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Le teorie che negano la necessità della giustizia in famiglia Le teorie che contrappongono l’amore alla giustizia

IL FEMMINISMO UMANISTA DI SUSAN MOLLER OKIN

5. Le teorie che negano la necessità della giustizia in famiglia Le teorie che contrappongono l’amore alla giustizia

Okin critica due autori secondo i quali non bisogna interrogarsi sulla giustizia all’interno della famiglia. Uno di questi è Michael Sandel, autore di Liberalism and the limits of

justice218, il quale ritiene che la famiglia faccia riferimento a virtù troppo elevate per essere

sottoposta ad uno scrutinio di giustizia.

Per Sandel il problema della giustizia entra in gioco nel momento in cui vi sono interessi differenti e scarsità di beni da distribuire, e non è il caso della famiglia, in cui invece, vi è un gruppo di intimi, che stanno insieme per amore e che hanno un’identità di interessi. L’autore stabilisce anche una gerarchia fra amore e giustizia, definendo la prima una virtù superiore rispetto alla seconda.

Anche Rousseau219 ha sostenuto che la giustizia non sia una virtù che si addice alle famiglie. A volte egli sostiene che la famiglia non deve essere regolata secondo principi, a differenza

218 Michael Sandel, Liberalism and the limits of justice, Cambridge University Press, Cambridge 1982, tr. di Savino

d’Amico, Il liberalismo e I limiti della giustizia, Feltrinelli, Milano 1994. Michael Sandel (1943) è un fiilosofo della politica conosciuto per le critiche alla teoria della giustizia di Rawls. Ha tenuto un corso su “la giustizia” ad Harvard ed professore di Government nella stessa Università. É autore anche di Liberalism and its critics, New York University Press, New York 1984.

della società politica, perché in essa regna l’amore. Egli sostiene anche che le donne senza essere private del proprio benessere possano essere soggette in famiglia al dominio del marito e possano essere escluse dalla sfera politica, dove i mariti rappresentano gli interessi di tutta la famiglia. In conclusione visto che in famiglia vi è affetto e unità di interessi i criteri di giustizia sono irrilevanti.

Sandel sostiene con un argomentazione simile, che visto che in famiglia regna l’amore, la solidarietà, e la generosità, è inutile pensarla come una sfera in cui si applicano i principi di giustizia. Egli utilizza anche l’inapplicabilità della giustizia a tale sfera, per criticare la tesi di Rawls del primato morale della giustizia. Non solo ci sarebbero associazioni in questa è inapplicabile, ma applicarla sarebbe controproducente, e comporterebbe la perdita di virtù più nobili.

Okin avanza a Sandel fondamentalmente due critiche. La prima è che fraintende il senso secondo cui la giustizia è la virtù primaria delle istituzioni sociali, e la seconda è che idealizza la famiglia.

Proclamare il primato della giustizia non significa definirla la virtù migliore, ma sottolineare il fatto che sia fondamentale per le istituzioni sociali, vale a dire che ha il primato non perché più alta, ma perché indispensabile. Rawls sostiene che ci possono essere sentimenti morali più nobili della giustizia, quali gesti di eroismo, di benevolenza e sacrificio, ma questi non contraddicono la giustizia. Le etiche della superogazione devono basarsi su principi di giustizia quando vi sono contrasti fra pretese nei confronti di beni perseguiti. Altre forme di moralità, sebbene più alte, dipendono dalla giustizia, di modo tale che questa è fondamentale. Occorre la giustizia anche come virtù morale anche nei raggruppamenti sociali in cui gli scopi sono per lo più comuni e spesso domina l’affetto.

Un altro grave limite della teoria di Sandel che Okin mette in evidenza è che la famiglia è descritta in modo idealizzato, in cui i membri si amano e rinunciano ai propri interessi come se fossero santi.

Uno degli argomenti usati per giustificare la coverture nel XVIII secolo in base alla quale le donne sposate perdevano la personalità giuridica era l’affettività che legava i membri della famiglia e la presunta unità della famiglia stessa.

Se si descrive la famiglia come regno di pace con una comunione di interessi, non ci si domanda se le donne quando interessi e fini configgono e vi sono scarse risorse hanno accesso a quote eque di qualunque vantaggio. Inoltre, in queste visioni idealizzate non si

considera che la socializzazione e le aspettative di genere che fanno pressione sulle donne comporta che queste siano generalmente più propense degli uomini a non reclamare i propri bisogni e diritti e a far prevalere i bisogni della famiglia sui propri. Di solito, beni quali le risorse economiche, il tempo libero, il tempo per il lavoro salariato sono distribuiti in modo impari all’interno della famiglia. Non si può affidare la famiglia alla generosità individuale, al contrario le famiglie devono essere giuste, affinché le donne abbiano pari opportunità. Un’altra lacuna del pensiero di Sandel, e comune a chi contrappone all’etica della giustizia altri tipi di etica, è che presuppongono che la giustizia sottragga intimità, armonia e amore. Si presume che i principi di giustizia non siano compatibili con l’affetto e con l’amore. Se all’amore si accompagna la giustizia non vi sono problemi per ognuno dei familiari, sarebbe invece problematico il contrario. Bisogna partire dalla consapevolezza che per quanto i familiari possano provare affetto e amore l’un per l’altro, restano comunque individui distinti, con fini e speranze specifiche, che possono dissentire e che possono confliggere. Solitamente le donne rinunciano all’indipendenza economica derivata da un lavoro full-time per dedicarsi alla famiglia; il matrimonio non sempre è durevole e si assiste ad un aumento delle separazioni e del divorzio. Una sostituzione dell’etica del sacrificio e dell’altruismo ad un etica della giustizia, nel contesto di un’unità che da una parte presenta interessi confliggenti, dall’altra può dissolversi da un momento all’altro, secondo Okin è un’imprudenza piuttosto che un miglioramento.

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