Come indicato nel precedente punto 3.l le Linee Guida sui contenuti del Piano sulla rete dei laboratori clinici, afferenti a tutte le discipline dell’Area della Medicina Diagnostica e dei Servizi, emanate dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, stabilivano che le Regioni, in attuazione della L.296/06, nell’ambito del piano di riordino delle strutture laboratoristiche, dovevano impegnarsi anche al riordino dei servizi trasfusionali, secondo quanto disposto dall’art. 5, comma 1 della Legge 21 ottobre 2005, n. 219.
La Regione Lazio con la Delibera n. 418 del 12 giugno 2007 ha espressamente approvato tali Linee Guida sui contenuti del Piano sulla rete laboratoristica, come schema di riferimento per la riorganizzazione anche della rete delle strutture trasfusionali.
Con la D.G.R. n. 1040 del 21 dicembre 2007 “Approvazione del «Piano di riorganizzazione delle Strutture Accreditate che erogano prestazioni di laboratorio nella Regione Lazio, in attuazione del dispositivo dell’art. 1, comma 796 lettera O, legge finanziaria del 23 dicembre 2006, n. 296», la Regione ha avviato concretamente gli adempimenti previsti, confermando che in tale ambito era necessario definire uno specifico intervento nel settore trasfusionale, par altro sollecitati in tale direzione dal Centro Nazionale Sangue.
La riorganizzazione del settore trasfusionale regionale deve tener conto delle disposizioni di cui alla L. 219/2005, che ha introdotto misure finalizzate a garantire l’autosufficienza di sangue e di emoderivati come elemento di interesse nazionale, sovraregionale e sovraziendale, non frazionabile e per assicurare i livelli essenziali di assistenza di medicina trasfusionale, nonché i requisiti di qualità e sicurezza dei prodotti del sangue e delle prestazioni dei servizi trasfusionali, anche attraverso l’esercizio condiviso di funzioni di controllo tecnico-scientifico, di consulenza e di vigilanza, considerando che anche in tale delicato settore si rende necessario perseguire le finalità del Piano di Rientro, all’uopo accentuando le funzioni di governo regionale del sistema, accanto a misure di razionalizzazione delle strutture, superando anche in tale settore duplicazioni e ridondanze di strutture e funzioni esistenti e pervenendo alla centralizzazione delle attività di produzione e di validazione biologica.
Uno specifico provvedimento ha avviato la riorganizzazione del settore trasfusionale, ricompresa nelle Linee Guida ministeriali del 2007 e confermata dalla più dettagliata Linea Guida Ministero-Agenas del marzo 2009 (Linee di Indirizzo per la Riorganizzazione dei Servizi di Medicina di Laboratorio nel Servizio Sanitario Nazionale), confermando le prime disposizioni preliminari impartite alle Aziende sanitarie con la Circolare regionale dell’11 maggio 2009.
Il provvedimento di riorganizzazione si fonda sulle indicazioni fornite dal Dipartimento di Prevenzione del Ministero Salute e dal Centro Nazionale Sangue, al fine di consentire di dare definitiva ed esaustiva attuazione al riordino dell’intero settore trasfusionale come previsto dai citati adempimenti del piano di rientro, a partire dalla costituzione del Centro Regionale Sangue, con lo scopo di garantire il coordinamento delle attività trasfusionali, dei flussi di scambio e di
Piano sanitario regionale 2010-2012
compensazione nonché il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi definiti dalla programmazione regionale e locale, e dalla ridefinizione della rete dei Dipartimenti trasfusionali istituiti con la DGR n. 343 del 20 giugno 2006, riconducendoli da sette a tre dipartimenti di medicina trasfusionale Lazio Nord, Lazio Ovest e Lazio Est ( - 4 dipartimenti rispetto alla DGR 343) , con ciò quindi realizzando in termini di macro organizzazione un notevole livello di semplificazione e di risparmio di risorse economiche impiegate .
