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Verso la definizione di un Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente 

6. Un apprendimento sempre più vicino a casa: offrire opportunità di 

1.2.  Verso la definizione di un Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente 

Nel  2004,  il  Consiglio  e  la  Commissione  redigono  un  rapporto  relativo  all’attuazione  del  programma  Istruzione  e  Formazione  2010,  in  cui  persistono sulla necessità di adottare a livello nazionale delle strategie per  il lifelong learning attraverso la creazione di partenariati che coinvolgano il  mondo delle aziende, le parti sociali, le istituzioni educative di ogni ordine  e  grado.  Tali  strategie  dovrebbero  includere  la  validazione  degli  apprendimenti  e  la  realizzazione  di  ambienti  di  apprendimento  aperti,  attraenti e accessibili a tutti. A tal fine, si stabilisce che saranno definiti, a  livello  europeo,  dei  principi  da  adottare  a  livello  di  singoli  Stati  nel  rispetto della normativa nazionale. In questo ambito si colloca la creazione  di  un  quadro  europeo  per  il  riconoscimento  delle  qualifiche  e  delle  competenze, a sua volta essenziale per favorire sia lo sviluppo del mercato  del lavoro europeo che della “cittadinanza europea”.  

Il  passo  successivo  è  infatti  rappresentato  dal  documento  Towards  a 

European Qualifications Framework for Lifelong Learning (Commissione delle 

Comunità  europee,  2005),  che  invita  l’Unione  europea  a  dotarsi  di  un  quadro delle qualifiche che favorisca la trasparenza e il riconoscimento dei  titoli e perciò la mobilità tra gli Stati membri. Il modello europeo si pone  come  un  “metaquadro”  che  funge  da  riferimento  per  i  quadri  nazionali.  Esso è composto da tre elementi principali:   

1. un insieme di punti di riferimento comuni; 

2. un  insieme  di  strumenti  finalizzati  a  soddisfare  le  esigenze  dei  cittadini  (un  sistema  di  crediti,  lo  strumento  Europass,  il  database Ploteus sulle opportunità di apprendimento); 

3. un  insieme  di  principi  e  procedure  comuni  che  costituiscano  delle  linee  guida  per  la  cooperazione  tra  stakeholders  soprattutto  relativamente  alla  qualità,  alla  validazione,  all’orientamento  e  alle competenze chiave. 

Il  quadro  europeo  delle  qualifiche  per  l’apprendimento  permanente  (EQF)  viene  approvato  il  23  aprile  2008  con  una  Raccomandazione  del  Parlamento  europeo  e  del  Consiglio.  Coerentemente  con  quanto  stabilito  in  precedenza,  esso  si  configura  come  un  quadro  europeo  di  riferimento  che collega fra loro i sistemi di qualificazione di Paesi diversi, consentendo  una  maggiore  leggibilità  e  comprensione  delle  qualifiche  tra  sistemi 

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differenti. Due sono i suoi principali obiettivi: promuovere la mobilità dei  cittadini  e  agevolarne  l’apprendimento  permanente.  La  Raccomandazione  pone  inoltre  due  date  limite,  il  2010  per  rapportare  i  sistemi  nazionali  di  qualificazione  all’EQF  e  il  2012  per  introdurre  nei  singoli  certificati  di  qualifica un riferimento al livello corrispondente dell’EQF. L’EQF è infatti  suddiviso in otto livelli che coprono l’intera gamma di qualifiche previste,  dal livello di base 1 (uscita dall’istruzione primaria) al livello più avanzato  8 (p. es. i dottorati di ricerca) e sono descritti non in termini di qualifiche  conseguite, ma di risultati dell’apprendimento. Ogni risultato definisce ciò  che un individuo che ha raggiunto un dato livello ha acquisito in termini  di conoscenze, abilità e competenze. Inoltre, trattandosi di uno strumento  per  la  promozione  dell’apprendimento  permanente,  include  tutti  i  livelli  delle  qualifiche  acquisite  nell’ambito  dell’istruzione  generale,  professionale e accademica nonché della formazione professionale. 

Con  l’utilizzo  dei  risultati  dell’apprendimento  come  punto  di  riferimento  comune,  l’EQF  agevola  i  raffronti  e  il  trasferimento  delle  qualifiche fra Paesi, sistemi e istituzioni, interessando dunque un numero  molto elevato di utenti  all’interno dell’UE. 

