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La circolazione “trasversale” delle opinioni dissenzienti: alcuni esempi

particular e overruling giurisprudenziale: una breve prospettiva storica

4. La circolazione “trasversale” delle opinioni dissenzienti: alcuni esempi

In un’ottica di circolazione “trasversale” (e transnazionale) dei votos particulares – rispetto ai quali il TC si è posto sia come “propulsore”, sia quale “recettore” degli stessi – è possibile fornire una breve casistica di esempi interessanti.

In relazione al rapporto tra TC e Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, si deve fare riferimento alla STC 69/2007. In questo caso, la sig.ra Muñoz – unitasi in matrimonio con il proprio convivente secondo le ancestrali tradizioni dell’etnia gitana – proponeva amparo avverso una sentenza che, riformando la pronuncia di primo grado, le aveva negato la possibilità di ottenere la pensione di reversibilità, in quanto il vincolo matrimoniale non era stato riconosciuto valido agli effetti civili.

Essa denunciava una violazione dell’art. 14 CE – principio di uguaglianza – poiché, pur trovandosi nella stessa condizione di fatto di una persona civilmente coniugata, era stata trattata diversamente per ragioni etnico-razziali.

58 Sia consentito rinviare a D. CAMONI, Se le circostanze contingenti della “crisi catalana” impongono di creare diritto “oltre il diritto”: dall’ordinanza n. 49/2018 del Tribunal Constitucional spagnolo alla (mancata) costituzione del nuovo Govern catalano, in Forum di Quad. cost., 27

giugno 2018: in particolare, l’adozione di soluzioni processuali non del tutto “ortodosse” – sfociata nelle inedite misure pre-cautelari di cui all’ATC 5/2018 – possono essere spiegate con L. LUATTI,

Profili costituzionali, cit., 80 quando ricorda che «un sistema che ammette l’espressione di opinioni

dissenzienti non è dunque immune da pressioni che inducono il collegio ad accogliere nel corpo della motivazione alcune ragioni espresse dai dissenzienti; pressioni che saranno tanto più forti quanto più la questione in esame è politicamente controversa e polemicamente presente presso l’opinione pubblica. In questi casi, parrà talvolta conveniente, al fine di trasmettere all’esterno l’immagine di un tribunale compatto, sacrificare la coerenza e chiarezza della motivazione, pur di evitare la formulazione di voti particolari».

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Il TC rigettava il ricorso, sostenendo che la mancata corresponsione dell’indennità pensionistica era dovuta al non riconoscimento del matrimonio gitano come schema negoziale in grado di produrre effetti giuridici efficaci nell’ordinamento.

Inoltre, rientrava nella piena discrezionalità del legislatore la determinazione delle condizioni in forza dei quali procedere alla soddisfazione delle esigenze economico-previdenziali della collettività (nel caso di specie, limitate ai soli matrimoni civilmente riconosciuti dallo Stato).

La sentenza contava con un interessante voto particular di Rodríguez-Zapata Pérez. Egli riteneva innanzitutto violato il parametro dell’art. 14 CE, in ragione dell’uguaglianza di presupposti rispetto alla precedente STC 199/2004, la quale aveva riconosciuto il diritto alla pensione di reversibilità ad un uomo sposato con il solo rito canonico (senza che il matrimonio fosse stato però trascritto nel corrispondente registro dello stato civile).

In seconda battuta, la normativa europea applicabile59 imponeva una tutela

effettiva delle diversità etniche, razziali e culturali proprie di una determinata minoranza sociale.

Tali diversità, bisognose di protezione costituzionale, sono state tuttavia pretermesse dalla normativa in materia pensionistica, la quale realizzava invero una discriminazione indiretta, trattandosi di una disciplina normativa apparentemente neutra che, in realtà, poneva una data categoria sociale in situazione di svantaggio rispetto ad altre.

La voce minoritaria di Rodríguez-Zapata Pérez ha trovato un sostegno qualificato nella sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo scaturita dal

ricorso della sig.ra Muñoz60.

59 Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali e Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, attuativa del principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica

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In concreto, i giudici di Strasburgo hanno riscontrato una violazione del principio di non discriminazione di cui all’art. 14 CEDU a danno della ricorrente. Quest’ultima, infatti, aveva contratto in buona fede matrimonio secondo il rito gitano – non essendo allora ammesso il matrimonio civile in Spagna – nella convinzione che lo stesso sarebbe stato ritenuto valido dalle autorità statali agli effetti corrispondenti.

