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La missione cattolica in Giappone da Francesco Saverio alla fine del XVI secolo

Il gesuita navarro giunge a Kagoshima, la capitale di Satsuma, a sud del Kyūshū il 15 agosto del 154994 insieme a Cosme de Torres (1510-1570), il fratello coadiutore Juan Fernández de Oviedo (1526-1567) e il neofita giapponese Anjirō con João e António95. Nonostante la difficile situazione politica che vive il Giappone in preda ad alcune guerre intestine (sengoku jidai 戦国時代, 1467-1573) tra sette religiose, daimyō 大名 e jitō

地頭, e l'ostacolo della barriera linguistica, Saverio riesce a penetrare nel contesto

Oriente, Roma, 1943, pp. 139-214; Josef Franz Schütte, Map of Japan by Father Girolamo de Angelis, in "Imago Mundi", 1952, v. 9, pp. 73-78; Adriana Boscaro, La prima descrizione europea di Ezo, in Beato

Girolamo de Angelis, Relazioni e mappa del regno di Yezo, a cura dell’Amministrazione Comunale di

Enna, Enna, 1987, pp. 65-72; Adolfo Tamburello, La cartografia italiana e l'insularità dell'Hokkaidō. Le

prime conoscenze europee degli Ainu attraverso l'opera di Girolamo De Angelis, in Adolfo Tamburello

(a cura di), Italia-Giappone 450 anni, I, Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente-Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", Roma-Napoli, 2003 pp. 33-34. Recentemente sugli Ainu si veda: Tiziano Tosolini,

Una lettura orientale del dialogo. Il caso Giappone, Pazzini Editore, Villa Verucchio, 2010, pp. 174-189.

Inoltre, sulla cartografia degli occidentali si veda: Adriana Boscaro - Walter Lutz, Ezo and Its

Surroundings through the Eyes of European Cartographers, in Japan. A Cartographic Vision, Prestel,

Munich-New York, 1994, pp. 84-94.

92 Jorge Henrique Cardoso Leão, Anjirô ou Paulo de Santa Fé? Um estudo de caso das mediações

culturais a partir da relação entre os jesuítas e o clero japonês, in "Anais Online do IV Congresso

Internacional de História, Maringá – Paraná – Brasil, 9 a 11 de Setembro de 2009", (http://www.pph.uem.br/cih/anais/trabalho.php?tid=392), p. 2523.

93 João Paulo Oliveira e Costa, D. João III e São Francisco de Xavier, in "Oriente", 2005, n. 13, p. 13. 94 Nello stesso anno è fondata la missione gesuitica a Bahia in Brasile con l'arrivo del portoghese Manuel Nóbrega (1517-1570) e cinque confratelli, insieme al primo governatore Tomé de Souza (1503- 1579). La provincia è istituita nel 1553, anno in cui giunge il secondo governatore Duarte da Costa insieme ad altri due gesuiti Luís da Grã (1523-1609) e José de Anchieta (1534-1597), che era ancora novizio: Yasuhiko Sano, Expansão do pensamento português do século XVI-XVII no Japão e no Brasil, in "Tulane Studies in Romance Languages and Literature", 1981, v. 10, p. 202.

95 In alcuni testi è scritto che in questo gruppo vi sono anche due servi: Amador, un malabarico e Manoel, un cinese: Olof G. Lidin, Tanegashima: The Arrival of Europe in Japan, NIAS Press, Copenhagen, 2002, p. 112.

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socio-culturale del tempo e a dedicarsi pienamente alla diffusione della fede cristiana96. Inizialmente la sua opera è affiancata e sostenuta dallo stesso neofita Anjirō, che assume, infatti, il compito di interprete, specie nelle prime conversazioni che Saverio comincia a instaurare con la popolazione e con alcuni bonzi, che si mostrano però alquanto ostili alla presenza degli occidentali e di traduttore, essendo ingaggiato per la resa in giapponese di alcuni articoli di fede, preghiere cristiane e del Credo.

Come traspare dalla cosiddetta "grande lettera" che il gesuita scrive il 5 novembre del 1549, indizzata ai compagni residenti a Goa, egli riceve un buon impatto dai giapponesi. Egli sostiene infatti che essi si mostrano ben disposti a ricevere la fede cristiana e quindi posseggono tutte le condizioni necessarie per essere convertiti:

De Japán, por la expiriencia que de lla tierra tenemos, os hago dsaber lo que de[l] a tenmos alcançado: primeramente la gente que hasta aguora está descubierta; y me parece que entre gente ynfiel non se hallará otra que gane a los japanes. Es gente de muy buena conversación, y generalmente buena y no maliciosa, gente de honrra mucho a maravilha, ystima[n] más la honrra que noinguna otra cosa, es gente pobre en general y la pobreza entre fidalgos y los que no lo son, no la tienen por afrenta97.

