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Women are the future of science Flavia ZUCCO

2. Le donne di scienza

Le donne sono state escluse fino a tempi recenti dalla scienza. Hanno infatti pagato il prezzo di due stereotipi specifici:

 La mente femminile non è adatta al pensiero astratto.

 La scienza è una missione totalizzante a cui le donne non possono dedicarsi, per i ruoli e condizioni fisiologiche che le “fanno” diverse.

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Siccome la scienza è sempre stata occupata dagli uomini, ed il sapere è una sede (ora più che mai) di potere, essi hanno messo in atto dei meccanismi attivi di esclusione. Hanno scelto criteri di selezione non neutri: gli stereotipi primi fra tutti, e poi: i criteri di valutazione, la sbilanciata assegnazione di risorse, la scarsa trasparenza delle procedure decisionali. I settori transdisciplinari, praticati spesso dalle donne, sono considerati marginali. La produzione scientifica viene valutata con criteri freddi e non in relazione alle risorse disponibili e ad altre caratteristiche più consone (come vedremo) alla operatività della scienza contemporanea. Ed infine manca la presa d’atto del bias di genere nella scienza a favore degli uomini (le quote maschili), non basato esclusivamente sulla meritocrazia, che consente loro di raggiungere la quasi totalità delle posizioni apicali di prestigio e di potere.

La scienza post-accademica, per quello che abbiamo detto sinora e per lo stesso nuovo assetto dell’impresa scientifica, richiede ovviamente il talento, inteso come disposizione/interesse alla ricerca, ma anche altre capacità dell’individuo come: flessibilità, diplomazia, curiosità, motivazione, dedizione, senso di responsabilità (NAS 2007).

Queste nuove dimensioni del contributo alla ricerca scientifica insieme all’abbattimento degli stereotipi (Figura 1) stanno aprendo ampi spazi alle donne. In questo contesto, le istituzioni di ricerca europee, americane ed internazionali hanno attivato dagli anni ‘90 importanti attività di supporto affinché i talenti delle ricercatrici, ormai formate in gran numero, non vengano sprecati ma valorizzati per il bene della scienza stessa.

Figura 1. Professor Carol Greider jokingly dons a pair of “Groucho” glasses before a news conference after

it was announced that she won the 2009 Nobel Prize in Physiology or Medicine at Johns Hopkins University October 5, 2009 in Baltimore, Maryland. Greider, 48, was recognized by the Royal Swedish Academy of

Sciences for her 1984 discovery of telomerase, an enzyme that maintains the length and intergrity of chromosome ends and is critical for the health and survivial of all living cells and organisms. Greider, the Daniel Nathans Professor and Director of Molecular Biology and Genetics in the Johns Hopkins Institute for

Basic Biomedical Sciences, shares the prize with Professor Elizabeth Blackburn of the University of California and Jacks Szostack of Harvard Medical School.

Premi Nobel per la chimica 2009 Carol Greider & Elizabeth Blackburn

Dal 1993, in senso più ampio, due importanti studiosi M. Nussbaun and A. Sen hanno messo l’accento sulle capacità degli individui e sulla necessità di sostenerle e potenziarle, in modo che ciascuno possa dare il meglio di sé. Queste vanno poi valutate secondo il merito, cioè il valore che queste capacità esprimono. Le capacità individuali vanno promosse specialmente nei giovani, dedicando loro tempo spazio e risorse che li aiutino ad esprimere i loro talenti. Anche perché lo spettro delle attività che li aspetta è

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piuttosto vasto e variegato, e ciascuna/o potrebbe trovare terreno di valorizzazione in alcune piuttosto che altre di queste attività. Si veda a questo proposito l’allegato.

E’ chiaro dunque come si sia lontani dal concetto di eccellenza così largamente inflazionato, ma di promozione e riconoscimento di qualità molto più ricche e complesse.

Con riferimento a questo nuovo profilo dell’attività scientifica contemporanea, le donne scienziate hanno dimostrato di possedere proprio quelle qualità a cui fa riferimento il rapporto NAS del 2006. Esse hanno visioni ampie ed integrate del mondo; hanno menti capaci di valicare confini disciplinari con originalità e libertà; hanno intuizione ed immaginazione (la scienza non è solo razionalità); ed infine hanno mostrato un forte senso di responsabilità nei confronti del loro lavoro e della società.

Un altro aspetto positivo è che esse sono un soggetto nuovo nel mondo della scienza (inteso come parte ormai notevole di coloro che lavorano nella ricerca) e risultano, come tali, meno contaminate dai modelli culturali dominanti. Non solo, ma la loro stessa presenza è significativa sia a livello quantitativo che a livello qualitativo. Si sono infatti mostrate finalmente consapevoli delle discriminazioni; hanno attivato iniziative culturali e politiche per eliminarle; hanno messo in atto con successo pratiche innovative nella scienza e nel rapporto scienza e società; hanno denunciato la parzialità della medicina contemporanea rispetto al genere, che ha, da sempre, assunto come riferimento il soggetto maschile; hanno modificato profondamente discipline come l’antropologia, la primatologia, la sociologia. (Schiebinger 1999).

