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Relazioni, cronache e avvisi sull’ambasceria Tenshō: una letteratura di viaggio

Già durante il viaggio di ritorno degli ambasciatori giapponesi si cominciano a stampare e a far circolare in Europa alcune relazioni e resoconti che trattano della venuta di questi stranieri per rendere omaggio al sovrano Filippo II e al pontefice Gregorio XIII. L'evento, che grande curiosità, popolarità e rispetto aveva suscitato nel cuore di tanti, conduce, forse involontariamente, a un vero e proprio boom editoriale, e quindi a un lascito, come afferma Giuseppina Malena, nell'editoria e nelle arti441, proprio attraverso la pubblicazione di documenti e di descrizioni relativi al viaggio dei legati e di alcune tele che ritraggono particolari e suggestive scene. Tentando di presentare questi testi in ordine cronologico, soffermandosi in particolare sul "diario di viaggio", il De Missione, si vuole mostrare, non solo la fortuna, specie in Italia, che riscosse tale delegazione, insieme a coloro che la promossero e realizzarono, ma anche i diversi contributi che si producono e che sono inseriti, per la maggior parte, nel filone

440 Cfr. Stephan Turnbull, Onward, Christian Samurai! The Japanese Expeditions to Taiwan in 1609

and 1616, in "Japanese Studies", 2010, n. 1, v. 30, pp. 3-21.

441 Il contributo di Giuseppina Malena riferisce le principali opere editoriali e di opere artistiche nell'ambito delle due ambascerie (1585, 1615): Giuseppina Malena, Le ambascerie giapponesi in Italia

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della letteratura di viaggio. Adriana Boscaro nel suo Sixteenth Century european Printed Works on the First Japanese Mission to Europe asserisce che nel 1585 sono pubblicati ben 49 titoli diversi dedicati unicamente al viaggio in Italia della delegazione, ai quali bisogna aggiungere altri 29 prodotti editi tra il 1586 e il 1593: «Some statistical data: out of the 78 collected items, as already said, more than half, i.e. 49 have been printed in 1585. The remainder are divided thus: 1586=6; 1587=3; 1588=7; 1589=6; 1590=1; 1591=1; 1592=1; 1593=4»442.

Queste opere sono, dunque, di fondamentale importanza sia perché costituiscono le fonti attendibili della missione Tenshō, che contengono documenti preziosi e testimonianze dell'epoca, sia perché presentano alcune peculiarità e quindi tradizioni, usi e costumi della società giapponese, ancora poco conosciuta in quel tempo, nonostante il contributo e gli sforzi registrati da diversi religiosi della Compagnia di Gesù. Si menzionano in questa sede solo alcune di queste cinquecentine, probabilmente quelle che riscossero più successo già durante la peregrinazione dei giovani emissari e di conseguenza quelle più celebri per la stessa storiografia e per coloro che si mostrano interessati a studiare la storia dei rapporti tra l'Europa e il Giappone nei secoli XVI e XVII.

Si ricorda, innanzitutto, la prima opera pubblicata sull'argomento: Lettera Annale Portata di Novo dal Giappone Da i Signori Ambasciatori Delle cose ivi successe l'anno MDLXXXII, edita nel 1585 a Venezia Appresso i Gioliti, alla quale seguono gli Acta Concistorii Publice Exhibiti A.S.D.N. Gregorio Papa XIII. Regum Iaponiorum Legatis Romae. Die XXIII Martii M.D.L.XXXV, a partire da quelli pubblicati a Roma apud Franciscum Zannettum, per volere dello stesso pontefice Gregorio XIII, contenenti la traduzione latina delle lettere che i tre daimyō del Kyūshū avevano indirizzato al papa. Oltre a una seconda edizione presso la stessa città e il medesimo stampatore e quella presentata a Bologna per Alessandro Benacci, se ne registrano altre sette pubblicate in alcune città europee, come Dillingen, Praga, Lutezia (ovvero l'attuale Parigi) e Dusseldorf. Numerose edizioni riportano le lettere dei giapponesi e alcune, invece, l'orazione latina del gesuita portoghese, e nell'ambito di tale interesse editoriale, sono da citare gli Avisi venuti novamente da Roma delli XXIII di Marzo M.D.L.XXXV dell'entrata nel publico concistoro de due Ambasciatori mandati da tre Rè potenti del