Saverio entra subito in contatto con il daimyō di Satsuma Shimazu Takahisa 島津貴久 (1514-1571) e grazie alla sua protezione, riceve il permesso di risiedere a Kagoshima e di svolgere attività di apostolato e di predicazione, cercando di coinvolgere anche alcuni laici affinché sappiano meglio comunicare gli elementi cardini della dottrina cristiana. D'altro canto, il signore feudale, si mostra interessato alla presenza dei missionari al fine di attirare i commercianti lusitani nei suoi porti. In questo tempo il gesuita pensa che l'idea fondamentale sia quella di raggiungere la capitale Miyako (Kyōto) per poter così presentarsi all'imperatore e ricevere anche da lui l'autorizzazione a divulgare la fede. Nell'agosto del 1550 si allontana da Kagoshima e si dirige prima a Hirado, dove grazie all'arrivo di una nave portoghese, apprende alcune notizie e riceve lettere di confratelli. In quella occasione riesce a convertire un centinaio di persone, e successivamente, dopo aver trascorso un mese a Yamaguchi e passato per Sakai (l'attuale Ōsaka) giunge a Kyōto nel gennaio del 1551. Trascorrendovi solo undici

96 A questo proposito Arimura Rie scrive: «No obstante, las situaciones inestables, devastadoras y bélicas del Japón de aquel entonces, denominadas hoy Sengoku jidai “periodo de los reinos combatientes”, impidió que la Compañía de Jesús disfrutara la misma posición política que en Mozambique, Goa, Malaca y Macao»: Rie Arimura, Trascendencia geográfica e institucional de los

métodos de evangelización: una reconsideración acerca de las empresas apostólicas del Japón moderno temprano, in "Revista Grafía", 2013, n. 1, v. 10, p. 97.

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giorni, si rende conto ben presto che la figura dell'imperatore in quegli anni è del tutto simbolica, non rivestendo particolare potere. Saverio rinuncia così al suo progetto iniziale e comincia a comprendere che «não devia apostar no poder central, mas sim nos poderes regionais e feudais, que eram o verdadeiro poder»98. Alcuni anni dopo, nel mese di novembre del 1559, il portoghese Gaspar Vilela (1525-1572), porta a compimento il desiderio di Saverio fondando una comunità gesuitica nella capitale insieme a Lourenço Ryōsai ロレンソ了斎 (1525-1592), un biwa hoshi 琵琶法師

(suonatore cieco di biwa) di Hizen, che riceve il battesimo nel 1551 e sei anni dopo entra nella Compagnia come iruman イルマン99, ovvero fratello coadiutore.

Saverio parte, quindi, per Sakai, giungendo prima a Hirado e poi a Yamaguchi sempre con l'obiettivo di fondare nuove comunità cristiane e ricevuto, anche questa volta il beneplacito del daimyō Ōuchi Yoshitaka (1507-1551), che gli concede un piccolo tempio buddhista, comincia a radunare e a incuriosire persone. Non mancano le difficoltà, né i rischi. La missione, nonostante la repentina crescita e l'interesse mostrato da una buona parte della popolazione, vive momenti difficili e di forte contrasto: alcuni bonzi manifestano la loro rivalità nei confronti dei religiosi stranieri, seminando calunnie e menzogne al fine di richiamare i neofiti al buddhismo. Mentre Torres e Fernández restano, dunque, a Yamaguchi, cercando di scampare ai pericoli della guerra, come lo stesso Saverio comunica nell'epistola del 29 gennaio 1552, redatta a Cochin100, egli, invece, accetta l'invito del daimyō di Bungo Ōtomo Yoshishige 大友義鎮 (1530-

1587) e ancora una volta con una imbarcazione lusitana parte, nel settembre del 1551, per Funai (Ōita). Il suo intento, però, è quello di istituire una comunità cattolica in Cina affinché i membri delle varie scuole buddhiste giapponesi, provenienti dal Paese di mezzo, possano allontanarsi dalle falsità e inesattezze che essi professano e abbracciare così la fede cristiana. In compagnia di due giapponesi si imbarca da Ōita il 15 novembre del 1551 e ritorna in India, così che nel febbraio dell'anno seguente, raggiunta Goa, ottiene dal viceré che fosse preparata un'ambasceria del Portogallo all'imperatore cinese. Il gruppo raggiunge Malacca verso la fine di maggio, ma il capitano Álvaro de Atayde,

98 Pedro Lage Reis Correia, Entre o Desafio e as Soluções; O percurso histórico do Cristianismo no

Japão (1549-1638), in Nihon ni okeru Kirisutokyō, Actas do Colóquio Cristianismo no Japão. Universalismo Cristão e Cultura Nipónica, Fundação AIS, Lisboa, 2009, p. 72.

