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the LTER-Italy network case

3. La rete LTER-Italia e le donne

L’osservazione dei fenomeni della natura nel lungo termine richiede competenza e rigore, dedizione e pazienza, ma anche altre caratteristiche che tendenzialmente appartengono di più all’universo femminile, quali la capacità relazionale e una visione olistica. La rete LTER italiana è stata coordinata dal 2012 al 2014 da una donna, attualmente il vice-coordinatore è una donna, il Comitato di Coordinamento ha sempre avuto donne tra i suoi membri, il segretariato della rete è costituito da tre donne e circa un terzo dei siti osservativi hanno donne come responsabili. Questi dati evidenziano un quadro differente da quello che viene più frequentemente riscontrato nelle posizioni dirigenziali/direttive nel contesto della ricerca europea (EC, She Figures 2012). Il contributo delle donne alle ricerche LTER è inoltre anche quello di sostenere il rispetto, la cooperazione, il senso profondo dell’appartenenza alla natura e della vulnerabilità dei sistemi ecologici e della natura umana.

Figura 2. Donne della rete LTER-Italia al lavoro.

Numerosi sono i siti LTER italiani in cui le attività di ricerca sono coordinate da donne (Pugnetti et al. 2011). I siti, distribuiti in tutta la penisola e rappresentativi di ambienti ecologici diversi, richiedono un impegno costante per la ricerca e il monitoraggio di molte variabili ecologiche.

Oltre alle responsabili dei siti, molte altre donne sono impegnate su vari fronti per il successo della rete LTER-Italia, nel coordinamento, nella progettazione, nella gestione, nella ricerca, nella disseminazione dei risultati (Ravaioli 2010). Questa realtà femminile si è sviluppata in modo equilibrato e naturale, in un ambiente collaborativo e non competitivo, merito anche dei colleghi uomini che hanno percorso in armonia questo cammino scientifico, umano e professionale. Qui di seguito si riportano e si descrivono alcuni dei siti LTER coordinati da donne.

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Tabella 1. I siti LTER-Italia gestiti da donne.

Nome del sito MS/SR* Codice Responsabile

Appennini: Ecosistemi d'alta quota MS IT01-000-T Stanisci, Angela Appennino centro-meridionale: Majella-Matese SR IT01-001-T Stanisci, Angela Foreste delle Alpi MS IT02-000-T Cindolo, Claudia Foreste Mediterranee MS IT04-000-T Cocciufa, Cristiana Lago di Orta SR IT08-003-A Manca, Marina Lago di Iseo SR IT08-006-A Leoni, Barbara Laghi di Montagna MS IT09-000-A Rogora, Michela Lago Paione Inferiore SR IT09-003-A Rogora, Michela Lago Paione Superiore SR IT09-004-A Rogora, Michela Lago di Tovel SR IT09-005-A Flaim, Giovanna Lago Anterselva SR IT09-006-A Thaler, Bertha Lago Braies SR IT09-007-A Thaler, Bertha Lago Piccolo di Monticolo SR IT09-008-A Thaler, Bertha Lago Piramide Superiore SR IT11-001-A Lami, Andrea; Rogora, Michela Lago Piramide Inferiore SR IT11-002-A Lami, Andrea; Rogora, Michela Delta del Po e Costa Romagnola SR IT12-003-M Ravaioli, Mariangela Golfo di Napoli MS IT13-000-M Zingone, Adriana Marechiara SR IT13-001-M Zingone, Adriana Lacco Ameno SR IT13-002-M Buia, Maria-Cristina Ecosistemi marini della Sardegna MS IT14-000-M Lugliè, Antonella Golfo dell'Asinara SR IT14-001-M Lugliè, Antonella Golfo di Olbia SR IT14-002-M Lugliè, Antonella Laguna di Cabras SR IT14-003-M Lugliè, Antonella Laguna di Santa Giusta SR IT14-004-M Lugliè, Antonella Laguna di S'Ena Arrubia SR IT14-005-M Lugliè, Antonella Mar Ligure Orientale SR IT15 -002-M Cocito, Silvia Stazioni di Ricerca in Antartide MS IT17-000-M Ravaioli, Mariangela Mooring A: Southwestern Ross Sea, Ross Island SR IT17-001-M Ravaioli, Mariangela Mooring B: North Central Ross Sea, Joides Basin SR IT17-002-M Ravaioli, Mariangela Dune sabbiose dell'Italia centrale MS IT20-000-T Acosta, Alicia Monumento Naturale Torre Flavia (Roma) SR IT20-001-T Acosta, Alicia Foce Trigno-Marina di Petacciato (Campobasso) SR IT20-002-T Stanisci, Angela Foce Saccione-Bonifica Ramitelli (Campobasso) SR IT20-003-T Stanisci, Angela Mar Piccolo of Taranto MS IT22-000-M Cecere, Ester; Petrocceli, Antonella Parco Nazionale del Gran Paradiso MS IT23-000-T Viterbi, Ramona Val di Mazia MS IT25-000-T Tappeiner, Ulrike