442 A. Boscaro, Sixteenth Century European Printed Works on the First Japanese Mission to Europe.

op. cit., p. XIV. Molti dei lavori di cui si sta argomentando sono riportati anche nel seguente articolo:

João Paulo Oliveira e Costa, Bibliography. Japan and the Japanese in Printed Works in Europe in the

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Giapone, convertiti novamente alla santa fede christiana, à dare ubidienza à Sua Santità, usciti a Bologna per Alessandro Benacci, Con licenza de' superiori, sempre nel 1585 e pubblicati successivamente a Milano per Pacifico Pontio e ristampati a Ferrara per Vittorio Baldini. Pare che di questa relazione esista anche una traduzione in francese Advis venus nouvellement de Rome, touchant l'entree au consistoire public, de deux Ambassadeurs envoyéz de la part de trois Rois puissans du Giapon, de nouveau convertis à la S. Foy Chrestienne, pour rendre obáissance à sa saincteté, edita a Lyon, sempre nello stesso anno, per Benoît Rigaud e attualmente conservata presso la Bibliotèque Municipale della città.

Il 18 aprile del 1585, mentre i giovani giapponesi risiedono nella città eterna, è pubblicata dallo stampatore Paolo Meietto a Venezia una Descrittione dell'Ambasciaria dei Regi, & dei Principi del gran regno del Giappone. Venuti nuovamente à Roma, à render obbedienza alla Santità di Gregorio XIII. Pontefice Massimo. Al Clarissimo Signor & Patron Mio Osservandissimo, il Signor Ottaviano Valier, fu del Clarissimo Signor Zacaria e pochi giorni dopo, il 25 aprile, lo stesso Meietto stampa la Relatione del viaggio et arrivo in Europa et Roma de’ principi giapponesi: venuti a dare obedienza a Sua Santita l’anno MDLXXXV all’Eccell. Sig. Girolamo Mercuriale, della quale esistono altre due edizioni dall’identico titolo, di cui una dedicata al medico e filosofo Mercuriale, ma che sul frontespizio portano una marca diversa e una in cui non appare il nome dello stampatore.

Come già si è tentato di mostrare lo stampatore di Bologna Alessandro Benacci mostra particolare interesse all'evento, infatti nello stesso anno che presenta gli Acta Concistorii e gli Avisi, dà alle stampe il Breve raguaglio dell'Isola del Giappone, et di questi signori, che di là son venuti à dar obedientia alla Santità di N. S. Papa Gregorio XIII, del quale è pubblicata una edizione a Modena senza stampatore e un'altra con il seguente titolo: Breve ragguaglio dell'Isola del Giapone havuto con la venuta à Roma delli legati di quel regno, ove in compendio si tratta delli costumi di quei popoli, della religione, essercitii, habiti, vitto, qualità dell'aere, & molte alter cose, con un presente fatto da detti legati al Serenissimo Gran Duca di Toscana, edito a Roma per Bartholomeo Bofandino & Tito Diani. Si menzionano, inoltre, altri due suoi testi: Relatione del viaggio et arriuo in Europa, Roma e Bologna de i serenissimi principi giapponesi venuti a dare ubidienza a S. Santità e per vedere altre cose della religione christiana l'anno del Signore MDLXXXV (senza data) e nel 1589 Gl'ultimi avisi del

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Giapone, con l'arrivo de' signori Giaponesi nell' India. Ricevuti il mese d'Ottobre. M D LXXXVIII.

