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L’etica laica e l’esigenza di relativizzazione

Nel documento Profili costituzionali del fine vita (pagine 30-35)

3. Etiche a confronto

3.2 L’etica laica e l’esigenza di relativizzazione

Alla bioetica cattolica, riconducibile alla dottrina comunitarista, si contrappone quella laica, a sua volta derivata da quella liberalista. Quest’ultima visione opera un ribaltamento della gerarchia assiologica tra i due ideali di giustizia e libertà. Se, infatti, nella visione cattolica la libertà individuale deve essere subordinata al perseguimento della giustizia fondata sulla morale insita nelle leggi della natura, la dottrina laica antepone la libertà di autodeterminazione dell’individuo, in virtù della quale è il singolo a determinare responsabilmente ed autonomamente la propria morale42. Di conseguenza l’obiettivo del perseguimento della giustizia così come condivisa dall’intera comunità (una comunità eticamente omogenea) deve recedere dinanzi alla libera determinazione del diretto interessato riguardo le scelte inerenti alla propria percezione di sé, ed in ultima analisi alla gestione del proprio corpo. La dottrina liberale considera l’autogestione del corpo alla stregua di un moderno habeas corpus43, imponendo quindi che i soggetti che detengono il potere legittimo di esercizio della forza per ottenere l’ubbidienza ai loro comandi, rispettino la sfera personale dell’individuo,

42 G. ZAGREBELSKY, Il diritto mite, cit. p. 97 ss secondo il quale entrambe le concezioni parlino della dignità come valore fondante, ma mentre per i cattolici questa è insita nell’idea di giustizia, per i laici, invece, nella libertà cfr

C.TRIPODINA, Il diritto nell’età della tecnica, cit. p. 167

non invadendola e garantendola allo stesso tempo nei confronti di ogni possibile aggressione da parte di terzi. 44

Ad un’attenta analisi, la dottrina della qualità della vita, per lo meno in una delle sue più autorevoli formulazioni, dovuta al filosofo statunitense Ronald Dworkin, non contesta la sacralità della vita in sé, ma contesta l’origine di tale sacralità. In altre parole, mentre nella visione cattolica è preponderante il ruolo di Dio nella creazione della vita umana, residuando all’uomo il ruolo di mero amministratore, nelle teorie laiche la vita è in misura infinitamente maggiore prodotto del suo stesso titolare, quale complesso delle scelte e delle vicende biografiche percorse. In questo senso allora l’eutanasia costituirebbe un ultimo e fondamentale baluardo in difesa della capacità del singolo di decidere in coscienza, conformemente alle proprie convinzioni, circa la sacralità della sua vita45.

Preso atto che, specialmente al crescere del livello di astrazione delle due contrapposte teorie, la soddisfazione di una parte della società vedrebbe la frustrazione delle pretese di quella eticamente antagonista, è forse opportuno chiedersi quale possa essere la via d’uscita tracciata dal diritto costituzionale.

E’ inevitabile rilevare infatti come la tendenza necessariamente assolutizzante della dottrina cattolica veda la propria soddisfazione solo

44 N.BOBBIO, Liberalismo e democrazia, Simonelli, Milano, 2006, p.9

45 R. DWORKIN, Il dominio della vita. Aborto, eutanasia e libertà individuale. Edizioni di comunità, Roma, 1994 pp 93-96, 124, 297.

quando tutte le vite dei membri della comunità sono difese da aggressioni, anche se autodeterminate46. Tuttavia si osserva come la posizione relativizzante sia l’unica compatibile con diversi principi fondanti la nostra Carta Costituzionale. Questo è probabilmente il passaggio cruciale: dal momento che non pare ravvisabile una gerarchia fissa di diritti fondamentali all’interno della Costituzione47, e che tale maniera di procedere mal si addice in generale alla soluzione di conflitti tra princìpi, dovendosi piuttosto preferire il ricorso ad una gerarchia assiologica mobile, assegnare una incondizionata prevalenza alla difesa della vita a discapito di qualsiasi altro valore o diritto eventualmente confliggente pare del tutto irragionevole. Si può semmai considerare come la promozione dello sviluppo della personalità e della vita biografica dell’individuo intrida il testo costituzionale, al punto da far supporre che sia proprio il principio personalista sancito dall’articolo 2 il filtro attraverso il quale leggere la drammaticità dei casi concreti, nel tentativo di rinvenire il giusto equilibrio tra i valori in conflitto. In questo senso paiono potersi leggere anche le parole della Corte, secondo la quale la sfera intima della coscienza individuale rappresenta “il riflesso 46 Secondo C. TRIPODINA, Dio o Cesare? Chiesa Cattolica e Stato laico di fronte

alla questione bioetica. in Costituzionalismo.it, 1/2007, pp.5-7, il problema

accompagnerebbe la dottrina cattolica proprio per il suo essere dottrina religiosa, e quindi dogmatica. In ragione di questa loro caratteristica non è possibile pretendere una loro applicazione mite. La sua verità, in quanto parola di un’entità superiore, è universale, ed in maniera universale deve essere applicata. La frustrazione del precetto della sacralità della vita, anche in una sola occasione, equivale alla sua negazione radicale. Al contrario, la morale laica non pretende né auspica che la scelta autonoma del singolo (quale che essa sia) sia estesa a tutti i consociati. 47 In questo senso A. D’ALOIA, Diritto di morire? La problematica dimensione

giuridico più profondo dell’idea universale della dignità della persona umana” che circonda i diritti inviolabili del singolo48.

