, con un potenziamento dopo ulteriori due mesi in cui si ricevono istruzioni, le si praticano, vengono svolte attività scritte per riflettere, gruppi di discussione ed attività da svolgere a casa per completare il tutto. Le istruzioni sono concepite in attività didattiche ed esperenziali disegnate ad hoc a seconda delle necessità del singolo. La mindful si sviluppa sia come meditazione consapevole che di ascolto, volta a generare un’amorevole gentilezza; la pratica quotidiana, giorno dopo giorno, porta ad una diminuzione delle negatività e quindi ad una visione più positiva, oltre

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ad insegnare l’ascolto privo di giudizio a cui dobbiamo aggiungere i già enumerati benefici dei capitoli precedenti.

Gli effetti dell’efficacia della pratica della mindfulness sul luogo di lavoro sono stati verificati tramite un ulteriore programma, il Workplace Mindfulness Training165 (WMT) volto a sondarne gli effetti sulla vita

lavorativa, familiare ed il ciclo sonno-veglia, dimostrando ancora una volta quanto questa sia efficace per migliorare l’umore, donare più soddisfazione, far riposare meglio e per più ore, riducendo così insonnia e sonnolenza diurna.

Questo particolare studio ha quindi focalizzato l’attenzione sullo stretto legame intercorrente tra vita privata e lavorativa, andando a valutare come le negatività patite nell’ambiente di lavoro andassero a recare ricadute nella vita familiare dei docenti, ponendo l’attenzione sulle alterazioni subite dei ritmi circadiani.

Lo studio è stato sviluppato su insegnanti, consci del fatto che questa sia un’occupazione soggetta ad elevati tassi di stress, la metodologia usata è quella del già analizzato MBSR di Kabat-Zinn, monitorata e redatta in tabellari. Il MBSR viene accompagnato in questo studio dal modello transazionale assumendo che agenti stressogeni psico-sociali esercitino la loro influenza sul corpo attraverso l’apprendimento cognitivo, riconoscendo il medesimo collegamento alla base della mindful tra condotte seguite ed alterazioni dei livelli ormonali e strutture cerebrali interne.

165 T.L. Crain et al., Cultivating Teacher Mindfulness, Journal of Occupational Health Psychology, 22.2

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Vengono pertanto fornite ai partecipanti nuove strategie di coping per modellare le dinamiche di risposta ad agenti che recano loro stress, innescando un meccanismo che rende capaci di poter alterare le dinamiche della situazione. La consapevolezza riguardo le proprie modalità adattive rispetto allo stress e le sensazioni corporee che possono aiutarci ad indentificarle, aiutano notevolmente nel processo portando ad un abbattimento della ruminazione e delle distrazioni. Inoltre capire che siamo responsabili delle nostre condotte e delle conseguenze di esse, se osservato in un’ottica positiva, può aumentare in noi la coscienza rispetto alle proprie potenzialità, facendoci capire sì che i risultati sono a noi imputabili, ma che allo stesso tempo siamo in grado di porvi rimedio, generando in noi un senso di potenza piuttosto che di inettitudine.

Finora abbiamo quindi osservato l’influenza della mindful attraverso vari studi e protocolli, all’interno dell’ambiente scolastico. Abbiamo visto come possa aiutare ad instaurare un clima collaborativo tra ragazzi e docenti, allargando quest’idea a famiglie e comunità. Siamo poi passati a porre l’attenzione su come questo sistema agevoli l’apprendimento ed il senso civico nello studentato.

Nel paragrafo successivo ci siamo soffermati sui disturbi comportamentali dei ragazzi, andando a verificare come la mindfulness possa aiutare la gestione di queste problematiche.

Abbiamo proseguito poi focalizzando l’analisi sulla figura del docente, facendo attenzione al suo esempio come modello per i ragazzi, analizzando ancora come questa professione a rischio stressogeno possa trarre beneficio nelle sue performance dall’adozione di protocolli mindful, sia a livello lavorativo che privato.

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Nel paragrafo seguente vedremo il caso concreto di implementazione di un modello fondato sulla stretta relazione tra istituto scolastico e vita di comunità, dagli anni ’50 all’avanguardia per stile educativo, mandato sociale e rapporto con lo sviluppo tecnologico: la Scuola-Città Pestalozzi del rione Santa Croce a Firenze.

Questo passaggio mostrerà l’efficacia di un approccio corrispondente per ideali ai modelli mindful analizzati finora, per fornire anche in questo caso un piano di realtà concreto, come nel capitolo precedente selezionato per l’organizzazione aziendale, che vada a verificare la fattibilità di un sistema realizzato in corrispondenza dei principi alla base di questo elaborato. La scelta ricade volutamente su un caso italiano molto attento a quella che oggi chiamiamo intelligenza emotiva, per fornire un modello che comunque ha avvalorato le medesime dinamiche qui proposte, col fine di mostrare quanto le buone relazioni e le emozioni siano fondamentali per la crescita di studenti e cittadini.

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3.4 Scuola, comunità e tecnologia: il caso Scuola-Città

Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 113-121)