La cronaca più importante e dettagliata circa l'evento, che ancora oggi è considerata una fonte particolarmente rilevante e completa per ripercorre la maggior parte del viaggio intrapreso dai quattro emissari e dal loro seguito, utilizzata anche da alcuni storici e gesuiti del tempo443, è senza ombra di dubbio le Relationi della venuta degli

ambasciatori giaponesi a Roma, fino alla partita di Lisbona. Con le accoglienze fatte loro da tutti i Principi Christiani, per dove sono passati, redatte dal marchigiano Guido Gualtieri, segretario delle lettere latine di Sisto V. Fin da subito l'opera ebbe ampia circolazione e particolare pregio e popolarità, così che nello stesso anno, 1586, sono date alle stampe tre edizioni, una a Roma senza nota di stampatore; una, sempre nella stessa città, pubblicata per Francesco Zannetti; e un'altra ancora a Venezia "appresso i Gioliti", che appare però senza Con licentia dei Superiori. Inoltre, l'anno successivo a Milano è presentata una quarta edizione per Pacifico Pontio444.

Seguono, infine, altre relazioni e cronache stilate sempre allo scopo di fornire le notizie "dell'ultima ora", informazioni quasi in tempo reale, che alimentano la curiosità e l'interesse dei lettori, tra cui Il gran regno della China, novamente dalli Reverendi Padri di S. Agostino, S. Francesco, & Giesù, discoperto, dove si ha piena relatione del sito, costumi numero di città, e terre, che in detto regno si ritrovano, si come nel disegno appare. Et si intende come quei popoli sono disposti di voler accettare la Santa Fede Christiana, con alcuni miracoli occorsi novamente à esaltation di Santa Chiesa. Si narra dell'isole del Giapon, con il sito loro, e tutto quello s'appartiene à quei regni. Con l'arrivo d'essi signori Giaponesi à Goa. Cavati dall'originale dedicato alla Santità di Nostro Signor Sisto Quinto, stampato prima a Bologna e subito dopo a Firenze da Francesco Tosi nel 1589.

Le opere che sono state qui segnalate manifestano chiaramente l'attenzione circa la delegazione da parte degli stampatori, i quali fanno a gara nel mettere al corrente i lettori su quello che accade ai giovani giapponesi e fornire informazioni sul loro

443 Pare che il nono capitolo della già citata Historia de las Missiones di Luis de Guzmán, dedicato al viaggio dell'ambasceria, si serva in particolare delle Relationi di Guido Gualtieri. La Revista Portugueza

Colonial e Maritima ha pubblicato in più numeri, dal n. 91 del 20 aprile del 1905 al n. 101 del 20 febbraio

del 1906, la traduzione portoghese di João Farmhouse, dal titolo Uma embaixada japonêsa á Europa no

século XVI. Alcuni studiosi affermano che lo stesso De Missione abbia come fonte il resoconto di

Gualtieri.

444 Cfr. Cristina Rosa, Guido Gualtieri, Segretario delle lettere di Papa Sisto V e autore dell’opera

“Relazioni della venuta degli ambasciatori giapponesi a Roma”, in Carmen Maria Radulet (a cura di) Italia- Portogallo Viaggi nella storia e nella cultura, Sette Città, Viterbo, 2008, pp. 103-114.

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itinerario, sulle soste e manifestazioni di affetto che continuamente ricevono. Si assiste ad un vero e proprio fenomeno mediatico, mediante l'utilizzo del mass media del tempo, a una moda che cattura l'attenzione di molti e che lascia una buona e attendibile eredità circa l'evento:

Questi opuscoli, talvolta di poche pagine, portano tutti in frontespizio la notizia dell'ambasceria. Dalla poca accuratezza di alcuni testi si deduce che era considerato un argomento da sfruttare e molto richiesto e il testo veniva aggiornato dandogli talvolta soltanto un nuovo frontespizio. Si hanno ristampe a distanza di pochi giorni una dall'altra, tanto era importante essere sul mercato nel momento in cui i giapponesi giungevano in una data città445.

