Specialmente nella copiosità delle voci di argomento medico Goetz pensa di poter riconoscere l’influsso dell’ambiente (monastico) in cui, a suo avviso (cfr. infra, par. 19), il LG sarebbe nato: nei monasteri medievali la medicina, per quanto disciplina pratica, era ben presente, nella convinzione che, per quanto bastasse l’aiuto di Dio, fosse comunque utile esaminare nel dettaglio la natura delle piante e studiare a fondo le opere mediche317. Dal secondo paragrafo del capitolo 31 delle divinae institutiones di Cassiodoro si vede chiaramente come la medicina rientrasse nel programma dell’erudizione monastica e i testi di tale disciplina fossero quindi requisiti
Parallelamente, Goetz segnala l’osservazione sed hoc poetae fingunt o sed hoc pagani fingunt, tuttavia estranea alle voci provenienti dal Physiologus.
312 Henkel 1976, pp. 143-146.
313 Barbero 1986/1987, pp. 158-159.
314 Lauchert 1889, pp. 45 e 91; McCulloch 1960, p. 24; Henkel 1976, p. 144; Barbero 1990, p. 156.
315 Carmody 1939, p. 49.
316
Per un’analisi più approfondita degli estratti del Physiologus contenuti nel LG, cfr. Gorla 2016b.
indispensabili per una biblioteca: Quod si vobis non fuerit Graecarum litterarum nota facundia, in primis habetis Herbarium Dioscoridis, qui herbas agrorum mirabili proprietate disseruit atque depinxit. Post haec legite Hippocratem atque Galienum Latina lingua conversos, id est Tharapeutica Galieni ad philosophum Glauconem destinata, et anonymum quendam, qui ex diversis auctoribus probatur esse collectus. Deinde Caeli Aureli de Medicina et Hippocratis de Herbis et Curis diversos que alios medendi arte compositos, quos vobis in bibliothecae nostrae sinibus reconditos Deo
auxiliante dereliqui318.
Secondo Goetz319, sono sei i tags sotto cui nel LG si trovano glosse di argomento medico, le quali sono essenzialmente definizioni di termini tecnici greci320. Integrando i dati raccolti dal filologo con le informazioni fornite dalla bibliografia più recente, in particolare gli studi di Arsenio Ferraces Rodríguez, il Liber indica:
1) Isidori, in relazione a estratti dal quarto libro delle Etymologiae – libro che attinge alla produzione del medico romano Celio Aureliano (sec. V), esattamente alle
Diaeticae passiones321, al Liber Aurelii322 e al Liber Esculapii323 (in verità, questi ultimi
due testi non sono direttamente di Celio Aureliano, ma sembrano comunque dipendere dalle sue opere maggiori, rispettivamente dal De morbis acutis324 e dal De morbis
chronicis)325. La presenza del Liber Aurelii nel LG, tuttavia, non è solo indiretta, poiché
per almeno quattro glosse del LG – quelle che definiscono la febbre continua (AN 133 Anfemerinus (Amphe-)), giornaliera (SI 460 Sinoc<h>us (Syn-)), terzana (TR 393 Tritaeus) e quartana (tetrataeus; entro TR 393) – la coincidenza con tale trattato è strettamente letterale; sempre per i passi in questione è inoltre possibile scorgere una
318 Mynors 19612, p. 78, r. 25-p. 79, r. 8.
319 Goetz 1891, pp. 54-55 [= 264-265].
320 Niedermann 1943, pp. 265-296 è uno studio dettagliato sulla fonetica nei prestiti dal greco al latino che occorrono in queste glosse.
321 BTML 80-81. Per quest’opera l’edizione di riferimento è quella di Rose 1864-1870, vol. II, pp.
206-240.
322
BTML 60. Per quest’opera dobbiamo purtroppo far ancora riferimento alla trascrizione di un
solo testimone compiuta da Daremberg 1847; sull’urgenza di un’edizione, cfr. Ferraces Rodríguez 2005, p. 22; 2007, p. 138.
323 BTML 261-264. Per quest’opera l’edizione di riferimento è quella di Manzanero Cano 1996.
324 BTML 61-75 + BTML Suppl. A.14-A.18. Per quest’opera e la successiva l’edizione di
riferimento è quella di Bendz 20022.
325 Ferraces Rodríguez 2005a, pp. 16-28; 2007, pp. 138, 146-147; Fischer 2005, pp. 131-166; Vázquez Buján 2005, pp. 252-262.
fonte sicura del liber aureliano nella traduzione latina del De natura hominis326 ippocratico327;
2) Galeni328;
3) Hippocratis329. Queste ultime due etichette si trovano spesso associate a passi provenienti piuttosto dall’operetta Dynamidia Hippocratis330, una compilazione anonima in cinque libri del sec. VI che consiste in un rimaneggiamento del secondo libro del De victus ratione331 pseudoippocratico (tradotto in latino), con aggiunte dal trattato fitoterapeutico Medicinae ex oleribus et pomis332 di Quinto Gargilio Marziale nonché dalla traduzione latina del De materia medica333 di Dioscoride334 – una versione latina del De materia medica di Dioscoride doveva comunque essere una fonte diretta per i compilatori del Liber (oltre che per Isidoro), come ha dimostrato Ferraces Rodríguez relativamente alla voce MA 624 Malabat<h>ron (-lob-)335;
4) Pandecti medici336;
5) Libri medicinales337. Queste ultime due etichette dal carattere generico valgono per fonti mediche che restano da indagare. Può talora trovarsi la semplice sigla M a rendere immediatemente evidenti i loci riguardanti la medicina, ad avviso di Goetz quale alternativa all’indicazione Libri medicinales;
6) Oxea Patici, etichetta per la sola voce YD 27 <H>ydrofobicon (-opho-), che secondo Goetz potrebbe essere una traslitterazione latina di ojxeva pavqh, il titolo greco
326
BTML 351-352. Per quest’opera disponiamo di due edizioni, uscite contemporaneamente e fra
loro divergenti: Mazzini 1982/1983 e Vázquez Buján 1982/1983.