E’ importante insistere sulla specificità delle qualità femminili perché questo dovrebbe, una volta per tutte, disincentivare le pratiche (da parte di molte donne) di assimilazione al vecchio mondo accademico, di impostazione prettamente maschile. Pratiche che possono pagare a livello individuale, ma a prezzo di una perdita di dignità e col rischio di essere spiazzate dagli enormi cambiamenti che stanno avvenendo nelle istituzioni. Con le parole di Claudie Haigneré, Presidente del premio Descartes: “le donne hanno le loro qualità e le loro differenze, devono conservare queste specificità, non devono necessariamente adottare un modello maschile”.

L’immagine sotto riportata (Figura 2) è la classica rappresentazione freudiana della mente delle donne governata dall’utero… con tutto quello che ne è seguito a proposito dell’apprezzamento della mente femminile. Ebbene la sua lettura può essere rovesciata in un nuovo stereotipo (visto che questi tornano utili in una rappresentazione semplificata della realtà): questa volta però è positivo! Il feto rappresenta l’inizio di una nuova vita. E dunque il futuro è nella testa delle donne!!!

Figura 2. New Scientist, 7 dicembre 1978 vol. 80 n. 1132.

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Annex

TEACHING

 High level frontal teaching (updated, interesting, methodology)  Evaluating (oral or written exams)

 Advising graduate students (building research proposals, follow-up on the work..) RESEARCH

 Research, creating new knowledge

 Distribution of knowledge- Writing manuscripts

 Distribution of the new knowledge- Publishing in refereed journals with impact factors in a timely fashion

 Distribution of the new knowledge- Giving lectures and colloquia  Applying for grants

 Networking  Winning grants

 Raising funds for research

 Creating a research group – develop a field  Building the next generation

OUTREACH TO SOCIETY  Public speeches  Newspapers articles  High school education  Social responsibility Projects ADMINISTRATION

 Department, faculty meetings  Department and Univ Committees  Serving as chair

 Climbing up in the uni hierarchy SERVICE TO THE SCIENTIFIC COMUNITY

 Writing referee report for manuscripts, Phd Thesis

 Activity for the professional organization ( National and international)  Serving in research bodies, funding agencies,…

 Helping former students and postdocs in building a career)  Editorship

L’Annex è stato elaborato dalla Prof. Mina Teicher2 nell’ambito del progetto meta-analisys.

Bibliografia

Gehlen, A. (2003). L’uomo nell’era della tecnica. Roma: Armando Editore.

Gibbons, M., Limoges, C., Nowotny, H., Schwartzman, S., Scott, S., Trowe, M. (1994). The new production

of knowledge. The dynamic of science and Research in the contemporary societies. London: Sage.

Merton, R. (1973). The Sociology of Science. Chicago: Chicago University Press.

National Academy of Sciences, National Academy of Engineering, Institute of Medicine (2007). Beyond bias

and barriers. Fulfilling the potential of women in academic science and engineering. Washington, D.C.:

National Academies Press, c2007. Web. Aprile 2015.

<http://www.nap.edu/openbook.php?record_id=11741>.

2

Prof. Mina Teicher Department of Mathematics and Gonda Brain Research Center. Director, Emmy Noether Institute for Mathematics. Bar-Ilan University, Ramat-Gan 52900, ISRAEL.

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Nowotny, H., Scott, P., Gibbons, M. (2001). Re-thinking Science: Knowledge and the Public in an Age of

Uncertainty. Cambridge, UK: Polity.

Nussbaun, M., Sen, A. (1993). Capabilities and well-being - The quality of life. In The Quality of Life edited by M. Nussbaum and A. Sen. Oxford: Clarendon Press, 30-53.

Severino, E. (1989). La filosofia futura. Milano: Rizzoli.

Schiebinger, L. (1999). Has feminism changed science? Cambridge (MA): Harvard University Press. Snow, C.P. (1959). Two cultures and the scientific revolution, Cambridge University Press. (Snow, C.P. Le

due culture, Edizioni RESET, 2005).

Ziman, J. (2000). Real science: what it is and what it means. Cambridge University Press. (Ziman, J. La vera

85 Scienza, genere e società. Prospettive di genere in una scienza che si evolve

A cura di S. Avveduto, M. L. Paciello, T. Arrigoni, C. Mangia, L. Martinelli CNR-IRPPS e-Publishing, 2015

doi 10.14600/978-88-98822-08-9-12

La sindrome dell’impostore: