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La strada degli errori: il femminismo differenzialista.

LE TEORIE FEMMINISTE IN FRANCIA

6. La strada degli errori: il femminismo differenzialista.

Badinter sostiene che sino circa agli anni Sessanta l’educazione degli uomini era radicalmente diversa rispetto a quella delle donne, e i due sessi venivano formati in modo tale da coprire ruoli differenti: “Dappertutto, dalla scuola all’officina, dalla cucina al salotto, dalle toilette ai club, luoghi speciali erano assegnati a ciascuno dei sessi, rafforzando la separazione e la differenza”266. È a partire dagli anni Settanta che i movimenti femministi si sono battuti per porre fine a questa divisione del mondo, tanto che assegnare una funzione specifica ad una donna, in virtù della sua appartenenza sessuale, viene connotato negativamente come “sessismo”.

263 Elizabeth Badinter, op.cit. p. 227. 264 Ivi, p.229

265 ibidem 266 Ivi, p. 202

La tesi delle cosiddette differenzialiste, fra cui Luce Irigaray267, è che la rassomiglianza è una minaccia contro la specificità femminile, ovvero che l’uguaglianza sia un appiattimento sul modello maschile, che più che rafforzare le donne ha segnato il trionfo supremo degli uomini. Di contro sostengono che la strada da percorrere sia quella di valorizzare la specificità femminile, quali la scrittura, un pensiero e un inconscio tipicamente femminili, e di imporre agli uomini “l’autenticità” femminile.

A partire dagli anni Settanta in Francia sotto pressione delle femministe si è sviluppato un movimento per eliminare le discriminazioni sessuali presenti tanto nella vita pubblica quanto nella vita privata. Viene modificato il diritto di famiglia, vengono imposte classi miste nei licei e negli istituti superiori; si aprono tutte le professioni ad entrambi i sessi; si impone l’eguaglianza salariale. Nelle scuole i manuali vengono modificati in modo tale da non trasmettere stereotipi sessisti.

Come sostiene l’autrice in questo modo ci si è diretti verso la somiglianza sessuale, ma la legge non basta a modificare i comportamenti personali quali quelli che si verificano all’interno della mura familiari, soprattutto per quanto concerne i lavori domestici e di cura. Tralasciando le critiche a mio avviso semplicistiche effettuate nei confronti dell’interpretazione della definizione di violenza di genere, contro corrente rispetto alla definizione comunemente accettata nel diritto internazionale, nel testo La Strada degli

Errori268, Badinter si pone interrogativi cruciali sul rapporto genere- differenza:

“Il problema teorico del nuovo femminismo è proprio lì. Come ridefinire la natura femminile senza ricadere nei vecchi schemi? Come parlare di “natura” senza mettere in pericolo la libertà? Come sostenere il dualismo dei sessi senza ricostruire la prigione dei generi? Le risposte a queste impegnative domande sono molteplici e contrastanti”269. Le differenzialiste sostiene Badinter in tutte le loro tesi non fanno altro che effettuare una apologia della biologia, infatti sostengono la superiorità delle donne basandola sul sex. Antoniette Foque, differenzialista francese, sostiene che la gestazione femminile è l’unico fenomeno naturale di accettazione di un corpo estraneo da parte di un altro corpo e quindi da parte della psiche, ed è il modello di tutti gli innesti. Partendo da questo fatto biologico, la capacità di gestazione delle donne, deduce che le donne siano dotate di “capacità di

267 Luce Irigary, Speculum L’altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, ed altre op.

268 Elizabeth Badinter, La strada degli errori. Il pensiero femminista al bivio, Feltrinelli, Milano 2004 pp. 7-32, cfr.

Vienna Declaration and Program of Action, Dichiarazione e Programma di Azione di Vienna (1993) e Declaration on the elimanation of violence against women, Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne (1994).

accoglienza”270, che gli uomini invece non avrebbero. Badinter fa notare che da questo si potrebbe dedurre non solo una condanna degli uomini che non hanno la capacità di gestazione, ma anche una condanna delle donne che ignorano la maternità. Che dire delle donne sterili? Che dire delle donne che decidono di non avere figli?

Anche la differenzialista Agacinski271 sostiene che l’identità femminile va ricercata nella maternità che diventa il punto focale dell’essere donne. Agacinski non mette freno alle conseguenze reazionarie del suo pensiero, infatti conferma la naturalità delle coppie eterosessuali, poichè la filiazione dovrebbe continuare a basarsi sulla duplice origine naturale e così apertamente misconosce l’omosessualità. Come sostiene Badinter il ricorso al naturalismo non è altro che una risposta semplicistica e superficiale alla problematica del rapporto politico fra i sessi.

L’esaltazione dell’istinto materno come sostiene l’autrice da parte delle differenzialiste non fa altro che dividere il mondo in due categorie, quella delle donne, pacifiche, meno vanitose, devote alla lotta per la vita e dall’altro gli uomini, di cui si fa un ritratto caricaturale: le prime hanno determinate capacità e virtù e moralità e gli altri anche, soltanto che le prime sono migliori dei secondi. Le donne in quanto madri avrebbero coraggio, senso di sacrificio, devozione: queste sono le virtù della madre buona che ignora i vizi e le pulsioni del padre cattivo.

Il femminismo differenzialista andando contro il femminismo universalista ha volutamente contrariato la nozione di disuguaglianza a favore di quella di diversità. Richiamandosi alla natura hanno anche messo da parte la lotta sociale e culturale. La donna libera auspicata dal femminismo è stata accantonata in favore della donna biologica di cui si effettua un’apologia in virtù delle sue capacità procreative. “Facendo coincidere la femminilità con la capacità di essere madre, si definisce la donna per ciò che è, non per ciò che decide di essere”.272

Come tutte le femministe egualitarie la Badinter sottolinea quanto sia contrario alla libertà femminile imporre delle specializzazioni dei ruoli in virtù della differenza biologica.

270 Antoinette Fouque, I sessi sono due, Pratiche, Milano 1999, cit in Badinter, Ivi p.39. Antoinette Fouque (Marsiglia

1936) è una militante femminista francese, psicoanalista e politologa, ha fatto parte del gruppo Psychanalyse et

politique ed ha uvuto una parte attiva nella creazione del Mouvement de libération des femmes.

271 Sylviane Agacinski La politica dei sessi, Ponte alle grazie, Milano 1988, cit in Ibidem. Sylviane Agacinski (Nades

!945) è una scrittrice, giornalista e filosofa francese, che si è occupata soprattutto negli ultimi anni della problematica del rapporto fra i sessi. È autrice anche di: Metaphysique des sexes: masculin, feminin aux sources du christianisme, Seuil, Paris 2005.

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