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3.i L’organizzazzione dell’assistenza per la Salute Mentale

Nel documento Piano sanitario regionale 2010-2012 Indice (pagine 126-138)

La salute mentale è uno degli obiettivi prioritari di salute del presente Piano sanitario. Nella Parte II al cap.8 viene tracciato il razionale di questa scelta e descritta la situazione generale. In questo capitolo si vuole tracciare il quadro epidemiologico, la situazione dell’offerta di servizi, le effettive funzioni del Dipartimento di Salute Mentale nonchè

l’esplorazione dei problemi, gli obiettivi da realizzare, le azioni attraverso cui si intendono realizzare. infine si produce una stima del fabbisogno per le strutture deputate alla tutela della salute e alla cura delle patologie. Gli interventi per la tutela della salute mentale e la riabilitazione in età evolutiva sono invece descritti nella Parte III cap. 5.

Epidemiologia

Un’analisi ad hoc ha mostrato, tra la popolazione che ha avuto accesso ai servizi di salute mentale nel periodo 2001-2007, un aumento del numero di persone con un trattamento attivo nell’anno (da 56.832 a 63.9774, +12,6%). Tale valore rappresenta, per il 2007, l’1,4% della popolazione di età ≥ 18 anni residente nel Lazio.

Nel 2008, fra le dimissioni da SPDC i disturbi schizofrenici rappresentavano il 36,7%, le psicosi affettive il 28,3% e i disturbi della personalità il 12,2%. La percentuale di Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) nella regione era pari all’10,0% (8,8% nel 2007).

Il comparto privato nel 2008 era costituito da 12 reparti operanti presso CdC NP per 1.057 p.l. accreditati ed effettivamente utilizzati e 1 reparto privato autorizzato con 26 p.l. Complessivamente hanno prodotto 6.240 dimissioni (+4,0% rispetto al 2007), con 254.359 giornate di degenza nell’anno (+1,7%). Tali valori rappresentano il 39,4% di tutte le dimissioni da reparti psichiatrici nel Lazio e il 71,4% delle giornate di degenza corrispondenti. Per il 2008, i disturbi schizofrenici rappresentavano il 30,5% delle dimissioni, le psicosi affettive il 31,3% e i disturbi della personalità l’11,3%.

Il consumo di farmaci antidepressivi (AD) a carico del SSN presenta un costante aumento nel periodo 2004-2007, con una prevalenza d’uso per gli AD nel 2007 pari a 49,7 per 1.000 abitanti (46,1 nel 2004). Per gli antipsicotici (AP) la prevalenza d’uso nel 2007 era pari a 9,2 per 1.000 abitanti.

Dimensione dell’offerta

Nel Lazio i 12 Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) gestiscono le risorse e le attività per la tutela della salute mentale esistenti nel territorio di ciascuna ASL. Ad essi afferiscono (anno 2009) 67 Centri di salute mentale (CSM). Le altre risorse afferenti ai DSM includono 34 ambulatori periferici, 60 centri diurni, 61 strutture residenziali delle quali 21 terapeutico-riabilitative e 40 socio-assistenziali. Sono parte integrante dei DSM inoltre 22 Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC), e 11 Day hospital. In nessuna ASL viene raggiunto lo standard tendenziale di 1 p.l. per 10.000 abitanti.

Nella città di Roma operano presso Aziende universitarie 2 reparti psichiatrici con 21 p.l. e 4 DH con 26 p.l. Nel settore privato erano presenti 12 reparti di degenza provvisoriamente accreditati presso Case di Cura NeuroPsichiatriche (CdC NP) con 1.114 p.l.5,6 L’assistenza psichiatrica semiresidenziale e residenziale è erogata anche presso strutture psichiatriche provvisoriamente accreditate7 delle quali 70 residenziali (terapeutico-riabilitative e socio-riabilitative) e 8

4 Per il 2007 il valore relativo ai CSM della ASL RMC è stato stimato.

5 Cfr. DECRETO DEL PRESIDENTE IN QUALITÀ DI COMMISSARIO AD ACTA 5 settembre 2008, n. 15. Definizione dei fabbisogni sanitari della Regione Lazio dell’assistenza residenziale per la salute mentale. Ridefinizione di alcune funzioni assistenziali delle Case di cura Neuropsichiatriche. Approvazione della “Relazione tecnica di ridefinizione di alcune funzioni assistenziali delle Case di cura Neuropsichiatriche” (All. 1) e della “Relazione sulla attività delle Case di cura Neuropsichiatriche: dati di attività 2007” (All. 2).