327
Ferraces Rodríguez 2007, pp. 140-141 e 145-146.
328
Mai 1834, pp. 591-594.
329 Mai 1834, pp. 595-597.
330 BTML 224-229 + BTML Suppl. A.54. L’editio princeps dei primi due libri dei Dynamidia si
trova in Class. auct., vol. VII, pp. X, 397-458, basata su due codici vaticani; i libri I e IV sono stati pubblicati da Rose 1864-1870, vol. II, pp. 131-156. A quanto mi risulta, manca ancora un’edizione dell’opera completa.
331 BTML 367-369. Per questo secondo libro l’edizione di riferimento è quella di Mazzini 1984.
332 BTML 297-300 + BTML Suppl. A.69. Per quest’opera l’edizione di riferimento è quella di Rose
1875, pp. 129-222; tre estratti già in Rose 1864-1870, vol. II, pp. 128-130.
333
BTML 216-222. Per quest’opera l’edizione di riferimento è suddivisa in più pubblicazioni:
Hofmann-Auracher 1883 (libro I), Auracher-Stadler 1899-1901 (libri II-IV), Stadler 1902 (libro V).
334 Rose 1864-1870, vol. II, p. 110; Haeser 1875, p. 622; Ferraces Rodríguez 2005b, p. 153.
335
Ferraces Rodríguez 2009. Più in generale, Ferraces Rodríguez 1999, pp. 271-326 offre una identificazione e classificazione di tutti i frammenti dei Dynamidia, delle Etymologiae e del LG contenenti materiale del De materia medica di Dioscoride, che ha portato lo studioso a concludere appunto che «un elevado número de lemas del libro XVII de las Etimologías, así como un pequeño grupo de glosas médicas del Liber Glossarum, tenían su origen último en alguna de las traducciones latinas del
De materia medica efectuadas en la Antigüedad Tardía» (Ferraces Rodríguez 2009, pp. 153-154).
336 Mai 1834, p. 589.
con cui è probabile fosse anche noto il già menzionato De morbis acutis di Celio Aureliano – la stessa dicitura si trova pure nel catalogo di S. Amand del sec. XII (Paris, Bibl. Nat., lat. 1850, ff. 199v-202v)338: liber oxipate id est intelligentia ex qua omnes
egritudines generantur; liber vetustisimus (f. 202va)339; e Grondeux segnala la dicitura
analoga (Eupate dogmatici) nel catalogo di Reichenau dell’821-822340.
Johan Ludvig Heiberg ha pubblicato nel 1924 tali voci mediche, sulla base di L e
P341. Di questa edizione hanno compiuto una serrata critica P. Jourdan nel 1927 e Max Niedermann nel 1943: il primo vi ha osservato la mancata individuazione e segnalazione, nell’apparato delle fonti, di una serie di parallelismi tra il LG e il Liber
Aurelii342; il secondo ha obiettato in particolare che non vi fosse conservato un certo
numero di volgarismi, superficialmente ritenuti errori di distrazione del copista343. In ogni caso, proprio guardando all’edizione di Heiberg, Niedermann si è accorto, per primo, «de l’intérêt capital» che il LG «offre pour la connaissance du latin du haut moyen âge»344; in un saggio del 1944 egli mostra i principali fenomeni fonetici, morfologici e sintattici tipici del latino volgare riconoscibili nelle glosse mediche, fornendone dovizia di esempi: «L’intérêt des éléments latins des gloses médicales réside surtout dans les a{pax eijrhmevna et dans certaines nuances sémantiques nouvelles, avec lesquelles y apparaissent des mots connus. Au point de vue phonétique, morphologique et syntaxique, ils confirment et complètent utilement les données qui permettent de dégager les tendances essentielles du développement du latin vulgaire postérieur»345.
338 BnF Archives et manuscrits, Latin 1850,
http://archivesetmanuscrits.bnf.fr/ead.html?id=FRBNFEAD000059802. Una digitalizzazione è disponibile in BnF Gallica, http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b85301860.
339
Così la mia trascrizione; altrimenti, cfr. Becker 1885, pp. 232-233, nr. 85.
340 Grondeux 2015c, p. 81.
341 Heiberg 1924, p. 3. A p. 4, tra le fonti, viene segnalata anche un’edizione cinquecentesca dei
De simplicibus libri quinque, un testo pseudo-oribasiano principalmente basato sui Dynamidia Hippocratis (cfr. Ferraces Rodríguez 2002), con sigla Orib.; parrebbe dipendere semplicemente da un uso
sbrigativo e poco informato di tale dato la menzione di Oribasio stesso – senza fondamento – tra le fonti mediche del LG da parte di Ganz 1993, pp. 127 e 132.
342 Jourdan 1927, p. 121. Per il Liber Aurelii, cfr. supra nel presente paragrafo.
343
Niedermann 1943, pp. 257-264, soprattutto pp. 259-262.
344 Niedermann 1943, p. 257.