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La codificazione degli elementi tecnologici

Nel documento Regione Lombardia. Volumi pubblicati (pagine 36-39)

La gestione dell’insieme di informazioni del piano di conservazione, a livello sia di trattamento manuale sia di gestione automatica dei dati, richiede l’adozione di un efficace sistema di codifica. Il codice può riguar-dare i documenti, cioè:

– gli allegati grafici e fotografici;

– le schede descrittive;

– le schede grafiche;

oppure riguardare gli elementi oggetto di studio, cioè:

– il tipo di bene culturale;

– gli elementi in cui l’edificio è scomposto;

– le anomalie attese e le anomalie in atto.

Per quanto riguarda l’eventuale assegnazione e la struttura del codice identificativo all’edificio si rimanda a quanto prevede il sistema carta del rischio per la compilazione della sezione anagrafico-descrittiva della sche-da A, «unità edilizia storica», suggerito come principale riferimento nelle indicazioni di massima formulate per la compilazione del manuale tecnico.

Poiché la necessità è quella di costruire un modello dell’edificio che si configuri come una mappa arti-colata, i codici sono strutturati in modo da costituire le coordinate che individuano univocamente gli elementi tecnologici, al fine di collegare tutti i dati a punti precisi e facilitare la schematizzazione descrittiva dei nes-si relazionali tra gli elementi individuati.

La corretta scomposizione in elementi tecnologici è seguita dall’assegnazione di un codice a ciascun ele-mento individuato. A questo proposito si sono fissati alcuni criteri:

9S. Della Torre, «Costi e benefici della conservazione programmata», in Polo regionale della carta del rischio.

10Si veda R. Moioli, «Il manuale d’uso», in questo stesso volume.

fondazioni, comprendono il manufatto ma anche i terreni;

strutture verticali, è opportuno individuarle come unità dalla base alla copertura, seguendole mente al di là delle interruzioni dovute agli orizzontamenti. Questa scelta consentirà di vedere unitaria-mente i fenomeni strutturali. A parte andranno considerati i divisori;

strutture orizzontali, sono da individuare in quanto unità strutturali, anche qualora appaiano suddivise dalla presenza di divisori. Comprendono i balconi;

coperture, si articolano in struttura, manto e gronda;

collegamenti verticali, comprendono scale e rampe, mentre eventuali dispositivi meccanici vanno messi tra gli impianti;

pavimenti interni;

pavimentazioni esterne;

rivestimenti interni, comprendono intonaci delle pareti e soffitti, a esclusione di tutti gli apparati decora-tivi, e le superfici a vista delle strutture verticali e delle strutture orizzontali, nonché le superfici di fini-tura dei collegamenti verticali;

rivestimenti esterni, comprendono gli intonaci e i rivestimenti in generale, per i quali saranno da eviden-ziare le differenze tecnologiche tra intonaci, elementi lapidei ecc., e le superfici a vista delle strutture ver-ticali e delle strutture orizzontali esterne (androni, balconi ecc.). Sono esclusi tutti gli apparati decorativi;

apparati decorativi, si distinguono per il pregio attribuito e/o la complessità materica;

infissi esterni;

infissi interni;

impianti.

La compilazione del codice è un’operazione che deve essere effettuata prima della compilazione del manua-le tecnico e può essere condotta secondo due diverse metodologie:

– progressivamente per ciascun elemento tecnologico in contemporanea con la fase di analisi e raccolta dati;

– come ultima operazione, al completamento della fase di raccolta dei dati metrici, morfologici, materici e di degrado.

Una volta assegnati i codici, devono essere riportati sui disegni del rilievo (immagine 1), piante e prospetti, che costituiranno parte integrante di tutto il piano, e ai quali faranno riferimento tutti i responsabili della ge-stione dell’edificio, tecnici e utenti.

Il codice identificativo può essere, infatti, paragonato a una sorta di carta di identità del singolo elemen-to tecnico. Consente cioè di denominarlo in modo univoco nelle schede, nei disegni, nelle rappresentazioni fotografiche e in tutti gli altri documenti in cui sono contenuti dati a esso riferiti, e serve per i rimandi da un elemento all’altro. Attraverso i codici, le schede descrittive relative ad anomalie attese, danni in atto, istru-zioni, programmazione, ispezione, e informazioni post-intervento saranno collegate a tavole di rilievo geo-metrico, a schede grafiche di mappatura delle zone di rischio, a immagini raster e a riproduzioni digitali. Gra-zie a questo sistema di codifica sarà possibile, a livello informatico, trovare i dati che soddisfano le condi-zioni di consultazione specificate e quindi, ad esempio, raggruppare dati che sono distribuiti in più schede, ma anche visualizzare, aggiornare e modificare i dati stessi.