6 DECRETO DEL PRESIDENTE IN QUALITÀ DI COMMISSARIO AD ACTA 7 luglio 2009, n. 48. Approvazione “Integrazione e modifica dei requisiti di cui alla deliberazione Giunta regionale 424/2006” (All. 1); “Ridefinizione dell’offerta complessiva di posti letto nelle Case di cura Neuropsichiatriche e valorizzazione delle relative tariffe” (All. 2).

7 D.G.R. n. 146 del 14 febbraio 2005.

centri diurni. In tali strutture sono disponibili 827 p.l. in regime di residenzialità e 116 posti in regime di semiresidenzialità.

A seguito del Piano di rientro, della definizione del fabbisogno regionale e del successivo Decreto n. 15 è stata avviata una modificazione dell’offerta, con una riduzione dei posti letto ospedalieri delle CdC NP e una rimodulazione dei posti letto in strutture residenziali, una parte dei quali deriva dalla riconversione di una quota parte dei p.l. complessivi delle CdC NP in strutture alternative al ricovero ospedaliero, con particolare riferimento all’area socio-assistenziale con residenzialità protetta. In particolare, il nuovo assetto prevede la riduzione a 800 posti dell’offerta presso le CdC NP, così articolata: 240 posti letto per ricoveri in Reparto psichiatrico ospedaliero terapeutico-riabilitativo (RPO t-r); 280 posti per l’ospitalità in Strutture residenziali psichiatriche terapeutico-riabilitative, sia intensive (SRTRi) che estensive (SRTRe);

280 posti per l’ospitalità in Strutture residenziali psichiatriche socio-riabilitative, con assistenza sulle 24 h (SRSR 24h) o sulle 12 h (SRSR 12h). Nell’ambito complessivo della riorganizzazione dell’offerta in questo ambito, per l’avvenuta scadenza della convenzione esistente fra Policlinico Tor Vergata e Casa di cura S. Alessandro di Roma4 è stata effettuata la chiusura presso quest’ultima di 12 p.l. finalizzati a una ricerca sul trattamento di pazienti resistenti ai farmaci, mentre quella dei 16 p.l. esistenti di ricovero ordinario sarà effettuata non appena il Policlinico Tor Vergata avrà reso operativo il nuovo SPDC (data prevista: entro il 2010).

Relativamente alla distribuzione non omogenea dei p.l. derivanti dalla riconversione delle CdC NP, questa dovrà essere presa in considerazione al momento della concessione degli accreditamenti e degli accordi contrattuali per le nuove strutture residenziali (ed eventualmente per quelle già esistenti).

Il Dipartimento di Salute Mentale

Il Dipartimento di Salute Mentale è deputato all’offerta dei servizi e livelli assistenziali e alla realizzazione degli interventi per la promozione, la tutela della salute mentale e la riabilitazione in età adulta.

Gli obiettivi di salute e le azioni definite nella Parte II del presente Piano sanitario regionale 2010-2012 sono assegnati al Dipartimento di Salute Mentale che, attraverso le strutture operative territoriali e ospedaliere, svolge attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del disagio mentale e dei disturbi psichici, secondo quanto previsto dalla D.G.R. n. 236 dell’8 febbraio 2000 (Progetto Obiettivo Regionale Salute Mentale). Esso è dotato di autonomia tecnico-gestionale, organizzativa e contabile; è organizzato in centri di costo e di responsabilità.

