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4. LA RICERCA SOCIALE: L'ESPERIENZA DELLA CASA D

4.5. La ricerca

4.5.6. La collaborazione dell'istituto con il territorio

La Casa di Reclusione di Massa, come è già stato raccontato precedentemente dai reclusi, ha avviato da diversi anni percorsi extramurari, collaborando attivamente con gli enti che si sono resi disponibili ad accogliere una piccola parte della comunità carceraria. I progetti in ambito sociale, ed in particolare quelli che riguardano persone detenute, indicano nel lavoro di rete uno dei metodi più indicati per garantire dopo un periodo di esclusione sociale un possibile re- inserimento nella società della persona.

“ Sono molti anni che collaboriamo con il carcere di Massa... Ci siamo avvicinati al carcere in diversi modi, essendo una cooperativa sociale di tipo B ci avviciniamo a tutte quelle realtà che fanno riferimento a diversi problemi di natura sociale. Le forme di avvicinamento sono diverse in base alla realtà con la quale veniamo in contatto... Ad esempio un po' di anni fa tramite un progetto rivolto alle cooperative e alla aziende che faceva parte dei progetti di Giovani Sì della toscana […] Oggi invece si fa più fatica perché sono cambiate le regole di Giovani sì, quindi è il carcere che ci segnala i soggetti che tramite una convenzione vengono inseriti in cooperativa […] La nostra funzione è quella di fare da tramite tra la società e queste realtà difficili, cerchiamo di aiutare le persone con problemi a reinserirsi nel mondo del lavoro...Se c'è la possibilità vengono assunte queste persone. Grazie alla rete che vi è tra le cooperative sociali, credo che ci sia stato un buon riscontro nella società, anche se si potrebbe fare sempre di più.”

[ Intervista – Cooperativa Sociale ARCA]

“ Abbiamo collaborato con il carcere a più riprese... i detenuti sono tutti in art. 21, fino all'anno scorso erano 4 i soggetti poi sono usciti per fine pena. Il carcere e il SERT sono le due categorie di svantaggio che abbiamo deciso di seguire fin da subito, da quando è nata la

cooperativa quindi dal 1994. Siamo una cooperativa sociale è la nostra etica aiutare persone svantaggiate, siamo di tipo B e questo significa fare progetti che nascono con lo scopo di assumere persone svantaggiate […] Con il carcere abbiamo messo a disposizione un progetto che vede impegnati i detenuti nella preparazione dei cassonetti, li puliscono, li sistemano e li verniciano, attualmente sono due i detenuti che abbiamo in cooperativa, è un progetto con margini ridotti ma questo ci serve per rimettere un po' su la ditta visto i pochi finanziamenti […] Abbiamo avuto negli anni anche casi di ergastolani, in due casi purtroppo a causa del reato e dell'indole dei soggetti non siamo riusciti a reinserire... Negli altri casi invece attraverso la cooperativa sono riusciti a farsi una vita, a riscattarsi... Mi ricordo in particolare un ragazzo, è stato il successo più grande, ha infatti trovato nella cooperativa ciò che gli è mancato nella vita […] Le persone che sono state qui da noi stanno lavorando e si sono reinserite in altri contesti.”

[ Intervista – Cooperativa Sociale INTRECCIO]

“ Collaboriamo con il carcere ormai da 5 anni, abbiamo una convenzione...Abbiamo per ora 5 detenuti, che vengono qui per 3 ore al giorno, c'è chi viene tutti i giorni, chi invece un giorno si e uno giorno no. Abbiamo deciso di avvicinarci a questa realtà per solidarietà verso persone con problemi per dare una mano, una possibilità, perché negli anni passati abbiamo ricevuto lettere da parte di detenuti che spiegavano le loro problematiche, che gli sarebbe piaciuto venire a lavorare in un ambiente in mezzo alla natura, con gli animali, per cui ci siamo trovati in dovere di affrontare questa nuova situazione... Quindi abbiamo presentato delle richieste che mano a mano con il tempo sono state accolte e la direttrice nuova ci ha insomma aperto questa nuova possibilità e da quel momento questi ragazzi vengono qui. In più c'è anche il discorso che dall'altra parte non è solo un discorso di questo parco perché noi gestiamo anche tante aree protette per cui se loro

