• Non ci sono risultati.

Capitolo 2. Introduzione all’analisi economica: finalità

2.3 L’impostazione dell’analisi economica

2.3.1 La formula del TCO

Come anticipato, il costo totale di possesso delle auto sarà calcolato e costruito come costo chilometrico (unità di misura € / km) ovvero l’obiettivo dell’analisi sarà quello di scoprire quanto costa all’utilizzatore finale percorrere un chilometro di guida con ciascuna delle tipologie di veicoli analizzati, considerando tutti i costi che egli incontrerà nel corso del ciclo di vita dell’autovettura e non solo il prezzo di acquisto iniziale. Questo perché, nel fare un confronto fra i veicoli tradizionali ed un ipotetico veicolo ad ammoniaca, si dovranno prendere in considerazione tutti i costi che caratterizzano il loro ciclo di vita ossia tutte le voci di consumo e di spesa che si manifestano durante l’utilizzo di queste tipologie di “beni durevoli” 94.

In particolare, per calcolare il costo chilometrico complessivo delle auto si utilizzerà la seguente formula 95:

TCO  CHILOMETRICO  (€/km)    =    𝑷!𝑽𝑲𝒎

+

𝑲𝒎  𝑰

+

𝑻(𝑨!𝑩)𝑲𝒎  

+

𝑴!𝑹𝑲𝒎  

+

(𝑳  ∗𝑪)𝟏𝟎𝟎  

dove:

P = prezzo di acquisto iniziale del veicolo

V = valore residuo del veicolo al momento della rivendita

I = interesse pagato sul capitale impiegato per l’acquisto del veicolo per tutti gli

anni di utilizzo dello stesso

T = numero di anni di utilizzo del veicolo, dall’acquisto alla rivendita A = costo annuale di assicurazione (RC auto)

                                                                                                               

94 DE LUCHI M., QUANLU W., SPERLING D., Electric Vehicles: Performance, life- cycle costs, emissions, and recharging requirements, Transportation Research, Vol. 23, 1989.

95 Formula elaborata dagli esperti della rivista d’automobilismo “Quattroruote”

B = costo annuale del bollo auto (tassa di proprietà)

M + R = costi totali di manutenzione e riparazione per tutti gli anni di utilizzo

dello stesso

Km = chilometri percorsi dal veicolo al momento della rivendita

L = prezzo “alla pompa” del combustibile in € / litro (o € / kg per il metano) C = consumo del combustibile in litri / 100km (o kg / 100 km per il metano) .

Da questa formula emergono le componenti di costo che saranno prese in considerazione nel corso dell’analisi, ovvero quelle voci di spesa principali che tipicamente emergono nel corso del ciclo di vita di un veicolo: il prezzo di acquisto, il valore residuo alla rivendita, l’interesse pagato sul capitale impiegato per l’acquisto, il costo di assicurazione e bollo, i costi di manutenzione e riparazione ed il costo del carburante. Cerchiamo ora di comprendere più nel dettaglio ciascuna di queste componenti:

• prezzo di acquisto: si tratta del prezzo di listino delle varie tipologie di auto il quale, naturalmente, differisce a seconda del tipo di alimentazione scelta. Questo è, infatti, il primo elemento che il consumatore considera nella scelta della tipologia di veicolo e, purtroppo, spesso è anche l’unico con il risultato di indurre a scelte di acquisto errate poiché dettate esclusivamente da un prezzo iniziale vantaggioso, a cui seguono però, in molti casi, costi di possesso ed utilizzo alquanto elevati;

• valore residuo: si tratta del valore posseduto dall’auto al momento della rivendita sul mercato dell’usato dopo un certo numero di anni di utilizzo. Naturalmente questo valore sarà inferiore rispetto al prezzo di acquisto a causa dell’obsolescenza economica e del logorio fisico-tecnico legato all’uso che se ne è fatto 96 ed in particolare sarà rappresentato da una certa percentuale del prezzo                                                                                                                

96 Il termine obsolescenza fa riferimento alla perdita di valore che un bene subisce per

effetto o del logorio fisico-tecnico legato ad un uso prolungato nel tempo (si parla in questo caso di obsolescenza fisico-tecnica), oppure per effetto del progresso tecnologico che permette lo sviluppo di prodotti sempre più sviluppati e performanti rendendo, così, non più conveniente da un punto di vista economico l’utilizzo del bene. Si noti che la durata economica di un bene è generalmente inferiore alla sua durata fisica, in quanto per esempio un computer potrebbe essere sempre perfettamente funzionante ancorché superato a livello tecnologico dai nuovi modelli.

