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AREE VALORIALI SVILUPPO E APPUNTAMENT

2.  L’apprendimento in età adulta 

1.4.  L’apprendere ad apprendere: casi pratici di valutazione

È  possibile  valutare  l’apprendere  ad  apprendere?  Di  seguito  saranno  ripercorsi  alcuni  esempi  pratici  di  valutazione  di  questa  metacompetenza  messi a punto da ricercatori e studiosi internazionali e che si riconducono in  vario modo ai numerosi approcci teorici presentati. 

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1.4.1. Il modello di Gibbons 

Nel suo modello, Maurice Gibbons (1990) propone quello che chiama “a  journey  of  investigation  into  the  meaning  of  the  term  learning  how  to  learn  (LHTL)”  (p.  64).  Prima  di  presentare  il  suo  modello,  Gibbons  dà  una  definizione  di  LHTL:  egli  giustamente  sostiene  che  nel  definire  l’apprendere 

come  apprendere  (poiché  questa  è  la  traduzione  letterale  di  learning  how  to  learn) non si può prescindere da una definizione di apprendimento, che egli 

indica  come  qualsiasi  incremento  nelle  conoscenze,  abilità,  capacità  o  attitudini  di  una  persona,  attraverso  qualsiasi  mezzo,  a  qualunque  età  e  in  qualsivoglia  circostanze.  Di  conseguenza,  LHTL  diventa  un  aumento  nelle 

abilità  individuali  di  favorire  l’incremento  delle  proprie  conoscenze,  abilità  e 

capacità. 

Partendo  dalla  consapevolezza  che  ogni  esperienza  umana  è  potenzialmente  un’esperienza  di  apprendimento,  ne  consegue  che  ogni  esperienza  è  una  sfida  ad  apprendere  come  apprendere  da  essa.  Si  impara,  però, solo una porzione di ciò che ogni esperienza offre: LHTL implica anche  la capacità/necessità di essere selettivi e scegliere cosa apprendere. Ma come  distinguere  tra  apprendimento  e  LHTL,  dal  momento  che  sono  entrambi  forme  di  apprendimento  e  possono  trovarsi  in  qualsiasi  esperienza?  L’apprendimento  può  essere  riconosciuto  come  una  funzione  operativa,  LHTL come una funzione esecutiva: con la prima si apprende, con la seconda  si  impara  come  apprendere.  LHTL  sarebbe  perciò  in  stretta  relazione  con  l’apprendimento  poiché  risulta  in  un  aumento  dell’abilità  generale  dell’individuo di gestire operazioni specifiche di apprendimento. Il concetto  può  essere  rappresentato  in  un  continuum  che  si  estende  dallo  specifico  al  generale, dai fatti ai processi complessi che generano conoscenza. Su questo 

continuum  è  possibile  mostrare  che  ad  ogni  compito  molto  specifico 

corrisponde  un  compito  più  generale  che  rappresenta  LHTL.  Maggiore  è  la  generalizzabilità  di  LHTL,  maggiori  saranno  le  possibilità  dell’individuo  di  riuscire  ad  apprendere  in  compiti  specifici.  Allo  stesso  modo,  maggiore  è  il  controllo  che  attraverso  la  generalizzabilità  l’individuo  riesce  ad  avere  sull’esperienza di apprendimento, maggiore è il grado di autonomia che ne  risulta. LHTL rappresenta quindi una funzione esecutiva dell’apprendimento  che  serve  a  favorire  l’aumento  dell’abilità  individuale  di  gestire  attività  di  apprendimento  specifiche  in  modo  da  avere  il  controllo  di  ogni  esperienza  educativa. 