Compete al Direttore la gestione delle risorse assegnategli dal Direttore generale per il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Il Dipartimento si connota come “Orientato alla Comunità” e opera, articolando e coordinando la propria azione sia a livello territoriale che ospedaliero, attraverso una rete di servizi, fortemente radicati nella comunità locale di riferimento, che assicurano nel loro complesso livelli di assistenza, in grado di assicurare una risposta completa e articolata ai bisogni di salute delle persone portatrici di disagio e disturbo mentale.

Il Dipartimento garantisce la predisposizione di percorsi assistenziali integrati, di procedure operative omogenee, promuovendo la partecipazione e il protagonismo degli operatori degli utenti e dei loro familiari e assicura il coordinamento dei servizi di salute mentale ai livelli di: distretto, azienda e regione.

Funzioni del Dipartimento di Salute Mentale

Il Dipartimento di Salute Mentale assicura e svolge le seguenti funzioni:

− la promozione della salute mentale, in collaborazione con i servizi per l’educazione e promozione della salute e la comunicazione istituzionale e per le attività consultoriali e le dipendenze, attraverso la diffusione di contenuti culturali e informativi e di specifiche azioni rivolte alle scuole, ai luoghi di lavoro, agli ospedali, ai luoghi di aggregazione, alle associazioni culturali, con particolare attenzione alle categorie, agli individui e ai gruppi sociali più esposti;

− la prevenzione attraverso l’intervento precoce sui gruppi a più alto rischio, in particolare con azioni programmate in integrazione funzionale, tramite specifici protocolli, con i Distretti, i SerT, il Dipartimento Materno-infantile riguardanti: la depressione post-natale, i disturbi del comportamento alimentare, i disordini dell’adolescenza, gli esordi psicotici, la depressione e il suicidio, la comorbidità psichiatrica;

− la diagnosi, cura e riabilitazione degli adulti con disagio e disturbi psichici, con l’obiettivo di assicurare la loro migliore qualità di salute e di vita nonché, in collaborazione e integrazione con l’Ente locale, l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa8;

− l’accessibilità dei servizi e dei percorsi assistenziali, a partire dal distretto, su tutto il territorio aziendale e secondo le modalità e i livelli uniformi di assistenza, garantendone l’omogenea applicazione a livello aziendale;

− la continuità delle cure, a livello professionale e di rete a livello di ASL;

− la programmazione e la regia della rete di offerta complessiva dei servizi attraverso lo svolgimento, oltre alla gestione diretta di servizi, di un ruolo attivo di governo, vigilanza e verifica dei processi, anche nei confronti delle strutture accreditate, finalizzato a tutelare la salute mentale e a garantire la qualità in tutti gli ambiti di cura;

− il governo dell’appropriatezza dei percorsi personalizzati terapeutici, riabilitativi, assistenziali e di reinserimento sociale attuati dalle strutture pubbliche e private autorizzate attraverso l’attivazione di strumenti organizzativi e procedurali che consentano di svolgere le funzioni di vigilanza, controllo, valutazione multidisciplinare, gestione delle liste di attesa, autorizzazione all’accesso, registrazione giornaliera dei presenti e comunicazione ai DSM di pertinenza territoriale9;

− la consulenza nell’urgenza-emergenza per i disturbi mentali sia a livello territoriale che ospedaliero, in collegamento con il Dipartimento dell’Emergenza-Urgenza ARES 118, con i medici di medicina generale e i servizi di continuità assistenziale;

− lo sviluppo di azioni, con la partecipazione di soggetti pubblici e privati, reti informali e familiari, organizzazioni del terzo settore, volte a rafforzare le relazioni solidali nella comunità nei confronti degli adulti con disturbi psichici, e a rendere loro accessibili i circuiti comuni della vita quotidiana per superare la stigmatizzazione e l’emarginazione sociale;

8 DECRETO DEL PRESIDENTE IN QUALITÀ DI COMMISSARIO AD ACTA 5 settembre 2008, n. 18. Approvazione della

“Programmazione per l’integrazione sociosanitaria nella Regione Lazio” e delle “Linee guida per la stesura del Piano Attuativo Locale triennale 2008-2010”.