A seguito dell’attuazione del decreto di riorganizzazione del settore trasfusionale viene previsto per il triennio 2009-2011 di implementare le attività di raccolta sino all’autosufficenza,di potenziare la raccolta in aferesi, di applicare le metodiche di autotrasfusione e verifica del buon uso del sangue ed emocomponenti, di razionalizzare il modello organizzativo garantendo il servizio di emergenza urgenza nelle 24 ore solo nelle sedi dipartimentali, provinciali e sedi di DEA di II livello, di centralizzare le attività produttive e di qualificazione biologica presso le sedi dipartimentali, considerando che al fine di realizzare le economie previste con il piano di rientro i dipartimenti si serviranno delle strutture di medicina di laboratorio presenti nelle sedi dipartimentali, nel rispetto delle disposizioni impartite dalla Direzione Regionale Programmazione Sanitaria in data 11/05/2009 nota n.55595/45/05.In tale ambito è confermata l’attività del Centro di riferimento regionale per la sicurezza trasfusionale (attività “NAT”) di cui alla DGR 727/01, presso l’Ospedale S.Pertini.
Il risparmio derivante dalla riconduzione dei servizi di guardia alle sedi dipartimentali e dei DEA di II livello , determinato dalla più razionale utilizzazione delle risorse di personale, dalla riduzione degli oneri generali e dalle minori nuove assunzioni, è stimato nel triennio in Euro 1,63 milioni.
Il risparmio derivante dalla centralizzazione delle attività di qualificazione biologica è stimato nel triennio in Euro 2,4 milioni.
Gli ulteriori risparmi derivanti dall’incremento e dalla centralizzazione delle attività di produzione sono stimati in circa 10,95 milioni, come dettagliato nell’allegato A
Allegato A; quadro economico di previsione di risultato economico con il presente Piano a pieno regime (attivita’ del triennio)
1) Abrogazione dell’acqusizione extraregionale emocomponenti I° anno
-1.227.660 Euro annui per mancato acquisto a tariffa
+ 932.400 Euro annui per produzione interna emocomponenti ancora necessari al fabbisogno +210.000 Euro annui per la lavorazione aggiuntiva di circa 1400 litri di plasma
- 395.266 Euro annui di emoderivati da non acquisire al prezzo commerciale ottenuti dal plasma lavorato Sub Totale I° anno – 480.526 Euro
II° anno
-2.455.320 Euro annui per mancato acquisto a tariffa
+1.864.800 Euro annui per produzione interna emocomponenti ancora necessari al fabbisogno +420.000 Euro annui per la lavorazione aggiuntiva di circa 2800 litri di plasma
-790.532 Euro annui di emoderivati da non acquisire al prezzo commerciale ottenuti dal plasma lavorato Sub Totale II° anno – 961.052 Euro
III° anno
-3.320.000 Euro annui per mancato acquisto a tariffa
+2.520.000 Euro annui per produzione interna emocomponenti ancora necessari al fabbisogno +630.000 Euro annui per la lavorazione aggiuntiva di circa 4200 litri di plasma
-1.185.799 Euro annui di emoderivati da non acquisire al prezzo commerciale ottenuti dal plasma lavorato Sub Totale III° anno – 1.355.799 Euro
2) Incremento dell’invio del plasma fresco congelato al frazionamento industriale per ulteriori 2000 litri I° anno
+ 100.000 Euro annui per la lavorazione aggiuntiva di circa 660 litri di plasma
Piano sanitario regionale 2010-2012
- 188. 222 Euro annui di emoderivati da non acquisire al prezzo commerciale ottenuti dal plasma lavorato Sub Totale I° anno -88.222 Euro
II° anno
+ 200.000 Euro annui per la lavorazione aggiuntiva di circa 1320 litri di plasma
- 376.444. Euro annui di emoderivati da non acquisire al prezzo commerciale ottenuti dal plasma lavorato Sub Totale II° anno -176.444 Euro
III° anno
+ 300.000 Euro annui per la lavorazione aggiuntiva di circa 2000 litri di plasma
- 564.666. Euro annui di emoderivati da non acquisire al prezzo commerciale ottenuti dal plasma lavorato Sub Totale III° anno -264.666 Euro
3) Centralizzazione della produzione e qualificazione degli emocomponenti presso le tre aree dipartimentali preposte
-2.237.340 Euro annui per riduzione del costo di produzione per un valore forfettizzato del 10%
Sub Totale annuo – 2.237.340 Euro
4) Abrogazione del servizio h24 presso le strutture non aventi i requisiti definiti per la continuita’ notturna del servizio
-1.638.000 Euro annui per recupero di un monte orario di 39.420 ore della Dirigenza Medica, ovvero di 21 unita’ di Dirigente Medico da dedicare alle attivita’ di raccolta emocomponenti omologhi ed autologhi ed alle attivita’ di medicina trasfusionale finalizzabili al pieno raggiungimento degli obiettivi del presente piano nel ciclo triennale di attuazione
Sub Totale annuo 1.638.000 Euro Totale I° anno 4.444.088 Euro Totale II° anno 5.012.836 Euro Totale III° anno 5.495.805 Euro Totale nel triennio 14.952.729 Euro
Viene altresì ridefinita la composizione della Commissione tecnico consultiva di cui alla L.R.48/95, secondo le modalità previste dal decreto commissariale, prevedendone l’integrazione con tutte le competenze professionali e specialistiche necessarie ad assicurare una efficace attività di “clinical governance” e di innalzamento della qualità complessiva del sistema.