99 Sono accompagnati da due dōjuku (denominati spesso come catechisti), Damião di Chikuzen (c.1536-1586) e Diogo, battezzato a Shangchuan: Madalena Ribeiro, Gaspar Vilela, between Kyūshū and

the Kinai, in "Bulletin of Portuguese/Japanese Studies", 2007, v. 15, p. 19.

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figlio di Vasco da Gama, manda a vuoto la delegazione. Senza arrendersi di fronte a questo fallimento Saverio decide di imbarcarsi di nascosto su una giunca cinese approdando nell'isola di Sancian, che «está trinta legoas de Cantão»101, dove attende un'imbarcazione per entrare nel Paese, ma colpito da una polmonite trova la morte il 3 dicembre del 1552. Il desiderio di penetrare in Cina sarà realizzato dagli italiani Michele Ruggieri e Matteo Ricci, che si stabiliscono a Zhaoqing il 10 settembre del 1583, fondando una residenza; e il secondo dopo aver stabilito una comunità a Chaozhou nel 1589, due a Nanchang nel 1595, un'altra ancora a Nanchino nel 1599, riesce a penetrare nel 1601 a Pechino al cospetto dell'imperatore102.

Quando Francesco Saverio si allontana dal Paese103, la missione gesuitica giapponese divisa in tre giurisdizioni, Shimo, Bungo e Miyako, è affidata, verso la fine del 1551, a Cosme de Torres, al quale si deve la conversione di numerosi giapponesi, tra cui anche personalità influenti dell'epoca, e quindi la crescita della comunità cattolica e il progresso di alcune opere104. Nel 1570 subentra il portoghese Francisco Cabral (1528- 1609)105, considerato dagli storici una delle figure più discusse di tale missione, forse non particolarmente adatto a lavorare nell'arcipelago, vista la poca accoglienza e tolleranza mostrata verso la società e la cultura giapponesi. Nonostante il suo duro temperamento e la sua rigida personalità, durante gli anni di superiorato, fino al 1581106,

101 Ivi, p. 493.

102 Diversi i contributi che delineano la biografia e il profilo missionario del gesuita, ci limitiamo a citare uno dei più recenti e autorevoli: Michela Fontana, Matteo Ricci. Un gesuita alla corte dei Ming, Mondadori, Milano, 2008. Si veda anche: Pasquale Maria D'Elia, S.I., Il vero sostituto di S. Francesco

Saverio nella missione della Cina, in La preghiera e il lavoro apostolico nelle missioni. Relazioni e comunicazioni lette nella Sezione di Missiologia del Congresso internazionale per il IV centenario della Pontificia Università Gregoriana 14-17 ottobre 1953, Apud Aedes Universitatis Gregorianae, Romae,

1954, pp. 79-87.

103 Nei secoli XVI e XVII il Giappone è composto da sessantotto feudi raggruppati in otto province, come è mostrato nella tabella del seguente contributo: Eliza Atsuko Tashiro, As variedades do japonês

nas Artes do Pe. João Rodrigues Tçuzzu, in "Historiografia da Linguística Brasileira", 2004, n. 7, p. 213.

104 Cfr. Léon Bourdon, La Compagnie de Jésus et le Japon. 1547-1570. La fondation de la mission

japonais par François Xavier (1547-1551) et les premiers résultats de la prédication chrétienne sous le supériorat de Cosme de Torres (1551-1570), Centre Culturel Portugais de la Fondation Calouste

Gulbenkian-Commission Nationale pour les Commemorations des Decouvertes Portugaises, Paris- Lisboa, 1993.

105 Giunto nel porto di Shiki, nell'isola di Amakusa il 18 giugno del 1570 insieme al confratello italiano Organtino Gnecchi Soldi (1532-1609), originario di Castro (Brescia), il quale trascorre il resto della sua vita nel Paese, cercando di mostrarsi sempre più accogliente e favorevole al popolo e alla cultura giapponesi. Trascorre la maggior parte della sua esperienza missionaria a Kyōto: Sandro Carminati,

Urugan Bateren. Organtino Gnecchi Soldi, sacerdote gesuita (1532-1609) apostolo di Miyako e secondo padre della cristianità giapponese, ed. Ferro, Milano, 2009.