Gibbons prosegue individuando tre tipologie di apprendimento:  

naturale:  avviene  in  qualsiasi  momento  di  vita,  in  modo 

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recepiscono  informazioni  dall’ambiente  circostante  e  di  conseguenza  imparano  (a  camminare,  parlare,  relazionarsi  ecc.).  Ma  è  anche  condizionato  dal  desiderio  che  il  bambino  ha  di  imparare, dal livello di abilità che sviluppa. La visione del mondo  evolve in modo graduale, condizionata anche dalle caratteristiche  personali, dai valori, da ciò che si apprende di se stessi vivendo. In  questa forma di apprendimento, LHTL deriva: a) dalle interazioni  con  gli  altri;  b)  dagli  stimoli  ambientali;  c)  dall’esplorazione  dell’ambiente;  d)  dalla  pratica;  e)  da  se  stessi  in  quanto  soggetti  che  apprendono.  Il  modo  in  cui  questi  processi  di  LHTL  si  sviluppano  dipende  da  ciò  che  fornisce  il  contesto,  dalle  disposizioni  dell’individuo,  e  dall’interazione  tra  contesto  e  individuo.  L’apprendimento  naturale  è  comunque  cumulativo  ed  integrativo  e  pone  le  basi  per  l’apprendimento  formale  e  personale; 

formale:  nelle  situazioni  formali  di  apprendimento,  tutto  è 

prestabilito:  il  contenuto,  i  tempi,  i  ritmi,  le  modalità.  Ciò  che  di  solito  manca  è  l’addestramento  su  come  svolgere  il  compito  di  apprendimento, come organizzare i concetti e memorizzarli, come  stabilire collegamenti. In situazioni formali, LHTL richiede spirito  di iniziativa, determinazione ad avere successo, fiducia in sé. Esso  deriva  da:  a)  istruzioni;  b)  esecuzione  dei  compiti  di  apprendimento  assegnati;  c)  apprendimento  dall’esecuzione  dei  compiti  assegnati;  d)  abilità  di  apprendimento  di  base;  e)  generalizzazioni  a  partire  da  un’attività  di  apprendimento.  L’apprendimento formale di solito prevale sulle altre forme e sembra  essere l’unico metodo educativo legittimo. Le modalità di LHTL in  questo caso agiscono da “ponte” tra le tre forme di apprendimento  rendendo  l’apprendimento  formale  portatile  e  perciò  applicabile  in  altre dimensioni di vita; 

personale:  riguarda  la  capacità  di  motivarsi  e  mobilitarsi  per 

raggiungere  un  obiettivo  e  rientra  nell’LHTL.  Quale  che  sia  il  campo  di  applicazione,  le  abilità  essenziali  sono:  a)  apprendere  a  decidere  cosa  apprendere;  b)  apprendere  a  gestire  il  proprio  apprendimento;  c)  apprendere  come  apprendere  dall’esperienza;  d) apprendere ad apprendere in modo intenzionale; e) apprendere  ad agire. 

Queste  tre  forme  di  apprendimento  (naturale,  formale  e  personale)  possono aver luogo in qualsiasi momento di vita, in prossimità o anche nella 

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stessa situazione. Gibbons immagina però un programma scolastico, relativo  perciò  all’istruzione  formale,  che  inizi  con  il  favorire  l’apprendimento  naturale  prima  di  slittare,  in  modo  graduale,  verso  quello  formale  e  parallelamente quello personale, sottolineando che “it seems clear from this  exploration that any plan for lifelong learning must include preparing people  of all ages to meet the demands of personal learning successfully” (p. 80).  

Tutte  e  tre  le  forme  di  apprendimento  poggiano  su  una  combinazione  di  ragione,  emozione  ed  azione,  differentemente  associate  con  LHTL.  La 

ragione  è  la  funzione  operativa  di  LHTL  ed  è  implicata  nella  gestione  del 

