Capitolo 2 – INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA
2.2 La moderna imprenditorialità agricola
2.2.1 Informatizzazione nelle aziende agricole: sfide ed opportunità
Il management dell’azienda agraria è un approccio ancora poco evoluto per colpa dell’alta frammentazione dell’apparato produttivo agricolo, con imprenditori ancorati alle decisioni di routine, che cercano di contenere il più possibile il rischio aziendale. Qualche recente apertura si sta osservando per l’uso delle tecnologie digitali (Rosa, 2012) anche se il ritardo che l’Italia ha accumulato nei settori della R&S oltre che delle ICT rispetto ai leader europei e internazionali, si riflette soprattutto in campi tradizionali come quello dell’agricoltura.
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Tabella 9 – Aziende agricole informatizzate e loro incidenza sul totale, per Regione e ripartizione geografica (Anno 2010).
Aziende informatizzate % sul totale
Italia 60.945 3,8 Nord-ovest 15.780 10,9 Piemonte 5.994 8,9 Valle d’Aosta 259 7,3 Liguria 1.205 6,0 Lombardia 8.322 15,3 Nord-est 20.413 8,1 Bolzano-Bozen 3.020 14,9 Trento 1.870 11,4 Veneto 6.493 5,4
Friuli - Venezia Giulia 1.946 8,7
Emilia - Romagna 7.084 9,6 Centro 10.153 4,0 Toscana 4.292 5,9 Umbria 1.384 3,8 Marche 1.472 3,3 Lazio 3.005 3,1 Sud 8.912 1,3 Abruzzo 898 1,3 Molise 385 1,5 Campania 2.585 1,9 Puglia 2.797 1,0 Basilicata 856 1,7 Calabria 1.391 1,0 Isole 5.687 2,0 Sicilia 3.709 1,7 Sardegna 1.978 3,3
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Le aziende agricole che si avvalgono di supporti informatici e in particolare dell’uso di Internet, costituiscono un numero molto ridotto nel nostro paese; durante il 2010 erano ferme al 3,8% sul totale delle censite, computando un insieme di appena 60.945 unità (Istat, 2012).
Se pensiamo che in Francia, già nel 2005, oltre il 30% degli agricoltori utilizzava Internet per uso professionale, tra cui molti nelle coltivazioni cerealicole e viticole - crescendo del 50% rispetto al 2003 - intuiamo quanto la performance italiana debba ancora migliorare (Waksman, 2007).
La Tabella n.10 costituisce un’interessante fotografia dell’utilizzo che i citati capoazienda facevano dello strumento Internet nel periodo considerato.
Tabella 10 - Utilizzo di Internet da parte degli agricoltori francesi (Anno 2005).
% of farmers looking at… Every day 1 - 3 times per week Once a week Once a month Sometimes Mean number of connexions per month Weather info 35 37 12 2 14 12,4 Online bank 28 35 26 5 6 11,2 Ag. News 21 31 27 5 16 9,2 Cattle data 18 34 23 5 21 8,8 Search engine (ag. info) 20 25 15 9 31 8,1 Market info 18 25 22 6 28 7,9 Co-ops/retailers data 8 18 25 11 37 5,2 Advertisements 11 15 19 10 45 5,1
Looking for tech. info 7 18 23 13 38 4,8 Info on providers 6 13 12 10 53 4,1 Satellite images (Farmstar) 6 13 12 10 59 3,7 Administration 6 6 11 16 62 2,8 Personal online purchase 2 4 9 21 64 1,8
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Prof. Online
purchase 2 3 3 13 79 1,4
Fonte: elaborazione personale su dati NTIC-AGRI
La maggior parte di essi ha utilizzato la Rete per la ricerca di informazioni meteorologiche accedendo ai siti a tema per 12,4 giorni al mese seguiti dagli 11,2 dedicati ai servizi associati al conto corrente on-line. L’accesso al web si dimostra poco frequente per quanto riguarda l’e-commerce sia nel caso degli acquisti personali, che legati all’attività svolta.
Se con riferimento allo stesso biennio ci spostiamo Oltreoceano, le aziende agricole connesse alla Rete registrano un’ulteriore crescita. Nel 2003 esse erano il 48%, andando a toccare il 51% nel 2005 e il successivo 55% nel 2007. D’altra parte abbiamo già illustrato in precedenza l’importanza che, negli Stati Uniti, riveste la Ricerca (Camaioni, 2007).