vengono qui a darci una mano noi siamo sollevati e possiamo andare in altri posti e portare avanti altri progetti...Quindi sapere che ci sono questi ragazzi che hanno avuto problemi con la vita, che sono li a non fare praticamente quasi niente e potergli dare a loro la possibilità di uscire, stare nell'ambiente, risocializzare, capire qual'è il senso della vita e a noi darci una mano, beh per noi è il massimo. Qui imparano qualcosa, stanno in mezzo alla società, contribuiscono insomma a fare qualcosa di positivo... Infatti la nostra idea è quella se è possibile di continuare questo progetto perché noi la riteniamo una cosa positiva, molto positiva... Non le posso dire che il risultato di questa collaborazione sia per tutti al 100%, però ci sono state delle realtà dove dei ragazzi sono tornati a trovarci, ci hanno ringraziato perché per loro questa esperienza è stata bella e positiva.”

[ Intervista – Responsabile WWF Massa]

“ Dal 2014 abbiamo cominciato questa collaborazione con il carcere. Nel primo progetto era un progetto a livello nazionale esteso alle regioni e la convezione era tra le aziende e i fondi venivano dati dalla regione... In questo ultimo progetto che è il 3 che abbiamo con il carcere i fondi vengono dati dal comune, il carcere manda i detenuti qui tramite art. 21, legge che prevede che i ragazzi possano uscire per poter andare a lavorare ed integrarsi con la società. In questo momento abbiamo 7 detenuti con 3 sostituti... In questi progetti i ragazzi sono affiancati dai nostri dipendenti e si occupano della raccolta differenziata, della pulizia delle discariche...Per noi questi progetti sono sempre stati positivi, non sappiamo cosa succederà in futuro se il comune avrà voglia di continuare e sopratutto se ci saranno fondi disponibili, ma a noi servono questi ragazzi ci danno una grande mano e anche per loro è una cosa positiva, qualcuno ad esempio grazie a questi progetti è stato assunto da un'altra azienda... Rispetto al primo progetto, dove abbiamo avuto qualche difficoltà essendo la prima volta

che ci aprivamo ad accogliere persone con difficoltà, oggi invece c'è una maggiore apertura, meno pregiudizi, la società è un po' più aperta. Alcuni ragazzi hanno ancora dei rapporti con noi dopo la fine del progetto...C'è più voglia di conoscere e di aprirsi a questa realtà rispetto al passato...C'è voglia di riscatto da parte dei detenuti che lavorano qui, voglia di cambiamento. Questo progetto per noi è stato ed è positivo sia per la società perché svolgono lavori di aiuto ai cittadini che per loro stessi, è un modo per aiutarli a reinserirsi nel mondo del lavoro e sociale.”

[ Intervista – Azienda ASMIU] Ho voluto riportare questi estratti delle interviste che ho sottoposto ad alcune associazioni ed enti, che si sono attivate sul territorio di Massa nell'ambito di progetti di reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti, per sottolineare l'importanza che questi percorsi hanno sulla vita dei detenuti e sulla società stessa.

Dalle parole degli intervistati emerge chiara la positività di questa collaborazione: la persona detenuta ha la possibilità di acquisire un’esperienza e una competenza professionale spendibile sul mercato del lavoro esterno e quindi di costruirsi delle opportunità lavorative all’uscita dalla detenzione che le consentano di superare le condizioni che avrebbero generato i comportamenti criminali.

É importante portare avanti collaborazioni di questo genere, per consentire di impiegare in modo ottimale il tempo dei soggetti, che potrebbe generare produttività e diminuire i rischi di recidive. Le testimonianze raccolte individuano nell’impegno lavorativo la principale condizione di successo per un possibile reinserimento. I soggetti intervistati hanno giudicato positivamente la collaborazione con il carcere e hanno espresso la necessità di voler proseguire, con la convinzione che le sinergie create per la concretizzazione dei progetti debbano essere preservate. Tuttavia, la crisi economica in cui versa il territorio di Massa, ostacola l'effettivo reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti, che purtroppo, rimane circoscritto entro questi progetti.