pensiero  piuttosto  che  nel  pensiero  in  sé.  Ha  a  che  fare  con  le  attività  di  percezione,  analisi,  immaginazione,  riflessione,  condotte  in  modo  consapevole  o  accidentale,  attivamente  o  passivamente;  l’emozione  coincide  con  la  capacità  di  “sentire  i  propri  sentimenti”  e  capire  la  relazione  tra  l’esperienza  e  la  risposta  personale  ad  essa.  In  questa  sfera  rientra  anche  l’autocontrollo, inteso come la capacità di concentrare le energie sul compito  fino a completarlo; l’azione è il linguaggio del corpo così come il pensiero è il  linguaggio  della  mente.  Bisogna  capirli  e  integrarli  per  condurre  un’azione  consapevole. Il paradosso risiede nel fatto che abbiamo bisogno di entrambi i  linguaggi  per  ragionare  e  per  agire,  ma  li  sviluppiamo  solo  ragionando  e  agendo.  Questa  interconnessione  tra  ragione,  emozione  e  azione  conduce  Gibbons  ad  affermare  che  nessun  apprendimento  può  ritenersi  completato  fino  a  quando  non  conduce  ad  eseguire  un’azione  che  sia  significativa  nell’esistenza dell’individuo. 

Da  queste  considerazioni  emergono  tre  elementi  fondamentali:  la 

riflessione,  il  controllo  e  l’iniziativa.  LHTL  è  un  atto  riflessivo:  “entrare  ed 

uscire”  da  un  compito,  “entrare  ed  uscire”  da  se  stessi  permettono  di  valutare le diverse modalità di esecuzione e di dare forma ai propri pensieri,  sentimenti,  azioni.  Il  controllo  dovrebbe  trovarsi  nell’individuo  e  renderlo  capace di gestire i propri processi di apprendimento all’interno o all’esterno  delle  istituzioni  educative.  L’iniziativa,  infine,  consiste  nell’agire  in  modo  consapevole e appropriato alla situazione contingente. LHTL significa allora 

riflettere  sulle  proprie  finalità,  assumere  il  controllo  in  modo  responsabile  e  prendere coraggiosamente l’iniziativa.   

Altrettanto  importanti  nell’economia  generale  del  discorso  di  Gibbons  sono le interazioni dell’individuo con l’ambiente, con gli altri e con se stesso,  che egli definisce il dominio tecnico, sociale e dello sviluppo: 

il dominio tecnico include tutti gli sforzi che un individuo compie per  avere  un  controllo  strumentale  sull’ambiente:  l’apprendimento  riguarda  perciò  la  comprensione  delle  relazioni  causali  tra 

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condizioni  o  eventi  e  l’abilità  di  gestire  tali  relazioni  al  fine  di  raggiungere  risultati  prevedibili;  in  questo  dominio,  l’azione  è  apprendimento e apprendere come agire coincide con LHTL; 

il  dominio  sociale  riguarda  tutti  gli  aspetti  delle  interazioni  con  gli  altri e LHTL coincide con l’apprendere e il migliorare la capacità di  comunicare; 

il dominio dello sviluppo comprende gli sforzi individuali per ottenere  il  controllo  sulle  proprie  esperienze  al  fine  di  scegliere  quelle  che  permettono di crescere ed evolvere. 

Incrociando  le  forme  di  apprendimento  con  gli  aspetti  e  i  domini,  Gibbons  elabora  infine  un  modello  del  processo  LHTL  a  forma  di  cubo  rappresentato nella figura 2.                          Fonte: Gibbons (1990, p. 95)  Il modello evidenzia le possibili implicazioni per un sistema scolastico  che  educhi  in  una  prospettiva  lifelong.  Richiamare  l’attenzione  degli  allievi  sui  propri  processi  di  apprendimento  significa  metterli  nella  condizione  di  imparare nelle e dalle esperienze di vita e al di fuori della scuola.  

     

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1.4.2. Il progetto Alberta 

Si tratta di un progetto sviluppato nell’ambito dei cosiddetti programmi  ABE (Adult Basic Education) nello stato di Alberta, in Canada, da cui prende  il nome. Il progetto ha coinvolto cinque istituzioni di educazione degli adulti  il  cui  compito  è  di  fornire  istruzione  di  base  e  programmi  di  formazione  professionale e commerciale a livello base a discenti adulti che nella maggior  parte dei casi hanno vissuto esperienze scolastiche di insuccesso. Gli obiettivi  più generali di ABE includono lo sviluppo dell’alfabetizzazione funzionale in  senso accademico, occupazionale e sociale. 

