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In questo paragrafo si prendono in esame prevalentemente i profili biografici dei quattro ambasciatori presenti nel Diccionario histórico de la Compañía de Jesús (DHCJ)

stilati dal gesuita Yūki Diogo e un altro importante volume, redatto dallo stesso autore, che delinea il ritratto dei legati a partire dal loro rientro in Giappone nel luglio del 1590 e quindi dalla scelta di entrare nella Compagnia di Gesù nell'anno successivo. Per il gesuita e martire Nakaura Julião si è fatto riferimento, inoltre, ad altre brevi biografie, scritte anche in lingua giapponese, alcune delle quali pubblicate intorno al 2008, anno in cui egli è stato beatificato nella città di Nagasaki. Lo stesso DHCJ è stato considerato anche per stilare la breve biografia degli accompagnatori. Per quanto concerne, invece, i tre feudatari, la maggior parte delle informazioni è stata desunta da alcuni studi in lingua portoghese e da un importante articolo di Josef Franz Schütte, edito sul quindicinale La Civiltà Cattolica del 1981.

Nell'ambito di tale ambasceria si presentano due categorie di protagonisti: i viaggiatori ovvero coloro che intraprendono l'itinerario dal Giappone all'Europa per compiere un gesto di obbedienza, rispetto e affetto al papa e al sovrano di Spagna e Portogallo Filippo II e per conoscere de visu la bellezza religiosa, culturale, artistica, sociale e politica del continente, e i mandatari cioè quelli che inviano i primi, consegnando loro messaggi e lettere di cortesia e fedeltà religiosa, che avevano stilato

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nel gennaio del 1582. Essi rispondono positivamente al progetto di Valignano: attuano e realizzano quanto dal visitatore è stato pensato e ideato.

Della prima categoria fanno parte, innanzitutto, i quattro membri che compongono la delegazione, giovani scelti (tra 130 discenti) dal seminario di Arima, che come indica Marina Amabile Boscariol «destinado a nobreza e fundado por Valignano, como por pertencerem a famílias de importantes senhores cristãos»404, e i loro accompagnatori tutti legati in vario modo all'Ordine ignaziano405. Nella seconda, invece, i tre signori feudali che ormai convertitisi alla fede cristiana, sotto l'impulso e le direttive di alcuni gesuiti, vogliono mostrare pubblicamente la loro fedeltà e venerazione alla Chiesa, la loro stima e devozione al papa e al sovrano, come d'altronde alle varie personalità religiose e civili che i giovani incontrano lungo la strada.

Itō Sukemasu Mancio伊東マンショ(1568-1612), originario di Tonokori (Miyazaki),

è il nipote di Itō Yoshisuke 伊東義祐, daimyō di Hyūga nel kyūshū e quindi figlio di

Machi no Ue e di Shurinosuke, vassallo principale della casata di Itō. Al suo ritorno nel Paese continua la sua formazione nel collegio di Amakusa per essere poi trasferito a Nagasaki nel 1597. Completa gli studi teologici a Macao (inviato nel 1601 insieme a Nakaura Julião e altri quindici), rientrando a Nagasaki tre anni dopo con la nave di João Caiado de Gamboa, e in seguito al suo insegnamento nel seminario di Arima e alla sua ordinazione sacerdotale nel 1608, visita diverse comunità religiose, tra cui la chiesa di Kokura (Fukuoka) insieme a Gregorio de Céspedes (1551-1611)406 e vittima dell'espulsione dal feudo di Chikuzen nel 1611 finisce per ritirarsi a Nagasaki, luogo in cui muore l'anno successivo (13 novembre)407. Mancio è considerato il capo della missione e alla partenza aveva solo quattordici anni.

Chijiwa Seizaemon Miguel ミゲル清左衛門千々石 (1569-c.1620), originario di

Kawachinoura, è il nipote del daimyō di Arima Harazumi Sengan e quindi figlio di

404 Marina Amabile Boscariol, Aembaixada japonesa como parte da metodologia do trabalho

missionário no Japão, in "Anais de XXVI Simpósio Nacional de História", 2011, p. 7.

http://www.snh2011.anpuh.org/resources/anais/14/1300635214_ARQUIVO_MarianaAmabileBoscariol.p df.