Sul finire del XIX secolo pare si possa assistere a una seconda fase di successo dell'ambasceria Tenshō, in seguito ad alcuni eventi di natura politica, culturale e religiosa, che ripescano l'avvenimento dal baratro nel quale era involontariamente caduto, riaccendendo l'attenzione di diversi studiosi e storici, interessati a rintracciare nuovi aspetti e documenti inediti circa la legazione. Così lo storico veneziano Gugliemo Berchet pubblica nel 1877, proprio a Venezia per la Tip. del Commercio di Marco Visentini, Le antiche ambasciate giapponesi in Italia. Saggio storico. Con documenti, dove oltre a tracciare gli elementi cardine e le caratteristiche principali delle due delegazioni giapponesi del "secolo cristiano", trascrive alcune carte conservate presso l'Archivio mediceo di Firenze, l'Archivio di Stato di Venezia e ancora l’Archivio di Modena.

Nel secolo successivo, precisamente nel 1904 l'ecclesiastico Francesco Boncompagni-Ludovisi pubblica Le prime due ambasciate dei giapponesi a Roma (1585-1615): con nuovi documenti e nel 1938, Beniamino Gutierrez edita il seguente contributo: La prima ambascieria giapponese in Italia dall'ignorata cronaca di un diarista e cosmografo milanese della fine del XVI sec., dove trascrive una breve parte del manoscritto, che, a detta di Renato Lefevre:

offre abbondanti notizie sul viaggio italiano di questi principi e dignitari giapponesi; e particolarmente importanti sono quelle sostanzialmente nuovo, sul soggiorno milanese (25 luglio - 31 agosto 1585). E più interessante ancora è la lunga descrizione che il cronista fa

445Adriana Boscaro, La «fortuna» in Italia, in La prima ambasceria giapponese in Europa: la visita a

Roma (1585): mostra fotografica, Istituto giapponese di cultura, Roma, 1989, s.p.. Si veda, inoltre:

Adriana Boscaro, La ‘fortuna’ della visita in Italia, in La Scoperta e il suo Doppio. Catalogo della

Mostra Commemorativa del Quarto Centenario della Prima Missione Giapponese in Italia (Venezia, maggio 1985), Centro Interuniversitario di ricerche sul viaggio in Italia, Moncalieri, 1985, pp. 39-43.

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del Giappone, come caratteristico documento delle cognizioni geografiche del tempo su quelle lontane regioni: notizie e descrizioni che il Gutierrez riporta in sunto, allegando anche in fac-simile i ritratti degli ambasciatori eseguiti dal Monte stesso446.

Solo quattro anni dopo, sempre dall'ambito gesuitico arriva un prezioso contributo: la pubblicazione presso la Sophia University, nella serie Monumenta Nipponica Monographs, 6, del Tratado dos embaixadores japões que foram do Japão a Roma no ano de 1582 di Luís Fróis. Il lavoro, edito e annotato da Okamoto Yoshitomo, Henri Bernard e João do Amaral Abranches Pinto, è pubblicato con il seguente titolo La Première Ambassade du Japon en Europe, 1582-1592 e reso in giapponese, sempre nel 1942, in Kyūshū sankō Ken'Ō shisetsu Kōki九州三侯遣歐使節行記 a cura di

Yokamoto. Nel 1993 lo studioso portoghese Rui Manuel Loureiro edita una parte

significativa del Tratado dos Embaixadores Japões, con una

«Introdução, notas, selecção e modernização de textos»447.

