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Scheda di programmazione. Modalità di compilazione

Nel documento Regione Lombardia. Volumi pubblicati (pagine 113-116)

Nella scheda di programmazione vengono riportate per ciascun elemento tecnologico tutte le indicazioni sul-le modalità e la tempistica dei controlli da eseguire, affinché sul-le azioni preventive, cioè gli interventi preven-tivi e protetpreven-tivi che costituiscono la base della conservazione programmata, avvengano in tempo utile per mi-nimizzare, o evitare l’insorgere dei danni.

La prima parte della scheda è costituita dalle voci importate dalla scheda di analisi delle problematiche, mentre la seconda parte deve precisare per ciascun elemento e per ciascuna problematica, con diretto riferi-mento alle azioni preventive, alle anomalie attese, alle zone a rischio e ai metodi di verifica:

– tempi di monitoraggio;

– eventuali norme di riferimento e metodologie operativa;

– procedure operative specifiche.

Oggetto e localizzazione

Edificio. Nome proprio, quando esista, o la denominazione corrente o titolo del bene. Per la denominazione si fa riferimento, ove possibile, a fonti ufficiali, come l’edizione più aggiornata delle Guide d’Italia, del Tou-ring Club Italiano, o gli Annuari Diocesani per gli edifici ecclesiastici. Non vanno riportate altre denomina-zioni di origine idiomatica o storica, che eventualmente possono essere indicate nella rispettiva scheda A ana-grafica del tracciato carta del rischio.

Comune e provincia. Nome del comune in cui è situato il bene e sigla corrispondente alla provincia.

Tipologia dell’elemento

Elemento. Indicazione dell’elemento tecnologico analizzato, individuato attraverso la classe e sottoclasse di appartenenza assegnata in fase di compilazione del manuale tecnico.

Gli elementi tecnologici sono suddivisi in tredici classi:

– fondazioni; – apparati decorativi interni;

– strutture verticali; – apparati decorativi esterni;

– strutture orizzontali; – rivestimenti interni;

– coperture; – rivestimenti esterni;

– collegamenti verticali; – infissi esterni;

– pavimenti interni; – infissi interni.

– pavimentazioni esterne;

Gli impianti sono suddivisi in quattordici classi:

Problematiche

PROGRAMMA DI CONSERVAZIONE – SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE Elemento (classe e sottoclasse dell’elemento tecnologico)

Identificativo elemento

Per un esempio di scheda compilata si veda la Scheda 3.

– impianto di climatizzazione; – impianto di telecomunicazioni e di trasmissione dati;

– impianto idrico sanitario; – impianto fisso di trasporto;

– impianto di smaltimento acque meteoriche; – impianto antincendio;

– impianto di smaltimento aeriformi; – impianto di messa a terra;

– impianto di smaltimento solidi; – impianto parafulmine;

– impianto di distribuzione gas; – impianto antintrusione;

– impianto elettrico; – impianto antipiccione.

All’interno di ogni classe vengono successivamente indicati gli elementi tecnologici specifici (cfr. istruzioni relative al manuale tecnico, Appendice A).

Prima parte. Voci importate dalla scheda analisi delle problematiche del manuale tecnico

Identificativo elemento. Dati per l’identificazione univoca dell’elemento. Riportare il codice di ciascun ele-mento assegnato all’inizio della compilazione del manuale tecnico.

Problematiche. Si riportano le problematiche da valutare anche in futuro individuate nella prima parte della tabella del manuale tecnico.

Azioni preventive. Si riportano dal manuale tecnico, con riferimento a ciascuna problematica, le azioni pre-ventive di cui si intende controllare l’efficacia.

Anomalie attese. Si riportano dal manuale tecnico, con riferimento a ciascuna problematica, le più probabili forme di degradazione che interessano, o potrebbero interessare l’elemento.

Zone a rischio. Si riportano dal manuale tecnico, con riferimento a ciascuna problematica, le zone dove le forme di alterazione e degradazione potrebbero presentarsi con maggiore probabilità (zone a rischio, ano-malie potenziali) o sono presenti (guasti, anoano-malie in atto).

Metodi di verifica (immagini 11, 12, 13, 14 e 17). Si riporta, per ciascuna problematica, il metodo, o i me-todi, di controllo previsti nel manuale tecnico. Si deve specificare, quindi, quale tipo di verifica è stata scel-ta nella scheda di analisi delle problematiche per il controllo dell’insorgere delle anomalie attese o dell’effi-cacia delle limitazioni imposte alle azioni di disturbo. I metodi di verifica individuati sono:

– a vista;

– empirico;

– strumentale.

Seconda parte. Voci specifiche della scheda di programmazione

Norme di riferimento. Indicazione, ove esistano, delle norme di riferimento per i metodi di verifica scelti per ciascun requisito. In particolare per l’esecuzione dei controlli di tipo strumentale si riporta la precisa indica-zione del documento normativo (Normal UNI, CEN, ISO…). Si ricorda comunque che oltre alla diagnostica og-getto di normativa esistono metodologie analitiche di uso diffuso ma non normate, che devono essere prese in considerazione. Nel caso di metodi di verifica privi di norma di riferimento, come i controlli empirici e a vista, si riporta sinteticamente la descrizione della modalità di esecuzione. Inoltre per il controllo a vista si suggerisce di costituire un archivio fotografico, in tal modo l’ispezione visiva si baserà sul confronto tra la situazione presente e l’immagine dello stato di conservazione rilevato durante la compilazione del manuale o nell’ispezione precedente.

Tempi di monitoraggio. Indicazione dei tempi di esecuzione dei controlli in funzione della gravità dei danni riscontrati, del livello di rischio legato alle condizioni d’uso e ambientali o alle caratteristiche proprie del-l’elemento. In alcuni casi potranno essere previsti anche metodi di controllo in continuo (monitoraggio di pa-rametri geometrici per il controllo statico, monitoraggio delle condizioni microclimatiche…). Inoltre, si ri-corda che alcuni controlli, oltre a seguire le scadenze fissate, devono essere eseguiti a seguito di eventi ec-cezionali (allagamenti, piogge, nevicate e venti ecec-cezionali, scosse sismiche anche lievi, intrusioni…).

Procedure operative specifiche. Descrizione precisa delle modalità operative proprie di ciascun metodo di controllo riportato nei precedenti campi. Tale descrizione deve essere corredata dall’indicazione delle moda-lità di esecuzione specifiche rispetto alle metodologie diagnostiche o analitiche dell’ispezione in esame. Que-sti dati consentono di programmare eventuali controlli «di opportunità», affinché sia possibile valutare le cir-costanze favorevoli alla tempistica proposta, soprattutto in vista della gestione di controlli da eseguire con-temporaneamente.

©Edizioni Angelo Guerini e Associati

Tra le procedure operative specifiche si deve indicare il personale impiegato, nel senso di numero di ad-detti e qualifiche necessarie per eseguire i controlli, le attrezzature e le procedure necessarie (piattaforme di lavoro, apparecchiature ingombranti, allacciamenti elettrici, disattivazione d’impianti…) e le prescrizioni re-lative alla sicurezza.

Si consiglia di annotare le attrezzature necessarie in modo che si possa ottimizzare l’utilizzo di piat-taforme elevatrici, trabattelli o ponteggi.

Nel documento Regione Lombardia. Volumi pubblicati (pagine 113-116)