La valutazione comparativa delle attività e dei risultati conseguiti dai DMT e dalle singole strutture trasfusionali, finalizzabili alla congrua allocazione delle risorse saranno effettuate annualmente dal CRS sulla base degli indicatori di cui al successivo Allegato B , e che rappresentano un set di indici di efficacia, efficienza e complessita’ gia’ in parte sperimentati nel precedente piano di riordino del sistema trasfusionale.
ALLEGATO B
Piano sanitario regionale 2010-2012
Tale indicatore dovra' essere a regime inferiore o uguale a 1,1 (e maggiore di 0,85)
per il comparto n° donazioni totali effettuate + n° unità distribuite ______________
2 __________________________________________________/1000 n° operatori del comparto
Tale indicatore dovra' essere a regime inferiore o uguale a 0,75 (e maggiore di 0,65)
b. Indice di autosufficienza in emazie:
n° unità di emazie raccolte in totale
____________________________________________ x10 n° di unità di emazie distribuite in attività di servizio
Tale indicatore dovra' essere a regime maggiore o uguale a 9,5 in ambito Dipartimentale
c. Indice di donazione in aferesi:
n° di procedure con citaferesi produttiva _________________________________ x10 n° totale di donazioni effettuate in sede
Tale indicatore dovra' essere a regime uguale o maggiore di 1,5
d. Rapporto emazie/PFC distribuito per uso clinico:
n° di unità di emazie distribuite in attività di servizio
_____________________________________________________
n° di unità di PFC distribuite per uso clinico in attività di servizio
Tale indicatore dovra' essere a regime maggiore o uguale a 3,5
e. Quota autotrasfusionale globale in chirurgia elettiva:
n° unità emazie autologhe prodotte e trasfuse*
__________________________________________________ x10 n° totale unità emazie auto*+allo trasfuse in chirurgia elettiva
*unità provenienti da predeposito, recupero perioperatorio ed emodiluizione (unità equivalenti = 42 g di Hb) Tale indicatore dovra' essere a regime maggiore o uguale a 1,5
Piano sanitario regionale 2010-2012
La rete delle Anatomie patologiche
Fra gli elementi qualificanti della rete oncologica, che dovrebbe essere la base più consistente del livello regionale della rete, l’hardware su cui si può basare il criterio di certificazione da parte della rete delle diagnosi e dei piani terapeutici è la costituzione della rete delle anatomie patologiche. L’obiettivo di tale strumento è quello di garantire appropriatezza nei percorsi diagnostici attraverso l’archivio unificato, che potrà evitare le duplicazioni degli esami e garantire uniformità dei criteri diagnostici e dei controlli di qualità, comunicazione e collegialità nelle scelte diagnostiche più complesse, accentramento dei casi di patologie rare.
Condizione necessaria per la creazione della rete delIe anatomie patologiche sono la riduzione del numero dei laboratori di anatomia patologica per raggiungere volumi di attività che garantiscano la qualità delle diagnosi, e la messa in rete degli archivi delle anatomie patologiche attraverso la creazione di un sistema informativo unificato, che gestisca univocamente le informazioni riguardanti i singoli pazienti e permetta di accedere alla storia delle diagnosi ricevute in qualsiasi struttura della rete.
Il problema dei volumi di attività di ogni singolo laboratorio è particolarmente sentito nel caso dei programmi di screening citologici, dove la bassa prevalenza di malattia obbliga i laboratori a valutare migliaia di casi per poter maturare una sufficiente esperienza di casi positivi.