di acquisto iniziale, tanto minore quanto maggiore è il numero di chilometri percorsi e di anni di utilizzo dell’auto. Per determinare questo valore ci si può affidare ad un mero calcolo matematico approssimativo (che fornisce un valore medio attendibile tenendo conto non delle reali condizioni del veicolo ma soltanto dell’anno di acquisto) oppure ad un calcolo più realistico da effettuarsi online su siti specializzati come Eurotax o Quattroruote (più aderente alle caratteristiche specifiche del veicolo ma che comunque non considera le sue reali condizioni e che non tiene conto del rapporto tra domanda e offerta e delle esigenze della località in cui l’auto sarà venduta) 97;

• interesse sul capitale impiegato: si tratta della quota di interessi sul capitale impiegato per l’acquisto del veicolo che matura in tutto il periodo temporale di utilizzo dello stesso. Il valore di questo elemento di costo sarà, quindi, proporzionale al prezzo di acquisto iniziale del veicolo. A questo riguardo esistono due possibilità di calcolo che dipendono dalla modalità di acquisto e pagamento:

- se l’acquisto è effettuato utilizzando esclusivamente capitale proprio, questa quota di interessi sarà costituita dal costo opportunità 98 ovvero dal rendimento che il denaro utilizzato per comprare l’auto avrebbe garantito se fosse stato investito in modo fruttifero anziché speso per l’acquisto in questione;

- se l’acquisto è stato effettuato con capitale preso a prestito, ovvero contraendo un finanziamento, la quota di interessi sarà costituita dall’ammontare di interessi passivi da pagare sul finanziamento ricevuto fino a completa restituzione del capitale.

Si capisce quindi che, oltre alle formule specifiche, anche i tassi d’interesse presi a riferimento per il calcolo dovranno differire a seconda della modalità di acquisto considerata: nel primo caso (acquisto con capitale proprio) si tratterà di                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Cfr. CERBIONI F., CINQUINI L., SÒSTERO U., Contabilità e bilancio, IV ed., Milano: McGraw-Hill Education, 2015.

97 Per approfondimenti si veda: Latuaauto, http://www.latuaauto.com/come-quotare-la-

propria-auto-1443.html (sito consultato il 26 ottobre 2015).  

un tasso di rendimento, ovvero di una media tra il rendimento di alcuni titoli di Stato e obbligazioni italiane per l’anno 2015; nel caso, invece, di acquisto tramite finanziamento si dovrà considerare un tasso d’interesse applicato in media sui finanziamenti personali finalizzati all’acquisto dei veicoli dalle istituzioni creditizie.

Per la nostra analisi considereremo un mix fra queste due modalità di acquisto ovvero ipotizzeremo che il consumatore utilizzi in parte capitale proprio e in parte capitale prestato da un terzo finanziatore, pervenendo quindi ad un costo

medio ponderato per interessi con pesi pari alle percentuali rispettivamente di

capitale proprio e di prestito utilizzati 99. Le formule ed i tassi di interesse specifici presi in considerazione per il calcolo di questa componente di costo nella nostra analisi verranno presentati nel prossimo capitolo;

• assicurazione:si tratta del costo annuale dell’assicurazione RC auto (acronimo di Responsabilità Civile autoveicoli) che si riferisce alla responsabilità giuridica per i rischi derivanti da eventuali danni cagionati a persone o cose a causa della circolazione di autoveicoli su strada. In Italia costituisce una spesa obbligatoria per legge 100. Le polizze RC auto in Europa sono spesso associate al meccanismo del “bonus-malus”, che funziona nel modo seguente: il mercato viene innanzitutto segmentato per area geografica (infatti si dice che l’importo dell’assicurazione annuale sia town specific), età, anni di possesso della patente, tipologia di veicolo assicurato, entità e frequenza degli incidenti. In particolare quest'ultimo parametro viene espresso secondo una scala gerarchica costituita da varie posizioni, che possono essere perse o guadagnate dall'assicurato in base al numero dei sinistri. Tale posizione viene detta “classe di merito” ed evolve, in meglio o in peggio, ad ogni scadenza annuale ed è certificata da un documento                                                                                                                

99 Questa scelta risponde, ancora una volta, all’esigenza di sviluppare un’analisi il più

possibile realistica del TCO dei veicoli: la modalità più tipica di acquisto utilizzata in Italia è, infatti, quella di contrarre un prestito pagando però immediatamente un acconto in contanti pari al 15% del prezzo di acquisto. Le possibilità offerte in termini di finanziamento sono molteplici, di cui le più diffuse sono i prestiti personali e quelli finalizzati. Cfr. http://www.

consumerreports.org/cro/2012/12/what-that-car-really-costs-to-own/index.htm (sito consultato

il 27 ottobre 2015).

