• Non ci sono risultati.

IL FEMMINISMO UMANISTA DI SUSAN MOLLER OKIN

4. Teorie della giustizia e genere.

Le teorie della giustizia si occupano principalmente di se, come e perché le persone dovrebbero essere trattate in maniera diversa l’una dall’altra, eppure danno per scontata l’attuale struttura di genere, che è basata su un’iniqua distribuzione di potere e risorse. Secondo Okin, per elaborare una teoria della giustizia, che non voglia essere a favore del genere maschile, ma vuole essere umanista, bisogna domandarsi quanto sia giusto il genere. Invece le teorie correnti formulate per tutte le persone, ignorano la disuguaglianza dei sessi, perché assumono come equa la famiglia tradizionale strutturata secondo il genere.

Nelle teorie politiche del passato si distingueva fra una sfera privata, quella familiare e una sfera pubblica, quella del politico e del mercato, che era l’unica ad essere oggetto di problematiche politiche. Le donne il cui unico spazio era quello familiare erano per loro natura escluse dalla vita politica e civile, gli uomini invece, in virtù delle attività svolte dalle donne nel domestico, avevano accesso sia alla vita familiare sia a quella politica, ed erano gli unici soggetti delle teorie politiche.

Nelle teorie politiche contemporanee sulla giustizia, si ignora la famiglia, in quanto impolitica, e con essa la divisione sessuale del lavoro e le ingiustizie subite dalle donne in termini di opportunità e di risorse economiche. L’individuo delle teorie è il maschio capofamiglia, e se non si ignora la famiglia, si presume che essa sia organizzata secondo i principi di giustizia. Se il dato di partenza delle teorie è l’individuo maturo e indipendente, non vi è una riflessione su come sia diventato tale, e quindi si ignora il lavoro di cura, di educazione svolto per lo più dalle donne, che è una condizione della maturazione dell’individuo. Il lavoro di cui parlano i teorici è soltanto quello salariato, presente nel mercato, mentre le attività di cura delle donne non sono considerate appartenenti alla sfera lavorativa.

Le teorie della giustizia dovrebbero prendere in considerazione il genere, perché le donne devono essere incluse a pieno titolo nelle riflessioni sul giusto; perché la società attuale vede disuguaglianze profonde di opportunità in base al sesso e perché affinché ci sia una società giusta, anche la famiglia deve essere giusta. È in primo luogo in famiglia che si acquisisce

coscienza di se stessi e delle relazioni con gli altri, quindi tale istituzione è la radice dello sviluppo morale.

Visto che i teorici della politica assumono che la famiglia sia giusta, il compito della teoria femminista è quello di mettere in evidenza quanto essa sia invece strutturata secondo il genere, che è organizzato a scapito delle opportunità, delle risorse e del benessere delle donne. Okin, nota con rammarico che negli anni Ottanta la teoria femminista si è diretta invece dalla parte opposta: partendo dal fatto che ragionare in termini di giustizia e di diritti sia un modo maschilista di approcciarsi alla morale, si ragiona in termini di etica della cura, che viene radicalmente contrapposta all’etica della giustizia. Secondo l’autrice ci sono una serie di motivi per cui questo modo di ragionare non è corretto. In primo luogo, non è stato provato che ci siano differenze fra uomini e donne nel ragionamento morale, né è chiaro quale sia l’origine di eventuali differenze. Tutte le differenze si potrebbero spiegare in termini di ruoli, anche il fatto che sia la madre il genitore primario, ruoli determinati a livello sociale e quindi mutevoli. Gilligan ed altre teoriche femministe sostengono che le donne siano naturalmente più orientate ad un ragionamento morale contestuale e non all’universalismo, ma non ci sono prove, e dato che la società in cui le donne si trovano è strutturata secondo il genere è difficile che ce ne siano. Si dovrebbe partire da una condizione di totale uguaglianza per definire le inclinazioni, ma questa nella realtà non vi è. Il concetto ingannevole della differenza morale delle donne rafforza la separazione delle sfere e viene anche utilizzato da forze reazionarie. Ne è una dimostrazione l’enciclica di papa Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, che fa riferimento alla specifica capacità delle donne di prendersi cura degli altri per relegarle nella maternità o per imporle la castità217.

In secondo luogo, Okin sostiene, si tende a sopravvalutare la distinzione fra etica della cura e etica della giustizia. Le teorie della giustizia più fondate includono il concetto di empatia e di cura, la preoccupazione per gli interessi e il benessere di altri, molto differenti da sé. Le teorie della giustizia più attente contemplano una considerazione articolata e approfondita del punto di vista di ognuno, tale che non sarebbe corretto opporre ad esse un’etica della cura. Il lavoro da fare è invece quello di far rientrare nelle teorie della giustizia il punto di vista delle donne.

217 Papa Ioannes Paulus II, La dignità della donna: lettera apostolica, Mulieris Dignitatem del sommo pontefice

Giovanni Paolo sulla dignità e vocazione della donna in occasione dell’anno mariano, Libreria edititrice vaticana, Città

La famiglia determina in maniera decisiva ciò che si diventa nella vita. Le opportunità che hanno sia le donne sia gli uomini sono differenti in base alla famiglia di origine, in termine di risorse economiche e anche in termini di ambiente familiare. Ma l’influenza che ha la famiglia sulle opportunità delle donne è un problema ulteriore, perché la famiglia è strutturata secondo il genere, e nella maggior parte dei casi all’interno di esse vi è disuguaglianza sessuale. La disparità nelle famiglie influenza notevolmente le opportunità delle donne, perché la società assegna ai sessi un significato sociale pervasivo. Un peso notevole nella formazione dell’identità di genere lo ha il fatto che le cure parentali primarie avvengano da parte materna. La divisione sessuale del lavoro nella famiglia rende le donne economicamente più dipendenti dagli uomini, e le rende meno capaci di mantenersi da sé. La povertà aumenta nei casi di separazione e divorzio in cui sono le madri che hanno i figli in custodia, e questo si riflette nelle minori opportunità che hanno i bambini che vivono in queste famiglie.

5. Le teorie che negano la necessità della giustizia in famiglia.

Outline

Documenti correlati