I  partecipanti  ad  ABE  hanno  un  profilo  socioculturale  simile:  spesso  appartengo  a  minoranze  svantaggiate  e  provengono  da  condizioni  socioeconomiche difficili. Le loro storie di vita presentano non di rado casi di  insuccesso  dovuto  a  difficoltà  di  apprendimento  a  scuola,  problemi  sociali,  incapacità di inserirsi attivamente nella società.  

L’applicazione  dei  concetti  relativi  all’apprendere  ad  apprendere  nell’educazione  di  base  degli  adulti  ha  implicazioni  a  livello  individuale  e  sociale  (Collett,  1990).  L’insuccesso  degli  adulti  che  hanno  aderito  ad  ABE,  infatti,  è  spesso  riconducibile  a  difficoltà  nello  sviluppare  le  strategie  di  apprendimento necessarie per riuscire a scuola prima, e per diventare adulti  consapevoli dei loro ruoli poi.  

Il progetto Alberta è stato suddiviso in cinque fasi: 

1. identificazione  delle  competenze:  l’obiettivo  principale  di  questa  fase  consiste  nell’elaborazione  di  un  profilo  generale  di  competenze  necessarie  per  gli  adulti  che  vivono  nello  stato  di  Alberta.  Attraverso  una  serie  di  focus  group,  i  ricercatori  sono  giunti  all’identificazione di 103 competenze; 

2. validazione  delle  competenze:  attraverso  448  interviste  con  i  rappresentanti  della  comunità,  è  stato  possibile  validare  le  103  competenze rilevate nella fase precedente; 

3. identificazione  delle  abilità:  attraverso  tecniche  di  gruppo,  i  set  di  competenze  validati  nella  seconda  fase  sono  stati  ulteriormente  sviluppati  al  fine  di  ricavare  dei  “miniprofili”  di  abilità  sui  quali  impostare i curricula del programma ABE; 

4. catalogazione  delle  abilità:  durante  questa  fase,  dedicata  all’eliminazione  delle  ridondanze  e  all’identificazione  dei  punti  in  comune tra set di competenze, “Learning how to learn” si è rivelata 

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una delle categorie all’interno delle quali si riscontrano i bisogni di  formazione più numerosi; 

5. tassonomia  delle  abilità  di  apprendimento:  prodotta  alla  fine  della  quinta  fase,  la  tassonomia  è  suddivisa  in  sette  categorie,  una  delle  quali  è    “Learning  how  to  learn”,  che  al  suo  interno  contiene  le  seguenti  aree:  Understand  Self  as  a  Learner,  Manage  Self  as  a  Learner,  Understand  the  Learning  Environment,  Utilize  Various  Learning  Methods,  Practical  Thinking,  Recall  and  Apply  Data  to  New  Situations,  Apply  Problem  Solving  Technique  to  Make  Rational and Reasonable Decisions. Ogni area, a sua volta, contiene  una serie di abilità di base. 

Il  successo  della  tassonomia  è  riconducibile  a  diversi  fattori.  Intanto,  l’ampiezza  delle  abilità  elencate  costituisce  materiale  al  quale  educatori  e  ricercatori  possono  attingere  per  sperimentare  nuove  attività.  In  secondo  luogo,  essa  non  è  il  risultato  di  un  tentativo  deliberato  di  identificare  i  bisogni  formativi  relativi  alle  aree  dell’apprendere  ad  apprendere,  ma  sono  tali  bisogni  che  attraverso  le  indagini  sul  campo  sono  emersi  come  fondamentali per vivere attivamente nella società.    

