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Limiti delle analisi di bilancio

Il bilancio di esercizio rappresenta il principale strumento di informazione esterna dell’impresa, in quanto influenza i giudizi degli operatori economici sulle

performance delle imprese e sulla loro solvibilità. La domanda che ci si pone è se questo strumento, che esiste ormai da secoli, sia ancora adatto a soddisfare le

esigenze informative di un’economia così complessa come quella attuale. Da un lato, il bilancio di esercizio resta ancora un indispensabile strumento di informazione esterna per le imprese, dall’altro si ritiene che debba essere comunque affiancato da altre informazioni utili per gli stakeholders, come informazioni che integrino la rappresentazione delle situazioni patrimoniale, finanziaria, economica, sociale, ambientale e umana delle imprese.

La finalità delle imprese aventi scopo di lucro è la creazione di nuovo valore economico. Un’impresa crea valore nel momento in cui il rendimento effettivo del capitale investito dell’attività risulta superiore al costo medio ponderato del capitale acquisito per il finanziamento della stessa attività. Quindi la creazione di valore dipende dalla redditività del capitale investito, il costo del capitale di credito, il rischio di impresa e il rapporto tra capitale di credito e di rischio. Dal bilancio di

esercizio sono desumibili il costo del capitale di credito e il rapporto tra capitale di credito e di rischio, ma non il rischio di impresa (che dipende da molteplici fattori).

Per quanto riguarda invece la redditività del capitale investito, il ROI ha sempre rappresentato la tradizionale modalità di misura del rendimento del capitale investito negli investimenti operativi aziendali, ma secondo alcuni sarebbe troppo condizionato dalle convenzioni contabili e quindi da valutazioni troppo soggettive, per cui sono state proposte delle alternative che però riscontano gli stessi problemi. Ne deriva che il problema non è tanto quello di considerare superato lo strumento del bilancio di esercizio, ma di renderlo più adeguato alla soddisfazione delle esigenze degli stakeholders.

2. 1. Il problema dell’affidabilità e dell’attendibilità dei bilanci: (esempio) il caso Enron*

Il problema dell’affidabilità e dell’attendibilità delle informazioni fornite dal bilancio di esercizio si è accentuato in seguito agli scandali che hanno coinvolto imprese come la Enron e la WordCom (operanti nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni), accusate di aver “truccato” i loro bilanci. Negli Stati Uniti, i bilanci delle aziende quotate in borsa devono essere certificati secondo regole decise dalla SEC (equivalente della CONSOB italiana) per garantire gli investitori che le informazioni fornite sul mercato siano veritiere. Perciò, i mercati assumono

generalmente che le informazioni finanziarie passate al setaccio dai regolamenti SEC siano accurate. Queste informazioni divengono poi la base per l'evoluzione spontanea dei prezzi di un qualsiasi titolo finanziario, non solo nelle borse americane, ma in quelle di tutto il mondo. .

Enron, usando una miriade di partner e sussidiarie, ha per anni presentato bilanci che:

- non includevano propriamente "debito" di cui era responsabile;

- includevano impropriamente "fatturato" che non aveva incassato;

con il risultato di proporre al pubblico degli investitori indici di performance che non rispecchiavano la realtà. I “colpevoli” di tale atto sono stati identificati nei manager di Enron e nei partner di Arthur Andersen, che fino a ieri era considerata il leader mondiale per certificazione e consulenza contabile.

Le ragioni sono due e riguardano il tipo di informazioni contabili richieste dalla SEC e l'etica con cui questa esegue la sua missione.

Partendo dal mercato delle informazioni finanziarie, l compito più importante di Arthur Andersen era di certificare il bilancio di Enron secondo i regolamenti federali americani. Questi requisiti contabili si basano sulla presunzione di riportare sempre le informazioni ricercate dall'investitore. Ma ognuno di questi richiede informazioni

* tratto dall’articolo “L'ombra del Capitalismo Politico Enron e Worldcom: perché é successo” di Massimiliano Neri (giugno 2002)

diverse, perciò alcuni considerano molto importanti i dati certificati dal mandato federale, mentre altri no.