In particolare, le autorità spagnole avevano riconosciuto la regolarità di tale unione al di là dei confini della comunità sociale di appartenenza, come dimostrato dal fatto che alla sig.ra Muñoz era stato rilasciato un libretto di famiglia nel quale la sua condizione coniugale era confermata al fine dell’iscrizione presso il sistema nazionale di Previdenza Sociale e del rilascio del certificato di famiglia numerosa.

Tali circostanze, unite all’esistenza di un trattamento deteriore rispetto a situazioni assimilabili che pure contemplavano la possibilità di ottenere una

pensione di reversibilità61, determinavano l’esistenza di una violazione della CEDU

da parte dello Stato spagnolo, con conseguente pagamento delle somme dovute a

titolo di ristoro del danno subito62.

Sul fronte interamente nazionale – declinato nel rapporto tra TC e TS – un caso emblematico di circolazione di opinioni dissenzienti è quello legato alla (il)legalizzazione del partito politico nazionalista basco Sortu.

Nel dettaglio, con ATS 3154/2011, la Sala especial del Tribunal Supremo

(costituita ai sensi dell’art. 61 LOPJ)63 dichiarava l’illegittimità del citato partito

61 Il riferimento è all’art. 174 del Real Decreto Legislativo 1/1994, de 20 de junio, por el que se

aprueba el texto refundido de la Ley General de la Seguridad Social – il quale contemplava il diritto

a tale prestazione pensionistica in casi di nullità matrimoniale – nonché alla citata STC 199/2004. 62 Per una ricostruzione sistematica, cfr. C. BERENGUER ALBALADEJO, El principio de igualdad y no

discriminación en relación con la pensión de viudedad y el «matrimonio gitano», in Derecho Privado y Constitución, 24, 2010, 109-162. Critico nei confronti della sentenza della Corte di

Strasburgo F.J. MATIA PORTILLA, Condena por una discriminacion inexistente (Tribunal de

Estrasburgo y matrimonio gitano), in Rev. Esp. Der. Const., 92, 2011, 355-382.

63 Si tratta di una Sezione speciale del TS – composta dal Presidente del TS, dai Presidenti di Sezione e dal giudice rispettivamente più anziano e più giovane di ogni Sezione – incaricata di giudicare, tra le altre questioni, «de los procesos de declaración de ilegalidad y consecuente disolución de los partidos políticos, conforme a lo dispuesto en la Ley Orgánica 6/2002, de 27 de junio, de Partidos Políticos» (art. 61.1.6° LOPJ).

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poiché considerato la continuazione – sotto una diversa veste formale – di un’altra formazione politica (Batasuna), a sua volta già sciolta dal TS in quanto “braccio politico” dell’organizzazione terroristica dell’ETA.

Tale sentenza era accompagnata da un’estesa opinione dissenziente (sottoscritta da sette giudici su sedici totali), la quale contrastava in termini sistematici il percorso logico-interpretativo seguito dalla maggioranza.

In sintesi, sul piano probatorio si affermava che la valutazione degli indizi a disposizione avrebbe dovuto condurre alla dichiarazione di un’assenza di continuità personale ed istituzionale tra il nuovo partito politico e Batasuna, nonché della carenza di un’attività di direzione e controllo di Sortu da parte di ETA.

In secondo luogo, secondo la minoranza del TS Sortu aveva manifestato un rifiuto esplicito e ben definito del terrorismo dell’ETA, dichiarando in modo inequivoco, negli statuti del partito, la volontà di perseguire i propri obiettivi politici unicamente secondo modalità democratiche e conformi alla legge.

Infine, non poteva ritenersi soddisfatto il parametro richiesto dalla giurisprudenza di Strasburgo in relazione al legittimo scioglimento di partiti politici (sussistenza di un rischio ragionevolmente vicino, dimostrato e sufficiente per la

tenuta dello Stato democratico)64, non essendo stata dimostrata in modo ragionevole

la contrarietà di Sortu a soddisfare le proprie aspirazioni secondo metodi propri di un sistema democratico.

I ragionamenti sviluppati nel descritto voto particular hanno trovato conferma nella STC 13/2012, la quale ha rovesciato la decisione del TS e ha ritenuto che la costituzione di Sortu fosse legittima espressione del diritto costituzionale di

associazione65.

