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I progressi della scienza e della tecnica nel settore primario

Capitolo 2 – INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA

2.3 Innovazioni di prodotto e di processo in agricoltura

2.3.2. I progressi della scienza e della tecnica nel settore primario

Gli avanzamenti in campo tecnico e scientifico hanno dato luogo ad un’agricoltura che, al giorno d’oggi, i nostri nonni e bisnonni farebbero fatica a riconoscere.

L’eliminazione della fatica ed il perseguimento di rese più elevate fa da filo conduttore alla ricerca più moderna (Rullani, 2012). Una delle peculiarità del settore primario sta

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nel fatto di tentare di ridurla in maniera progressiva, per trasformarla in una professione sempre più svolta davanti al PC o manovrando mezzi meccanici in totale comodità. E se ciò costituisce ormai una sorta di imperativo per le grandi imprese, l’innovazione diventa il motore delle piccole e medie aziende agricole che vogliono raggiungere dei risultati considerevoli.

Agire «smarter, not harder» (Sowman C. e Sowman R., 2010): un interessante esempio a riguardo proviene dal settore lattiero-caseario della Nuova Zelanda.

Il concetto del “lavorare in maniera più intelligente” nasce dal desiderio degli autori citati di abbandonare lo stress e l’alta intensità di lavoro per volgersi verso un sistema più orientato al controllo e all’efficienza nel convertire l’erba in latte, «from grass to glass» (Sowman C. e Sowman R., 2010).

L’insieme di innovazioni tecnologiche disponibili per i produttori del settore lattiero ha registrato un incremento nel tempo. Dall’ideazione delle stalle a spina di pesce negli anni ’50 all’avvento della mungitura robotizzata43

, passando per una serie di tecnologie intermedie atte ad assistere i contadini nella gestione della mungitura, dei pascoli, degli animali.

In passato, le piccole dimensioni delle stalle e delle mandrie consentivano un’amministrazione del bestiame per singolo capo; si sapeva, ad esempio, che bisognava mungere Clara3 per prima per non farle perdere del latte o che, per potenziare le condizioni fisiche di Berta45, durante la lattazione occorreva porgerle una dose extra di concentrato.

Con l’aumento delle dimensioni aziendali e della produttività per singola unità lavorativa, si son diffuse nuove tipologie di stalle a stabulazione libera. Dalla gestione per animale si è passati a quella per mandria, stravolgendo l’ottica di gestione fino a quel momento dominante. Ma questo approccio “per gruppo” non si rivelava completamente efficiente poiché non era possibile considerare le peculiarità di ciascun capo.

Il progressivo passaggio alla mungitura robotizzata ha quindi concesso di lavorare in ottica multi-dimensionale, risparmiando sulla manodopera e stando

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Essa viene realizzata mediante un macchinario capace di mungere una mandria bovina in maniera automatica. Oltre a ciò, il sistema provvede alla realizzazione di un insieme di attività aggiuntive quali la somministrazione del nutrimento al singolo capo secondo una dieta studiata ad hoc, il controllo giornaliero dello stato di salute, lo studio della qualità del latte munto (Pisoni, 2009).

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contemporaneamente attenti ad occuparsi delle caratteristiche del bestiame, prestando attenzione al benessere del singolo animale, prerogativa indispensabile per il successo di un’azienda che si occupa di allevamento ed opera in prospettiva manageriale (Lely, 2012).

Figura 16 - Passaggio alla mungitura robotizzata ed incremento della produttività per capo (2012).

Fonte: Lely

Fino a pochi anni fa, molte di queste tecnologie non erano collaudate oppure non si rivelavano efficienti sotto il punto di vista dei costi al punto che gli agricoltori desistevano dall’investire su di esse. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni dello scorso decennio, un’ondata di nuovi produttori e la progressiva adozione da parte dei contadini, han fatto sì che abbiano conosciuto un’attuazione crescente, aumentando l’efficienza e diminuendo il lavoro manuale.

Nel paper redatto, gli stessi proprietari spiegano quanto l’impiego di un insieme di tecnologie abbia loro consentito di convertire una fattoria low-tech in una che si avvale di sistemi innovativi per trasformare il luogo di lavoro in un ambiente piacevole e redditizio, diminuendo i rischi ed il lavoro manuale «doing more, with less» (Sowman C. e Sowman R., 2010).