106 Nel 1581 viene eletto il quinto preposito generale Claudio Acquaviva (1543-1615). Secondo alcuni storici, tra cui Malachi Martin, con la guida di questo giovane italiano (appena trentasettenne, di cui 14 da religioso) comincia l'età dell'oro del gesuitismo, grazie alle sue doti umane e spirituali che fanno di lui un perfetto amministratore, dotato di una positiva intrepidezza e di grande forza personale: Cfr. Malachi

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si registra comunque un buon numero di conversioni e quindi si annota un progresso della missione. Isabel Pina sostiene che:

Torres supported the pattern of accommodation, being the chief protagonist responsible for its development and initial systematization. However he strove to ensure that the experiments did not get out of hand and multiply in an uncontrolled manner. Cabral, in his turn, was a diehard opponent of these innovations107.

In seguito all'arrivo di Alessandro Valignano, del quale si dirà successivamente in maniera più dettagliata, Cabral è invitato a ritornare a Macao e nel 1581 il compito di superiore e poco dopo di vice-provinciale è assegnato a Gaspar Coelho (1530-1590). Si assiste in questi anni non solo a una crescita della comunità cattolica, ma anche alla fondazione della prima diocesi del Paese: Funai il 19 febbraio del 1588, nel regno di Bungo, con la nomina del primo vescovo Sebastião de Morais (1534-1588), che però non riuscirà a toccare il suolo giapponese, morendo in Mozambico. Nel 1592 è consacrato vescovo Pedro Martins (1542-1598) che giunge nel Paese nell'estate del 1596, sbarcando a Nagasaki. Questi assiste al primo evento spiacevole che colpisce la chiesa cattolica: il 19 ottobre del 1596 il galeone San Felipe, carico di argento, diretto a Manila da Acapulco a causa di un tifone naufraga a Urado, sulle coste dello Shikoku. Toyotomi Hideyoshi (1536-1598) 豊臣秀吉, il quale già dieci anni prima, nella notte

tra il 24-25 luglio del 1587, aveva emanato un editto di espulsione dei missionari dall'Impero, confisca l'imbarcazione e, scagliandosi contro la fraternità francescana spagnola, condanna a morte alcuni cristiani108. Questo gruppo, composto da 6 francescani, 17 laici terziari e 3 giovani affiliati alla Compagnia di Gesù, viene crocifisso il 5 febbraio del 1597, sulla collina di Nishizaka, avvenimento questo che sconvolge il mercante fiorentino Francesco Carletti (1573?-1636)109, approdato poco

Martin, I Gesuiti e la segreta missione della Compagnia di Gesù nel mondo in cui fede e politica si

scontrano, SugarCo Edizioni, Milano, 1987, p. 194.

107 Isabel Pina, The Jesuit Missions in Japan and China: Two Distinct realities: Cultural Adaptation

and the Assimilation of Natives, in "Bulletin of Portuguese/Japanese Studies", 2001, v. 2, pp. 60-61.

108 Shirley Fish, The Manila-Acapulco Galleons: The Treasure Ships of the Pacific: With an List of

the Transpacific Galleons 1565-1815, AuthorHouse, Bloomington, 2001, pp. 497-498.

109 Elisabetta Colla scrive: «In 1597, the year when the Carletti’s arrived to Nagasaki, Hideyoshi ordered the death of twenty-six Christians as Francesco testified in his chronicle during the “[…] debarking at the city of Nagasaki, we went immediately to see the spectacle of those poor (as regards this world) six monks of Saint Francis, of the discalced Spanish order, who had been crucified with twenty other Japanese Christians – among them three who had donned the habit of the Jesuits – on the fifth of the month of February of that same year, 1597” (fl. 105). These martyrs “raised on the crosses and placed on the top of a mountain, a place that is ‘an arquebus shot’ from the city” (fl.105), and ended the crude description by saying “this is the manner of crucifixion in Japan” »: Elisabetta Colla, 16th Century Japan

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tempo prima. Martins lascia il Giappone nel marzo 1597 e il 5 agosto del 1598 approda a Nagasaki l'eborense Luís de Cerqueira (1552-1614)110, che darà un forte impulso all'azione pastorale della diocesi e della missione in genere, ordinando sacerdoti indigeni, costruendo la sua residenza adiacente al collegio di Nagasaki, pubblicando il calendario liturgico per la stessa città, che voleva elevare a sede episcopale al posto di Funai e altre opere, tra cui Contrição no ryaku (Compendio della penitenza) nel 1603 e due anni dopo il Manuale ad Sacramenta Ecclesiae ministranda111. Accanto a tutto questo si impegna, inoltre, nella valorizzazione e nell'aggregazione di collaboratori laici e istituisce nel 1598 la festa di «Nossa Senhora da Proteiçam, a que em Japam chamão On mamori no Santa Maria, festa que o Senhor Bispo Dom Luís instituio no primeiro dia do Anno Novo Japónico»112.

Nel 1611 è costituita la provincia gesuitica giapponese affidata alla cura del portoghese Valentim Carvalho (1560-1631).