Non si può certamente terminare questo paragrafo senza soffermarsi a considerare l'opera monumentale della Tenshō shōnen shisetsu ovvero il De Missione, che si presenta come già detto innanzi «em forma de diálogo mostrando os quatro enviados relatando o que se passau a Leão, irmão do Daimyo de Arima, e a Linus, irmão do Príncipe de Omura»448. Il relatore di tale artificio letterario, molto in voga nell'Europa del XVI secolo, ma in declino già nel secolo successivo, è il cosmopolita Miguel, che risponde alle domande dei due giovani curiosi, i quali non si erano mai allontanati dal Paese. Il dialogo si svolge ad Arima, in casa della famiglia Chijiwa. Il volume consta di 34 Colloquia, in 437 pagine, senza paragrafi, né intervalli, approvato dalla chiesa con l'imprimatur del vescovo Leonardo de Sá nell'ottobre del 1589 e si mostra come un testo didattico e pedagogico destinato agli alunni giapponesi dei collegi gesuitici. Esso nasce dal progetto di Alessandro Valignano, il quale sostiene che tale viaggio e le impressioni, emozioni e considerazioni che esso ha suscitato ai giovani legati, durante tutto il tragitto, siano raccolte per essere comunicate a un vasto pubblico. Stilato in latino aveva pur l'obiettivo di essere letto e studiato dai giovani giapponesi, educati dai missionari, intenti allo studio di tale lingua classica. Come d'altronde riferisce la stessa lettera di

446 Renato Lefevre, La prima ambascieria giapponese in Italia. Dall'ignorata cronaca di un diarista e

cosmografo milanese della fine del XVI sec. Milano, Perego, 1938, pp. 81 con 6 tavole fuori testo e una

carta geografica, in "Bollettino della Società Geografica Italiana", 1940, n. 77, v. 5, p. 75.

447 Il volume è edito dal Grupo de Trabalho do Ministério da Educação para as Comemorações dos Descobrimentos Portugueses (Lisboa).

448 José Maria Braga, Os enviados japoneses a Roma em 1582-1585, in "Arquivos de Macau", 1941, n. 2, v. 1, II Série, p. 98.

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Duarte de Sande al preposito Acquaviva: «ut haec omnia, a nobilibus his adolescentibus cursim mandata litteris, maturius disposita latino sermone conscriberentur, ut Iaponenses latinae linguae studiosi librum de hac legatione compositum assidue volutarent»449. E subito dopo nella stessa epistola il gesuita lusitano, sintentizzando anche il pensiero del visitatore, continua: «qui postea in Iaponicum idioma versus a Latinae linguae imperitis studiose legeretur, et uterque tam Latinus, quam Iaoponicus typis excusus rerum tam necessariarum atque utilium esset, veluti quidam perpetuus thesaurus, iucundumque promptuarium»450.

Anche questa opera, come l'intero viaggio, si prefissa lo scopo di presentare un'immagine trionfale dell'Europa coloniale, di magnificare la civiltà occidentale e di evidenziare, quindi, i suoi aspetti più nobili ed edificanti. In diverse parti del testo è possibile cogliere la grandezza del continente, la magnificenza dei suoi edifici e delle sue chiese, la ricchezza delle opere d'arte e del suo patrimonio culturale, la radicalità della sua fede cristiana, che si manifesta nelle tante persone incontrate, in coloro con i quali i giovani hanno condiviso momenti di preghiera e di contemplazione, la partecipazione alla messa e la venerazione di reliquie e di oggetti sacri. Si presenta, dunque, un ineccepibile ritratto dell'Occidente, dove gli stessi doni che sono offerti ai legati sono da considerarsi solo la quintessenza di quello che gli europei considerano loro prodotti più pregiati e significativi:

A civilização e a riqueza material dos três países visitados, nesse final do século XVI, do Renascimento tardio ou do Maneirismo, deixou os japoneses deslumbrados, tanto mais que apenas conviveram com ricos e poderosos e se alojaram em palácios aristocráticos ou colégios da Companhia de Jesus que existiam já, por toda a parte, desde o Japão até às cidades europeias451.

La superiorità della civiltà europea rispetto a quella giapponese, la prosperità e l'agiatezza del continente sono identificate dallo stesso Miguel mediante tre componenti: la pace e la prosperità nella quale vivono i suoi abitanti, la fecondità del suolo e infine il commercio interno ed esterno. Valignano propone, dunque, delle laudes

449 D. de Sande, S.J.,Diálogo sobre a missão dos embaixadores japoneses à cúria romana, I, op. cit., p. 33.

450 Ibidem.

451 A. da Costa Ramalho, Portugueses e Japoneses no Dialogus de Duarte de Sande (1590), in O

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civitatum ed è quindi naturale che il testo appaia una «entusiasmada exaltación de Europa, propagadora de la fe verdadera y de la civilización»452.

Anche le domande che sono rivolte ai giovani viaggiatori sono in un certo senso pilotate e indirizzate a fornire determinate risposte. In esse è palesemente chiaro il pensiero e le direttive del visitatore Valignano, il quale per adempiere pienamente alla sua volontà e per rispondere chiaramente all'obiettivo che l'opera si prefissa, formula dei quesiti ben precisi, dai quali scaturiscono responsi e considerazioni atti a comunicare la bellezza e il fascino del mondo in cui i dignitari sono stati inseriti. Forse anche la meraviglia e la trepidazione che i due cugini di Miguel provano durante la loro edificante conversazione è introdotta dallo stesso Valignano al fine di aumentare nel lettore il senso di curiosità e ammirazione nei confronti dell'Europa, della sua storia e dei suoi popoli. Ciò è stato ribadito recentemente da António Maria Marques Henriques: «Basicamente, toda a obra pode ser caracterizada como um verdadeiro elogio da Europa, na medida em que toda a narrativa, embora adoptando um tom conciliador, está construída de forma a exaltar as virtudes, a beleza e a grandiosidade do Velho Continente»453.

Curiosamente una copia del De missione, in seguito ad alcune vicissitudini nel 1592 legate alla nave Madre de Deus, catturata nel viaggio da Goa a Lisbona da corsari inglesi, giunge in territorio britannico, e caduta nelle mani di Richard Hakluyt (1553- 1616), collezionista ed editore di letteratura di viaggio, nonché uno dei più grandi promotori dell'espansione ultramarina britannica, viene tradotta e pubblicata parzialmente nella parte relativa alla Cina, in lingua inglese. Esce a Londra nel 1599 col titolo An Excellent Treatise of the Kingdom of China e viene introdotta nel secondo volume della seconda edizione di Principal Navigations, Voyages Traffiques and Discoveries of the English Nation (1598-1600). La scelta di considerare solo la parte trattante il Paese di mezzo non è da considerarsi del tutto casuale: Richard Hakluyt si accorge immediatamente della ricchezza contenuta nelle pagine del Colloquium XXXIII454, che possono interessare il suo pubblico per la novità delle informazioni e per il modo in cui esse sono presentate, dato che si descrive in maniera meticolosa, come precisa Rui Loureiro: «a sociedade chinesa da época, abordando aspectos tão variados

452 J. Gil, Europa se presenta a sí misma: el tratado De Missione Legatorum Iaponensium de Duarte

de Sande, in O Século Cristão do Japão, op. cit., p. 435.

453 António Maria Marques Henriques, Quatro príncipes japoneses de visita a Lisboa, in "Brotéria", 2014, n. 5-6, v. 179, p. 580.

454 «Agitur de Sinico regno, eiusque moribus et administratione»: D. de Sande, S.J.,Diálogo sobre a missão dos embaixadores japoneses à cúria romana, II, op. cit., pp. 708-743.

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come a administração pública e a justiça, a organização produtiva e a riqueza mineira, as práticas sociais e religiosas dos chineses, as suas ideias, filosóficas, a classe dos letrados e o sistema estatal de exames, etc.»455. E alcune pagine dopo lo stesso Loureiro, ricordando che il testo in questione non rivela utilità per gli studi di linguistica storica,