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4. LA RICERCA SOCIALE: L'ESPERIENZA DELLA CASA D

4.5. La ricerca

4.5.2. La vita all'interno dell'istituto penitenziario

Uno degli aspetti principali che caratterizzano la vita di un detenuto rispetto ad un normale cittadino è la totale forzata scissione dall'ambiente di provenienza e dalla comunità affettiva e sociale nella quale era incluso. La perdita della libertà significa quindi, rinuncia involontaria ad una serie di possibilità che vengono

azzerate automaticamente dal momento dell'ingresso in un istituto di detenzione. Il detenuto è isolato dal mondo esterno e la sua vita è regolata interamente dell'imposizione di regole date dall'amministrazione penitenziaria, fattore che provoca nel soggetto un vuoto che si traduce in sofferenza e mancanza di autostima. Gli istituti penitenziari oltre ad assolvere l'obiettivo di reclusione dei detenuti, implementata attraverso l'utilizzo del corpo di custodia, devono tendere verso la rieducazione e risocializzazione del soggetto deviante.

Questo paragrafo analizza le descrizioni fornite dai reclusi circa la loro vita quotidiana nell'istituto.

“ Mi trovo in questo carcere da un anno e mezzo e qui devo dire che non si sta male... Ho avuto la sfortuna di vedere molti carceri e devo dire che il carcere di Massa tutela la persona, il detenuto può uscire cambiato, ti tutelano...Gli operatori e il Direttore hanno molta fiducia nella persona detenuta […] Faccio molte attività quella di teatro, il corso di scrittura, il giornalino, il corso di scultura e la poesia che è la mia più grande passione. Ho costruito un buon livello di autostima all'interno di questo carcere. Il rapporto con gli altri detenuti è molto buono perché sono cambiato e il carcere di Massa mi ha aiutato a cambiare.”

[ Intervista – Detenuto 1]

“ Qui a Massa ci sono tante attività, è un carcere migliore di altri.. Le stanze detentive sono buone, abbiamo anche il bagno in cella con la doccia […] Mi trovo qui da 2 anni e faccio molte attività, sono lo scrivano, il bibliotecario, mi piace come lavoro mi sento importante perché sono sempre ricercato dagli altri detenuti... Faccio teatro, scrivo nel giornalino il Ponte, faccio pure il volontario in biblioteca per la catalogazione dei libri, vado in palestra e sono iscritto a scuola al 4 anno, mi piace andarci perché mi riempie la giornata […] Qui per me è

stato un periodo di riflessione”

[ Intervista – Detenuto 2]

“ Da 5 anni mi trovo in questo carcere...Che posso dire a Massa si sta bene, dopo un anno e mezzo ho cominciato a lavorare...Economicamente da quando lavoro va meglio perché posso mandare i soldi alla mia famiglia che vive in Senegal. Ho lavorato per quattro anni nel lanificio e da poco mi hanno concesso l'art. 21 per pulire fuori dal carcere come sostituto. Frequento la palestra, il mio hobby preferito è il calcio...Mi piace molto leggere perché così posso evadere della realtà carceraria […] Ho svolto anche l'esperienza con il CAI, da quando sono qui è l'esperienza più bella che ho fatto, ho imparato molte cose, pulivamo i sentieri di montagna, è stata un'esperienza bellissima perché ho potuto vedere le montagne per la prima volta perché in Senegal non ci sono […] Gli operatori sono tutti disponibili, questo istituto è buono per la rieducazione.”

[ Intervista – Detenuto 3]

“ Mi trovo a Massa da due anni e mezzo... Lavoro in sartoria, frequento il corso teatrale, faccio parte della compagnia Motus- Potus e grazie a questa sono uscito in permesso premio... Una realtà più risocializzante. Poi frequento anche il corso di pittura. Per fortuna in questi anni ho avuto la pittura che mi ha dato molto, ho sentito di meno il peso delle reclusione...Sono autodidatta. Faccio parte delle redazione del giornalino il Ponte e frequento il corso di scrittura creativa. Con gli altri detenuti ho un rapporto socievole e amichevole [...] Questo carcere è aperto ci sono molti corsi e attività da fare... Ti danno la possibilità di un percorso rieducativo e ti permettono di avere anche un percorso fuori, ma è rigido se non vengono rispettate le regole e per me è giusto così.”

“ Dal 2009 sono recluso in questo istituto […] Sono un pittore iperrealista come mi hanno definito i critici d'arte... Ho svolto tantissimi lavori prima della carcerazione, ma la mia passione è fare il pittore...Voglio vivere di questo! […] Lavoro in sartoria da 4 anni e faccio anche altre attività, faccio parte della redazione del giornalino, frequento il corso di pittura, scultura, ma come ho detto la mia passione è dipingere, fare il mestiere che ho sempre voluto fare. Come ho detto voglio fare questo lavoro fuori e la mia prospettiva è ottenere la semilibertà, perché purtroppo qui dentro, nonostante c'è libertà, ci sono dei limiti e non posso guadagnare con il lavoro di pittore perché nessuno può comprare i miei quadri.”

[ Intervista – Detenuto 5]

“ Da otto anni sto qui, ho fatto molti lavori: prima lavoravo alla serra, ora lavoro la mattina in cucina e il pomeriggio frequento la scuola almeno la giornata mi passa più velocemente, frequento il corso di pittura, ho lavorato anche alla MOF come muratore, manovale e imbianchino. Ci sono molte attività, sono ergastolano e mi piacerebbe lavorare fuori. Con gli altri detenuti mi trovo bene... Qui ho capito gli errori che ho fatto, ho avuto un cambiamento positivo.”

[ Intervista – Detenuto 6] Ho voluto riportare questi piccoli estratti di interviste per cercare di presentare in maniera generale la vita all'interno del carcere di Massa, dando voce a chi il penitenziario lo vive in prima persona. Da queste prime testimonianze emerge il pensiero condiviso circa la buona funzionalità dell'istituto: grazie alla vasta disponibilità di attività culturali, ricreative e lavorative ogni detenuto ha la possibilità di riempire la sua giornata e di colmare il vuoto dovuto al vivere in un contesto di chiusura.

Dopo aver presentato queste sommarie descrizioni sulla quotidianità detentiva, nei prossimi paragrafi mi concentrerò su aspetti più dettagliati, con particolare riferimento al percorso rieducativo intramurario dei singoli soggetti, all'esperienza di lavoro esterno ed infine al ruolo che hanno le associazioni e gli enti impegnate sul territorio.