I codici identificativi proposti per l’analisi dell’edificio sono stati, quindi, strutturati per rispondere a spe-cifiche esigenze: risultare di facile interpretazione, in modo da poter essere utilizzati con agilità da tutti gli operatori coinvolti a diverso titolo nella compilazione del piano di conservazione, compreso l’utente deldificio; contenere l’indicazione della natura tecnologica e tipologica dell’elemento e della posizione che l’e-lemento occupa nell’edificio rispetto agli altri elementi appartenenti alla stessa categoria. Tali codici riassu-mono le caratteristiche sia dei codici di tipo funzionale sia di quelli di tipo descrittivo generico, che sono i sistemi di codifica generalmente in uso11.

I codici di tipo funzionale sono localizzativi di un dato componente e/o elemento tecnico, e svolgono la funzione di guida per il personale di manutenzione, tuttavia non aggiungono nulla al tipo e alle caratteristi-che dei componenti. I codici di tipo descrittivo generico sono caratterizzati da un maggiore livello di com-pletezza dell’informazione codificata, in quanto consentono la descrizione delle condizioni nominali di fun-zionamento e di alcune caratteristiche costruttive del componente.

11Si veda, ad esempio, L. Marsocci, Il manuale di manutenzione. Linee guida per la compilazione: il programma di manuten-zione, Roma 1998, p. 37.

©Edizioni Angelo Guerini e Associati

Si ritiene sia opportuno operare con un codice identificativo degli elementi che indichi sia le caratteri-stiche tecnologiche dell’elemento sia la posizione dell’oggetto nell’edificio in esame, avendo presupposto che il sistema dei codici identificativi venga utilizzato anche come base di ricerca e collegamento delle infor-mazioni archiviate a livello di sistema informativo.

Per il codice elaborato è stato scelto l’impiego di un criterio di codifica di tipo alfanumerico, che di segui-to viene espossegui-to in dettaglio. Le informazioni sono organizzate in due parti (figura 1) e riguardano, in ordine:

– la classe di appartenenza dell’elemento tecnico e il tipo di elemento tecnico;

– la posizione che occupa l’elemento tecnico all’interno dell’edificio in esame e il numero dell’elemento in ordine progressivo.

Le informazioni fornite dalla prima parte del codice si riferiscono alla natura tecnologica dell’oggetto, e per-tanto si ripetono identiche nei codici di elementi che sono classificati nella stessa categoria tipologica.

La classe di appartenenza dell’elemento tecnico e il tipo di elemento tecnico sono rappresentati rispetti-vamente da due lettere maiuscole e da lettere maiuscole e minuscole (ad esempio, SVMp indica nella classe Strutture Verticali l’elemento Muro portante).

La seconda parte del codice, invece, riguarda la posizione che l’elemento occupa all’interno dell’edifi-cio ed è indicata nei modi seguenti:

numero arabo singolo (da 0 a n), che coincide con il numero del piano dell’edificio, a partire dal piano terra (indicato con 0), utilizzando numeri negativi per i piani interrati (–1, –2);

– numero arabo-numero arabo, nel caso degli elementi (murature, scale) che si sviluppano su più piani (ad esempio 1-3 indica una scala che collega il primo e il terzo piano);

– numero arabo di tre cifre, che indica il piano e il numero progressivo del locale (ad esempio 301 indica il primo locale del terzo piano);

– numero arabo in ordine progressivo che indica il singolo elemento (ad esempio INeFi104_1 indica nel-la cnel-lasse degli Infissi esterni nel-la prima Finestra del quarto locale al primo piano).

Nella scelta dei caratteri e dei segni di interpunzione si è avuta cura di escludere quelli non compatibili con i formati normalmente utilizzati per i collegamenti informatici.

Prima parte

Elemento tecnico

Classe tecnologica

INeFi

Localizzazione all’interno dell’edificio

Numero assegnato all’elemento

1 104

Indicazione della tipologia tecnologica dell’elemento

Seconda parte

Indicazione della posizione dell’elemento tecnico nell’edificio e numerazione progressiva

dell’elemento stesso Figura 1 – Esempio di codice identificativo di una finestra del primo piano

Nel documento Regione Lombardia. Volumi pubblicati (pagine 36-39)