In  risposta  alle  sollecitazioni  europee,  dal  2004  in  poi  molti  Stati  membri  hanno  attivato  le  procedure  necessarie  per  l’elaborazione  di  quadri  nazionali  delle  qualifiche  rispondenti  ai  criteri  dell’EQF  con  l’obiettivo di rispettare la scadenza del 2010 stabilita nella Raccomandazione  e di far sì che dal 2012 tutti i nuovi certificati di qualifica, titoli e diplomi  riportino un riferimento al livello corrispondente dell’EQF.  

Il sistema, così strutturato, dovrebbe apportare dei vantaggi notevoli  anche  rispetto  all’apprendimento  permanente  poiché  determinerà  l’incremento delle possibilità di accesso e partecipazione degli individui ai  percorsi di istruzione e formazione a tutti i livelli. Stabilendo un punto di  riferimento  comune,  infatti,  l’EQF  indicherà  in  quale  modo  i  risultati  dell’apprendimento  possono  essere  combinati  partendo  da  differenti  contesti  (scolastico,  formale,  lavorativo)  e  da  Paesi  diversi,  contribuendo  pertanto all’abbattimento delle barriere tra fornitori di servizi di istruzione  e  formazione  che  potrebbero  operare  separatamente  gli  uni  dagli  altri.  L’intento è quello di promuovere la progressione evitando la ripetizione di  cicli di apprendimento. 

Inoltre,  focalizzando  l’attenzione  sui  risultati  dell’apprendimento,  l’EQF  permette  di  valutare  se  i  risultati  ottenuti  in  contesti  diversi  da 

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quelli  istituzionali  siano  equivalenti  alle  qualifiche  formali  in  termini  di  contenuto e pertinenza. In questo modo si valorizzano anche le esperienze  maturate sul lavoro o in altri campi di attività in funzione di una possibile  successiva validazione degli apprendimenti non formali ed informali.      1.3. La proposta europea per il 2007‐2013 

Il  percorso  a  sostegno  della  diffusione  di  una  cultura  dell’apprendimento  permanente  iniziato  nel  1996  ha  un  punto  fermo  nell’istituzione,  da  parte  del  Parlamento  europeo  e  del  Consiglio,  del 

Programma  di  apprendimento  permanente  2007‐2013  (2006).  L’obiettivo  del 

programma è, in particolare, quello di promuovere all’interno dell’UE gli  scambi,  la  cooperazione  e  la  mobilità  tra  i  sistemi  di  istruzione  e  formazione in modo che essi diventino un punto di riferimento di qualità  a  livello  mondiale.  A  tal  fine,  vengono  istituiti  quattro  sottoprogrammi  settoriali:  

1. il programma Comenius, destinato a tutte le persone coinvolte  nell’istruzione  prescolastica  e  scolastica  fino  al  termine  degli  studi secondari superiori; 

2. il programma Erasmus, che risponde alle esigenze didattiche e  di  apprendimento  di  tutte  le  persone  coinvolte  nell’istruzione  superiore  di  tipo  formale  e  nell’istruzione  e  formazione  professionali  di  terzo  livello  (indipendentemente  dalla  lunghezza dei corsi o dalla qualifica e compresi anche gli studi  di dottorato); 

3. il  programma  Leonardo  da  Vinci,  che  si  rivolge  alle  persone  coinvolte nell’istruzione e formazione professionali non di terzo  livello; 

4. il  programma  Grundtvig,  specificamente  dedicato  alle  diverse  forme di istruzione degli adulti. 

A questi si aggiunge il programma trasversale incentrato su obiettivi  non  legati  ad  un  singolo  settore  dell’istruzione  e  della  formazione,  ma  all’intero processo dell’apprendimento permanente. È quindi un ponte che  collega i quattro programmi settoriali e promuove la cooperazione politica  e l’innovazione nel settore dell’apprendimento permanente. 

