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Le garanzie difensive previste nella disciplina eurounitaria del mandato d’arresto europeo alla

5. La nozione di «processo terminato con decisione»

La sentenza della Corte di Giustizia emessa il 10 agosto 2017 nella vicenda che ha riguardato Andrzej Zdziaszek rappresenta la prima di una serie di pronunce della Corte di Giustizia concernenti la nozione di “processo terminato con decisione” e il diritto dell’interessato a comparire personalmente al proprio processo. Il caso in esame ha ad oggetto un mandato di arresto europeo emesso nei confronti del signor Andrzej Zdziaszek, cittadino polacco, dal Tribunale polacco che chiede la consegna del signor Zdziaszek detenuto nei Paesi Bassi al fine dell'esecuzione di due pene privative della libertà personale rispettivamente di 1 anno e 6 mesi e 3 anni e 6 mesi.

Come sottolineato dall'Avvocato generale Michal Bobek nelle sue conclusioni presentate il 26 luglio 2017, l'ultima pena è intervenuta a seguito di una modifica legislativa favorevole all'interessato che ha ridotto quella originaria di 4 anni.111 Per quanto riguarda la prima pena, il mandato di arresto non era eseguibile perché il relativo fatto non era considerato reato nei Paesi Bassi. Con riferimento alla seconda condanna, il signor Zdziaszek era stato convocato il 28 gennaio 2014 all'indirizzo da lui fornito. Egli però non aveva ritirato la convocazione e non era comparso, motivo per cui il Tribunale circondariale di

111 BOBEK M., Conclusioni dell’avvocato generale presentate il 26 luglio 2017,

«eurlex.europa.eu/legalcontent/EN/TXT/?uri=CELEX%3A62017CC0271&qid=16 05029808361», 26 luglio 2017.

Wejherowo aveva nominato un avvocato di ufficio ed aveva sospeso il procedimento.

Il signor Zdziaszek era stato convocato una seconda volta e non era nuovamente comparso personalmente, ma il suo avvocato nominato d'ufficio aveva partecipato all’udienza a conclusione della quale ritiene che era stata emessa la sentenza cumulativa.112 Il giudice di rinvio ritenne che in questo caso si applichi la circostanza di cui all'art. 4 bis lettera d) in quanto non è dimostrato che la persona di cui è chiesta la consegna fosse al corrente della data fissata per l’udienza , né avesse conferito mandato ad un difensore nominato dall'interessato per patrocinarlo in giudizio. Il giudice di rinvio chiedeva se l'autorità giudiziaria di esecuzione nel caso in cui il ricercato non sia comparso al processo terminato con decisione e le informazioni complementari richieste ai sensi dell'art. 15 della decisione quadro non siano sufficienti si possa concludere, che non essendo rispettate le condizioni di cui all'art. 4 bis, sia ammesso rifiutare l'esecuzione del MAE.

Il terzo quesito concerneva l’interrogativo se il procedimento di appello in cui è stata esaminata nel merito la causa, e che ha portato alla conferma della decisione pronunciata in primo grado di cui MAE mirava all'esecuzione si configuri come processo terminato con

112 IVICEVIC KARAS E. Decisions rendered in absentia as a ground to refuse the execution of a european arrest warrant: European legal standards and implementation in Croatian law

decisione ai sensi dell'art. 4 bis. Le prime due questioni riguardavano la nozione di “processo terminato con decisione” ed esaminavano la natura specifica della sentenza cumulativa, per di più l’interrogativo posto è se vista l'insufficienza delle informazioni fornite dall'autorità giudiziaria di emissione sia ammesso rifiutarne l’esecuzione. Un ulteriore punto controverso è per quanto tempo le due autorità giudiziarie possano passarsi informazioni riguardo al MAE tenendo conto dei termini applicabili per l'esecuzione del mandato. Con la terza questione il giudice desidera sapere se la nozione di “processo

terminato con decisione” comprenda un procedimento di appello in

cui è esaminato il merito della causa che ha confermato la condanna che il MAE mira ad eseguire con la necessità di determinare se si possa rimediare ad eventuali vizi riguardanti il diritto di difesa manifestatisi in primo grado o nel procedimento di appello.113 La Corte sancisce che la nozione di “processo terminato con decisione” ai sensi dell'art. 4

bis paragrafo 1 deve essere interpretata nel senso che tale nozione può

essere applicata al procedimento che ha dato luogo ad una sentenza, come la sentenza cumulativa di cui trattasi nel procedimento principale, qualora tale sentenza, divenuta esecutiva, fissi una pena privativa della libertà e qualora, nel procedimento relativo alla fissazione di detta pena, il giudice nazionale disponga di un potere