9 DECRETO DEL PRESIDENTE IN QUALITÀ DI COMMISSARIO AD ACTA 5 settembre 2008, n. 15. Definizione dei fabbisogni sanitari della Regione Lazio dell’assistenza residenziale per la salute mentale. Ridefinizione di alcune funzioni assistenziali delle Case di cura neuropsichiatriche. Approvazione della “Relazione tecnica di ridefinizione di alcune funzioni assistenziali delle Case di cura neuropsichiatriche” (All. 1) e della “Relazione sulla attività delle Case di cura neuropsichiatriche: dati di attività 2007” (All. 2).

DECRETO DEL PRESIDENTE IN QUALITÀ DI COMMISSARIO AD ACTA 7 luglio 2009, n. 48. Approvazione “Integrazione e modifica dei requisiti di cui alla deliberazione Giunta regionale 424/2006” (All. 1); “Ridefinizione dell’offerta complessiva di posti letto nelle Case di cura neuropsichiatriche e valorizzazione delle relative tariffe” (All. 2).

− la promozione, nell’ambito dei Piani attuativi locali per i servizi sociosanitari e sociali e dei Piani di zona, di azioni programmate in collaborazione con i servizi sociali e gli enti locali, per rispondere ai bisogni di casa e di lavoro delle persone con problemi di salute mentale;

− la promozione di opportunità di sviluppo per i gruppi e associazioni di auto-mutuo aiuto, le cooperative sociali di tipo B, le associazioni di utenti e le associazioni di familiari;

− il supporto ai familiari degli utenti e il loro coinvolgimento attivo, con particolare riferimento ai giovani adulti in fase di esordio, nell’attuazione del progetto terapeutico-riabilitativo individuale, anche attraverso l’attuazione di interventi mirati di sostegno alla gruppo familiare;

− la documentazione e il monitoraggio delle attività e delle prestazioni, attraverso i sistemi informativi che garantiscano la risposta al debito informativo verso il SISP di Laziosanità-ASP;

− l’attivazione di programmi nell’ambito del sistema qualità aziendale per il miglioramento continuo della qualità assistenziale e l’adozione sistematica di strumenti e azioni per la verifica dell’efficacia e dell’appropriatezza delle cure e per la valutazione della soddisfazione degli utenti e dei loro familiari;

− la definizione e l’attuazione del piano per la formazione continua di tutti gli operatori, con particolare attenzione ai percorsi formativi e di inserimento lavorativo dei neo-assunti, avvalendosi anche del contributo dell’Università e delle Società scientifiche;

− la collaborazione con il servizio farmaceutico dell’Azienda per la farmacovigilanza;

− la promozione di attività di ricerca e di ricerca-intervento.

Modalità operative

Il Dipartimento di salute mentale, per il raggiungimento delle finalità indicate, adotta i principi metodologici della progettazione per obiettivi, della programmazione delle attività, del controllo qualitativo delle prestazioni erogate.

In particolare opera garantendo, nel rispetto dei vincoli di destinazione delle risorse finanziarie assegnategli:

− il carattere unitario della gestione e della organizzazione della rete dei presidi e dei servizi, compresi gli SPDC anche se attivati presso Aziende ospedaliere;

− la massima integrazione multidisciplinare mediante il lavoro di gruppo pluri e interdisciplinare, mirando alla valorizzazione di tutte le professionalità, identificando le specifiche aree di competenza;

− la flessibilità operativa, ispirata ai principi della continuità terapeutica, dell’equità dell’accesso e dell’unitarietà del percorso assistenziale.

Il Dipartimento opera promuovendo attivamente:

− il collegamento operativo e funzionale con i medici di medicina generale (anche nelle loro organizzazioni di gruppo), al fine di costituire una rete integrata di servizi in collaborazione con le unità territoriali delle cure primarie e con i servizi sociali;

− il rapporto con i Dipartimenti universitari sia nell’ambito della ricerca che della didattica, in coerenza con gli obiettivi della Regione Lazio. In ambito clinico assistenziale gli SPDC collocati nei Policlinici Universitari operano nell’ambito di specifiche convenzioni di integrazione assistenziale con il DSM dell’Azienda sanitaria territorialmente competente.