Tenendo conto dei punti di forza e di debolezza identificati tramite l’analisi SWOT, Corrigan e Ruth hanno provveduto a ridisegnare l’intera infrastruttura e sistema

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aziendale; si son resi conto che sprecavano giornalmente più tempo ad organizzare la moltitudine di forza lavoro impiegata in azienda, piuttosto che a cogliere le occasioni provenienti dal mercato.

Lo stesso studio minuzioso ha consentito di individuare le opportunità e le minacce insite in un’amministrazione poco funzionale, caratterizzata da costi di gestione troppo alti e ridondante coordinamento di tempi e risorse.

Uno dei cambiamenti più consistenti è stato quello di rimpiazzare due stalle a spina di pesce con un sistema di rotazione automatica, il quale poteva contenere l’intera mandria (840 mucche). Ciò ha permesso una drastica riduzione del personale impiegato portandolo da una richiesta di circa cinque, ad uno o due addetti. Questa decisione ha implicato un’eccezionale flessibilità nella gestione dello staff, diminuendo considerevolmente i costi della forza lavoro - alla quale è stata assegnata una maggiore responsabilità - e focalizzandosi in maniera più accurata sui turni e sulla gestione delle pause durante la singola giornata.

Per quanto riguarda l’impatto sulla gestione delle mucche, le tecnologie automatiche hanno permesso al team di riuscire a gestirle una ad una in un’ottica proattiva.

Informazioni minuziose sul singolo capo, sulla propria salute e l’accoppiamento, possibilità di monitorare gli animali ammalati o le varie fasce d’età sono solo alcuni del benefici registrati, che si sono tradotti in maggior competitività nel breve - e soprattutto lungo - periodo.

In aggiunta a ciò, l’utilizzo di alcuni software per la gestione dei processi aziendali (tra cui FarmKeeper e Pasture Coach44), ha contribuito al raggiungimento dei risultati in termini di efficienza ed efficacia con una maggiore fluidità nei tempi e semplicità di svolgimento delle mansioni richieste.

Dal momento che il fine ultimo della maggior parte degli attori economici è quello di ottenere migliori prestazioni, utilizzare le nozioni scientifiche in possesso dall’essere umano consente di massimizzare il profitto economico. Ciò può esser perseguito sia puntando su un aumento della quantità prodotta che sulla diminuzione dei costi associati (Bagnato e Maltecca, 2003). Con riferimento a queste variabili, lo scopo si traduce in

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FarmKeeper è uno strumento versatile e un eccellente sistema di supporto tecnico per l’amministrazione dei pascoli, fertilizzanti, recinti, etc., per aiutare il contadino nella gestione della propria attività. Pasture Coach è un programma semplice ed utile, che ricrea la propria fattoria in modo interattivo per pianificare e gestire le colture, le loro rotazioni, i recinti, i pascoli.

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un’ottimizzazione della funzionalità dell’animale oltre che sull’abilità a mantenerlo in allevamento il più possibile. La genetica interviene quindi per aiutare l’imprenditore agricolo e gli enti di ricerca a sviluppare paradigmi di valutazione dei caratteri funzionali ovvero la selezione di quelle caratteristiche che consentono al bovino una maggiore efficienza finanziaria, grazie alla diminuzione degli oneri di input. Stiamo parlando dei caratteri di produttività (per esempio la facilità al parto o il tasso di concepimento), longevità e sanitari, come le problematiche connesse ad arti e piedi (Bagnato e Maltecca, 2003).

Grazie all’evoluzione della genetica si è in grado - attraverso la selezione - di individuare gli animali in grado di accrescere gli introiti zootecnici e tramandare mediante la riproduzione i loro geni, concretizzati nella prole successiva. Inoltre, dal momento che le caratteristiche selezionate permangono, è possibile costruire un processo cumulativo che permette di ottenere delle performance durature oltre che superiori nel tempo.

Negli ultimi anni poi, in diversi allevamenti argentini, si è soliti effettuare sistematicamente l’ecografia sulle bovine, in modo da identificare anticipatamente i casi di fallita gravidanza. Ciò permette una maggiore celerità nel procedere a ri-fecondare in tempi brevi i capi in questione, accelerando le nascite. È curioso osservare che le stesse ecografie vengono effettuate anche sui bovini di sesso maschile, per esaminare la massa dei muscoli e le parti adipose del bestiame, ricavando dati fondamentali per gli incroci e il perfezionamento genetico delle specie (Pisoni, 2009).