“ Come le ho detto, noi siamo una cooperativa sociale è il nostro compito aiutare le persone con problemi alle spalle...Rispetto al passato però è molto più difficile, perché purtroppo risentiamo anche noi della crisi economica e non avendo a disposizione fondi e incentivi non riusciamo ad assumere queste persone... Il detenuto purtroppo oggi oltre a non trovare lavoro in cooperativa, dove prima invece era più facile, non lo trova nemmeno all'esterno. Come detenuti assunti infatti sono pochi, ricordo solo un ragazzo che a fine pena è stato assunto. Ci sono più problematiche perché sono cambiate anche le regole dei progetti Giovani sì... C'è stato un riscontro positivo però si dovrebbe fare di più, andando per gare e venendo pagati.”

[ Intervista – Cooperativa sociale ARCA]

“ I tempi sono decisamente cambiati. Prima le cooperative presentavano dei progetti, garantivano poco utile però portavano qualcosa, quindi il comune sovvenzionava il progetto... Se una volta eravamo noi cooperativa a stilare un progetto che veniva fatto vedere al comune, che poi dava lavoro, oggi non funziona più così... Oggi si va per gare d'appalto a privati e spesso cooperative piccole come la nostra non vincono. Viene fatto un contratto collettivo, è un trattamento particolare per gli svantaggiati, attraverso sgravi fiscali contributivi, questo diventa un elemento di forza costando meno. Il sistema purtroppo si è ribaltato, è un sistema all'interno di sistemi più grandi, infatti non riceviamo sovvenzioni, partecipiamo attraverso dei contributi che spesso paga la regione, con progetti tipo Giovani sì, in questo modo riusciamo ad aiutare queste persone, anche se, come forse già saprà, al termine del tirocinio vengono mandati a casa. Non ci vengono dati soldi non ci sono enti. Uno dei servizi tipici che mettiamo a disposizione è la manutenzione della strada, questo ha un basso impatto, essendo collegato alla crisi economica e alle gare d'appalto. Ci vengono tolte

così le convenzioni che vengono date anzi ai lavori pubblici invece che alle cooperative. Le posso dire che c'è proprio un disimpegno da parte dell'ente pubblico, abbiamo fatto anche diverse battaglie in regione perché vengano fatte gare d'appalto solo per noi cooperative, ma ad oggi ancora è tutto fermo.”

[ Intervista – Cooperativa sociale INTRECCIO]

Il territorio di Massa, da alcuni anni, purtroppo risente della crisi economia nella quale versa il nostro paese. I soggetti intervistati infatti sottolineano la difficoltà a portare avanti la loro attività a causa dei pochi finanziamenti e del disimpegno da parte degli enti pubblici.

La crisi economica oltre ad essere un problema pesante per la comunità, risulta ancora più grave per le persone che hanno alle spalle un percorso detentivo: il lavoro infatti, pur essendo un elemento essenziale nel percorso di reinserimento sociale della persona condannata non riesce a essere garantito a tutti coloro che attraversano un’esperienza penale. Sono quindi poche le opportunità esistenti per chi, al termine della pena, vuole rientrare a pieno titolo nella società anche attraverso una integrazione lavorativa: senza avere alle spalle una rete familiare o affettiva in grado di garantire un supporto anche nell’ingresso o reingresso nel mondo del lavoro, le possibilità di trovare un' occupazione in regola si limitano spesso a poche occasioni.

In passato, ad esempio, i detenuti riuscivano a trovare un lavoro grazie alle cooperative sociali, ma oggi anche queste realtà risentono delle crisi economica e le occasioni per una buona riuscita sono poche.

Emerge da queste interviste che non si può parlare di reinserimento sociale e lavorativo a 360 gradi, perché una volta concluso il progetto, il soggetto viene mandato via e si trova a dover fare i conti con le sue sole possibilità, che purtroppo dopo un periodo di esclusione sociale sono poche. I progetti come abbiamo visto ci sono e sono positivi, c'è la volontà da parte dell'istituzione carceraria, delle cooperative e degli enti intervistati a continuare, ma questo non è

sufficiente, serve una maggiore apertura, una maggiore conoscenza del carcere e della penalità e soprattutto un maggior impegno da parte dello Stato.