405 Cfr. A. Boscaro, I membri della prima missione, in Italia-Giappone 450 anni, I, op. cit., p. 52. 406 Céspedes è un gesuita spagnolo, giunto in Giappone nel 1577. Sembra essere il primo europeo a visitare la Corea nell'inverno del 1594-95: Seung Ho Bang, An Assessment of the Role of Gregorio de

Céspedes, S.J. during the Imjin War in the Late Sixteenth Century: Church and State Collaboration in the Spanish Colonization, in "Journal for the Study of Religions and Ideologies", 2015, n. 40, v. 15, pp. 186-

208.

407 R. Yuuki, Itō, Mancio Sukemasu, in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, III, op. cit., p. 2114.

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Chijiwa Naodazu, che morì proprio nel 1569. Dopo aver ricevuto il battesimo da Valignano entra nel seminario di Arima, come già detto, ma al suo ritorno nel Paese e dopo il classico percorso di studi, pare che abbandoni la Compagnia intorno al 1601: infatti non vi è più traccia nel Catalogo das casas e Residencias que tem a Companhia na Viceprovincia de Jappao e China em outubro de 1603 com os nomes dos Padres e Irmaos, que estao nellas408. Entra al servizio del cugino Ōmura Yoshiaki Sancho, figlio di Bartolomeo, il quale nel 1605 espelle i gesuiti dalle sue terre, e così Miguel vive il resto della sua vita lontano dalla comunità cattolica, forse abiurando la fede l'anno successivo e dedicandosi pienamente a servire il suo signore409. Jurgis Elisonas scrive:

The fourth, Miguel Chijiwa, apostatized and derided all that he had been taught to hold sacred. He is the narrator of the scurrilous piece of anti-Christian fiction Kirishitan

kanagaki, a fantasy novel avant-la-lettre that deserves much greater attention than it has

received. Its multifaceted deployment of European legendary materials makes it a challenge to students of comparative culture410.

Non si conosce la data precisa della sua morte, sebbene il suo nominativo appaia alcuni anni dopo nel 1638, nel pieno della insurrezione di Shimabara411. Anch'egli era molto giovane, infatti alla partenza aveva solo tredici anni.

Nakaura Jingorō Julião 中浦ジュリアン (1567-1633), originario di Nakaura nella prefettura di Nagasaki, suo padre è un vassallo del daimyō Ōmura Sumitada 大村純忠 e

muore quando Julião era ancora bambino. Dopo aver svolto le cerimonie conclusive e quindi in seguito all'atto finale della delegazione compiuto nel castello di Hinoe ad Arima, comincia il suo percorso formativo per divenire gesuita e, dopo gli studi di teologia a Macao, lavora nelle chiese di Hakata (Fukuoka) e Kyōto e insegna nel seminario di Arima nel 1591. È consacrato presbitero, insieme ai confratelli e compagni di avventura Itō Mancio e Hara Martim (1569-1639) nel settembre 1608412 nella chiesa di Nossa Senhora da Assunção (annessa al collegio) di Nagasaki dal vescovo Luís de

408 ARSI, Jap. Sin. 25, ff. 61-64v.

409 R. Yuuki, Chijiwa, Miguel Seizaemon, in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, I, op. cit., p. 770. Si veda anche: Reinier H. Hesselink, The Dream of Christian Nagasaki: World Trade and the

Clash of Cultures 1560-1640, McFarland, Jefferson, 2016, pp. 161-166.

410 Jurgis S. A. Elisonas, Journey to the West, in "Japanese Journal of Religious Studies", 2007, n. 1, v. 34, p. 27.

411 D.R. Yuuki, Os Quatro legados dos dáimios de Quiuxu após regressarem ao Japão, op. cit., p. 22. Si veda anche: Kazuhisa, Ōishi, Tenshōken'ō shisetsu Chijiwa Migeru no boseki hakken

天正遣欧使節千々石ミゲルの墓石発見 , Nagasaki Bunkensha, Nagasaki, 2005.