64 Su tutte, cfr. ECHR, Herri Batasuna v. Spain, 25803/04 e 25817/04, 30-06-2009, §§81 e 83. 65 Cfr. A.H. CATALÀ I BAS, Las sentencias del Tribunal Constitucional en los casos Bildu y Sortu y

el fin de ciclo de la Ley Orgánica de partidos políticos. Propuestas de reforma, in Teoría y Realidad Constitucional, 31, 2013, 549-576.; E. VÍRGALA FORURIA, STC 138/2012, de 20 de junio, sobre

constitución de Sortu: la ¿definitiva? legalización de la izquierda abertzale, in Rev. Esp. Der. Const., 96, 2012, 305-325 e ID., Recorrido jurisprudencial de la suspensión y disolución de

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In questo senso, il TC contrastava le argomentazioni del TS facendo leva in modo quasi esclusivo sul parametro relativo alla condanna o meno della violenza terrorista e dei metodi antidemocratici storicamente posti in essere dall’ETA con l’obiettivo di conseguire un risultato politico.

A suo parere, infatti, il criterio (decisivo) della rinuncia alla violenza e della piena accettazione delle strategie democratiche emergevano in modo evidente tanto dagli statuti costitutivi del partito in questione quanto dalle dichiarazioni e condotte dei suoi promotori e dirigenti.

Inoltre, a differenza di quanto statuito dal TS, dagli elementi probatori a disposizione non era possibile stabilire l’esistenza di un nesso di continuità (e contiguità) soggettiva ed istituzionale tra Sortu, da un lato e Batasuna/ETA, dall’altro. A suo avviso, il TS si era basato unicamente su documenti che si riferivano a questi ultimi ma non al primo e su sospetti che non erano sufficienti per autorizzare lo scioglimento di un partito politico.

Infine, si faceva presente che, qualora Sortu o i suoi dirigenti avessero posto in essere condotte contrarie a quanto stabilito nella LOPP, l’ordinamento avrebbe avuto a sua disposizione un idoneo apparato di strumenti repressivi diretto a provocarne l’illegittimità ed a restaurare un pieno sistema democratico nella competizione tra partiti.

Spostando leggermente il punto di osservazione, può essere interessante ricordare anche una circolazione di opinioni dissenzienti che, maturate in un determinato ordinamento – nel caso di specie, quello degli Stati Uniti – hanno trovato accoglimento in alcuni votos particulares acclusi a pronunce del TC.

Un primissimo rinvio alle dissenting opinions maturate nella Corte Suprema americana lo ritroviamo nel voto particular di Cruz Villalón alla STC 126/1997. In particolare, nell’affermazione secondo cui non è possibile sostenere l’anacronismo dei titoli nobiliari e, al tempo stesso, pretendere che gli stessi siano “aggiornati” al

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passo dei tempi, Cruz Villalón citava il dissent di Brennan66 in McClesky v. Kemp

(1987), secondo cui «we remain imprisoned by the past as long as we deny its

influence in the present»67.

In questo senso, il riferimento alla costituzionalità o meno delle condizioni per la concessione di titoli nobiliari che sanciscono una preferenza dell’uomo rispetto alla donna deve essere coerente con il riconoscimento costituzionale o meno del titolo stesso, giacché non è possibile ammettere un requisito in assenza dell’altro68.

Un altro rinvio dotato di non trascurabile rilevanza lo ritroviamo nel voto

particular di de Mendizábal Allende (condiviso da Jiménez Sánchez) alla STC 122/2000. Nel censurare una sentenza del TS che aveva imposto una pena detentiva

superiore a quella richiesta dal Pubblico Ministero – in violazione del principio

accusatorio – il giudice dissenziente richiama il celebre dissenso di Oliver Wendell

Holmes69 in Northern Securities Co. v. United States (1904), in forza del quale

l’importanza dei casi oggetto di giudizio è ritenuta inversamente proporzionale alla qualità del ragionamento giuridico applicato, spesso distorto da circostanze esogene70.

Nel caso di specie, secondo de Mendizábal Allende, il carattere fortemente mediatico della fattispecie sottostante e la spettacolarità delle azioni di polizia poste

66 Cfr. D.E. MARION, The Jurisprudence of Justice William J. Brennan, Jr. The Law and Politics of “Libertarian dignity”, Lanham, Rowman & Littlefield Pub Inc., 1997.

67 U.S. Supreme Court, McCleskey v. Kemp, 481 U.S. 279 (1987), 344.

68 Voto particular, par. 3: «Para determinar si un determinado elemento de este conjunto normativo es contrario a la Constitución resulta ineludible descartar que la propia institución se encuentre en contradicción con la Constitución vigente, porque, si así fuera, sería la institución toda la que habría de caer, y no sólo uno de sus elementos aislados. Pues cabe reiterar que lo que no tiene encaje lógico es la deslegitimación genérica de la institución, para, acto seguido, declarar su pervivencia salvando todos sus elementos».

69 Cfr. A. MENDELHALL, Oliver Wendell Holmes Jr., Pragmatism, and the Jurisprudence of Agon. Aesthetic Dissent and the Common Law, Lewisburg, Bucknell University Press, 2016.