Alterando l'incentivo alle aziende a pubblicare (e agli investitori a ricercare)

informazioni caso per caso, questi regolamenti hanno creato una situazione di rischio non compreso. Il pubblico degli investitori accetta le direttive SEC in virtù della sua credibilità istituzionale e reputa credibile un bilancio firmato da Arthur Andersen secondo le indicazioni SEC. Gli investitori, pertanto, si basano su indicatori decisi dallo Stato, uguali per tutti, senza considerare che restano possibili meccanismi di frode finanziaria non previsti dal framework della SEC.

Una tale situazione di rischio non sarebbe stata tollerata se il rilascio di queste informazioni fosse stato delegato maggiormente al mercato.Quando si parla di delegare maggiormente al mercato la raccolta e l'interpretazione delle informazioni finanziarie che contano, s'intende proprio andare al di là dei regolamenti contabili imposti da un'istituzione pubblica per raccogliere quella conoscenza disseminata nella miriade di operatori che appunto agiscono nel mercato e che sono portatori di

informazioni uniche e fondamentali.

Le istituzioni private che incarnano la mecca delle informazioni finanziarie sono le Agenzie di Credit Rating (nel sistema italiano, causa la sua arretratezza, non esiste questo concetto). Esse raccolgono informazioni sul mercato e le analizzano per dare un voto a tutti i protagonisti dei mercati, dalle società quotate in borsa agli stati sovrani che emettono obbligazioni. Sono in sostanza degli intermediari di

informazioni. Nel loro lavoro di analisi, non si limitano a reinterpretare i bilanci passati al vaglio dei regolamenti SEC, ma considerano "tutte" le informazioni, anche non contabili, che possono essere utili per esprimere un giudizio su un particolare titolo finanziario.

La loro importanza sta proprio nella capacita' di offrire al pubblico degli investitori giudizi che vanno oltre il framework contabile previsto dalla SEC e possono quindi innescare meccanismi di allarme qualora una società abbia bilanci legalmente in regola ma adotti un comportamento che può lasciare perplesso il mercato.

La necessita' di delegare maggiormente al mercato il rilascio e la ricerca delle informazioni finanziarie si concretizza nel bisogno di allargare il mercato delle agenzie di credit rating, per sfruttare sia la qualità delle informazioni finanziarie che esso produce, sia il meccanismo di controllo che si genera dalla concorrenza fra le diverse agenzie.

Da questo punto di vista la vicenda contabile Enron assume tutto un altro aspetto:

quando gli investitori sono assuefatti da regole statali predeterminate e si disabituano alla buona pratica del ricercare le informazioni che caso per caso andrebbero

analizzate, accade che i mercati diventano meno efficienti nell'individuare il rischio in società che operano come Enron.

Ma occorre porsi anche un altro dilemma, oltre a quello riguardante l’ “inefficienza”

dei mercati finanziari, e questo concerne il controllo del regolatore. Vi è infatti una lista di provvedimenti presi da agenzie pubbliche che lasciano sbalorditi per il conflitto di interessi che hanno generato, il tutto alla luce del sole della legalità, ad esempio, nel marzo 1997 Enron assunse un ex direttore SEC, strategia che consentì di

ottenere più tardi una speciale esenzione da alcune pratiche contabili, che gli permettevano di depennare dai bilanci ufficiali operazioni come partecipazioni all'estero. Questa misura permise alla società di Huston di scaricare debito sulle conglomerate estere e, in ultima analisi, di far quadrare i bilanci offrendo agli investitori indici di performance fasulli.

In definitiva, per ottenere dei bilanci affidabili gli addetti ai lavori dovrebbero perseguire alcuni obiettivi, come la rapida emanazione di principi contabili internazionali universalmente accettati, una profonda riforma del sistema della revisione e certificazione dei bilanci e una forte riduzione dei rischi di conflitti di interesse (problematiche piuttosto complesse). L’analisi per indici può risultare un utile strumento per individuare eventuali anomalie e scorrettezze dei bilanci.

E’ indubbio che laddove opera la “certificazione dei bilanci” le indagini esterne trovano in essa un supporto di attendibilità, in quanto un bilancio certificato è un bilancio che è già stato sottoposto ad un esame critico. In ogni caso, una buona analisi di bilancio presuppone un controllo tendente ad accertare l’esistenza di una

“quadratura logica” dei dati contabili.