Un elemento interessante risiede nel constatare che all’accrescere delle classi di fatturato, aumenta anche l’uso di Internet a fini aziendali, con una percentuale del 75% nelle aziende che oltrepassano i 250.000 $ di fatturato e una quota del 61% in quelle che fatturano dai 100.000 $ ai 250.000 $.
La stessa autrice sottolinea gli usi principali che gli agricoltori statunitensi fanno del web: acquisto di sementi, ricerca di dati di mercato e di informazioni, agricoltura di precisione.
Se da un alto persiste l’urgenza di una spinta italiana, bisogna precisare che il discorso concernente il ritardo accumulato necessita di alcuni chiarimenti, dal momento che la performance non può esser considerata omogenea.
Nelle regioni del Nord-ovest e Nord-est la “condizione tecnologica” appare meno drammatica dal momento che rispettivamente il 10,9% e l’8,1% degli enti dichiara di fare uso degli strumenti dell’informatica per la gestione degli allevamenti o delle aree coltivate così come dell’area amministrativa o commerciale. La regione Lombardia, così come le province autonome di Bolzano e Trento si dimostrano le zone più all’avanguardia (Istat, 2012).
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Figura 12 - Percentuale di aziende agricole informatizzate sul totale, per Regione (Anno 2010).
Fonte: Istat
La realtà si fa ben più critica nel Meridione, con valori che oscillano tra l’1 ed il 3,1% delle imprese. L’accentuato digital divide è un problema sul quale si sta movimentando anche il Governo che, negli ultimi anni, ha avvertito la necessità di attuare delle politiche per cercare di ridurre il distacco che separa le varie regioni italiane.
All’interno del programma “Il Mezzogiorno per l’Europa”, due delle quattro tematiche trattate appaiono particolarmente rilevanti ai nostri fini di analisi: stiamo parlando dell’obiettivo di aumentare l’istruzione e il raccordo scuola-lavoro e degli interventi di “Agenda digitale”. Quest’ultimo strumento infatti, è stato pensato per ampliare l’offerta della banda larga così che possa raggiungere tutta la popolazione entro il 2013 (ANCI, 2012) ed in particolare le zone rurali al momento sprovviste.
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D’altra parte, l’insistenza da parte dell’Unione Europea di munire l’intero territorio di infrastrutture digitali è forte fin dal Nuovo Millennio. Essa, tramite vari progetti (tra cui l’iniziativa “eEurope” attiva dal 1999 e sfociata in “i2010”), continua a spingere nella direzione dell’”economia della comunicazione”, per guidare i suoi cittadini nel mondo della rete, estendendo l’accesso alla banda larga e favorendo lo sviluppo di servizi on- line quali l’e-learning (apprendimento on-line) e l’e-government, piuttosto che di tecnologie digitali a servizio della salute ( e-health) o delle aziende (e-business) (COM, 2002).
La situazione delineata ci fa comprendere l’urgenza con cui l’intera Italia dovrà adattarsi alle nuove spinte tecnologiche: in un panorama tendente alla globalizzazione, innovare, anche attingendo dalle strategie dei paesi leader o delle aziende virtuose, sembra ormai l’unica strada per affrontare il futuro ed uscire dalla crisi che ci avvolge da anni. Certamente il tutto dovrà esser eseguito nel rispetto della tradizione e dei valori che fino ad oggi hanno contraddistinto il nostro paese. Ecco allora che potremmo concepire l’innovazione digitale come uno strumento per valorizzare la tradizionale forza del Made in Italy nella moda, nel design e nel comparto agro-alimentare.
Molti passi in avanti, dal punto di vista dell’informatizzazione, sono stati fatti negli ultimi anni. Anche se lo sforzo è ancora basso, pensare di stravolgere il settore primario è un’utopia poiché equivarrebbe a voler cancellare le tradizioni. Sfruttare l’esperienza accumulata come bagaglio culturale da inserire in un mondo più tecnologico ed agevolato dalla Rete, sembrerebbe una soluzione più consona alla realtà italiana.
Internet si sta dimostrando un prezioso alleato per le aziende agricole poiché se sfruttato nel giusto modo dà loro la possibilità di amplificare le entrate, piuttosto che ridurre la fatica e le ore di lavoro.
Pensiamo per esempio al vantaggio che un agricoltore o un consorzio agricolo oltre ai tecnici del settore, potrebbero trarre dall’utilizzo di una web app36 per gestire il comune Registro dei Trattamenti37.