   

1.4.3.  Da  ELLI  –  Effective  Lifelong  Learning  Inventory  ad  ELOISE  –  ELli  Online  Instrument Second Edition 

ELLI  nasce  nel  2002  all’interno  di  un  progetto  sviluppato  dall’Università di Bristol e finanziato dalla Lifelong Learning Foundation con  l’obiettivo  di  individuare  le  caratteristiche  e  le  qualità  che  contraddistinguono degli efficaci lifelong learners e per sviluppare strumenti e  strategie  per  monitorare,  valutare  e  registrare  l’evoluzione  individuale  in  direzione del lifelong learning. 

Le  due  linee  di  ricerca  seguite  dagli  esperti  che  hanno  portato  avanti  questo progetto riguardano l’individuazione degli elementi che compongono  il cosiddetto potere di apprendimento (learning power) e l’esplorazione delle  modalità  attraverso  cui  le  dimensioni  di  tale  potere  possono  essere  utili  nel  favorire l’insegnamento e l’apprendimento all’interno di una classe.  

I  ricercatori  coinvolti  nel  progetto  sono  partiti  dalla  seguente  definizione  di  learning  power:  “A  complex  mix  of  dispositions,  lived  experiences,  social  relations,  values,  attitudes  and  beliefs  that  coalesce  to  shape the nature of an individualʹs engagement with any particular learning 

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opportunity”9.  Da  qui,  hanno  proceduto  all’elaborazione  di  un  questionario  finalizzato  a  rilevare  la  percezione  che  i  rispondenti  (individui  o  gruppi)  hanno  di  loro  stessi  in  relazione  a  sette  dimensioni  riconducibili  al  loro  potere  di  apprendimento.  Le  dimensioni  differenziano  anche  i  soggetti  efficaci da quelli meno efficaci e sono elencate nella figura 3: 

 

Figura 3 – Le sette dimensioni del potere di apprendimento 

             

Fonte: The Effective Lifelong Learning Inventory, http://www.bris.ac.uk/education/research/centres/cals   

Tutte  le  dimensioni  si  presentano  come  aspetti  tra  loro  interrelati  del  potere di apprendimento.  

I  risultati  delle  prime  somministrazioni  di  ELLI  hanno  dimostrato  che  tutte le sette dimensioni sono penalizzate dall’istruzione formale poiché non  ne  favorisce  lo  sviluppo;  quella  che  risente  maggiormente  di  tale  penalizzazione  è  la  creatività.  Ne  risulta  una  modalità  di  apprendimento  debole  e  dipendente  dalle  figure  di  riferimento  nel  processo  di  apprendimento. 

Le sperimentazioni condotte dagli insegnanti all’interno delle loro classi  hanno  consentito  di  mettere  a  punto  degli  interventi  ad  hoc  finalizzati  ad  alimentare il potere di apprendimento degli studenti a partire dai risultati di  ELLI. Questi interventi hanno prodotto miglioramenti in due direzioni: da un  lato,  è  aumentata  la  consapevolezza  dei  propri  processi  di  apprendimento,  dall’altro lo stile generale è diventato meno dipendente e fragile.  9 http://www.bris.ac.uk/education/research/centres/cals  Dimensione Descrizione Cambiamento e apprendimento

Senso di sé in quanto soggetto che apprende e cambia nel tempo. Curiosità critica Disposizione a voler “andare oltre la superficie”.

Costruzione di senso Costruzione di collegamenti e riconoscimento dell’importanza di apprendere”. Creatività Assunzione di rischi, gioco, immaginazione, intuito.

Interdipendenza Apprendere con e dagli altri e capacità di gestirsi anche senza gli altri. Consapevolezza

strategica

Consapevolezza dei propri pensieri, sentimenti e azioni in quanto soggetto che apprende e capacità di utilizzare tale consapevolezza per gestire i processi di apprendimento.

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Questi risultati sono ancora più significativi se considerati all’interno di  un  sistema  di  istruzione  formale  basato  essenzialmente  sulla  valutazione  sommativa  della  qualità  e  quantità  di  motivazione  (Harlen  and  Deakin– Crick,  2002)  che  orienta  gli  studenti  ad  applicarsi  prevalentemente  in  funzione  del  voto  e  gli  insegnanti  ad  insegnare  in  funzione  dei  test  da  superare.  