Non è forse allora azzardato avanzare l’ipotesi che una delle condizioni al momento assenti per poter addivenire ad una normativa in materia che sappia essere rispettosa delle esigenze di tutti, è quella di una sincera laicità e di una relativizzazione dei valori49. Proprio il relativismo, additato dalla dottrina cattolica come il primo passo che l’uomo moderno percorre lungo la “china scivolosa”, deve essere considerato il fondamento dello stato di diritto 50 e delle moderne democrazie51, specie quando è evidente la “fine delle grandi narrazioni morali”52 ed il passaggio ormai irreversibile ad una società multietica e multietnica.

Tale condizione, pur frustrando la pretesa di assolutezza applicativa del precetto cattolico della sacralità della vita53, che rappresenta comunque convincimento legittimo e speranza coerente con la natura dogmatica della sua morale, vedrebbe riconosciuta al singolo la possibilità di

48 Corte Costituzionale, sent. n. 467/1991, la quale prosegue affermando che alla coscienza individuale deve essere accordata “una tutela equivalente a quella accordata ai menzionati diritti, vale a dire una tutela proporzionata alla priorità assoluta e al carattere fondante ad essi riconosciuti nella scala dei valori espressa dalla Costituzione italiana.”

49 Sul ruolo della laicità quale principio supremo con valenza superiore rispetto alle altre norme di rango costituzionale, parametro di costituzionalità e profilo della forma di Stato, tra le diverse pronunce della Corte su tutte si segnala la 203/1989 50 G. ZAGREBELSKY, Imparare la democrazia, Einaudi, Torino, 2007, passim.,

secondo il quale la democrazia non ha fedi e valori assoluti da difendere, ad eccezione di quelli su cui essa stessa di basa

51 L. RISICATO, Dal diritto di vivere al diritto di morire, Giappichelli 2008, p. 1-18 52 S. RODOTA’ Modelli culturali ed orizzionti della bioetica, in AA.VV Questioni di

bioetica, Laterza 1993, p.430

53 C. TRIPODINA, Dio o Cesare? Chiesa Cattolica e Stato laico difronte alla

questione bioetica, in costituzionalismo.it, 1/2007; G. ZAGREBELSKY, Il

decidere per la propria vita, in maniera conforme al proprio complesso di valori, laico o religioso che sia54.

Per concludere, sposare una simile idea di laicità, calibrata sul singolo individuo anziché confinata sul piano della massima astrazione del conflitto tra universi etici autoescludenti55, significa in sostanza operare una scelta improntata al criterio del minimo danno: “posto che pur sempre un’offesa c’è, pare qualitativamente e quantitativamente differente l’offesa (solo morale) che subisce chi vive in un ordinamento che fa suoi valori che egli non condivide, ma senza conseguenze dirette sul suo corpo, dall’offesa (materiale, oltre che morale) che subisce chi vive in un ordinamento che fa suoi valori che egli non condivide, e da ciò fa discendere conseguenze dirette sul suo corpo”56.

54 All’argomento spesso utilizzato dalla dottrina di orientamento cattolico, circa la china scivolosa che condurrebbe alla dissoluzione del fondamento solidaristico della Costituzione, si potrebbe rispondere con le parole di S. RODOTA’, La nuova

legge truffa, in La Repubblica, 15 febbraio 2009, secondo il quale tale fondamento

non è affatto ignorato dalla controparte laica. Infatti “riconoscere l'autonomia d'ogni persona, allora, non significa indulgere a derive individualistiche, ma disegnare un sistema di regole che mettano ciascuno nella condizione di poter decidere

liberamente. Non a caso, riflettendo proprio sul consenso informato, si è detto che questo strumento, sottraendo il corpo della persona alle pretese dello Stato e al potere del medico, aveva fatto nascere "un nuovo soggetto morale".

55 Si tratterebbe insomma di vedere la laicità non come “difesa dello Stato dell’invadenza della Chiesa, ma come difesa di ogni uomo dall’invadenza dei cattivi Stati e delle cattive Chiese”. Così G. CALOGERO, Filosofia del dialogo, Edizioni di Comunità, Milano 1977, p. 117

CAPITOLO SECONDO

Nel documento Profili costituzionali del fine vita (pagine 30-35)