• Non ci sono risultati.

La rappresentanza di fronte allo Stato 193

PARTE III. LA DEFINIZIONE DI UN USO LEGITTIMO DELLO SPAZIO

CAPITOLO 2. RAPPRESENTANZA

2.3 La rappresentanza di fronte allo Stato 193

La mancanza di una struttura gerarchica e di organi rappresentativi chiaramente riconoscibili è spesso indicata come un fattore di impedimento di un riconoscimento stabile, e di una eventuale Intesa, dell’islam italiano da parte delle istituzioni587. Il primo tentativo di costituire un organismo di rappresentanza istituzionale per l’islam italiano è quello del Consiglio islamico d’Italia, che si arresta però con la caduta nel 1996 del governo Prodi588. In particolare, il clima seguente agli attentati internazionali di matrice islamica, soprattutto quelli dei primi anni 2000, e il conseguente stato di allarme per la paura di attentati in Italia, ha creato le condizioni per intensificare da parte delle istituzioni italiane l’attenzione nei confronti delle organizzazioni presenti nel paese589. Tra i provvedimenti messi in atto dal governo, oltre a una serie di provvedimenti miranti al controllo e alla repressione590, il Ministro dell’Interno Pisanu istituisce nel 2005 la Consulta per l’islam italiano591, un organismo consultivo finalizzato al dialogo interreligioso che nelle intenzioni dei proponenti si prefiggeva di favorire un proficuo dialogo tra lo Stato e la comunità islamica. “La consulta – afferma il Ministro Pisanu - consentirà di conoscere meglio la variegata realtà delle comunità musulmane d’Italia e fornirà così elementi concreti per la soluzione dei problemi della loro integrazione nella società nazionale, nel pieno rispetto della Costituzione e delle nostre leggi”592. Si tratta di un organismo di carattere rigorosamente consultivo, composto da sedici membri, metà dei quali di cittadinanza italiana, che raccoglie rappresentanti di alcune delle organizzazioni più rilevanti nel panorama dell’islam italiano593. “Con l’istituzione della consulta - ha

587 Ronchi Paolo, op. cit., pp. 97–144 588 Il messaggero dell’islam, n. 131, 1998

589 “Pisanu: «Possibile un attentato in Italia. Lo stato d'allarme è intenso»”, La Repubblica, 28 luglio

2005; “Pisanu: «La repressione non basta subito la Consulta islamica», La Repubblica, 25 luglio 2005

590

Tra cui l’espulsione di alcuni imam, cfr Allievi, 2008, op. cit.

591

D.M. 10 settembre 2005, n. 19630

592 Cfr. il comunicato stampa del 10/9/2005

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunica to_857.html_717487856.html

593

Comunità Ismailita in Italia, Co.Re.Is. (Comunità Religiosa Islamica), Sezione italiana Della Lega Musulmana Mondiale, U.C.O.I.I. (Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche In Italia), U.I.O. (Unione Islamica In Occidente, Espressione Della World Islamic Call Society)

dichiarato il ministro - si compie il primo passo di un cammino, certamente non breve né facile, che dovrà condurci alla formazione di un islam italiano; e cioè di una comunità pacificamente inserita nel tessuto economico e sociale del nostro paese, libera di professare le proprie convinzioni religiose e di salvaguardare la propria identità, ma al tempo stesso pienamente rispettosa dei nostri valori e dei nostri ordinamenti”594. Dopo aver superato al suo avvio le resistenze da una parte di alcuni partiti politici della maggioranza di governo (come la Lega Nord) e dall’altra di alcune aree dell’islam che non si sentivano rappresentate dalla sua composizione o volevano vedere esclusa l’Ucoii, in realtà i lavori procedono molto a rilento. Nello stesso ambito della consulta viene presentata nel 2007, la “Carta dei valori della cittadinanza e integrazione”595 dal successivo Ministro degli Interni Amato. La Carta, documento di direttiva generale non vincolante e che non potrà essere imposto ai cittadini, rende “espliciti i principi fondamentali del nostro ordinamento che regolano la vita collettiva, sia dei cittadini che degli immigrati, cercando di focalizzare i principali problemi legati al tema dell’integrazione”596. La natura di questo documento, in realtà, sottolinea il carattere di eccezionalità conferito all’islam597, in particolare dal momento che i contenuti della Carta altro non fanno se non ribadire i principi costituzionali universali a cui tutti dovrebbero attenersi.