70 U.S. Supreme Court, Northern Securities Co. v. United States, 193 U.S. 197 (1904), 400: «Great cases, like hard cases, make bad law. For great cases are called great not by reason of their real importance in shaping the law of the future, but because of some accident of immediate overwhelming interest which appeals to the feelings and distorts the judgment».

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in essere71 avrebbero contribuito alla necessità di raggiungere una soluzione già predeterminata, a discapito di un’argomentazione giuridica più lineare e senza zone di penombra.

A seguire, molto interessante è il richiamo contenuto nel voto particular di

Rodriguez-Zapata Pérez nella STC 235/2007, in ordine alla (in)costituzionalità del

delitto di negazione e/o giustificazione dell’Olocausto del popolo ebreo, sanzionato dall’art. 607, commi 1 e 2 c.p.

In questo caso, nel contrastare la soluzione maggioritaria – che aveva

dichiarato l’incostituzionalità delle mere condotte di negazione e reinterpretato in

senso costituzionalmente conforme quelle di giustificazione – il Magistrado

discrepante cita, seppur criticamente, il dissent di Hugo Black in Milk Wagon

Drivers v. Meadowmoor Dairies (1941).

In quella circostanza, Black aveva ritenuto – contro la maggioranza – che le azioni di picchettaggio poste in essere dai dipendenti di una compagnia di distribuzione del latte fossero coperte dal Primo Emendamento, poiché «freedom to speak and write about public questions is as important to the life of our government as is the heart to the human body. In fact, this privilege is the heart of our government. If that heart be weakened, the result is debilitation; if it be stilled,

the result is death»72.

Nel riprendere quest’ultima affermazione, Rodriguez-Zapata Pérez ne contestava l’applicazione (a suo avviso, indirettamente ripresa nella sentenza) al caso di specie, giacché una siffatta lettura della libertà di espressione73 non era conciliabile con l’esperienza storica e la tradizione degli Stati europei, nei quali il

71 Si trattava della cosiddetta Operación Nécora, diretta a sgominare un importante sistema di traffico di sostanze stupefacenti in Galizia nel corso degli anni Novanta.

72 U.S. Supreme Court, Milk Wagon Drivers v. Meadowmoor Dairies, Inc., 312 U.S. 287 (1941), 301-302.

73 Cfr. M. PARIS, K.J. MCMAHON, Absolutism and Democracy: Hugo L. Black’s Free Speech

Jurisprudence, in H.J. KNOWLES, S.B. LICHTMAN (a cura di), Judging Free Speech First

Amendment Jurisprudence of US Supreme Court Justices, London, Palgrave Macmillan, 2015, 75-97.

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rispetto della dignità della persona umana occupa un posto privilegiato nel contesto dei diritti fondamentali.

Tale impostazione, pertanto, giustificava la sanzione penale per ogni condotta di negazione o banalizzazione dei crimini posti in essere dal regime nazista, senza dover correre il rischio di lasciarsi abbagliare da categorie estranee al sentire giuridico europeo (qui rappresentate dalla protezione quasi assoluta di cui gode la libertà di espressione negli Stati Uniti).

Sempre in materia di confini alla libertà di espressione, deve essere richiamato anche il dissenso di Asua Batarrita nella STC 177/2015. Quest’ultima pronuncia, infatti, aveva rifiutato di concedere amparo a due ricorrenti condannati in via definitiva per il delitto di ingiurie alla Corona, ritenendo che l’incendio sulla pubblica piazza di fotografie del Capo dello Stato fosse ascrivibile alla categoria

del “discorso d’odio” e non alla libera manifestazione del pensiero74.

Nell’opporsi a questa ricostruzione, Asua Batarrita richiamava il notissimo dissenso di Holmes in Abrams v. United States (1919) sotto un duplice ordine di aspetti.

Da un lato, la repressione penale di determinate espressioni dovava essere sempre ancorata alla presenza di un clear and present danger, giacché il confine ultimo che separa la violenza (o l’incitamento alla stessa) dalla libertà di manifestare la propria opinione non può portare ad una condanna in assenza dell’accertamento di un pericolo serio e manifesto rispetto alla lesione di beni

costituzionali fondamentali (nel caso di specie, la vita stessa del Sovrano)75.

In assenza di questi parametri, la libertà di espressione deve essere tutelata –

per quanto le parole usati appaiano disdicevoli, biasimevoli ed offensive – in quanto

74 Si veda M. IACOMETTI, Il Tribunale costituzionale spagnolo verso l’ipertrofia del concetto di “discurso del odio” e la eccessiva compressione della libertà di espressione?, in Osservatorio

Costituzionale AIC, 1, 2017, 1-24.