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In  questa  fase,  si  inserisce  anche  la  relazione  L’apprendimento 

permanente  per  la  conoscenza,  la  creatività  e  l’innovazione  (Consiglio  e 

Commissione  europea,  2008)  sull’attuazione  del  programma  di  lavoro  “Istruzione e formazione 2010”. Nella relazione si riconosce l’adozione, da  parte  di  numerosi  Paesi  europei,  di  strategie  esplicite  di  apprendimento  permanente,  che  stabiliscono  priorità  politiche  a  livello  nazionale  e  modalità di interazione tra i vari settori. La maggior parte di tali strategie  contempla  una  visione  globale  dell’apprendimento  permanente,  che  abbraccia  tutti  i  tipi  e  tutti  i  livelli  di  istruzione  e  formazione,  anche  se  alcune  si  concentrano  prevalentemente  sull’istruzione  e  sui  sistemi  di  formazione formali.  

Rispetto  ai  sistemi  di  convalida  dell’apprendimento  non  formale  e  informale, questi sono in via di istituzione, ma si invitano gli Stati membri  a passare rapidamente dalla fase sperimentale alla piena applicazione nei  sistemi di qualificazione nazionali.  

La  relazione,  però,  si  concentra  soprattutto  sui  settori  in  cui  i  progressi  si  sono  rivelati  insufficienti,  tra  cui  spiccano  l’attuazione  di  politiche a favore dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, in cui si  riscontra  la  mancanza  di  un  deciso  impegno  istituzionale,  di  coordinamento  e  partenariato  fra  tutte  le  parti  in  causa;  l’acquisizione  di  competenze  di  base,  da  favorire  anche  contenendo  la  dispersione  scolastica  e  intervenendo  sulla  capacità  di  comprensione  della  lettura;  la  partecipazione degli adulti all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita,  decisamente lontana dal livello di riferimento stabilito dall’UE.  

Seppure  non  menzionato  nell’elenco,  anche  l’orientamento  (già  presente  in  uno  dei  sei  messaggi  chiave  del  Memorandum)  entra  a  pieno  titolo  tra  i  settori  che  necessitano  di  essere  potenziati.  Prova  ne  è  la  successiva  risoluzione  del  Consiglio,  in  collaborazione  con  i  rappresentanti  dei  governi  degli  Stati  membri,  Integrare  maggiormente 

l’orientamento permanente nelle strategie di apprendimento permanente (2008) in 

cui  si  stabilisce,  appunto,  lo  stretto  collegamento  esistente  tra  apprendimento e orientamento. Quest’ultimo viene definito come un 

“processo continuo che mette in grado i cittadini di ogni età, nell’arco della vita,  di  identificare  le  proprie  capacità,  le  proprie  competenze  e  i  propri  interessi,  prendere  decisioni  in  materia  di  istruzione,  formazione  e  occupazione  nonché  gestire i loro percorsi personali di vita nelle attività di istruzione e formazione, nel 

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mondo  professionale  e  in  qualsiasi  altro  ambiente  in  cui  è  possibile  acquisire  e/o  sfruttare tali capacità e competenze” (p. 4).  

Nell’invitare  gli  Stati  membri  ad  incentivare  le  proprie  strategie  di  orientamento, il documento elenca quindi una serie di linee di azione, tra  cui  quella  che  raccomanda  di  “favorire  l’acquisizione  della  capacità  di  orientamento  nell’arco  della  vita”  (p.  5).  Tale  capacità  viene  ritenuta  determinante  affinché  i  cittadini  possano  costruire  consapevolmente  il  proprio  percorso  di  apprendimento,  formazione,  inserimento  e  vita  professionale.  È  una  capacità  che  necessita  di  un  arricchimento  costante  lungo  tutto  l’arco  della  vita  e  poggia  su  alcune  competenze  chiave,  in  particolare  l’imparare  a  imparare,  le  competenze  sociali  e  civiche,  lo  spirito di iniziativa e l’imprenditorialità.  

