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Milano: l’Albo delle associazioni e organizzazioni religiose

PARTE III. LA DEFINIZIONE DI UN USO LEGITTIMO DELLO SPAZIO

CAPITOLO 1. LA NORMA

1.7 Milano: l’Albo delle associazioni e organizzazioni religiose

Nel 2011, dopo l’insediamento del nuovo sindaco Giuliano Pisapia, la nuova amministrazione comunale di centrosinistra apre immediatamente un tavolo di confronto con le comunità islamiche cittadine. Tra le principali questioni insolute delle amministrazioni precedenti che la nuova giunta si prefigge di risolvere a breve vi è quello dell’esigenza di “luoghi di culto dignitosi dove pregare”542. Si tratta di un punto che ha assunto una forte centralità nel dibattito della campagna elettorale, soprattutto durante il ballottaggio, così come si è mostrato in apertura di questa tesi. La nuova amministrazione organizza quindi in breve tempo un incontro per avviare un “percorso condiviso di lavoro tra comunità e Comune”543. A luglio 2012, a un anno dall’inizio dei lavori, la Giunta comunale approva una delibera per la promozione del dialogo interreligioso e per il sostegno del diritto della libertà di culto, contenente provvedimenti riferiti alle confessioni religiose che non siano titolari di un’Intesa con lo Stato, “con l’obiettivo di avviare le procedure per un rapporto trasparente e riconosciuto tra l’amministrazione comunale e i rappresentanti di culti religiosi”544. Il dialogo con i musulmani milanesi rientra quindi in una prospettiva più ampia di “dialogo interreligioso”, di cui fanno parte anche molte altre minoranze religiose presenti in città545. La delibera prevede innanzitutto l’istituzione di un Albo delle organizzazioni e delle associazioni religiose, uno strumento di cui il Comune ha deciso di dotarsi per gestire le richieste di riconoscimento dei diritti delle

542 Cfr. il comunicato stampa dell’8 agosto 2011 “Centri islamici. Avviato un percorso condiviso di

lavoro tra comunità e Comune”, reperibile nel sito www.comune.milano.it

543

Sono invitate a partecipare all’incontro Ahl Al - Bait Comunità Sciita, Casa Della Cultura Islamica, Confraternita Sufi Jerrahi Halveti, Istituto Culturale Islamico, Comunità Religiosa Islamica, Comunità Islamica Bangladesh, Confraternita Musulmani Senegalesi, Comunità Islamica in Italia, Centro Islamico Dar Al-Quran, Centro Culturale Islamico Turco, Associazione Islamica di Milano, Preghiera Sufi Sciita, Centro Islamico di Milano e della Lombardia, Giovani Musulmani d’Italia, Associazione Donne Musulmane d’Italia, Islamic Forum Associazione Culturale Bangla, Associazione di Welfare Islamica di Milano, molte delle quali fanno parte del Caim

544 Cfr. il comunicato del 7 luglio 2012 “Dialogo interreligioso. Comune vara Albo organizzazioni e

conferenza permanente confessioni”, reperibile nel sito www.comune.milano.it

545 Il comunicato del comune precisa che durante l’anno precedente “si sono svolti circa quaranta

incontri con le comunità buddista, cristiana (ortodossi rumeni e della chiesa russa, protestanti evangelici e pentecostali, valdesi), ebraica, induista e musulmana. Abbiamo voluto incontrare, conoscere e iniziare un rapporto con le realtà presenti nella nostra città”.

comunità religiose presenti e attive nel territorio milanese. L’Albo e il percorso intrapreso dalle istituzioni sono pensati come strumento per ottenere una conoscenza concreta dei fenomeni esistenti in città milanesi546. Tra gli aspetti da affrontare, ad esempio il Comune intende far emergere le tante realtà sommerse, affrontare le problematiche urbanistiche, rendere trasparenti le attività che avvengono all’interno dei luoghi di culto, ma anche comprendere quale sia il loro inquadramento in termini più ampi, in relazione alle realtà che li finanziano e sostengono, alla situazione geopolitica internazionale, più specificamente riguardo le realtà musulmane, soprattutto per quanto concerne i cambiamenti che interessano il Mediterraneo, le cosiddette “Primavere arabe”, e le ripercussioni che queste situazioni possono avere sulle realtà italiane (di nuovo, si presenta quell’intreccio delle scale geografiche spesso costatato nel corso della tesi).

Un altro aspetto, di cui il lavoro del Comune deve prendere atto e a cui tentare di dare una risposta è la diversità delle esigenze intrareligiose e interreligiose legate alle pratiche di culto e alla vita comunitaria religiosa. La varietà dell’insieme delle realtà di culto delle molteplici confessioni presenti in città è data anche dal fatto che molte organizzazioni sono nate come associazioni culturali, in cui poi si è inserito l’elemento del culto, che quindi è una tra le funzioni che questi luoghi assumono. Per quanto riguardo il culto nello specifico, la varietà delle esigenze è data dalla pluralità di significati attribuiti alla sfera del sacro, del religioso, dalle diverse confessioni, o anche dalle diverse correnti di una stessa religione, come nel caso dell’islam milanese, che si traducono in una molteplicità di pratiche. Le istituzioni devono dunque tenere conto della diversa affluenza di persone, della frequenza temporale, e delle ritualità composte da preghiere, canti o pasti, etc.547, e dunque, nell’ottica di una gestione dei luoghi di culto, di un investimento spaziale molto diverso.