100 In Italia l’obbligo è stabilito dalla legge n. 990 del 24 dicembre 1969 (art. 1), che

recita: « I veicoli a motore senza guida di rotaie, compresi i filoveicoli e i rimorchi non possono

essere posti in circolazione su strade di uso pubblico o su aree a queste equiparate se non siano coperti secondo le disposizioni della presente legge, dall'assicurazione per la responsabilità civile verso terzi prevista dell’art. 2054 del C.C.».  

detto attestato di rischio. In alternativa esistono le assicurazioni RC auto con franchigia, che sono indipendenti dalla classe di merito, ma prevedono una franchigia di compartecipazione dell'assicurato al risarcimento del danno 101. Per quanto riguarda i costi, uno studio dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) del 2014 ha evidenziato che i prezzi RC auto in Italia sono mediamente superiori agli altri Paesi di circa 213 euro per veicolo: nel nostro Paese, infatti, il prezzo medio per il cliente è di 491 euro, rispetto alla media di 278 euro per gli altri Paesi 102. Nell’ambito dell’analisi prenderemo a riferimento un costo annuale di assicurazione fisso per tutta la durata di utilizzo del veicolo basandoci su una serie di ipotesi che caratterizzeranno in seguito tutto il lavoro;

• bollo auto: si tratta della cosiddetta “tassa automobilistica” o “tassa di proprietà” ovvero un tributo locale che grava su autoveicoli (e motoveicoli) immatricolati in Italia, il cui versamento avviene a favore della Regione di residenza del proprietario del veicolo 103. Il costo effettivo dipende dalla Regione in questione e dalla potenza del mezzo espressa in chilowatt (kW) o cavalli (CV): dal 2010 l’importo tiene in considerazione anche la classe d’inquinamento (Euro I, II ecc. dove tanto minore è la classe e tanto maggiore sarà l’importo del bollo da pagare). L’importo del bollo può essere soggetto a riduzioni per effetto dei cosiddetti “ecoincentivi” a favore dei veicoli a basso impatto ambientale il cui importo varia da Regione a Regione e nel tempo;

• manutenzione e riparazione: si tratta dei costi relativi agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati sul veicolo nel periodo temporale di utilizzo.

La manutenzione ordinaria (che è quella stimabile in maniera più oggettiva dato un certo intervallo temporale) fa riferimento ai tagliandi ed alle revisioni. Il

tagliando auto è un check-up che i veicoli devono subire con una cadenza

                                                                                                               

101 Per approfondimenti si veda: Responsabilità civile autoveicoli, Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Responsabilità_civile_autoveicoli (sito consultato il 27 ottobre

2015).

102    Fonte: indagine ANIA “Confronto sul mercato RCA in Europa” del 14 gennaio

2014.  

103 Per approfondimenti si veda: Tassa automobilistica, Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Tassa_automobilistica (sito consultato il 27 ottobre 2015).

periodica, durante il quale vengono controllate tutte le componenti soggette ad usura per effetto del normale utilizzo dell’auto. La cadenza temporale varia da modello a modello e viene indicata precisamente dalla casa automobilistica all’interno del “libretto uso e manutenzione” dell’auto: generalmente il primo tagliando si effettua al raggiungimento di 15 mila chilometri o al primo anno solare di vita dell’auto. I tagliandi che seguono prevedono normalmente controlli più approfonditi ma gli interventi più comuni sono: sostituzione dei filtri, controllo cinghie di trasmissione, controllo climatizzatore, controllo pressione dei pneumatici e stato di usura (anche della ruota di scorta), controllo stato di usura delle pastiglie dei freni, controllo sospensioni, controllo funzionamento delle luci interne ed esterne, controllo e ripristino dei livelli dei fluidi dell’auto (olio, liquido refrigerante, liquido freni e detergente lavavetri), verifica di eventuali perdite nel motore, verifica di eventuale mancanza di acqua nel filtro del gasolio, controllo marmitta.