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Con “web based application (WBA)” si è soliti far riferimento a tutte le applicazioni che si avvalgono di Internet e operano a livello di server remoto, non necessitando quindi l’istallazione su un determinato
computer o dispositivo. Esse consentono, a bassi costi e con facilità, lo svolgimento delle più disparate
attività quali archiviazione di dati, elaborazione di video ed immagini, operazioni di calcolo, etc.
37 Il Registro dei Trattamenti, obbligatorio dal 2001 per le aziende agricole che si avvalgono di fitosanitari
(Regione del Veneto – Unità Periferica Servizi Fitosanitari, 2012) per la protezione delle proprie colture, è un modulo (o un insieme di moduli singoli) contenente l’elenco dei trattamenti effettuati dall’impresa in
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Un esempio è il cosiddetto “Quaderno di Campagna”, nato nel 2001 e poi aggiornato nel tempo, col fine di fornire un prodotto sempre migliore al cliente.
Disponendo di una semplice connessione Internet, all’agricoltore non resta che collegarsi tramite username e password per avere accesso al proprio Registro dei Trattamenti e al resto della documentazione richiesta dal comparto agroalimentare. Egli può effettuare questa operazione in qualsiasi luogo e momento, tramite tablet o smartphone oltre al comune PC, con un considerevole risparmio di tempo e di energie (Spadoni, 2012).
Inoltre il software rende disponibili banche dati in aggiunta a strumenti utili per la realizzazione di innumerevoli attività quali previsioni meteo, gestione del magazzino e tempi di concimazione. Dal 2002 ad oggi, più di un migliaio di aziende si è avvalsa con successo di questo strumento, riducendo gli errori ed appoggiando in modo facile e sicuro il proprio lavoro quotidiano.
La presenza di accurate informazioni meteo si rivela preziosissima nel campo agricolo poiché esse permettono all’imprenditore che conosce le condizioni climatiche del luogo, di controllare lo svolgimento delle comuni attività, ad esempio programmare gli interventi sui parassiti ovvero le attività di irrigazione in periodi caratterizzati dall’assenza di piogge (Rosa, 2012).
Le tecnologie informatiche stanno diventando sempre più intuitive, in modo che contoterzisti ed imprenditori agricoli possano avvalersi di strumenti avanzati per comunicare con rapidità e in sicurezza, facilitando così le mansioni quotidiane.
Il più evoluto tra i dispositivi rimane l’essere umano ma gli strumenti oggi disponibili, diventano fondamentali per consentirgli di effettuare le mansioni in modo più efficiente (Mainardi, 2012).
Così come l’inglese è diventata lingua di raccordo tra i popoli del mondo, sono stati inventati protocolli che permettono la comunicazione tra i sensori presenti nei trattori e nelle altre attrezzature agricole. Grazie a dispositivi wireless e poco ingombranti, il lavoro potrà diventare ancora più facile ed intelligente. Pensiamo per esempio a “Smart Sentinel”, un kit studiato per ogni tipo di macchinario agricolo, in grado di prevenire i pericoli associati alla guida su terreni pericolanti o instabili, monitorando attraverso la
questione. Esso deve essere custodito dal titolare per tre anni dalla data del singolo processo, per consentire le attività di controllo, volte a verificare la correttezza d’impiego (sanitario, economico, ambientale) di tali prodotti e semplificare la tracciabilità agro-alimentare.
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Rete i tempi ed i tragitti percorsi dal mezzo, così come i segnali d’allarme registrati nel corso del lavoro38, per razionalizzare le risorse ed aumentare la produttività (Mainardi, 2012).
L’ausilio del web diviene poi basilare per la registrazione degli animali con l’istituzione a livello nazionale di sistemi di anagrafe interamente informatizzati ed in continuo aggiornamento39. Esso si trasforma poi in un importante strumento per tutelare la salute dei cittadini ed il comparto zootecnico.
Comprendere le potenzialità degli innovativi strumenti offerti dall’informatica non è semplice per il tradizionale imprenditore agricolo, dal momento che la loro adozione presuppone la presa di familiarità coi sistemi digitali oltre ad un cambiamento di mentalità verso una prospettiva maggiormente imperniata sulla pianificazione e sul management delle attività, prendendo le distanze da una visione incentrata sull’ordinaria amministrazione.
Un approccio dinamico è però quello che richiedono i mercati del XXI secolo: pianificazione e controllo nel breve periodo e sviluppo nel lungo, in un’ottica di coordinamento e organica gestione delle attività (Rosa, 2012).