Attività nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC)

Gli SPDC operanti sul territorio del Lazio nel 2008 erano 23 per un totale di 276 posti letto (pl), con una diminuzione di 3 pl rispetto al 2007. La dotazione di posti letto in SPDC sulla popolazione residente del Lazio (tutte le età) era pari a 0,50 pl ogni 10.000 abitanti.

Le persone dimesse nell’anno sono state 6.179 ed hanno prodotto 9.030 dimissioni, facendo registrare un aumento rispetto al 2007 dello 0,6% (+22,8% rispetto al 1996), come indicato in figura 1. Le giornate di degenza consumate nel corso dell’anno 2008 sono state 93.374 (+ 0,5% rispetto al 2007; +33,5% rispetto al 1996).

Il 52% delle dimissioni prodotte era attribuibile a soggetti di sesso maschile (rapporto U/D=1,1). L’età media risultava pari a 40,8 anni per gli uomini e a 44,3 anni per le donne. La percentuale di dimissioni riferite a soggetti residenti fuori regione risultava essere, a livello regionale, pari al 6,4%, analizzando il dato per istituto si passava dal 1,3%

(S.Sebastiano Martire, RMH) al 23,7% (Pol. Umberto I, RMA). Considerando invece il paese di nascita delle persone dimesse dai SPDC della regione nel 2008, il 12,7% delle dimissioni era attribuibile a soggetti nati all’estero, con un range che variava dal 8,1% (S.Sebastiano Martire, RMH) al 21,6% (S. Spirito, RME).

Figura 1 – Dimissioni e giornate di degenza nei SPDC, Lazio 2008.

0

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

dimissioni

La percentuale di TSO risulta pari, a livello regionale, al 10% (era 8,8% nel 2007).

La durata mediana della degenza negli SPDC complessivamente era di 8 giorni (10,7gg di media). Tale valore variava da 5gg (San Sebastiano Martire, RMH) a 16 gg di degenza mediana (Giovanni Battista Grassi, RMD). Analizzando il dato per classe di diagnosi principale, si sono registrati nel 2008 9gg di degenza mediana per Schizofrenie/stati paranoidi e Psicosi affettive, 5 per disturbi di personalità ed oligofrenie e 3gg per le dipendenze.

Considerando le diagnosi principali, per il 2008, i disturbi schizofrenici rappresentavano il 36,7% delle dimissioni da SPDC (46,7% nel 2007); le psicosi affettive il 28,3% (28,2% nel 2007) delle dimissioni e i disturbi della personalità il 12,2% (11,5% nel 2007). Analizzando il dato per istituto si passava, per i disturbi schizofrenici, dal 55,2% (San Giacomo, RMA) al 25,4% (San Camillo de Lellis, Rieti). Per le psicosi affettive il valore variava dal 62% (S.Spirito, RME) al 9,6%

(Civile di Ceccano, Frosinone). Per quanto riguardava infine i disturbi di personalità, si passava dallo 0,5% (Sant’Andrea, RME) al 31,5% (San Filippo Neri, RME).

I tassi di dimissione standardizzati per età, come indicato in tabella 1, mostrano in generale una maggiore propensione al ricovero per gli uomini (1,9 per 1.000ab residenti) rispetto alle donne (1,60).

Tabella 1 - Tassi di dimissione stand. per età x 1.000ab residenti

Maschi Femmine

DSM

Tasso inf. - sup. Tasso inf. - sup.

