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L’intelligenza emotiva.

Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 47-53)

Ritorniamo al Prof. Goleman, psicologo e giornalista americano,77

soffermandoci stavolta sul concetto di E.I., l’intelligenza da lui definita emotiva, la quale indica la capacità del soggetto di padroneggiare le abilità di auto-consapevolezza, auto-gestione, consapevolezza sociale e capacità relazionale. Egli sviluppa una vera e propria teoria della performance da applicare all’attività lavorativa.

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77 D. Goleman, An EI-Based Theory of Performance, How to select far measure and improve emotional

intelligence in individuals, groups and organizations, 1 (2001): 27-44.

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Questo schema riflette i substrati neurologici delle abilità umane, comprendendo il meccanismo possiamo rafforzare i nostri livelli di competenze. Ognuno dei quattro riquadri corrisponde ad un diverso meccanismo neurologico, le neuroscienze affettive 79hanno permesso di

creare questo ponte tra funzioni cerebrali e comportamento, permettendo differenziazioni tra competenze emotive ed abilità puramente cognitive come il Q.I., basandoci su capacità neocorticali e doti che integrano queste al sistema limbico.

Stiamo quindi creando una differenziazione tra l’intelligenza intesa come capacità di apprendimento ed invece intelligenza emotiva, la capacità di gestire la propria emotività.

Come influisce tutto ciò sul luogo di lavoro?

Self-Awareness: capire i sentimenti ed essere in grado di svolgere un’appropriata auto-analisi permette di comprendere come le emozioni influiscano sul rendimento, quando queste analisi vengono svolte in modo adeguato decretano la differenza tra una prestazione di bassa qualità ed una di livello superiore poiché il soggetto riesce a vedere i propri limiti e possibilità. A sua volta questo processo accresce la fiducia in sé stessi e diviene un forte predittore di efficacia.

Self-Management: un buon controllo emotivo si manifesta nell’assenza di emozioni negative e stress, il che include la capacità di rapportarsi in modo funzionale con persone ostili e situazioni stressogene, rendendoci meno

79 R.J. Davidson, Emotion, plasticity, context, and regulation: perspectives from affective neuroscience,

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soggetti ad ansie e depressioni, riuscendo a fornire risposte calme ad attacchi. La stessa dote permette ai manager di anteporre i bisogni aziendali alle proprie mire personali.

La trasparenza, intesa come conoscenza estesa agli altri dei propri valori ed intenzioni con comportamenti ed essi coerenti, porta gli individui a responsabilizzarsi circa i propri errori ed a confrontarsi con gli altri sulle proprie mancanze.

La coscenziosità include l’attenzione, la disciplina e la scrupolosità circa le responsabilità; questa ha dimostrato di essere un forte valore aggiunto nel settore delle vendite aumentandone nettamente il volume80.

L’adattabilità è una delle condizioni maggiormente richiesta ai giorni nostri, la resilienza emotiva agevola questa condizione portandoci ad accettare l’imprevisto ed a scorniciarci favorendo la creatività.

L’orientamento all’obiettivo gioca un ruolo fondamentale guidando al successo, chi ha questa visione è portato all’ottimismo ed a un miglioramento continuo delle performance, è quella che caratterizza maggiormente un leader.

Infine citiamo l’iniziativa, considerata come la competenza di agire prima di essere spinti a farlo da esternalità, la quale agevola a muoversi anticipatamente rispetto all’evoluzione di problemi.

Social-Awareness: quest’ambito è caratterizzato da tre componenti principali. L’empatia ci permette di comprendere i bisogni degli altri, questa

80 M.L. Perry et al. Empowered selling teams: How shared leadership can contribute to selling team

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è attivabile anche tramite la lettura di segnali paralinguistici; la capacità di comprensione che abbiamo del mondo dipende da quella che abbiamo di noi stessi.

Questa caratteristica accompagna i migliori medici81 e manager82, capaci di

comprendere pazienti e di dirigere al meglio i team, ovviamente con guadagni in termine di salute ed economici.

La seconda è la capacità di essere al servizio degli altri identificando i bisogni e fornendo la giusta soluzione, utile anche ad instaurare relazioni clientelari durevoli, soffermandoci su una prospettiva a lungo termine.

Infine abbiamo l’attenzione organizzativa che ci permette di leggere le dinamiche interne al gruppo, necessaria per influenzarne gli sviluppi.

Relationship management: portare gli altri a fornirci risposte desiderabili, parliamo quindi di influenza sulle emozioni altrui da esercitare attraverso la persuasione, muovendo l’interazione verso il fine desiderato. Questa dinamica implica strategie come l’appello alla ragione o argomentazioni drammaturgiche, il soggetto agente deve però risultare sempre onesto e sincero per non scadere nella manipolazione.

Una buona comunicatività è altrettanto fondamentale, viene qui usata per indicare il dare e ricevere informazioni emozionali, un ascolto attivo ed una piena condivisione delle informazioni; più un individuo riesce a farlo più gli altri gradiscono relazionarsi con lui.

81 D.H. Novack et al., Toward creating physician-healers: fostering medical students' self-awareness,

personal growth, and well-being, ACADEMIC MEDICINE …, academia.edu, 1999.

82 A.I. Wohlers, Ratings of managerial characteristics: evaluation difficulty, co‐worker agreement, and self‐

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La gestione del conflitto è risolutiva dei problemi e porta gli interessati a calmare gli animi, corrisponde alla diplomazia e all’orchestrazione di situazioni in cui tutti risultano vincitori. Essere catalizzatori di cambiamento capaci di riconoscerne il bisogno, creare ponti tra le varie branche di settore per usufruire di tutte le risorse presenti nella rete ed instaurare una collaborazione efficace nel team, sono le basi per sviluppare al meglio l’efficienza di ogni suo componente.

Riassumendo un clima positivo in ambito organizzativo nutre gli impiegati e li porta a dare il massimo, l’entusiasmo viene ripagato da netti miglioramenti nel rendimento, profitto e crescita.

Questo metodo fa quindi riferimento all’acquisizione di una buona consapevolezza mirando non solo ad acquisire una migliore gestione emozionale e relazionale, ma votando il processo ad un incremento in termine di efficacia ed efficienza dei risultati in termini di migliorie e profitto a livello organizzativo.

Alla fine di questo capitolo abbiamo potuto acquisire una comprensione del legame tra psicologia e buddhismo, abbiamo potuto osservare come sia stato possibile dimostrare la funzionalità di tale collaborazione attraverso gli esperimenti in laboratorio svolti presso il Mind and Life Insitute.

In seguito abbiamo proseguito il percorso vagliando le varie possibilità di applicazione attraverso tre diversi programmi, il MBSR, il CEB ed infine abbiamo potuto osservare il punto di vista di Goleman attraverso la sua idea di intelligenza emotiva.

Andremo adesso, nei successivi capitoli, ad analizzare la diretta applicazione di queste metodologie tramite la loro applicazione in settori come l’industria

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e la scuola, cercando di scoprire se sia corretto pensare ad una sua eventuale applicazione nel servizio sociale.

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Capitolo secondo: L’organizzazione e il Total Quality

Nel documento Ben-essere organizzazione. (pagine 47-53)