113 Cfr. BOBEK M., Conclusioni dell’avvocato generale presentate il 26 luglio 2017,

«eurlex.europa.eu/legalcontent/EN/TXT/?uri=CELEX%3A62017CC0271&qid=16 05029808361», 26 luglio 2017

discrezionale. Viene ribadito che una sentenza rientra nella nozione di “processo terminato con decisione” se il giudice può diversamente determinare la pena per quanto riguarda la natura ed il livello della stessa e se non si è in presenza di un semplice ricalcolo aritmetico della stessa e viene lasciato conseguentemente un margine di discrezionalità al giudice nella determinazione della pena.114

Per quanto riguarda gli altri due quesiti la Corte ha statuito che l'autorità giudiziaria di esecuzione può rifiutare l'esecuzione di un mandato, in accordo con la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo se la persona non è comparsa personalmente in uno dei procedimenti rilevanti in ossequio all'art. 4 della decisione quadro 2002/584/GAI e se le informazioni contenute nel mandato non sono sufficienti a provare l'esistenza di una delle situazioni di cui all'art.4

bis lettera a) e b) decisione quadro. Viene precisato infatti che l'autorità

giudiziaria può chiedere delucidazioni di tutte le circostanze che caratterizzano il caso per assicurarsi che i diritti di difesa del soggetto in questione siano stati rispettati nei procedimenti rilevanti.115 In conclusione, in accordo con la giurisprudenza della Corte EDU il principio dell'equo processo riguarda non solamente una sentenza che decide sulla colpevolezza del soggetto, ma anche sul quantum della

114 BRODERSEN H., GLERUM V., KLIP A. Improving Mutual Recognition of European Arrest Warrants for the Purpose of Executing Judgments Rendered Following a Trial at which the Person Concerned Did Not Appear in Person

«content/uploads/2020/02/InAbsentiEAW-Manual-for-Filling-in-and-Assessing- Section-d-of-the-EAW» p. 10

115 ECLAN, Slawomir Andrzej Zdziaszek, «eclan.eu/en/eu-case-law/slawomir-

pena. Determinando entrambi i procedimenti quella che sarà la pena comminata al soggetto in questione deve essergli di conseguenza garantito di esercitare efficacemente i propri diritti di difesa per influenzare positivamente la decisione presa nei suoi riguardi per questo motivo nell’ambito del MAE deve essere garantito alla persona destinataria dello stesso di essere informato del suo contenuto, di essere ascoltato dall’ autorità giudiziaria di poter proporre appello avverso alla decisione che statuisce sulla consegna .116

Analoghe questioni vengono affrontate come sottolineato dall'Avvocato generale Michal Bobek nella sentenza Tadas Tupikas C-270/17 PPU.117 Tadas Tupikas è un cittadino lituano ed è destinatario di un mandato di arresto europeo da parte della autorità giudiziaria lituana che ne chiede la consegna ai fini dell’esecuzione di una pena privativa della libertà di 1 anno e 4 mesi. Anche nella sentenza Tupikas vengono affrontati i medesimi quesiti posti nella sentenza Zdziaszek alla Corte di Giustizia attraverso il rinvio pregiudiziale, ossia si richiede di chiarire la nozione di “processo

terminato con decisione” nell'accezione utilizzata nell'art. 4 bis a).118

In questa occasione, la Corte confermò che l'esecuzione del mandato può essere rifiutata se l’autorità destinataria del MAE rinviene una

116 VAN DER MEI A.P., The European Arrest Warrant system: Recent developments in the case law of the Court of Justice, In New Journ. Eu. Crim. Law

2017 vol. 24

117 CGUE, Quinta Sezione, causa C- 270/17

118 BUZZELLI S., MAE e nozione autonoma di “processo terminato con decisione,

delle situazioni a cui si riferisce l'art. 4 bis a) e d) e le informazioni fornite dall'autorità di emissione non sono sufficienti. La Corte chiarisce inoltre che, per quanto riguardo l'applicazione dell'art. 4 bis a), si possono considerare rientranti nella nozione di “processo

terminato con decisione” entrambe le decisioni: quella di appello che

ha ad oggetto la colpevolezza dell’imputato e quella conseguente che emenda la pronuncia inziale e ridefinisce la pena cumulativa.

