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I BISOGNI DEGLI UTENT

3.3.3 luCE E comfort VISIVO

Whyte [1988] individua nello spazio pubblico quattro tipi di luce naturale: • luce diretta del sole;

• luce irradiata dalla volta celeste;

• luce riflessa: è quella che influenza maggiormente la vita negli spazi pubblici, ma non è mai stata oggetto di uno studio ed elaborazione teorica;

• luce intercettata; principale strumento di cattura sono gli alberi. La luce diffusa e cangiante che filtra attraverso le foglie può essere piacevole e appagante. «Per catturare tali opportunità è importante pianificare grandi alberi, alberi davvero grandi, otto pollici minimo di diametro di tronco [20 cm circa] e questo significa essere sicuri che il letto di posa sia largo e profondo» [Whyte, 1988, p. 274]. Luce naturale e comfort visivo

Nell’ambito del progetto RUROS, per assicurare “comfort visivo” è necessario garan- tire livelli di illuminazione adeguati in tutto lo spazio e, allo stesso tempo, prevenire la sensazione di abbagliamento. Le ricerche hanno dimostrato che, tranne che in canyon urbani o sotto le arcate, l’illuminamento diurno dovrebbe essere sempre sufficiente35. C’è invece maggior rischio di abbagliamento, che si verifica quando il

campo visivo è caratterizzato da valori di illuminazione troppo elevati o da contra- 35 Dati confermati da interviste e osservazione di persone impegnate in attività di scrittura o lettura (le attività che richiedono il maggior quantitativo di luce): in questo caso non appare alcuna preferenza marcata. Ancora una volta, ciò illustra il forte effetto dell’adattamento visivo che consente alla gente di leggere o scrivere in qualsiasi tipo di ambiente luminoso esterno.

Figura 64. 11-M Memoriale per le vittime delle bombe dell’11 marzo 2004, Madrid, stazione di Atocha @DC. Figura 65. La luce è l’elemen- to protagonista dello spazio, e la forte contrapposizione tra ombra e luce drammatizza il monumento @DC.

Figura 66. Una volta che si è sotto al cono di luce, la per- cezione è completamente differente e illumina frasi di solidarietà, di pace e di spe- ranza @DC.

Figura 67. Stazione di Misano Adriatico: le luci e i vetri colo- rati mirano a dare un’immagi- ne “inoffensiva” alla stazione, luogo spesso connesso a fe- nomeni di devianza sociale @ ItaloRota.

Figura 68. Sottopassaggio della stazione, Misano Adria- tico @ItaloRota.

Figura 69. Bilbao, Guggen- heim: la scultura del ragno Maman, l’acqua e l’illumina- zione di notte rendono que- sto spazio veramente speciale @DC.

Figura 70. Reggio Emilia, illu- minazione artistica della fon- tana di Piazza Martiri @DC. Figura 71. Torino, Tappeto

volante, 2001, D. Buren: in-

stallazione temporanea in oc- casione della manifestazione

Luci d’Artista @DC.

Figura 72. Arno, Firenze, 1996, Jenny Holzer. “La pro- iezione di un messaggio in- terrompe le convenzioni dello spazio pubblico”. Fotografia: @Attilio Maranzano, 1996.

sti luminosi troppo marcati (ad esempio facciate particolarmente chiare o particolar- mente scure, arredo urbano chiaro e coperture traslucide, vedi figure 73-76) [RUROS, 2004, pp. 30-31]. Anche il suolo o la pavimentazione stradale possono causare abba- gliamento, ma ciò avviene solo in presenza di livelli di illuminazione alti, i quali difficil- mente possono essere raggiunti all’ombra.

«Le relazioni empiriche tra i parametri misurabili e le reazioni o sensazioni degli utenti sono state dedotte da indagini sul campo condotte su una dozzina di spazi aperti in tutta l’Europa» [RUROS, 2004, p. 32]. Ad esempio per quanto riguarda il fenomeno dell’abbagliamento sono state osservate le reazioni negli utenti: portare occhiali da sole36 e i movimenti per proteggere gli occhi dalla luce eccessiva (es. portare la mano

sugli occhi). Questi comportamenti possono essere considerati come strumenti di adattamento adoperati dalle persone in modo più o meno conscio allo scopo di far fronte al disagio creato dal campo luminoso.

Penetrazione della luce naturale e comfort visivo

La penetrazione della luce diurna all’interno della struttura urbana è stata ricono- sciuta come un importante fattore di qualità e richiede strumenti che la preservino soprattutto in città densamente urbanizzate.

