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L'ambasceria Tenshō in Europa: un viaggio politico-economico

2.5 La tipologia del viaggio

2.5.1 L'ambasceria Tenshō in Europa: un viaggio politico-economico

Il visitatore Valignano si rende subito conto che la missione gesuitica giapponese deve essere continuamente sorretta, non solo dal padroado portoghese, ma anche dal pontefice e da alcuni benefattori che possono, attraverso la loro solidarietà, far aumentare e migliorare le varie iniziative che la Compagnia a fatica cerca di portare avanti. I gesuiti, dunque, «did not enough financial support from the central ecclesiastical and secular authorities»371, e così tentano di sensibilizzare alcune personalità influenti dell'epoca mostrando il risultato e il frutto delle loro attività evangelizzatrici. L'ambasceria Tenshō è promossa, quindi, anche per racimolare contributi finanziari e per suscitare presso la Santa Sede e la stessa corona ispano- portoghese il desiderio di aumentare i fondi già destinati alla missione, allo scopo di consentire il suo mantenimento e la sua crescita. Pedro Lage Reis Correia afferma: «Por outro lado, a passagem da embaixada pela Europa podia contribuir para solucionar os problemas financeiros da missão. Valignano calculava que esta embaixada conduzisse a um aumento dos fundos da Santa Sé e da Coroa para a missão japonesa»372. Ciò è condiviso anche da Giuseppe Brancaccio, il quale sostiene, che la delegazione sia stata organizzata principalmente al fine di ottenere un solido sostegno del papa alla strategia missionaria dei gesuiti, specie sul modo di intendere i limiti del regime di padroado:

Al pontefice veniva chiesto di legittimare i traffici commerciali della Compagnia di Gesù non solo in quanto questi garantivano l'autosufficienza economica delle missioni ma soprattutto perché rafforzavano l'autonomia la piena libertà di azione della Chiesa su un terreno, quello missionario, nel quale interesse della corona e quella del soglio pontificio sempre meno coincidevano373.

Difatti diversi componenti dell'Ordine sono coinvolti in alcune attività commerciali e nell'ultimo quarto del secolo tale iniziativa è condotta su due livelli: quello legale,

371 Elsa Macedo de Lima Penalva, The Letters of the Jesuits: the Economy of the Jesuit Missions in

Japan (1614-1639), in Francis A. Dutra - João Camilo dos Santos (eds.), Proceedings of the International Colloquium on the Portuguese and the Pacific, Center for Portuguese Studies University of California,

Santa Barbara, 1995, p. 262.

372 Pedro Lage Reis Correia, O Triunfo do experimentalismo na missão do Japão: Alessandro

Valignano (1539-1606) e a organização da embaixada japonesa à Europa em 1582, Discurso proferido

no simpósio internacional «Novos Mundos - Neue Welten. Portugal e a Época dos Descobrimentos» no Deutsches Historisches Museum, em Berlim, 23 a 25 de Novembro de 2006, p. 8.

373 Giuseppe Brancaccio, Le ambascerie giapponesi al papato nei secoli XVI e XVII, in Adolfo Tamburello (a cura di), Nell'Impero del Sol Levante: Viaggiatori, Missionari, Diplomatici in Giappone.

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appoggiato e supervisionato dal superiore della missione locale e quello illegale, non riconosciuto dai superiori della Compagnia presenti sul luogo, svolto in maniera clandestina, coinvolgendo il singolo religioso, che opera a titolo individuale:

O comércio legal era orientado pelo «procurador», sub a supervisão do provincial ou vice-provincial, e traduzia-se no contrato celebrado entre a Ordem de Jesus e a cidade de Macau, o que constituia o esteio económico da Companhia de Jesus no Japão. Porém, paralelamente a esta actividade, uma otra, «ilegal», ou «clandestina», à revelia do «procurador», parece ter sido conduzida por «padres» a título individual ou por «casas» a que pertenciam a fim de ajudar a suprir os débitos em que incorriam374.

La richiesta di sostentamento della missione nipponica è sottolineata esplicitamente dallo stesso Valignano in due lettere redatte tra il 1583 e il 1585, indirizzate all'arcivescovo Teotónio de Bragança, benefattore della chiesa giapponese, attraverso le quali il visitatore comunica all'alto prelato dei bisogni economici e dello stato attuale della missione, anticipandogli, inoltre, l'invio in Europa del confratello Nuno Rodrigues affinché questi possa intercedere presso la corte papale di Gregorio XIII e quella temporale di Filippo II. Infatti il confratello, appena giunto a Lisbona, si allontana dal gruppo per dirigersi a Roma allo scopo di incontrare la Congregazione dei procuratori e trattare di affari. Nella seconda epistola annuncia sempre a Teotónio de Bragança alcune sue idee e "progetti" che potrebbero portare un valido contributo ai cristiani del Giappone375.