L’intento di promuovere l’apprendimento per tutto l’arco della vita è  infine  ribadito  nelle  Conclusioni  del  Consiglio  su  un  quadro  strategico  per  la 

cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione («ET 2020») in 

cui  si  definiscono  gli  obiettivi  di  sviluppo  da  raggiungere  entro  il  2020  (Consiglio  dell’Unione  europea,  2009).  L’obiettivo  principale  della  cooperazione  europea  è  il  sostegno  all’ulteriore  sviluppo  dei  sistemi  di  istruzione  e  formazione  degli  Stati  membri.  La  cooperazione  europea  nei  settori  dell’istruzione  e  della  formazione  per  il  periodo  fino  al  2020  dovrebbe essere istituita nel contesto di un quadro strategico che abbracci  i sistemi di istruzione e formazione nel loro complesso, in una prospettiva  di apprendimento permanente. Questo dovrebbe infatti essere il principio  ispiratore dell’intero quadro, che è inteso a contemplare l’apprendimento  in  tutti  i  contesti,  formali,  non  formali  o  informali,  e  a  tutti  i  livelli,  dall’istruzione della prima infanzia all’istruzione superiore e all’istruzione  e  alla  formazione  professionali  fino  all’istruzione  e  alla  formazione  degli  adulti.  Il  quadro  dovrebbe  affrontare,  in  particolare,  quattro  obiettivi  strategici (pp. 3‐4):  

1. Fare in modo che l’apprendimento permanente e la mobilità divengano 

una  realtà  attraverso  lo  sviluppo  di  nuove  iniziative  nel  settore 

dell’apprendimento  lungo  tutto  l’arco  della  vita,  il  perfezionamento  dei  quadri  nazionali  delle  qualifiche  e  il  loro  collegamento al quadro europeo delle qualifiche, l’istituzione di  percorsi di apprendimento più flessibili. 

2. Migliorare  la  qualità  e  l’efficacia  dell’istruzione  e  della  formazione  grazie  a  sistemi  d’istruzione  e  di  formazione  di  elevata  qualità 

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che  garantiscano  a  tutti  l’acquisizione  e  il  miglioramento  del  livello  delle  competenze  di  base  come  la  lettura,  la  scrittura  e  il  calcolo. 

3. Promuovere  l’equità,  la  coesione  sociale  e  la  cittadinanza  attiva  favorendo  in  tutti  i  cittadini,  quali  che  siano  le  loro  circostanze  personali, sociali o economiche, l’acquisizione, l’aggiornamento e  lo  sviluppo  lungo  tutto  l’arco  della  vita  delle  loro  competenze  professionali  e  delle  competenze  necessarie  per  favorire  l’occupabilità  e  l’approfondimento  della  propria  formazione,  la  cittadinanza attiva e il dialogo interculturale. 

4. Incoraggiare la creatività e l’innovazione, compresa l’imprenditorialità, 

a  tutti  i  livelli  dell’istruzione  e  della  formazione  promuovendo 

l’acquisizione,  da  parte  di  tutti  i  cittadini,  di  competenze  trasversali  fondamentali,  in  particolare  le  competenze  digitali,  l’imparare  ad  imparare,  lo  spirito  d’iniziativa  e  imprenditoriale,  la  sensibilizzazione  ai  temi  culturali  e  vigilando  sul  buon  funzionamento  del  triangolo  della  conoscenza  istruzione/ricerca/innovazione.       1.4. L’approccio europeo all’educazione degli adulti   Un’importante riflessione sui temi relativi all’educazione degli adulti  si ritrova in particolare in due documenti europei, la comunicazione della  Commissione  Educazione  degli  adulti:  non  è  mai  troppo  tardi  per  apprendere  (2006) e la comunicazione successiva È sempre il momento di imparare (2007).  

A fronte dell’esistenza diffusa di sistemi d’istruzione e di formazione  organizzati  prevalentemente  intorno  ai  giovani,  nel  primo  documento  la  Commissione  riconosce  nell’educazione  degli  adulti  una  componente  essenziale dell’apprendimento permanente e declina il proprio messaggio  in cinque punti chiave (pp. 6‐11):  

1. Eliminare  gli  ostacoli  alla  partecipazione  incrementando  la  presenza  degli  adulti  alle  attività  di  apprendimento  e  favorendo  la  partecipazione delle persone poco qualificate. 

2. Garantire  la  qualità  dell’educazione  degli  adulti  investendo  nel  miglioramento della metodologia e dei materiali didattici adattati 

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ai  discenti  adulti  e  nell’aggiornamento  continuo  di  coloro  che  operano nell’educazione degli adulti. 

