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Ricomincia così il viaggio dei legati verso le due nazioni europee a partire dalla Spagna, arrivando a Barcellona il 16 agosto e soffermandosi a vedere la cattedrale della città con la tomba di Sant'Olegario, passando per Monteserrat al fine di visitare il monastero benedettino, ove è consegnata una recente pubblicazione circa la storia del

363 B. Gutierrez, La prima ambascieria giapponese in Italia, op. cit., p. 43. In questa pagina è riportata anche la segnatura dei quattro codici custoditi all'Ambrosiana: C.P. 248-251 sup.

364 Filippo Casoni, Annali della Repubblica di Genova del secolo decimo sesto, IV, Nella Stamperia Casamara, Genova, 1800, p. 146.

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complesso e i miracoli manifestatisi durante il corso del tempo. Dopo la guarigione di Julião, che si ammala per la quarta volta, il desiderio degli emissari è quello di incontrare il re Filippo allo scopo di ringraziarlo per tutti i riguardi e i benefici concessi. In questo tempo il monarca, trasferitosi nella residenza estiva di Monzón, è raggiunto dai giovani agli inizi di settembre. Egli manifesta felicità nel rivedere gli ambasciatori e chiede loro di raccontargli alcuni dettagli del soggiorno italiano e di programmare, nel migliore dei modi e in maniera confortevole, il ritorno a casa e quindi le prossime tappe: Portogallo e Goa. Il gruppo si ferma a Saragossa per tre giorni presso il collegio gesuitico, visita la famosa basilica di Nuestra Señora del Pilar, il monastero geronimita con le tombe della santa vergine Engracia e di San Lamberto. Proseguono verso Alcalá, dove incontrano Ascanio Colonna (1560-1608), creato cardinale nel 1586, e durante la permanenza di quattro giorni presso la residenza gesuitica, il porporato organizza un banchetto e una performance teatrale, esibendo loro uno strumento musicale ricevuto da Roma. Il gruppo arriva a Madrid, poi a Belmonte e, rifiutando l'invito del conte di Oropesa, sale a bordo di una nave per raggiungere il Portogallo in ottobre. La prima tappa di quattro giorni è effettuata presso Vila Viçosa, cui fa seguito Évora, dove nella cattedrale sono conferiti a Jorge de Loyola gli ordini minori365. La legazione trascorre complessivamente nove giorni e poi, passando per Setúbal e fermandosi a Vale do Rosal, arriva a Lisbona, dove può incontrare il cardinale Alberto d'Austria, dimorando presso la casa professa di São Roque nel mese di novembre del 1585. Gli ambasciatori sono informati che la loro nave non può salpare fino al mese di marzo del 1586 e così, approfittando di questo ritardo, possono visitare Coimbra (23 dicembre), città cara agli stessi religiosi della Compagnia. Nella seconda metà di dicembre i viaggiatori arrivano nella città universitaria, catturando l'attenzione degli studenti e professori dell'ateneo, del popolo e del senato, che, attraverso un suo rappresentante, manifesta il suo gaudio e la sua ospitalità. Trascorrono le festività natalizie, sotto la cura del vescovo, il quale mostra loro anche un bel presepe, e di altre personalità ecclesiali e, accettando alcuni inviti, possono rendersi conto del fervore religioso della città e dell'affetto loro riservato. Visitano l'università con le sue facoltà di medicina, legge, e teologia e vi ritornano il 7 gennaio per assistere a una rappresentazione in quattro atti della vita di

365 Fin dai tempi antichi a coloro che maturavano la scelta di ricevere l'ordine sacro, venivano conferiti i cosiddetti ordini minori dell'ostiariato, lettorato, esorcistato e accolitato. Con il Concilio Ecumenico Vaticano II vi è stata una revisione di tali ordini, come è espresso nella costituzione Sacrosantum

Concilium (4 dicembre 1963) e nella lettera apostolica in forma di motu proprio Ministeria Quaedam (15

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San Giovanni Battista, preparata da alcuni studenti, alla quale ne seguono di diverse. Dopo circa tre settimane fanno ritorno a Lisbona e il 13 aprile del 1586 i giovani e il loro seguito insieme a 17 gesuiti destinati alle Indie Orientali si imbarcano per la Terra del Sol Levante a bordo della São Felipe. Dopo aver doppiato il Capo di Buona Speranza, giungono a Goa il 29 maggio del 1587, attesi con trepidazione e preoccupazione da Alessandro Valignano. Il 22 aprile del 1588 riprendono il viaggio, fermandosi a Malacca. Sbarcano a Macao il 28 luglio, restando per circa due anni (fino al 23 giugno 1590), a causa dei recenti sviluppi politici del Giappone, che avevano colpito la giovane chiesa cattolica (editto del luglio 1587). Assistono così anche all'approdo della nave di Jerónimo Pereira nel 1589 nella quale vi erano centinaia di giapponesi allontanatisi da Nagasaki a causa di alcune decisioni assunte da Hideyoshi. Questa volta risiedono in una casa preparata per loro sempre appartenente al collegio di San Paolo, separata da questa residenza gesuitica, ma con una comune entrata.