La revisione dei veicoli, invece, è prevista e disciplinata da norme europee recepite nell’ordinamento italiano. In sintesi con la revisione si accerta che sussistano le condizioni di sicurezza per la circolazione e che il veicolo rientri nei limiti di silenziosità e di emissioni inquinanti previsti dalla normativa: è solo con il superamento della revisione che il veicolo è autorizzato a circolare. La revisione pertanto, a differenza del tagliando, è obbligatoria e non riguarda quegli aspetti, come la manutenzione del motore, che possono danneggiare il veicolo ma non ne pregiudicano la sicurezza. La periodicità con cui va effettuata differisce a seconda del tipo di veicolo: per le autovetture nuove la prima revisione deve avvenire dopo quattro anni dall’acquisto e dopodiché ogni due anni. Per quanto riguarda le tariffe queste cambiano a seconda di chi effettua la revisione: presso la motorizzazione civile si paga solo la tariffa prevista dalla legge di 45 euro; se invece ci si rivolge ad un centro revisioni privato, la spesa aumenta poiché ai 45 euro di tariffa di legge va aggiunta l’Iva (22%) e un versamento di 9 euro di diritti di motorizzazione, oltre al corrispettivo per il servizio postale, pari a 1,80 euro se il pagamento è effettuato allo sportello oppure di 1,70 euro se fatto online. In totale il costo è di circa 65,60 euro (o

65,70) 104.

La manutenzione straordinaria, invece, comprende interventi più complessi come la sostituzione del cambio, della frizione, delle parti del motore, o altre riparazioni di danni e malfunzionamenti, ovvero interventi effettuati una tantum e non a periodi ciclici o ripetuti nel tempo.

Ai fini della nostra analisi non includeremo questa voce di costo in quanto legata ad eventi con cadenza casuale e non prevedibili in maniera oggettiva la quale, quindi, precluderebbe l’oggettività dell’analisi. Per cui, per salvaguardare la verosimiglianza e l’attendibilità dell’analisi considereremo solo il costo relativo agli interventi di manutenzione sui veicoli di cui è certa e nota la manifestazione e di cui, quindi, il costo è più facilmente quantificabile: quelli relativi alla manutenzione ordinaria 105;

• costo del carburante: per calcolare questa componente di costo dobbiamo tenere in considerazione due elementi, ovvero il costo del carburante “alla pompa” in termini di €/litro (o €/kg per il metano) ed i consumi dichiarati dalla casa costruttrice in termini di litri/100km (o kg/100km per il metano). Per quanto riguarda il primo elemento, il prezzo del carburante, questo varia nel tempo a seguito di numerosi fattori: per semplicità in quest’analisi prenderemo a riferimento valori ufficiali aggiornati riferiti all’anno 2015 (quindi valuteremo quanto verrebbe a costare il possesso di una determinata tipologia di autovettura per un certo numero di anni se si mantenessero stabili gli attuali prezzi dei carburanti). Per quel che riguarda i consumi dichiarati si farà riferimento a valori relativi a consumi misti (o combinati) fra ciclo urbano ed extraurbano, secondo le percentuali indicate dalla casa costruttrice.

Aggiungendo a questi dati l’informazione riguardante la capienza del serbatoio in litri (o kg per il metano), basterà dividere questo valore per il dato relativo ai consumi di carburante in litri / km (o kg / km per il metano) per ottenere il dato relativo                                                                                                                

104 Si veda Quattroruote, http://www.quattroruote.it/guide/revisione/tutto-sulla-

revisione.html (sito consultato il 27 ottobre 2015).

105 L’unica eccezione riguarderà l’intervento di sostituzione dei freni in quanto la sua

manifestazione, pur rientrando nell’ambito della manutenzione straordinaria, può ritenersi certa (a giudizio degli esperti del settore) intorno al quarto anno di utilizzo del veicolo.

all’autonomia di guida con un pieno di ognuna delle motorizzazioni analizzate. La formula è la seguente:

𝑨𝑼𝑻𝑶𝑵𝑶𝑴𝑰𝑨   𝒌𝒎 =  𝑺   𝑪   con: S = capienza del serbatoio (in litri o kg).