• Non ci sono risultati.

La valutazione dei costi

Nel documento Regione Lombardia. Volumi pubblicati (pagine 64-67)

Fino a non molto tempo fa la diagnostica era considerata una fase del progetto di intervento molto costosa e dispendiosa. Nella prassi comune si preferiva infatti tralasciare questa fase nella convinzione di risparmiare tempo e denaro. Le esigenze culturali dovrebbero invece prevalere rispetto al fattore economico, ricono-scendo all’unicità della materia un valore fondamentale e imprescindibile nella prassi conservativa. Tuttavia, l’alto costo di alcune indagini ha confinato l’utilizzo dell’attività diagnostica come prassi consolidata e im-prescindibile nel progetto di conservazione solamente in relazione a monumenti e opere d’arte di riconosciuta importanza.

Nel contesto della conservazione preventiva e programmata appare quindi evidente come vi sia la ne-cessità, nell’approntare un programma dei controlli, di selezionare metodologie che non comportino costi in-sostenibili, nell’ottica di un quadro pluriennale. Ma la scelta di metodologie semplici e poco onerose non de-ve pregiudicare l’adozione di un metodo che risulti significativo. A tal proposito, la precedente trattazione ha dimostrato come da prove semplici e poco costose si siano comunque ottenuti risultati attendibili. Il proble-ma del controllo dei costi discende dalle questioni finora discusse, cioè:

– il rapporto tra la diagnostica di controllo e la diagnostica preliminare o di caratterizzazione;

– i criteri di scelta tra metodologie semplici e metodologie avanzate.

Il mercato delle indagini diagnostiche è molto giovane e, come detto, non è supportato da una normativa di riferimento a garanzia di procedure corrette e di costi effettivamente rappresentativi e realistici. Di conse-guenza la variabilità dei prezzi è determinata dalla qualità delle indagini e soprattutto dall’interpretazione dei dati che viene fornita.

Per poter costruire le linee guida per la compilazione del piano di conservazione si è partiti da uno stu-dio dei prezzi riferito a prove e indagini note al mercato, in modo da poter confrontare differenti prezziari, listini, preventivi offerti dagli operatori. A partire dai dati raccolti si è quindi cercato di costruire attendibili e verificabili indicazioni di costo per attività ripetibili più volte nell’arco di un periodo prefissato. È impor-tante rimarcare come indicazioni di questo tipo siano quasi del tutto assenti negli strumenti di consultazione attualmente a disposizione dei tecnici.

Proprio tenendo conto delle maggiori difficoltà della preventivazione sulle attività diagnostiche di con-trollo, si sono rilevate per i diversi settori scientifico-operativi quei fattori dai quali debbono essere depura-te le analisi dei prezzi: in generale, i costi di progettazione e sindepura-tesi valutativa, i costi per le trasferdepura-te, i costi per la sicurezza. La loro messa in evidenza, tuttavia, è un ulteriore elemento di assistenza al tecnico, che vie-ne così posto sulla strada di un razionale controllo anche di questi fattori di costo.

Le valutazioni relative ai costi sono state rese possibili dai risultati emersi da ricerche26condotte su al-cuni casi studio, che hanno avuto lo scopo di costruire un prezziario comprensivo delle diverse attività dia-gnostiche, sia di laboratorio sia in situ, di caratterizzazione così come di controllo.

Il prezziario realizzato è accompagnato da indicazioni di metodo, comprese le avvertenze sui costi da in-serire per le trasferte e per il conseguimento della sicurezza, nonché le avvertenze sugli accorpamenti di op-portunità che possono ridurre i costi globali. In questa sede si riporta soltanto, a titolo esemplificativo, una tabella di sintesi relativa a prove spesso adottate nella diagnostica di controllo (tabella 3).

26U. Posern, La diagnostica per la conservazione: analisi dei costi in funzione delle modalità di progettazione ed esecuzione delle indagini, tesi di laurea, Politecnico di Milano, Prima Facoltà di Architettura, a.a. 1999-2000, relatore S. Della Torre.

Un ulteriore aspetto da considerare nella determinazione dei costi riguarda la predisposizione di strutture di servizio e dei dispositivi richiesti per la sicurezza degli operatori. Infatti, pensando a indagini a lungo perio-do, nel progetto e nella valutazione dei costi bisogna tener conto che ogni dispositivo di protezione e con-trollo della sicurezza, le impalcature eventuali, dovrà permanere per tutta la durata del monitoraggio, o es-sere di volta in volta apprestato nuovamente. Se in passato era prassi comune effettuare gli eventuali inter-venti manutentivi, e in particolare le ispezioni, in condizioni precarie e spesso di pericolo per gli operatori, con la recente normativa sulla sicurezza nei cantieri (fascicolo 494)27, nell’approntare il programma dei con-trolli, è indispensabile definire in modo preciso gli accessi per le verifiche periodiche, provvedendo, ove ne-cessario, all’installazione degli opportuni sistemi di protezione. All’interno del programma sarà quindi indi-spensabile definire i dispositivi di sicurezza più appropriati al caso specifico. Tale valutazione non dovrà es-sere condizionata esclusivamente dall’aspetto economico, ma sarà importante far riferimento ai conseguenti impatti sull’edificio; spesso, infatti, soluzioni più costose possono in realtà rivelarsi più convenienti dal mo-mento che non comportano rischi di danneggiamo-mento per l’edificio28.