RM A 2,20 2,00 - 2,42 1,73 1,56 - 1,91

RM B 1,68 1,54 - 1,84 1,49 1,36 - 1,63

RM C 2,14 1,96 - 2,35 1,83 1,67 - 2,01

RM D 1,45 1,30 - 1,61 1,31 1,18 - 1,46

RM E 2,16 1,97 - 2,37 1,81 1,65 - 1,99

RM F 1,63 1,43 - 1,87 1,33 1,15 - 1,54

RM G 1,78 1,60 - 1,97 1,58 1,42 - 1,76

RM H 1,89 1,71 - 2,08 1,49 1,34 - 1,65

VITERBO 1,19 1,01 - 1,39 1,04 0,88 - 1,23

RIETI 2,58 2,22 - 3,00 1,94 1,64 - 2,30

LATINA 1,87 1,70 - 2,06 1,47 1,33 - 1,63

FROSINONE 2,53 2,32 - 2,76 2,25 2,06 - 2,46

TOTALE SPDC 1,90 1,85 - 1,96 1,60 1,56 - 1,65

Accessi in Pronto Soccorso con diagnosi principale psichiatrica

Gli accessi nei PS/DEA con diagnosi principale psichiatrica o consulenza psichiatrica (codice '94' tra le prime 5 consulenze) sono stati nel Lazio nel corso del 2008 pari a 48.742. Il 6,3% di questi accessi era effettuato da minori; il 14,4% faceva riferimento a soggetti nati all’estero.

Considerando i soli soggetti di età maggiore o uguale a 14 anni (93,4%), il 21,3% degli accessi ha avuto come esito un ricovero nello stesso istituto del PS/DEA. Tale percentuale saliva al 28,9% nel caso di istituti dotati di SPDC o Reparto psichiatrico universitario vs il 5% registrato nei PS/DEA non dotati di Reparto 40 (tabella 2).

Tabella 2 - Accessi nei PS/DEA con diagnosi principale psichiatrica o consulenza psichiatrica, Lazio 2008.

Pronto Soccorso in istituto

Piano sanitario regionale 2010-2012

Strutture residenziali psichiatriche

Il Progetto Obiettivo Nazionale 1998-2000 per la tutela della salute mentale fissava lo standard tendenziale di posti in SR psichiatriche in 1 posto x 10.000 abitanti; tale valore poteva essere raddoppiato qualora nelle Aziende sanitarie insistevano ospedali psichiatrici. A fronte dello standard proposto, già nel 2000 un’indagine nazionale rilevava 2,96 posti letto x 10.000 abitanti, con una spiccata variabilità fra regioni (da 1,55 per la Campania a 6,93 per l’Abruzzo)10. Il dato nazionale veniva confermato da una rilevazione effettuata dal Ministero l’anno successivo11.

Ai fini del calcolo del fabbisogno complessivo di posti per la salute mentale in reparti di degenza o in strutture residenziali per un dato territorio, una valutazione accurata finalizzata alla stima della prevalenza in un anno di “disturbi mentali gravi e persistenti” in un territorio urbanizzato12 parla di 13,5 casi x 10.000 ab. Solo una parte di questi richiederà il ricovero o il trattamento presso strutture residenziali. Occorre notare come, a lato della generale tendenza osservata nei paesi Europei volta a ridurre il numero complessivo di posti letto in ospedale psichiatrico, ancora evidente fra il 1990 e il 2002, è stato osservato un significativo aumento del ricorso alle strutture residenziali psichiatriche nell’ambito di un più generale processo caratterizzato da maggiori livelli di prescrittività e descritto come di re-istituzionalizzazione13. In Italia tale processo appare meno marcato rispetto a quanto si è verificato in altri paesi europei; tuttavia nel 2006 un’indagine che ha utilizzato il Lazio e la Lombardia come riferimento ha riscontrato tassi notevolmente più elevati dello standard (Lazio: 2,4; Lombardia: 3,9)14. Il valore riscontrato in Lombardia deve tenere conto della costante e più precoce pressione esercitata dalle Associazioni di Familiari per la realizzazione di strutture alternative al ricovero in acuzie, stante la quasi totale assenza – in quella regione – di posti letto in regime di degenza ordinaria ma a minore intensità assistenziale rispetto agli SPDC. Nel Lazio tale percorso si avvaleva anche di un’offerta di posti letto particolarmente consistente nell’ambito del privato accreditato (Case di cura neuropsichiatriche: CdC NP). Tali reparti, pur offrendo trattamenti a minore complessità assistenziale, figuravano però quali “reparti di degenza ordinaria per acuti”.