*MS = MacroSito; SR = Sito di Ricerca

Sito LTER Appennini: ecosistemi d’alta quota (Angela Stanisci, Università del Molise)

Il sito è costituito da ecosistemi terrestri di alta quota della catena montuosa degli Appennini e si presenta come un insieme di “isole” orografiche nel Mediterraneo centrale. In particolare comprende 150 “plots” distribuiti nei tre settori geografici dell’Appennino e include 4 siti di ricerca. Le tematiche di ricerca riguardano la diversità di specie di piante vascolari, i cambiamenti climatici, i cambiamenti di uso del suolo, la composizione chimica della neve, la durata della copertura nevosa, la caratterizzazione e classificazione pedologica dei suoli, gli scambi di CO2 tra suolo e atmosfera, la biologia di specie di piante vascolari a rischio di estinzione ed endemiche, l’accrescimento radiale e la variabilità interannuale dei cicli fenologici di specie legnose.

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Figura 3. Il sito LTER Appennini: ecosistemi d’alta quota.

Sito LTER Foreste delle Alpi (Claudia Cindolo, CFS-CONECOFOR).

Il sito Foreste delle Alpi comprende 5 siti di ricerca in foreste subalpine e montane dell’arco alpino caratterizzate da Peccete primarie e secondarie, tra 800 e 2000 m s.l.m., e da popolamenti misti a larice e cembro alle quote più elevate. Il sito include 4 aree permanenti nell’arco Alpino, dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia del Programma CONECOFOR (CONtrollo ECOsistemi FORestali), ramo nazionale delle Reti Internazionali ICP Forests e ICP IM, coordinato dal Corpo Forestale dello Stato (CFS). Nelle aree CONECOFOR da quasi venti anni si raccolgono dati secondo i protocolli internazionali ICP Forests e ICP IM (i programmi cooperativi internazionali per l’analisi e il montoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico su acque e foreste). Gli studi principali nel sito riguardano la vegetazione, le condizioni delle chiome, la chimica del suolo e delle foglie, gli accrescimenti arborei, le deposizioni atmosferiche, ozono, macro- e micro-clima, la fenologia e gli indicatori di biodiversità, quali licheni epifiti, invertebrati e necromassa, approfonditi grazie a progetti pilota (e.g.: Invertebrate Biodiv, forestBIOTA).

Figura 4. Il sito LTER Foreste delle Alpi.

Sito LTER Foreste Mediterranee (Cristiana Cocciufa, CFS-CONECOFOR)

Il sito si compone di 3 stazioni di ricerca: Colognole (Livorno), Monte Rufeno (Acquapendente, Viterbo), Ficuzza (Godrano, Palermo). In ciascun sito di ricerca è presente un’area di monitoraggio forestale intensivo del Programma CONECOFOR. Le principali ricerche riguardano lo studio di vegetazione, le condizioni delle chiome, la chimica del suolo e delle foglie, gli accrescimenti arborei, la fenologia, gli indicatori di biodiversità.

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Figura 5. Il sito LTER Foreste Mediterranee.

Sito LTER Delta del Po e Costa Romagnola (Mariangela Ravaioli, CNR-ISMAR).

Questo sito di ricerca appartiene al macrosito Alto Adriatico che si compone di 4 siti di ricerca. L’Adriatico settentrionale è l’area marina di piattaforma continentale più a nord del Mare Mediterraneo ed è una delle poche regioni di produzione permanentemente alta dell’intero bacino del Mediterraneo. E’ un’area poco profonda, dominata da una circolazione prevalentemente ciclonica. Le caratteristiche ecologiche sono condizionate dalla batimetria, dalla meteorologia, dall’idrodinamismo e da consistenti apporti fluviali, che rappresentano circa il 20% di quelli totali del Mediterraneo. Le principali tematiche di ricerca ecologica sono relative alla variabilità spaziale e temporale dei popolamenti planctonici, con particolare attenzione all’identificazione dei processi che ne regolano la fenologia, il ruolo nella rete trofica, nei cicli biogeochimici e nei processi climatici correlati. E’ attivo un modello EMMA- ROMS.