Con la nave di António da Costa, Valignano, gli ambasciatori e il seguito, tranne il fratello Jorge, morto a Macao il 16 agosto dell'anno prima, e quattordici gesuiti ingaggiati per la missione nipponica, approdano al porto di Nagasaki il 21 luglio del 1590. In questo momento Valignano vuole che l'evento non perda il suo successo, né la sua importanza e quindi programma un incontro con Toyotomi Hideyoshi, anche in seguito alle accoglienze festose ricevute già dal porto di arrivo. Intraprendendo un cammino differente da quello degli ambasciatori, che insieme a Mesquita e ad alcuni mercanti portoghesi viaggiano via mare, il visitatore si riunisce al gruppo a Shimonoseki, raggiunto via terra con cinque confratelli e nove laici, e tutti insieme attendono per circa due mesi nel porto di Muro la risposta del taikō. Il 17 febbraio del 1591 essi proseguono il loro viaggio verso Ōsaka e attraverso Toba; approdano a Kyōto, luogo in cui soggiornano dal 23 febbraio al 25 marzo. Finalmente il 3 marzo, nel lussuoso palazzo Jurakutei (o Juradukai 聚楽第), sono ricevuti in udienza da Hideyoshi

al quale Valignano consegna una lettera di accreditamento del viceré dell'India Duarte de Meneses, datata aprile 1588, attraverso la quale gli si chiede di mostrarsi più disponibile nei confronti dei missionari stranieri e quindi di rimuovere l'editto di proscrizione emanato qualche anno prima366. Ecco come scrive la studiosa giapponese

366 Cfr. Derek Massarella, Envoys and Illusions: the Japanese embassy to Europe, 1582–90, De

Missione Legatorvm Iaponensium, and the Portuguese viceregal embassy to Toyotomi Hideyoshi, 1591,

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Koyama a riguardo: «Apparentemente l'incontro andò bene, ma quando Hideyoshi rispose al viceré, si disse favorevole a mantenere i rapporti commerciali, senza però rimuovere il bando alle missioni religiose»367.

In questa sede i giovani, possono esibirsi dinanzi a Hideyoshi, formando un quartetto e mostrargli ciò che essi avevano appreso e conosciuto dell'arte musicale europea e infine consegnargli gran parte dei regali ricevuti in Europa. Il giorno seguente Mancio e l'interprete João Rodrigues si ripresentano al cospetto di Hideyoshi per regolare l'orologio questi che aveva ricevuto dal viceré e in questa sede chiede, ancora una volta al giovane ambasciatore di entrare al suo servizio.

L'intera "brigata" riprende il cammino verso Nagasaki ed effettuata una sosta a Hirado alla presenza del vecchio daimyō Matsuura Takanobu 松浦隆信 (1529-1599), si

prepara all'incontro con i daimyō di Ōmura e Arima per consegnare loro oggetti, reliquie e le lettere che Sisto V aveva per loro stilato il 2 maggio: rispettivamente Recitatis tuis litteris ed Eximia pietas tua. Giunti ad Arima, dopo aver partecipato alla celebrazione eucaristica animata dai dōjuku del seminario, incontrano D. Protasio, l'unico vivente dei tre mandatari, al quale consegnano un crocifisso, un elmo, una spada e l'epistola Fuerunt tuae litterae. Segue così un banchetto presso la casa del daimyō. Nel castello, Valignano si allontana dai giovani, i quali per circa una settimana sono accolti in diversi villaggi. La stessa cerimonia si realizza presso il daimyō di Ōmura Toshiaki Sancho (c.1569-1616), figlio di D. Bartolomeo368.

Compiuta ormai la loro missione, i quattro ragazzi decidono di entrare nella Compagnia di Gesù e così il 25 luglio del 1591 sono ammessi al noviziato369, sotto la guida del gesuita milanese Celso Confalonieri (1556-1627)370, presso la comunità di Kawachinoura, nella prefettura di Kumamoto e successivamente intraprendono gli studi di filosofia e teologia, secondo quanto è previsto per diventare presbitero.

Japanese Embassy to Europe, 1582-90, and De Missione Legatorvm Iaponensium: Religion, Humanism, Ecclesiastic Colonialism?, in "Journal of the Royal Asiatic Society", 2004, n. 3, v. 14, pp. 211-233.

367 M.K. Koyama (a cura di), La prima ambasceria (Tenshō) dei quattro giovani aristocratici

giapponesi, in Primi contatti tra Italia e Giappone arte e testimonianze, op. cit., p. 33.

368 D.R. Yuuki, Os Quatro legados dos dáimios de Quiuxu após regressarem ao Japão, op. cit., pp. 11-16.

369 Tra questo gruppo figura anche il fratello minore di Mancio, Justo, il quale però pare che anni dopo abbandoni l'Ordine.

370 Nel 1600 fonda la prima comunità gesuitica a Hiroshima donata dal nono figlio del daimyō Mōri Motonari (1497-1571), Mōri Hidekane (1566-1601): George Bishop, Pedro Arrupe, SJ: Twenty-eighth General of the Society of Jesus, Gracewing, Herefordshire, 2007, p. 82.

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