Nel Lazio, a seguito del Piano di rientro (D.G.R. n. 149 del 6/03/2007), del Decreto del Presidente in qualità di Commissario ad Acta n. 15 del 5 settembre 2008 e del Decreto 48 del 7/7/2009, si è determinata l’offerta di residenzialità terapeutico-riabilitativa sia intensiva che estensiva e socioriabilitativa, nonché l’offerta di posti letto del privato accreditato e quelli a gestione diretta; esse sono descritte nella tabella 3.

Per effetto dei Decreti citati, il tasso complessivo di posti in SR è passato nella nostra regione da 2,4 a 3,4 x 10.000 ab.

Quest’ultimo valore risulta essere in linea con i valori riscontrati nelle principali regioni italiane. Nel Lazio, la marcata

10 de Girolamo G, Picardi A, Micciolo R et al. Residential care in Italy. National survey of non-hospital facilities. British Journal of Psychiatry 2002; 181: 220-5.

11 “Rilevazione 2001 del Personale e Strutture dei Dipartimenti di Salute Mentale” – Direzione Generale della Prevenzione Ufficio XI – Redazione Ministerosalute.it dicembre 2002.

12 Ruggeri M, Leese M, Thornicroft G et al. Definition and prevalence of severe and persistent mental illness. British Journal of Psychiatry 2000; 177: 149-155.

13 Priebe S, Badesconyi A, Fioritti A et al. Re-institutionalisation in mental health care: comparison of data on service provision from six European countries. British Medical Journal 2005; 330: 123-6.

14 Priebe S, Frottier P, Gaddini A et al. Mental health care institution in nine European countries, 2002 to 2006. Psychiatric Services 2008; 59: 570-3.

Piano sanitario regionale 2010-2012

variabilità che si osserva nei tassi per ASL risente della distribuzione non omogenea delle CdC neuropsichiatriche sul territorio.

La dimensione dell’offerta in ambito psichiatrico in regime di degenza ordinaria e di residenzialità è descritta nella tabella seguente.

Tabella 3. Offerta di posti in strutture residenziali psichiatriche e di posti letto in reparti psichiatrici di degenza ordinaria. Lazio, 2008

* La ripartizione esatta dei 560 posti di SR è stata definita con il Decreto 48/2009, e prevede 280 posti letto per l'ospitalità in strutture residenziali psichiatriche teraputiche-riabilitative sia intensive che estensive, e 280 posti letto per l'ospitalità in strutture residenziali psichiatriche socioriabilitative con assistenza sulle 24 ore o sulle 12 ore.

** Reparto psichiatrico ospedaliero terapeutico-riabilitativo.

Piano sanitario regionale 2010-2012

Obiettivi per la salute mentale

− Elaborare la stesura di un nuovo progetto obiettivo regionale per la salute mentale, che definisca in modo omogeneo e organico gli obiettivi e le strategie d’intervento nella regione Lazio.

− Progettare e realizzare un sistema informativo per la salute mentale in grado di integrare tutte le informazioni di processo e di esito relative ai trattamenti erogati nell’ambito del sistema complessivo dei servizi per la salute mentale.

− Realizzare un programma di sostanziale riassetto del sistema dell’emergenza psichiatrica, che tenga conto delle criticità emerse ai diversi livelli dei processi organizzativi e degli attori coinvolti.

− Aumentare del 25% il numero di pazienti trasferiti da situazioni residenziali al proprio domicilio.

− Dare centralità ai percorsi e ai processi volti all’inserimento lavorativo dell’utente, momento essenziale per la

− Dare centralità ai percorsi e ai processi volti all’inserimento lavorativo dell’utente, momento essenziale per la

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