Indicazioni sui metodi di controllo per elemento tecnologico

La presente trattazione si propone di fornire indicazioni utili alla definizione dei controlli in riferimento alle singole classi degli elementi tecnologici, così da rispecchiare le problematiche tipiche di ciascuna classe.

27Linee guida Regione Lombardia; libri sul fascicolo 494, D. Trezzi, Il problema della sicurezza nelle attività manutentive su-gli edifici storici, tesi di laurea, Politecnico di Milano, Prima Facoltà di Architettura, a.a. 2001-2002, relatore S. Della Torre.

28A tale proposito si pensi, ad esempio, alle ispezioni riguardanti le coperture (in particolare il manto), o le operazioni di puli-tura dei canali di gronda, per le quali è possibile intervenire tramite piattaforme aeree o predisponendo appositi percorsi sul tetto. La seconda soluzione risulta sicuramente meno costosa, ma comporta, oltre alla predisposizione di sistemi di protezione e di ancorag-gio per gli operatori, rischi di danneggiamento degli elementi del manto, con la conseguente necessità di interventi di riparazione che, quindi, assorbirebbero tutto il risparmio.

1Prezzo valutato tramite analisi dei costi operativi e confermato da analisi di mercato.

2Prezzo valutato tramite analisi dei costi operativi e confermato da analisi di mercato.

3Prezzo non dedotto da analisi di mercato, ma valutato tramite analisi dei costi operativi.

4In corso di elaborazione norme per la metodologia, procedure e parametri delle apparecchiature da parte della Commissione UNI Prove non distruttive

5Prezzo non dedotto da analisi di mercato, ma valutato tramite analisi dei costi operativi.

Tabella 3 – Inserire dida

Fondazioni. In generale, le fondazioni non sono soggette a variare: il controllo può riguardare però i livelli di falda, ad esempio attraverso tubi piezometrici. Inoltre, si possono trarre indicazioni osservando gli effetti dei cedimenti fondali, riconoscibili nelle deformazioni della struttura o nella comparsa di lesioni composte in quadri fessurativi tipici.

Strutture verticali. Le strutture verticali sono il campo di applicazione proprio dei monitoraggi strutturali.

Sull’argomento esiste un’ampia letteratura, alla quale si rinvia; i problemi aperti si individuano soprattutto in un’ottica di caratterizzazione non distruttiva. Si rimanda, inoltre, a quanto descritto precedentemente in me-rito all’alternativa tra metodi semplici e metodi più sofisticati.

Strutture orizzontali. In questo caso le problematiche possono essere distinte se si considerano le strutture murarie (volte) o quelle a travi, prevalentemente lignee nelle strutture antiche a meno che siano intervenute recenti ristrutturazioni. Le prime presentano soprattutto problematiche relative alla resistenza meccanica e al-la stabilità, e di conseguenza rientrano nel campo dei monitoraggi strutturali. È da valutare inoltre che, nel caso in cui l’estradosso delle volte fosse ispezionabile, si rende necessario, nella pianificazione dei control-li, considerare anche le problematiche relative all’accesso e alla sicurezza.

Gli orizzontamenti a solaio possono manifestare problemi strutturali sia con l’apertura di soluzioni di continuità, sia con danneggiamenti estesi ai soffitti e ai pavimenti, sia semplicemente con deformazioni. In quest’ultimo caso saranno da utilizzare ancora una volta gli strumenti del monitoraggio strutturale, in parti-colare metodi topografici variazionali per misurare il progresso delle inflessioni. Le travi lignee presentano poi lo specifico problema del biodeterioramento, che richiede ulteriori attenzioni, in gran parte da delegare all’utente per quanto riguarda la segnalazione di nuove infestazioni. Controlli specialistici saranno imposta-ti con la ricerca competente di segnali d’attacco biologico, ma soprattutto saranno estesi alla verifica delle condizioni (temperatura e contenuto d’acqua) presenti nelle zone a rischio, in particolare in quelle solita-mente non visibili, quali le teste delle travi. Inoltre, per appurare che l’ambiente stesso non crei le condizio-ni favorevoli allo sviluppo di microrgacondizio-nismi è possibile prevedere un controllo microclimatico e comunque verificare che il locale sia correttamente aerato. Non va trascurato che i controlli possono riguardare anche eventuali prescrizioni di limitazioni d’uso e le strutture orizzontali potrebbero tipicamente essere interessate da limitazioni di carico. In questo caso sarà necessario prescrivere il controllo del rispetto della limitazione, anche solo con un esame visivo dei carichi permanenti presenti e con una verifica delle modalità d’uso (affol-lamenti previsti ecc.).