Inoltre, viene aggiunto che per l'autorità di esecuzione rimane sempre la possibilità di prendere informazioni tenendo conto di tutte le circostanze che caratterizzano il caso per assicurarsi che in entrambi i procedimenti siano stati rispettati i diritti di difesa.119

Come evidenziato dall'Avvocato generale bisogna distinguere tra sentenza esecutiva e processo terminato con decisione e successivamente definire il primo termine collegandolo al secondo. Per sentenza esecutiva si intende una sentenza che consenta alle autorità a norma del diritto nazionale vigente di assicurare l'esecuzione della pena privativa della libertà.120

Per “processo terminato con decisione” si fa riferimento all'ultima fase di un procedimento penale che dà luogo ad una sentenza esecutiva, sia che venga in considerazione un procedimento di primo

119 PROFUMO B., Mandato d'arresto europeo, processo di secondo grado celebrato in "absentia" e diritto alla difesa: un difficile contemperamento, DPCE online, 2017,

fasc. 4, p. 6.

120 BOBEK M., Conclusioni dell’avvocato generale presentate il 26 luglio 2017

«eurlex.europa.eu/legalcontent/IT/TXT/?uri=CELEX%3A62017CC0270&qid=161 1941282846».

grado che non ammette impugnazione o qualora questa possibilità esista e non sia stata esercitata concretamente, sia che rilevi un procedimento di secondo grado che consenta di dirimere in toto il merito del caso.

La decisione di dare o meno esecuzione al MAE da parte del giudice di esecuzione rappresenta una facoltà, infatti quest'ultimo potrebbe decidere anche in assenza di circostanze volte a garantire il diritto di difesa di effettuare la consegna, a maggior ragione in un caso come quello in esame in cui si è a conoscenza della partecipazione del soggetto al procedimento di primo grado e del fatto che egli abbia proposto appello, quindi da cui si può ragionevolmente ritenere che egli abbia avuto effettiva conoscenza del procedimento di secondo grado e fosse quindi nelle condizioni di difendersi.

Tuttavia, il diritto di difesa deve essere reso effettivo e garantito aldilà della presunzione di conoscenza del processo. Il giudice può quindi ritenere di richiedere ulteriori informazioni riguardo al processo in appello e valutare di dare o meno esecuzione al mandato.121

A simili conclusioni giungono sia la sentenza della Corte di Giustizia nei confronti di Samet Ardic e la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo Hokkeling c. Paesi Bassi.122

121 PROFUMO B., Mandato d'arresto europeo, processo di secondo grado celebrato in "absentia" e diritto alla difesa: un difficile contemperamento, DPCE online, 2017,

fasc. 4, p. 6.

Nella prima fra le sentenze citate, che risale al 10 agosto 2017 la Corte affronta nuovamente la questione della nozione di cui all’articolo 4 bis a) della decisione quadro 2002/584/ GAI ossia quella di “processo

terminato con decisione”.

In questo caso la Corte ha revocato la sospensione dell’esecuzione della pena di Samet Ardic, il quale era stato destinatario di un mandato di arresto. Nello specifico, egli era stato condannato attraverso due procedimenti a cui era debitamente comparso ad una pena privativa della libertà pari ad 1 anno e 8 mesi. Il soggetto interessato non era però comparso al procedimento che aveva portato alla revoca della sospensione dell’esecuzione delle sentenze per mancata compliance con le condizioni previste dalla probation.123

La Corte sancì che il concetto di “processo terminato con decisione” di cui all’art. 4 bis a) della decisione quadro 2002/584/GAI non ricomprende le sentenze che sanciscono la revoca della sospensione dell’esecuzione della pena poiché esse non modificano il livello o il

quantum della pena, ma deducono semplicemente dal quantum della

stessa i giorni relativi alla probation attraverso un semplice calcolo aritmetico che non prevede alcun margine di discrezionalità del giudice.124

123 CGUE, Quinta Sezione, 22 dicembre 2017, causa C-571/17 PPU.

124 IVICEVIC KARAS E. Decisions rendered in absentia as a ground to refuse the execution of a european arrest warrant: European legal standards and implementation in Croatian law

Passando all’analisi della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nella sentenza Hokkeling c. Paesi Bassi la Corte ha ritenuto sussistente una violazione dell’ equità processuale di cui all’art. 6 CEDU, in quanto il diritto a comparire al proprio processo del signor Hokkeling era stato sacrificato in favore del diritto, ritenuto preminente, a che la causa fosse chiusa entro un termine ragionevole.125 Il signor Hokkeling, infatti era comparso al procedimento di primo grado, ma non era potuto comparire a quello di appello in quanto era stato arrestato in Norvegia per sospetto traffico di stupefacenti.