Come aiuto in fase di progettazione, è auspicabile utilizzare un metodo basato sulla proiezione stereografica che mette insieme le proiezioni calcolate per punti campio- ne, disposti su una griglia regolare che copre l’intera area interessata (metodo “multi- stereografico”). La proiezione multi-stereografica appare come una vista sfuocata del cielo e degli ostacoli circostanti. L’area illuminata dal sole dovrebbe sempre coprire tra il 20% e l’80% dell’area del sito. Per soddisfare il requisito di almeno il 20% di area ombreggiata dovrebbero essere piantati degli alberi [RUROS, 2004, pp. 31-34]. Un altro fattore importante è lo Sky View Factor (SVF), che visivamente si traduce nel- la sensazione di “apertura” dello spazio esterno (vedi paragrafo 3.3.7).

Illuminazione notturna

«I paesaggi notturni sono sempre più eloquenti. Si affermano come temi in sé, man mano che si estende l’uso dello spazio pubblico per attività culturali e del tempo libe- ro. Si delinea una nuova visione e percezione dello spazio, diversa e non coincidente

36 «A livello europeo, la frazione di persone che portano gi occhiali da sole è il parametro soggetto a maggiori variazioni. Nelle località meridionali, almeno il 20% delle persone portano occhiali da sole, persino in coincidenza di livelli di luminosità molto bassi. Con livelli di luminosità alti questa frazione cresce fino al 60%. Al contrario, nelle loca- lità settentrionali, questa frazione è compresa tra il 15% e il 30% massimo» [RUROS, 2004, p. 32].

Possibili cause di abbagliamento in spazi aperti urbani [RUROS p. 31]:

Figura 73. Facciate particolarmente chiare @RUROS Figura 74. Facciate particolarmente scure @RUROS Figura 75. Arredo urbano chiaro @RUROS Figura 76. Copertura traslucida @RUROS

con quella diurna. Le immagini della città di notte hanno origine nell’Ottocento - la ville lumière -, poi seguono altre visioni aperte a un pubblico sempre più vasto, quel- ledei paesaggi di notte dall’aereo, dove i sistemi di illuminazione disegnano mappe di nodi e flussi di energia. Sono diagrammi di vitalità a volte molto affascinanti» [Za- gari, 2006, p. 82].

Cullen in Townscape riporta alcune considerazioni sull’illuminazione pubblica, che deve garantire l’unità di scala con la strada o con l’ambiente, l’unità cinetica (ossia la congruenza con le modalità di movimento attraverso gli spazi) e l’appropriatezza. Il progetto dell’illuminazione è centrale nel tema della sicurezza urbana (vedi para- grafo 3.3.5): una adeguata illuminazione deve permettere di riconoscere facilmente un volto ad una distanza di quindici metri. Un alto livello di illuminazione non è suffi- ciente per ottenere una buona visibilità: sono altrettanto importanti la dislocazione, la distribuzione e la forma dei corpi illuminanti. I marciapiedi devono essere illumi- nati in modo regolare e più delle carreggiate, evitando di utilizzare poche lampade ad alta intensità che possono creare effetti abbaglianti e zone d’ombra. La luce dalle vetrine dei negozi, dalle insegne o dalle abitazioni private può contribuire ad aumen- tare l’illuminazione dello spazio pubblico [European Commission, 2008].

Le Public Space Design Guide del London Borough of Richmond Upon Thames [2006] dedicano un capitolo al Lightscape, in cui sottolineano come l’illuminazione sia im- portante per la sicurezza e sia un’opportunità per migliorare il paesaggio urbano. Gli elementi per l’illuminazione devono essere funzionalmente adeguati e relazio- nati all’ambiente in cui sono collocati [London Borough of Richmond Upon Thames, 2006, p. 77]. «A white light source is preferred for main conservation area locations and the riverside, although high pressure sodium may provide a softer appearance in residential streets. Modern softer white lighting may address this issue. Other lighting should either be white light or high pressure sodium. Very cold white lighting should be avoided» [London Design Guide p. 78].

Un caso interessante è quello di Lione, Francia: è stato redatto un Piano di Illuminazione (Plan Lumière) che ha dettato le linee guida per l’illuminazione artistica e funzionale di strade, piazze, edifici e elementi urbani speciali come ponti, rive dei fiumi e monumenti storici. In una delle vie principali della città, Rue de la Republique, si è voluta enfatizzare con la luce l’importanza degli spazi pubblici dando ai pedoni una luce soft, riflessa attraverso le facciate degli edifici. L’illuminazione è stata pagata dai proprietari degli immobili, mentre il comune si è assunto l’onere della manutenzione.