75 Cfr. U.S. Supreme Court, Abrams v. United States, 250 U.S. 616 (1919), 627: «by the same reasoning that would justify punishing persuasion to murder, the United States constitutionally may punish speech that produces or is intended to produce a clear and imminent danger that it will bring about forthwith certain substantive evils that the United States constitutionally may seek to prevent».

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«we should be eternally vigilant against attempts to check the expression of

opinions that we loathe»76.

Infine, è doveroso il richiamo ad alcuni votos particulares di Xiol Ríos contenenti interessanti rinvii alle dissenting opinions di alcuni giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Nel dettaglio, con riferimento alla STC 112/2016, egli dissentiva in relazione alla mancata concessione dell’amparo ad una ricorrente già condannata per apologia del terrorismo, non tanto in relazione al delitto inteso in senso astratto, quanto piuttosto in considerazione di una valutazione errata degli elementi di prova

da parte della giurisprudenza ordinaria77.

In questo senso, Xiol Ríos sottolineava la necessità di muoversi con estrema cautela laddove la tutela dei diritti fondamentali incroci comportamenti quasi unanimemente censurati dall’intera società civile, quali ad esempio l’esaltazione di atti di violenza terrorista.

Ciononostante, laddove si riscontri una lesione di tali diritti, è doveroso procedere al riconoscimento della stessa, a prescindere dal carattere socialmente intollerabile delle condotte e persone interessati. Sul punto, soccorre il rinvio al

dissent di Felix Frankfurter in United States v. Rabinowitz (1950), per il quale «the

safeguards of liberty have frequently been forged in controversies involving not

very nice people»78.

Il riferimento ad una dissenting opinion di Frankfurter ricorre anche nel voto

particular all’ATC 129/2016. Nel caso in esame, il TC aveva respinto una

questione di costituzionalità della Ley 29/1987, de 18 de diciembre, in materia di

imposta sulle successioni e donazioni, la quale escludeva le coppie omosessuali

76 Ivi, 630.

77 I riferimenti ad una errata valutazione degli elementi probatori da parte della maggioranza erano già presenti nel voto particular di Giménez García alla STS 180/2012, de 14 de marzo, richiamato da Xiol Ríos nel proprio dissenso.

78 U.S. Supreme Court, United States v. Rabinowitz, 339 U.S. 56 (1950), 69. Alcune pennellate sulla

filosofia giurisprudenziale di Frankfurter in T.HALPER, Felix Frankfurter and the Law, in 7(1)

British Journal of American Legal Studies 115 (2018) e M.I. UROFSKY, The Failure of Felix

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conviventi da una riduzione nel pagamento del corrispondente tributo, riconosciuta invece alle persone coniugate.

Nel ritenere tale differenziazione discriminatoria, Xiol Ríos affermava la necessità di interpretare la Costituzione in senso evolutivo, andando oltre i formalismi letterali e guardando al contesto sociale complessivo in cui essa è inserita.

Il rinvio espresso a Frankurter è qui cristallizzato nell’opinione dissenziente

pronunciata in Nashville, Chattanooga & St. Louis Railway. v. Browning (1940),

ove si afferma che «it would be a narrow conception of jurisprudence to confine the notion of ‘laws’ to what is found written on the statute books, and to disregard the gloss which life has written upon it»79.

L’ultimo riferimento di questa particolare circolazione di dissenting opinions

americane in Spagna va al celeberrimo dissenso di Marshall Harlan in Plessy v.

Ferguson (1896), ripreso ampiamente nei votos particulares pronunciati nelle

SSTC 31/2018, 66/2018 e 74/2018.

Nella sentenza “capostipite” (STC 31/2018), il TC si è trovato a giudicare –

su ricorso di alcuni deputati del PSOE – della legittimità costituzionale di numerose

previsioni contenute nella Ley Orgánica 8/2013, de 9 de diciembre, para la mejora

de la calidad educativa (LOMCE), tra le quali spiccava quella relativa alla costituzionalità dell’educazione scolastica differenziata a seconda del sesso degli alunni, nel contesto delle scuole paritarie.

Il TC rigettava le doglianze dei ricorrenti, affermando che l’organizzazione di classi del tutto maschili e/o femminili era pienamente conforme alla Costituzione, in quanto espressione del principio della libertà di educazione riservato ai genitori dall’art. 27.1 CE.

In particolare, richiamando l’art. 2.a) della Convenzione UNESCO

concernente la lotta contro la discriminazione nel campo dell’insegnamento del

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