Pare che i primi risultati della richiesta effettua da Valignano si manifestino già nel 1583, quando Gregorio XIII il 13 giugno con il breve Mirabilia Dei promette alla missione una rendita annuale di 4000 ducati per 20 anni e 2000 in eterno. Poco dopo il suo successore Sisto V, nel mese di maggio del 1585, emana la Divina Bonitas mediante la quale incrementa la donazione a 6000 ducati:

Sisto V aumentó esta dotación a seis mil en 1585, pero prohibiendo los negocios de los jesuitas. Ocioso es decir que Valignano los continuó "pendiente de apelación". Gregorio XIII y los jesuitas de Macao pensaban que, en vista de la urgente necesidad, a quel negocio "non erat mercatura, sed opus charitatis". Sixto V y Felipe II prometieron incrementar las rentas de la misión376.

374 Maria Manuela Silva - José Marinho Álvares, Ensaios Luso-Nipónicos, Imp. A. Coelho Dias, Lisboa, 1986, p. 34.

375 M. Cooper, The Japanese Mission to Europe, 1582-1590, op. cit., pp. 6-7.

376 Antonio Cabezas, El siglo Ibérico del Japón: La presencia Hispano-Portuguesa en Japón (1543-

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Il sovrano spagnolo, avendo più volte dichiarato bancarotta, non adempie però alla parola data, come d'altronde il pontefice, sebbene i gesuiti, in questo lasso di tempo, ricevano dei sostentamenti allo scopo di aiutare il lavoro educativo e missionario della Compagnia nel Paese. Accanto a questi si ricorda, inoltre, la donazione che giunge dall'arcivescovo di Évora al fine di costruire una scuola e la sua proposta di inviare enologi per piantare vigneti così che i sacerdoti abbiano del vino per celebrare la messa e non dipendere dall'India.

Nell'ambito di questo viaggio è possibile cogliere anche alcuni aspetti che entrano nella sfera politica. Bisogna precisare tuttavia che la visita dei legati giapponesi in Europa appare dettata anche da tale proposito, nonostante non vi sia nessuno documento che riporti o faccia riferimento a questioni di questo genere, neppure nelle indicazioni che lo stesso Valignano redige e consegna a Goa al confratello Rodrigues. Durante la visita in Europa gli ambasciatori si incontrano e sono spesso ricevuti da diverse autorità e rappresentanti del mondo politico, i quali attraverso l'ospitalità e l'accoglienza festosa, mostrano il loro potere, la struttura gerarchica e la ricchezza del loro "regno": i giovani ormai in stretto contatto con gli ambienti romani e con il re Filippo possono comprendere il prestigio politico dello stato pontificio e quello governativo della monarchia ispano-portoghese.

L'elemento politico è comunque rintracciabile nel viaggio dei giovani emissari perché è parte integrante di ogni società e quindi esso si presenta ai giovani anche attraverso gli aspetti religiosi e culturali:

Some religious shrines had more over political than religious significance. The duke, for example, took the emissaries to see the church, palace, and treasure of the knightly Order of Santo Stefano. Since this was the institution by which the duke sought to establish his naval supremacy in the Mediterranean, their visit to the headquarters of the order had as much to do with ducal efforts to be perceived as a powerful figure beyond the confines of his small state as it had to do with the Ash Wednesday celebrations that were taking place there during the Japanese visit377.

Forse da questa prospettiva l'ambasceria di Alessandro Valignano potrebbe considerarsi non del tutto riuscita, in quanto il gesuita non raccoglie cospicui contributi e sonvenzionamenti per il bene e la crescita della nascente Chiesa nipponica. I gesuiti riescono a racimolare delle offerte anche da parte dello stesso monarca e del pontefice,

377 Judith C. Brown, The First Japanese Emissaries to Europe, in "Renaissance Quarterly", 1994, n. 4, v. 47, p. 893. Si veda anche: Adriana Boscaro, The First Japanese Ambassadors to Europe - Political

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ma non otterranno un aumento economico che permette loro di svolgere pienamente le proprie attività e di "vivere dignitosamente". Per tali ragioni i singoli religiosi si impegneranno in attività commerciali, talvolta anche con il consenso dei superiori e a "godere" del patrocinio del padroado real cercando di portare avanti il lavoro iniziato con entusiasmo e spirito di dedizione.