Non era stato possibile il trasferimento temporaneo e la Corte d’appello aveva rifiutato di rinviare l’udienza per consentire la partecipazione del soggetto poiché aveva ritenuto che egli avesse avuto l’opportunità di esprimere le sue doglianze in primo grado avendo esso un difensore che lo patrocinava in giudizio espressamente autorizzato a difenderlo.

La Corte di Strasburgo ha ritenuto al contrario sussistente la violazione del diritto all’equo processo e, in particolare, che non si possa sacrificare il diritto a comparire personalmente al proprio processo in virtù di un presunto contemperamento dello stesso con il diritto alla definizione della causa entro un termine ragionevole.126

125 Corte EDU, Terza Sezione, 14 febbraio 2017, Ricorso 30749/12.

126 Corte EDU Hokkeling v. the Netherlands (application no. 30749/12), 14

Dall’ esame della giurisprudenza successiva della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si rinvengono altre due sentenze della Corte sicuramente significative sul punto, ossia la sentenza Pirozzi c. Belgio che ha avuto ad oggetto un procedimento nei confronti del signor Pirozzi, destinatario di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte di Appello di Brescia che lo condannò a 15 anni di carcere e il pagamento di 80.000 € per traffico di droga.127

Il procedimento nei suoi confronti si svolse però in assenza dell’interessato che non poté comparire per ragioni mediche pur essendo stato comunque rappresentato dal suo difensore.

La Corte di Brescia, in appello, ridusse la pena di un anno e nel 2010 venne emesso un mandato d’arresto europeo nei suoi confronti dal Pubblico Ministero di Napoli che portò all’arresto del soggetto da parte della polizia belga nell’agosto 2010.128

La Corte Europea ha ritenuto non sussistente una violazione dell’art. 6 CEDU, non rinvenendo che vi fosse una flagrante negazione dell’equo processo in quanto l’interessato era comunque stato informato della data e dell’ora del processo ed era stato patrocinato in giudizio dal difensore ottenendo una riduzione della pena; motivo per il quale si poteva ragionevolmente sostenere che il diritto di difesa fosse stato effettivamente esercitato.

127 Corte EDU, 17 aprile 2018, Ricorso 21055/11.

128 Corte EDU Belgium’s execution of a European arrest warrant in order to surrender the applicant to the Italian authorities did not breach the Convention, 17

La Corte ha qui l’opportunità di ribadire che la presunzione di protezione dei diritti fondamentali fra gli Stati membri non è una presunzione assoluta, infatti uno Stato può dare esecuzione ad un mandato di arresto solamente nel caso in cui non ci sia una manifesta lacuna nella protezione dei diritti fondamentali nello Stato di emissione.

La CEDU stabilisce il livello minimo di protezione dei diritti fondamentali, le Corti nazionali nel dare esecuzione al mandato devono valutare il livello di protezione dei diritti fondamentali nello Stato in astratto ed in concreto, ponendo la medesima attenzione al rispetto delle garanzie fondamento che viene posta nell’ ambito dell’estradizione quando la legge nazionale prevede uno standard più basso di protezione degli stessi rispetto alla Convenzione Europea basandosi sulla giurisprudenza della Corte Europea con riguardo a garanzie come il diritto alla dignità oppure ad un giusto processo ponendo particolare attenzione ad eventuali errate interpretazioni delle garanzie accordate nella Convenzione.

Il livello di garanzie accordate dalla Convenzione deve essere preso come parametro nella valutazione riguardo all’eventualità di dare o meno esecuzione al mandato. La Corte EDU può porre particolare

attenzione all’intento della Corte nazionale e al modus operandi nell’utilizzo di questo meccanismo.129

6. Il diritto all’assistenza difensiva il caso Beuze c.