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Cerqueira. Senza sottrarsi ai pericoli della persecuzione, continua a svolgere il suo ministero, visitando comunità di cristiani, nella prefettura di Nagasaki, Fukuoka e Kumamoto. Nel 1632 è arrestato insieme al dōjuku Kidera Kuhyōe João (?-1633)413 e condotto nella prigione di Nagasaki, dove è sottoposto all'ana-tsurushi, e dopo tre giorni di torture, trova la morte il 21 ottobre414. Durante il suo martirio ricorda la sua venuta a Roma: «Yo soy el P. Julián Nakaura, el que fue a Roma»415. Il suo corpo viene fatto bruciare, insieme a quello del domenicano spagnolo Lucas Alonso Gordo (Lucas del Espíritu Santo, 1594-1633)416, i gesuiti Giovanni Matteo Adami (1576-1633), António de Souza (1588-1633) e tre giovani indigeni (Francisco, Pedro e Mateo). Alla età della partenza aveva quattordici anni.

Hara (Campo) Martin 原マルチノ (1569-1639), nato a Hasami, sempre nella prefettura di Nagasaki, è il figlio di uno dei principali vassalli di Ōmura Sumitada e signore di una fortezza ubicata nel suo territorio. Sin dal suo ritorno a Goa verso Nagasaki mostra una particolare attitudine nel campo dell'editoria, infatti nel 1588 imprime una orazione latina di saluto e di ringraziamento, Oratio habita à Fara D. Martino Iaponio, proclamata il 4 giugno dell'anno precedente, «coram patre visitatore et ceteris collegii Goënsis venuste et eleganter habens»417, nella quale tratta

413 Questi sarà martirizzato il 28 agosto con il pugliese Giacomo Antonio Giannone (1577-1633). 414 Cfr. Jacques Besineau-Kiroku Echizen, Tsukaeru tame ni: Iezusukaishi no ayumi 仕えるために:

イエズス会士の步み, op. cit., pp. 135-154. Diversi profili biografici possono trovarsi anche in alcune pubblicazioni edite in occasione della sua beatificazione, avvenuta a Nagasaki il 24 novembre del 2008 insieme ad altri 187 martiri, uccisi tra il 1603 e il 1639. Il gruppo, che è formato prevalentemente da laici, va sotto il nome di "Pedro Kibe Kasui e 187 compagni martiri". Ci limitiamo a rimandare a: Conferenza Episcopale Giapponese (a cura di), Giappone, il secolo dei martiri Pietro Kibe e altri 187 martiri

infrangono un silenzio di 4 secoli e ci raccontano la loro storia, op. cit.; Catholic Bishops Conference of

Japan (ed.), Peter Kibe and 187 Companions, op. cit., pp. 58-62. Si veda, inoltre: Ryōgo Yuuki, Tenshō

shōnen shisetsu no Nakaura Jurian 天正少年使節の中浦ジュリアン, op. cit.; Id., Rōma wo

mita:Tenshō shōnen shisetsu 1582-1982 ローマを見た天正少年使節の 1582-1982, op. cit.; Nakaura Jurian no tegami 中浦 ジュリアンの手紙, op. cit..

415 R. Yuuki, Nakaura, Julián, in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, III, op. cit., p. 2798. Si veda dello stesso autore: Julian Nakaura, Legado, Jesuita, Martir 1568-1633, s.e., Nagasaki, 1997.

416 Il frate predicatore giunge in Giappone nel giugno del 1623 da Manila, dove si dedica, nonostante le difficoltà della persecuzione, al suo apostolato a Kyōto e Ōsaka, luogo in cui è arrestato l'8 settembre del 1633. È sottoposto, il 18 ottobre, al tormento della fossa, morendo il giorno seguente: Augusto Quintana, Fray Lucas del Espíritu Santo, misionero dominico, mártir en Japón en el año 1633, Cornejo, Astorga, 1980.