3. Riconoscere  e  convalidare  i  risultati  dell’apprendimento  attraverso  l’attivazione  di  sistemi  di  riconoscimento  e  convalida  dell’apprendimento  non  formale  e  informale  basati  su  principi  comuni europei. 

4. Investire  nella  popolazione  che  invecchia  e  nei  migranti  mettendo  a  punto  un’istruzione  e  una  formazione  adattate  alle  esigenze  del  discente.  

5. Definire  indicatori  e  punti  di  riferimento  che  favoriscano  il  miglioramento  della  qualità  e  della  comparabilità  dei  dati  sull’educazione  degli  adulti  evidenziando  i  vantaggi  dell’educazione e gli ostacoli presenti. 

Nella  comunicazione  successiva,  È  sempre  il  momento  di  imparare  (2007), viene stabilito il piano d’azione per dare attuazione a tali messaggi  nella  convinzione  che  con  la  creazione  di  un  sistema  efficiente  di  educazione  degli  adulti  si  possa  contribuire  in  modo  decisivo  al  raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, all’apprendimento permanente  (lifelong)  e  all’apprendimento  che  abbraccia  ogni  aspetto  della  vita  (lifewide).  Sono  però  fondamentali  alcuni  elementi  tra  loro  strettamente  correlati: 

- le  politiche  adottate  per  rispondere  ai  bisogni  e  alle  esigenze  della società e dell’economia; 

- le  strutture  di  governance,  riguardanti  tra  l’altro  la  qualità,  l’efficienza  e  l’affidabilità  dei  risultati  del  sistema  dell’educazione degli adulti; 

- i sistemi di erogazione ‐ intesi come attività didattiche, sostegno  all’apprendimento  e  riconoscimento  dei  risultati  dell’apprendimento  che tengano conto della motivazione e dei  bisogni  formativi  dei  discenti  nel  quadro  dei  bisogni  e  delle  esigenze della società e dell’economia. 

L’esistenza e l’integrazione di tali elementi costituiscono la premessa  essenziale  per  l’attuazione  del  piano  proposto  dalla  Commissione,  che  prevede azioni nei seguenti ambiti: 

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- analisi  degli  effetti  sull’educazione  degli  adulti  prodotti  dalle  riforme  realizzate  negli  Stati  membri  in  tutti  i  settori  dell’istruzione e della formazione; 

- migliore  qualità  delle  prestazioni  nel  settore  dell’educazione  degli adulti; 

- maggiori  possibilità  offerte  agli  adulti  di  acquisire  almeno  la  qualifica  di  livello  immediatamente  superiore  a  quella  precedentemente posseduta; 

- accelerazione  del  processo  di  valutazione  delle  competenze  e  abilità  sociali,  e  loro  convalida  e  riconoscimento  in  termini  di  risultati dell’apprendimento; 

- migliore monitoraggio del settore dell’educazione degli adulti.  Entrambi  i  documenti  proposti  dalla  Commissione  vengono  accolti  favorevolmente  dal  Consiglio,  che  nelle  sue  Conclusioni  sull’istruzione 

destinata  agli  adulti  (2008)  condivide  l’idea  che  l’istruzione  rivolta  agli 

adulti  possa  apportare  vantaggi  non  solo  economici  e  sociali,  quali  un  aumento  dei  posti  di  lavoro,  l’accesso  a  lavori  di  migliore  qualità,  una  cittadinanza più responsabile e una maggiore partecipazione dei cittadini,  ma  anche  vantaggi  individuali  come  una  migliore  autorealizzazione,  un  miglioramento  della  salute  e  del  benessere  e  un’accresciuta  autostima.  Pertanto  il  Consiglio  sottolinea  che  l’educazione  degli  adulti  dovrebbe  essere  oggetto  di  maggiore  considerazione  e  di  più  efficace  sostegno  a  livello  nazionale  nel  contesto  degli  sforzi  globali  per  sviluppare  una  cultura dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Gli Stati membri,  con  il  supporto  della  Commissione,  sono  quindi  tenuti  ad  investire  nell’ulteriore  sviluppo  e  miglioramento  dell’istruzione  rivolta  agli  adulti,  non soltanto nel senso di accrescerne le possibilità e di allargare l’accesso e  la  partecipazione,  ma  anche  al  fine  di  ricavare  risultati  più  pertinenti  e  mirati.