L’iscrizione all’Albo è pensato come strumento che agevoli la regolarizzazione dei luoghi di culto esistenti o per beneficiare della destinazione di strutture e spazi per lo svolgimento delle attività di preghiera. All’atto d’iscrizione è associata la firma di un

546 Dall’intervista a Maria Grazia Guida, ex-vicesindaco, attualmente non più in giunta, da me

realizzata a Milano il 23/7/2013

547

Dall’intervista a Lina Lucarelli, Direttore del Settore Programmazione e Coordinamento Servizi Educativi, da me realizzata a Milano il 18/7/2013

Protocollo di Intesa con l’Amministrazione comunale contenente i diritti e i doveri delle parti, al fine di garantire un ordinato svolgimento del culto nel rispetto dell’ordinamento giuridico italiano. Nel Protocollo si legge, infatti, che esso mira “a riaffermare l’esigenza di osservare le regole che sovrintendono un ordinato svolgimento del culto nel rispetto dell’ordinamento giuridico italiano e della civile convivenza”. In seguito, si afferma che

L’amministrazione comunale rammenta anche alle associazioni e organizzazioni religiose che chiedono l’iscrizione al presente Albo la necessità che esse si impegnino a rispettare con particolare cura, oltre le generali disposizioni delle leggi civili, penali ed amministrative vigenti, anche le norme e i regolamenti più specificamente concernenti l’“ordinato svolgimento del culto”, quali, ad esempio, le disposizioni in tema di: affollamento degli spazi e parcheggi; affissioni negli spazi pubblici esterni; decoro urbano; occupazione di suolo pubblico; immissioni e utilizzo di mezzi di diffusione sonora; normative di settore nel caso di esercizio di attività diverse dal culto.

Si sottolineano dunque due problematicità in particolare, una è quella della sicurezza e della legalità relativa alle attività che si svolgono all’interno dei centri, l’altra è quella delle modalità dello svolgimento del culto, in relazione alle sue ripercussioni sullo spazio pubblico.

Il progetto è quello di far entrare le organizzazioni in una Conferenza permanente delle confessioni religiose, che “permetterà di sviluppare una maggiore conoscenza delle realtà religiose, monitorare e risolvere eventuali criticità e attivare iniziative di incontro rivolte alla popolazione cittadina”.

Nel novembre 2012, la giunta milanese approva la delibera che definisce i criteri per l’iscrizione all’Albo delle associazioni e organizzazioni religiose, cui possono accedere quelle realtà che hanno come fine esclusivo o prevalente la pratica del culto548. L’iscrizione all’albo avviene tramite la presentazione di alcuni documenti che certifichino la natura dell’associazione549. L’istituzione dell’Albo contiene un

548 Cfr. il comunicato del 30 novembre 2012 “Religioni. Giunta definisce i criteri d'iscrizione ad albo

associazioni di culto”, reperibile nel sito www.comune.milano.it

549 “Tra questi ci sono la copia dell’Atto costitutivo e dello Statuto dell’associazione, l’indicazione

della specifica tradizione religiosa, della sede e dei soggetti che ricoprono cariche direttive, la descrizione delle attività svolte, la comunicazione dell’eventuale affiliazione con altri enti o organizzazioni”.

elemento sostanziale di grande importanza, che permette di superare uno degli impedimenti posti dalla legge regionale lombarda550 sull’edilizia di culto, ovvero il conferimento del titolo di “confessionalità” religiosa, requisito indispensabile per rientrare nella pianificazione territoriale secondo la legge regionale del 2005.

L’iscrizione all’Albo potrà costituire un elemento di facilitazione per la partecipazione a procedure pubbliche per la destinazione di strutture o aree demaniali per servizi religiosi. Questo perché le associazioni iscritte risulteranno già in possesso del requisito della “confessionalità” così come richiesto dall’articolo 70 della legge regionale 12/2005 in materia di culto.551

Data l’attualità della questione, è difficile valutare quale sarà l’esito di queste prime trattative, ho voluto tuttavia introdurle perché rappresentano il tentativo di un’assunzione della questione da parte del Comune e il riconoscimento sia delle esigenze delle minoranze religiose, sia della situazione in cui attualmente il culto delle minoranze ha sede. La creazione dell’Albo quindi rappresenterebbe, inoltre, una soluzione a livello locale per permettere alle varie associazioni religiose di conformarsi alle condizioni richieste dalla legge regionale lombarda di cui si è qui parlato.

550

L.r. 11 marzo 2005, n. 12, art. 70

551

Cfr. il comunicato del 30 novembre 2012 “Religioni. Giunta definisce i criteri d'iscrizione ad albo associazioni di culto”, reperibile nel sito www.comune.milano.it