417 Tale eloquente orazione non fu certamente scritta da Martim. Essa fu composta da qualche padre gesuita o dallo stesso Mesquita, i quali mostravano più agilità e competenza nelle lingue classiche. È, peraltro, il primo testo scritto prodotto con la macchinazione editoriale acquistata a Lisbona dal mentore lusitano, giunta a Goa con gli stessi ambasciatori (nota di chi scrive).

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del viaggio in Europa e dell’esperienza vissuta insieme ai suoi compagni. Anche dopo aver concluso gli studi a Nagasaki e in seguito alla sua ordinazione presbiterale (settembre 1608), si dedica alla pastorale sacramentale, alla stampa e al lavoro di traduzione di alcuni testi, insieme a Mesquita, fino a divenire una delle figure più rilevanti della letteratura cristiana in Giappone di questo periodo. Nel 1612 è nominato segretario del primo provinciale Valentim de Carvalho e due anni dopo è esiliato a Macao, dove giunge nella nave di João Serrão da Cunha, insieme a Constantino e un folto gruppo di irmão pintores, formati alla scuola di Giovanni Cola. Qui insegna la lingua nel collegio e aiuta João Rodrigues nella stesura della História da Igreja do Japão418. Grazie alla sua buona conoscenza della lingua portoghese non mostra particolari difficoltà di adattamento alla vita macaense419. Quando si imbarca alla volta dell'Europa aveva solo quattordici anni.

Mancio e Miguel sono, dunque, gli ambasciatori prescelti, il primo chiamato a rappresentare ufficialmente lo zio Ōtomo Yoshishige (Sōrin, 1530-1587), "Re di Bungo"; il secondo è, invece, il delegato ufficiale dello zio Ōmura Sumitada (1532- 1587), "Re di Ōmura" e del cugino Arima Harunobu (1567-1612), "Re di Arima"420. Julião e Martin, giovani della casa di Ōmura, sono ingaggiati in qualità di accompagnatori provenienti entrambi da famiglie nobili421.

I quattro ambasciatori sono affidati alla cura di Diogo de Mesquita, scelto per la sua giovane età, entrato nella Compagnia a Goa nell'aprile del 1574, giunto in Giappone il 4

418 R. Yuuki, Hara (Campo), Martino, in Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, II, op. cit., p. 1878.

419 D. Yuuki, O Colégio de São Paulo de Macau e a Igreja do Japão, in "Revista de cultura", 1997, n. 30, II série, p. 130.

420 Anche in questo caso il sostantivo "re" è usato in maniera impropria, poiché i tre mandatari cristiani non sono certamente i sovrani o monarchi del Giappone, né tanto meno imperatori o membri della famiglia imperiale. Essi sono daimyō ovvero signori feudali: la carica più prestigiosa tra il XII e il XIX secolo fino alla restaurazione Meiji del 1868, anno in cui termina ufficialmente la lunga reggenza della famiglia Tokugawa e l'istituzione della nuova capitale a Edo. Il termine ricorre nella documentazione prodotta dai missionari della Compagnia di Gesù.

421 Valignano precisa la sua scelta circa la giovane età degli ambasciatori: essi possono resistere e sopportare le fatiche e le difficoltà del lungo viaggio e possono al contempo adattarsi alla vita, al cibo e alle consuetudini europee. Cooper scrive: «Boys of such a young age were deliberately chosen because it

was thought that their youth would help them to survive the rigors»: Michael Cooper, Rodrigues the Interpreter: An Early Jesuit in Japan and China, Weatherhill, New York, 1974, p. 70. Il gesuita in un

altro contributo condivide una ulteriore considerazione: «It is more than probable that there may have been yet another consideration, possibly a principal one, in mind: youngsters would be easier to supervive and shield from unseemly sights and events during their travels through Europe. Valignano was anxious that the legates should not be exposed to any religious divisions or untoward experiences during their visit to Europe, and escorting a quartet of teenagers, rather than mature adults, would make this task considerably easier. Further, the boys were of an impressionable age, and having viewed some of the splendours of Europe, they would report favourably and even enthusiastically about their experiences on their return to Japan»: Id., The Japanese Mission to Europe, 1582-1590, op. cit., pp. 18-19.