La Consulta, viene messa da parte dal Ministro degli Interni Maroni, ministro appartenente alla Lega Nord succeduto ad Amato, che a sua volta costituisce nel 2010 il Comitato per l’islam italiano, organismo collegiale con “funzioni consultive sui temi dell’immigrazione, per migliorare l’inserimento sociale e l’integrazione delle comunità musulmane nella società nazionale”598. La scelta dei diciannove componenti del comitato è ricaduta su esponenti di organizzazioni e comunità islamiche in Italia ed esperti di religioni ritenuti conoscitori del mondo islamico “ben

594 Cfr. sul sito del Ministero degli Interni “Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione”,

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/speciali/altri_speciali/ carta_dei_valori/

595

Vd. il decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 giugno 2007

596http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/speciali/altri_speci

ali/carta_dei_valori/

597 Allievi Stefano, 2008, op. cit. 598

Cfr. sul sito del Ministero degli Interni “Costituito al Viminale il Comitato per l’Islam italiano” http://www.interno.gov.it/mininterno/site/it/sezioni/sala_stampa/notizie/religioni/0776_2010_02_11_I slam

integrati nella società italiana, in grado di fornire idee e formulare proposte per l’approfondimento dei molteplici temi concreti posti in agenda quali: le moschee, la formazione degli imam, i matrimoni misti, il burqa, ecc.”599. Tra le organizzazioni islamiche chiamate a farne parte rimane significativamente esclusa l’Ucoii600. La finalità del Comitato veniva individuata quindi non nella costruzione di una rappresentanza dell’islam, bensì nel favorire una sua integrazione, allontanando l’idea di una possibile Intesa601. I risultati del Comitato sono consistiti nella produzione di proposte e pareri su alcuni dei temi al centro del dibattito nazionale: la formazione degli imam, l’apertura di luoghi di culto e il velo integrale. Nel 2012, infine, vede la luce la Conferenza permanente “Religioni, Cultura e Integrazione”, un organismo consultivo voluto dal Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Riccardi allo scopo di facilitare l’integrazione degli immigrati in Italia che archivia l’esperienza del Comitato. Non più rivolta solo ai musulmani, la nuova conferenza permanente si allarga quindi anche ai rappresentanti religiosi delle comunità di stranieri in Italia, cioè, oltre ai musulmani, anche buddisti, valdesi, ortodossi e sikh. Per i musulmani partecipano agli incontri rappresentanti dell’Ucoii, riabilitata in seno ai legittimi rappresentanti dei musulmani, della Co.Re.Is e della grande moschea di Roma.

599 Ibid.

600 Tra gli esponenti di organizzazioni o realtà islamiche figurano: Mario Scialoja; Ejaz Ahmed

giornalista direttore di Azad e mediatore culturale; Gulshan Jivraj Antivalle, presidente della Comunità ismaelita; Guido Bolaffi, esperto in immigrazione; Yahia Pallavicini, vicepresidente della Comunità Reiligiosa islamica (Co.Re.Is); Mustapha Mansuri, segretario Confederazione dei marocchini in Italia; Gamal Buchaib, presidente della consulta degli stranieri de L’Aquila e membro dell’associazione dei Musulmani moderati; Abdellah Redouane, direttore del centro islamico culturale d’Italia (Moschea di Roma); Abdellah Mechnoune, imam di Torino e ambasciatore della Pace per le Nazioni Unite.