Coperture. Il controllo dell’efficacia prestazionale delle coperture viene spesso delegato all’ispezione a vista, con rilevanti problematiche di accesso in sicurezza. La pianificazione dei controlli deve quindi procedere da una valutazione della manutenibilità del sistema. La componente strutturale presenta le medesime proble-matiche delle strutture orizzontali, per la diffusa presenza di elementi lignei. Particolare attenzione andrà ri-servata al manto, soprattutto nel caso sia discontinuo e privo di sottomanto. Il controllo dovrà verificare sia il degrado di singoli elementi, sia il frequente caso di spostamento reciproco con soluzione di continuità (sci-volamento di coppi, sollevamento di marsigliesi ecc.). La rilevanza della problematica, e quindi l’urgenza dei controlli, dipenderà anche dal rapporto tra la pendenza delle falde e la tipologia degli elementi del manto di copertura, e dall’esistenza o meno di sistemi di ancoraggio dei singoli elementi.

Rivestimenti. I rivestimenti costituiscono la superficie delle strutture e sono stati oggetto della gran parte del-lo sviluppo disciplinare della diagnostica applicata ai beni culturali. Spesso sono il luogo in cui si manifesta-no processi di deterioramento che peraltro coinvolgomanifesta-no i supporti (umidità nelle murature ecc.) e l’ambiente (parametri ambientali, conflitti con i requisiti di benessere ecc.). In questo caso si dispone di numerose meto-diche collaudate e codificate, ma il settore è ancora in grande evoluzione per quanto riguarda i metodi di con-trollo, nel senso sia delle applicazioni strumentali, sia del supporto informatico al controllo visivo.

Apparati decorativi. Agli apparati decorativi, riconosciuti per il loro pregio artistico, è riservata un’attenzio-ne particolare che un’attenzio-necessita dell’intervento di un restauratore esperto anche un’attenzio-nella fase dei controlli. Il piano contiene, quindi, i dati relativi all’interazione delle superfici di pregio con gli altri elementi, le specifiche per il funzionamento degli impianti tecnici e in generale per il microclima, ma per quanto riguarda tempi di ispe-zione e descriispe-zione di guasti e anomalie, si avrà una parte specifica, affidata appunto alla professionalità del restauratore29.

29Si veda M. Palazzo, «Le superfici di pregio e il ruolo del restauratore», in questo stesso volume.

Pavimenti. I pavimenti sono assimilabili per certi aspetti ai rivestimenti, con alcune componenti prestazio-nali che si accompagnano ad azioni usuranti. I controlli dovranno quindi riguardare anche eventuali prescri-zioni di limitaprescri-zioni d’uso, ad esempio sui percorsi, sull’affollamento, sul tipo di calzature e sulla movimen-tazione degli oggetti. Nel caso delle pavimentazioni esterne le limitazioni d’uso potrebbero riguardare anche i mezzi di tipo meccanico. Per le pavimentazioni di pregio può rendersi necessario l’intervento del restaura-tore, o il ricorso ad analisi diagnostiche per valutare i processi di degrado.

Collegamenti verticali. Anche i collegamenti verticali sono assimilabili per certi aspetti ai rivestimenti, con alcune componenti prestazionali che si accompagnano ad azioni usuranti. I controlli dovranno quindi riguar-dare anche eventuali prescrizioni di limitazioni d’uso, ad esempio sui percorsi, sull’affollamento, sul tipo di calzature e sulla movimentazione degli oggetti.

Nel caso di scale con pedate costituite da elementi lapidei oppure ricoperte da pavimentazioni di pregio, può rendersi necessario l’intervento del restauratore, o il ricorso ad analisi diagnostiche per valutare i pro-cessi di degrado.

Si deve inoltre tener conto che le strutture delle scale sono spesso delicate anche sotto il profilo struttu-rale. In questo caso, trattandosi generalmente di elementi lapidei sollecitati a flessione (disposti a mensola o a trave), si potrà difficilmente valutare un progresso deformativo; inoltre le sollecitazioni sulle scale sono spesso amplificate da effetti dinamici. Il controllo sarà quindi soprattutto visivo, orientato a cogliere l’insor-gere di microfessure negli elementi.

Infissi. Il controllo degli infissi riguarda prioritariamente gli aspetti prestazionali, e oltre che un esame a vi-sta sarà un controllo empirico sull’efficienza dei vari dispositivi. Si farà sempre attenzione, specialmente per gli infissi esterni, allo stato delle finiture, che hanno un’evidente finalità protettiva. In tal caso si potranno prevedere controlli sull’efficacia residua del trattamento superficiale. In casi particolari, il problema si po-trebbe equiparare a quello delle finiture di pregio e investire la professionalità del restauratore.

Nel documento Regione Lombardia. Volumi pubblicati (pagine 64-67)