Il  percorso  di  somministrazione  prevede  che  gli  studenti  ricevano  una  breve formazione al concetto di potere di apprendimento e di miglioramento  delle  strategie  di  apprendimento,  sottolineando  i  vantaggi  che  possono  derivare dalla presa di consapevolezza delle proprie strategie e dal conoscere  le caratteristiche che contraddistinguono un efficace lifelong learner. 

Come  si  è  detto,  il  profilo  in  uscita  può  essere  relativo  ad  un  solo  soggetto (Individual Learning Profile) o ad un gruppo (class or group level). Nel  primo caso, il  diagramma rilasciato mostra il  punteggio medio del soggetto  su  ogni  dimensione  dell’apprendimento.  L’aspetto  grafico  è  quello  di  un  ragno;  ogni  “zampa”  del  ragno  corrisponde  ad  una  dimensione.  Questa  rappresentazione grafica suggerisce un profilo in cui l’individuo è composto  da più parti che non sono riducibili ad una semplice sommatoria di punti che  determinano  la  sufficienza  o  l’insufficienza.  Per  questa  stessa  ragione,  i  punteggi non sono espressi in numeri. Inoltre, il diagramma a forma di ragno  consente  di  visualizzare  il  soggetto  in  apprendimento  come  una  unità  composta  da  insiemi  dinamici  di  dimensioni  dell’apprendimento,  agevolando  la  possibilità  di  diagnosticare  e  pianificare  azioni  di  sviluppo  (figura 4).   

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Figura 4 – Profilo di apprendimento individuale 

 

Fonte: The Effective Lifelong Learning Inventory, http://www.bris.ac.uk/education/research/centres/cals   

Nel caso del profilo di gruppo, si ricorre all’uso dei colori del semaforo  per  facilitare  l’interpretazione  dei  risultati  da  parte  dell’insegnante:  il  rosso  indica  che  gli  studenti  sono  da  tenere  sotto  controllo,  il  giallo  segnala  una  situazione in cui sono possibili dei miglioramenti, il verde indica l’andamento  positivo  del  gruppo  sottoposto  al  questionario.  Negli  istogrammi  rappresentati  nella  figura  5,  l’area  rossa  rappresenta  il  numero  di  studenti  che  si  posizionano  al  di  sotto  del  45%  in  una  particolare  dimensione  dell’apprendimento, il giallo rappresenta una media compresa tra il 45% e il  75%, il verde una media al di sopra del 75%.    

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Figura 5 – Profilo di gruppo 

                                 

Fonte: The Effective Lifelong Learning Inventory, http://www.bris.ac.uk/education/research/centres/cals   

ELLI  è  stato  sperimentato  in  numerosi  contesti  educativi  e  a  diversi  livelli  (scuola  primaria,  secondaria,  istruzione  superiore)  e  ha  prodotto  risultati estremamente positivi. Il valore di ELLI è dato dal perché e dal come  si  utilizza.  Se  ben  applicato,  favorisce  l’emancipazione  e  l’empowerment  attraverso  un  apprendimento  significativo  da  parte  dei  singoli,  delle  organizzazioni, delle comunità. Lo strumento, infatti, si basa su una serie di  idee  ben  approfondite  su  come  le  persone  possono  apprendere  in  modo  efficace. Queste idee sono: 

olistiche  e  razionali:  riguardano  l’individuo  nella  sua  totalità 

(pensiero,  emozioni,  azioni,  non  semplicemente  cognizione  o  comportamento o abilità); focalizzano l’attenzione sul soggetto in 