Nel macrosito, sono inoltre presenti sistemi osservativi strategici ad alta tecnologia che trasmettono in real time e near real time, connessi anche al progetto bandiera RITMARE: la meda Paloma e la Boa Mambo nel Golfo di Trieste, la Piattaforma Acqua-Alta nel Golfo di Venezia, le Boe Meteo Oceanografiche S1 ed E1 davanti al Delta del Po e al largo di Rimini e la Meda TeleSenigallia. Sono inoltre condotte crociere interannuali nell’area adriatica da Trieste fino a sud del Transetto Senigallia- Susak (anch’esso parte del macrosito Alto Adriatico).

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Figura 6. Il sito LTER Delta del Po e Costa Romagnola, all’interno del macrosito Alto Adriatico.

Sito LTER Golfo di Napoli (Adriana Zingone, Maria Cristina Buia, Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli).

Il Golfo di Napoli (Mar Tirreno Meridionale, Mar Mediterraneo) si sviluppa con un’estensione di 870 km2 e una profondità media di 170 m. Sull’area costiera insistono circa 4 milioni di abitanti. Nel Golfo coesistono zone altamente inquinate (foce Sarno, aree portuali) e zone ad alto grado di naturalità (Area Marina Protetta della Punta Campanella e Isola di Capri). Il macrosito comprende 2 siti per lo studio del plancton e del benthos. Il sito di campionamento del plancton è posto a circa 2 miglia al largo della città di Napoli, al confine fra le acque costiere eutrofizzate e le acque aperte oligotrofiche del Tirreno. Il sito bentonico è posto nelle acque di Lacco Ameno nell’Isola di Ischia ed è rappresentativo dei fondali delle isole flegree, caratterizzati dalla presenza di estese praterie a Posidonia oceanica, specie endemica del bacino Mediterraneo. Nei due siti viene effettuato lo studio delle caratteristiche ambientali fisiche e chimiche, della biomassa e della composizione specifica di plancton e benthos. Studi approfonditi riguardano la tassonomia delle componenti animali e vegetali, la biodiversità e l’organizzazione delle comunità, la diversità genetica, l’eco-fisiologia, la fenologia, la struttura delle reti trofiche ed i cambiamenti nel lungo termine.

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Sito LTER Ecosistemi marini della Sardegna (Antonella Lugliè, Università di Sassari).

Il sito comprende due differenti tipologie di ambiente della Sardegna: gli ambienti marini costieri (Golfo dell’Asinara e Golfo di Olbia) e gli ambienti lagunari (lagune di Cabras, Santa Giusta e S’Ena Arrubia, localizzate nel Golfo di Oristano). Le aree sono caratterizzate da diversi tipi e intensità d’impatto antropico che, conseguentemente, definiscono scenari differenti rispetto alla qualità ambientale. Le serie di dati riguardano i descrittori classici del compartimento pelagico, con particolare attenzione allo studio delle comunità fitoplanctoniche.

Figura 8. Il sito LTER Ecosistemi marini della Sardegna.

Sito LTER Dune sabbiose costiere dell’Italia Centrale (Alicia Acosta, Università ROMA 3).

Il sito comprende ecosistemi sabbiosi costieri dell’Italia centrale. Si tratta di ambienti caratterizzati da una flora e una fauna altamente specializzata, da un elevato valore ecologico e paesaggistico e dalla fornitura di numerosi servizi ecosistemici. Questi ambienti risultano essere tra i più vulnerabili e più seriamente minacciati a scala nazionale ed europea. Il macrosito include 3 siti di ricerca localizzati in sistemi sabbiosi sia adriatici sia tirrenici, fortemente minacciati da pressioni antropiche dirette e indirette. Le aree sono state inserite nella rete Natura 2000 e comprendono habitat e specie di interesse comunitario. Le principali tematiche di ricerca sono relative a studi ecologici approfonditi sulla biodiversità vegetale e animale e sull’analisi del paesaggio e dei suoi cambiamenti a diverse scale temporali.

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