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luglio del 1577, dove lavora infaticabilmente per circa 38 anni. Egli ha il compito di aiutare e guidare i legati e sostenerli specie nell'ostacolo della lingua, essendo particolarmente versato in questo idioma, Michael Cooper nel suo contributo del 2005 afferma: «their guide, mentor,tutor,interpreter, and guardian»422. Oltre a essere stato ricordato in questo lavoro come esperto nel campo dell'editoria e promotore dell'introduzione della coltivazione di alcune piante occidentali nel Paese, sono da rilevare i compiti pastorali che gli sono affidati, tra cui quello di ministro (1591-1595) e in seguito di rettore del collegio di Amakusa (1596) e di Nagasaki (1598), vicario generale del vescovo di Funai e ancora promotore dell'istituzione di una nuova chiesa nel 1603 e dell'ospedale di Santiago, costruito l'anno seguente, nelle prossimità della collina di Nishizaka. Si dedica totalmente al buon funzionamento e alla crescita di questa struttura, così da realizzare un nuovo padiglione nel 1612 destinato ai molti infermi portoghesi e spagnoli che arrivavano a Nagasaki423.

A questi si aggiunge a Goa il confratello Nuno Rodrigues, rettore del collegio di San Paolo, chiamato a sostituire Valignano, il quale gli consegna il Regimento e Instruicão do que ha di fazer a Padre Nuno Roiz que agora vay por procurador a Roma424 ovvero un insieme di istruzioni comportamentali da adottare con loro e riguardi da osservare (56 articoli scritti in portoghese), prendendo così parte all'evento «comme Procureur des Provinces de l'Inde et du Japon en Europe»425.

Il fratello coadiutore Jorge de Loyola, ingaggiato con il compito di insegnare la lingua e la letteratura giapponesi ai giovani, entrato nella Compagnia il 20 dicembre del 1580 a Usuki (Ōita) vive, durante il suo viaggio in Europa una particolare esperienza: riceve alcuni ordini minori, il 10 novembre del 1585, nella cattedrale di Évora, per le mani dell'arcivescovo Teotónio de Bragança, come scrive Luís Froís nel suo Tratado dos embaixadores japões que foram do Japão a Roma no ano de 1582. Sempre in terra portoghese comincia ad apprendere l'arte della stampa, collaborando a Macao nel 1588 alla realizzazione di alcuni volumi, tra cui la pubblicazione del De Missione, del quale, come comunica Adriana Boscaro, «Valignano also planned to have the book translated into Japanese for a wider audience, but the person he thought capable of accomplishing

422 Ivi, p. 20.

423 Juan Ruia de-Medina, Mesquita (Misquita), Diogo de, in Diccionario histórico de la Compañía de

Jesús, III, op. cit., p. 2638.

424 ARSI, Jap. Sin. 22, ff. 51-57.

425 J. do Amaral Abranches Pinto - H. Bernard, S.J., Les Instructions du Père Valignano pour

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this task, the Japanese Brother George Loyola, died before he could begin»426. Difatti muore il 16 agosto del 1589, in seguito a una infermità al petto427.

Del gruppo fanno parte anche due giovani: Agostinho di Ōmura, del quale si conosce molto poco, e il dōjuku Constantino Dourado (1566-1620) scelti con mansioni di servitù. Del primo non si hanno informazioni, dell'ultimo, invece si conosce il fatto che fosse nativo di Isahaya, nella prefettura di Nagasaki, che entra nella Compagnia il 4 ottobre del 1595, mostrando particolare attitudine per l'arte della stampa (appresa a Lisbona nel 1586) già a Goa, dove si occupa della pubblicazione del volume dell'umanista spagnolo Juan Bonifacio (1538-1606), Christiani Pueri Institutio (De honesta Puerorum Institutione): «the first European work to be published in China»428 e del De Missione. Anche in Giappone svolge tale compito in alcune residenze, come in quella di Katsusa e di Kawachinoura, e si lascia coinvolgere nell'insegnamento della stampa, della musica e del latino, tanto da essere considerato un intermediario culturale tra il Giappone e l'Europa. In seguito all'editto del 1614 e quindi alla sua espulsione dal Paese, è ordinato sacerdote a Malacca nel 1617 e successivamente chiamato a Macao per essere nominato superiore del seminario, luogo in cui si spegne.

Anche Alessandro Valignano condivide con i giovani giapponesi alcune fasi del viaggio, anche se a Goa è costretto ad abbondonare il gruppo a causa della sua nomina a provinciale delle Indie. Così nel 1584 si conclude la prima parte del suo viaggio: mentre i giovani peregrineranno e visiteranno il Portogallo, la Spagna e l'Italia, in quasi continuo trionfo e solennità429, Valignano è chiamato a svolgere altri compiti istituzionali e canonici per poi ritrovarsi con il gruppo, sempre a Goa, nel maggio del 1587, e ripercorrere con loro le restanti tappe del ritorno, dopo la sosta a Macao, dove giunge con altri 16 missionari il 28 luglio dello stesso anno, e durante la quale è

426 Adriana Boscaro, The Japanese Mission to Europe, 1582-1590: The Journey of Four Samurai Boys

Through Portugal, Spain and Italy. By Michael Cooper. Kent, U.K.: Global Oriental, 2005, xix + 240 pages. Hardcover £45.00, in "Monumenta Nipponica", 2006, n. 3, v. 61, p. 414.

427 Takashi Gonoi, Relations between Japan and Goa in the 16th and 17th Centuries, in Charles J. Borges - Helmut Feldmann (eds.), Goa and Portugal: Their Cultural Links, Concept Publishing Company, New Delhi, 1997, p. 105.

428 Mia M. Mochizuki, The Diaspora of the Jesuit Press: Mimetic Imitation on the World Stage, in Feike Dietz - Els Stronks, - Adam Morton - Mark Van Vaeck - Lien Roggen (eds.), Illustrated Religious

Texts in the North of Europe, 1500-1800, Ashgate, Farnham-Burlington, 2014, p. 117.

429 «Instead of small private meetings fitting for legations, as Valignano had planned, full‐scale ceremonies and preparations were made, which were usually reserved for kings and ambassadors»: Thomas W. Barker, Michael Cooper. The Japanese Mission to Europe, 1582-1590: The Journey of Four

Samurai Boys through Portugal, Spain and Italy, Global Oriental, Folkestone, 2005, 262 pp., ISBN 1901903389, in "Graduate Journal of Asia-Pacific Studies", 2008, n. 1, v. 6, p. 104.

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pubblicato il De Missione, farà il suo secondo ingresso in Giappone il 21 luglio del 1590.

I mandatari di questo affascinante viaggio, come già accennato, sono tre daimyō cristiani430 del Kyūshū: Ōmura Sumitada, battezzato nel giugno del 1563 con il nome di Bartolomeo, Ōtomo Yoshishige, cristianizzato il 28 agosto del 1578, festa di Sant'Agostino, dal superiore Francisco Cabral, a Utsuki insieme alla sua nuova moglie, con il nome di Francisco, in onore dell'"Apostolo delle Indie", suo amico431, e Arima Harunobu 有馬晴信 (1567-1612) battezzato nel 1579 con quello di Protasio432 da

Alessandro Valignano.

Ōmura Sumitada, secondogenito di Arima Haruzumi 有馬晴純 (1483-1566), signore di Shimabara, passando alla casa di Ōmura nel 1537, diventa ben presto successore del