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apprendimento,  ma  anche  sui  contenuti  dell’apprendimento;  si  basano sulle sette dimensioni intese come aspetti interconnessi di  un  concetto  singolo  ma  complesso,  quello  del  potere  di  apprendere;  includono  la  “costruzione  di  senso”  e  le  “relazioni  dell’apprendimento”  che  dipendono  dai  legami  e  dalle  relazioni  con altre persone e con nuove idee; 

relative  allo  sviluppo:  il  soggetto  non  è  considerato  “fisso”,  ma  in 

movimento, in un lungo “viaggio dell’apprendimento”;  ‐ basate sui risultati di ricerche pregresse; 

ancora  in  fase  di  sperimentazione  e  sviluppo  attraverso  nuove  ricerche sull’insegnamento e l’apprendimento; su come raccontare  il  proprio  apprendimento  attraverso  metafore  e  storie;  sulle  relazioni  tra  il  potere  di  apprendere  e  i  risultati  dell’apprendimento  (positivi  o  negativi);  sui  profili  specifici  del  potere di apprendere; sul potere di apprendere e la progettazione  del curricolo; sul potere di apprendere e lo sviluppo personale.    ELLI  è  anche  uno  strumento  di  autovalutazione.  In  quanto  tale,  permette  di  riorganizzare  l’immagine  che  l’individuo  ha  di  sé  in  un  profilo  basato sulle sette dimensioni menzionate. Somministrato alla stessa persona  a distanza di tempo, fornisce indicazioni su come cambia l’autopercezione e  su  come  si  modifica  il  contesto.  Questo  facilita  i  processi  di  empowerment  individuali  e  collettivi  poiché  stimola  la  riflessione  e  la  presa  di  consapevolezza di sé e delle proprie strategie di apprendimento, incoraggia  ad  essere  autonomi  e  indipendenti,  a  riconoscere,  monitorare  e  raccontare  i  cambiamenti,  gestire  le  transizioni,  slittare  da  un  approccio  centrato  sul  compito ad un approccio centrato sul discente.   

Il successo di ELLI ha incoraggiato ulteriori studi e ricerche che hanno  portato  all’elaborazione  di  una  nuova  versione  dello  strumento,  ELOISE  (ELli  Online  Instrument  Second  Edition),  un  questionario  che,  come  il  suo  predecessore,  è  finalizzato  ad  evidenziare  la  percezione  che  i  rispondenti  hanno  di  loro  stessi  in  relazione  alle  sette  dimensioni  del  potere  di  apprendere. Attraverso questo tipo di valutazione del potere di apprendere, i  rispondenti  acquisiscono  maggiore  consapevolezza  di  loro  stessi  in  quanto  soggetti  in  apprendimento  e  possono  scegliere  autonomamente  quale  strategia adottare per potenziare i propri processi di apprendimento. 

   

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1.4.4. Il modello finlandese 

Learning–to–learn assessment project è un progetto finlandese finalizzato, 

come  dice  la  denominazione,  a  valutare  l’apprendere  ad  apprendere.  Una  delle questioni fondamentali del progetto riguarda la necessità di valutare in  che  modo  compiti  nuovi  possono  essere  affrontati  ricorrendo  alle  capacità,  abilità, convinzioni e motivazioni che gli individui hanno acquisito a scuola;  detto in altri termini,  significa valutare la capacità di trasferire e adattare le  proprie abilità a situazioni nuove e la modalità di fronteggiare nuovi compiti  per evitare il fallimento.  

Nel  modello  finlandese,  la  valutazione  dei  fattori  centrali  dell’apprendere  ad  apprendere  si  basa  su  una  versione  leggermente  modificata dei primi modelli di valutazione in educazione proposti da Snow  (1990;  1994),  che  comprendevano  le  seguenti  aree:  strutture  concettuali,  abilità  procedurali,  strategie  di  apprendimento,  funzioni  autoregolatorie,  orientamenti motivazionali. Ognuna di queste aree può essere esaminata da  tre  prospettive  diverse  e  su  tre  livelli.  La  prima  prospettiva  è  quella  delle  attitudini  e  della  condizione  iniziale,  la  seconda  quella  della  transizione  apprendimento–sviluppo,  la  terza  quella  della  realizzazione  e  della  condizione  finale:  un’attitudine  dovrebbe  fornire  il  punto  di  partenza  per