2.2 At Swim-Two-Birds
2.2.3 Metafiction
Con alcune delle precedenti citazioni dal testo è emersa chiaramente l’importanza della riflessione sulle strategie narrative e sugli espedienti formali usati dall’autore. Questo ha portato la quasi unanimità dei critici a vedere la prima opera di O’Brien come un esempio efficace di metafiction sofisticata e giocosa. Tale tecnica favorisce, con ancor maggiore decisione, l’interpretazione di At Swim-Two-Birds in chiave postmoderna. La metafiction diviene un aspetto ricorrente nella narrativa del secondo Novecento, descritta come “fiction which self-consciously reflects upon its own nature, its modes of production and its intended effect upon the reader”.17 Aumenta così la possibilità che si inneschino giochi tra autore, lettore e personaggi, per cui il lettore non può più essere osservatore passivo, ma viene chiamato direttamente in causa dal narratore, che fornisce suggerimenti sui percorsi di lettura.
O’Brien sembra aver seguito proprio questa strategia, lasciando allo studente- narratore la possibilità di fornire tutta una serie di riflessioni sulle tecniche narrative utilizzate nel suo romanzo o di generalizzazioni estetiche sulla sua scrittura. L’autoreferenzialità del testo permette di focalizzare l’attenzione sulle strutture formali e di sferrare un attacco deciso all’idea che l’arte possa imitare la realtà. Le ultime parole di Trellis nell’opera sono “Ars est celare artem” (AS, p. 237), ma esse vengono puntualmente smentite dall’operato del narratore, che invece non pretende mai di dissimulare il carattere artificiale e fittizio del suo racconto. Se Trellis rappresenta la tradizione dell’illusione realista, lo studente pone invece l’accento sulla
fictionality che governa l’opera. Esemplificativo a questo proposito è il pensiero
16 Il Red Swan Hotel rappresenta uno dei setting principali dell’intera vicenda. È qui che il processo
di metalessi si mostra efficacemente, in quanto al suo interno convivono sia Trellis che i personaggi del suo romanzo, con un totale sovvertimento delle leggi ontologiche. Anche l’uso di un setting non facilmente identificabile risulta essere un espediente molto in voga nei testi postmoderni.
17 BERNARD ENGLER, Metafiction, The Literary Enciclopedia, 2004,
http://www.litencyc.com/php/stopics.php?rec=true&UID=715 (ultimo accesso: 17/11/2014).
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espresso nelle pagine del romanzo, secondo cui: “a satisfactory novel should be a self- evident sham to which the reader could regulate at will the degree of his credulity” (AS, p. 19).
Essendo nient’altro che un artefatto, il testo fa continuo riferimento ai suoi stessi espedienti narrativi, ponendo in primo piano l’obiettivo dell’autore di attirare l’attenzione sugli aspetti prettamente tecnici della pratica scrittoria. Talvolta lo studente fa delle considerazioni sulla propria opera, evidenziandone magari le mancanze:
With regard to my present work, however, the forty pages which follow the lost portion were so vital to the operation of the ingenious plot which I had devised that I deemed it advisable to spend an April forenoon […] glancing through them in a critical if precipitate manner. This was fortunate for I found two things which caused me considerable consternation. The first thing: An explicable chasm in the pagination, four pages of unascertained content being wabting. The second thing: An unaccountable omission of one of the four improper assaults required by the ramification of the plot or argument, together with an absence of structural cohesion and a general feebleness of literary style (AS, p. 159, corsivo nel testo).
Altre volte, invece, quando si rende conto di essersi preso troppa libertà nella manipolazione del materiale narrativo, proponendo un testo eccessivamente caotico, cerca di ripercorrere a ritroso la narrazione, focalizzandone i punti principali con dei riassunti: “Synopsis, being a summary of what has gone before” (ivi, corsivo nel testo). Spesso addirittura sottolinea le figure retoriche, che stanno alla base di alcune sue affermazioni: “Name of figure of speech: Synecdoche (or Autonomasia)” (AS, p. 43, corsivo nel testo).
Un’ulteriore modalità, efficace per fare emergere la fictionality del testo, è costituita dall’evidenziazione del gap ontologico che separa il libro in senso materiale, ovvero il testo nella sua fisicità (insieme di pagine, copertina ecc.) e il libro quale storia narrata. Per fare ciò, lo scrittore postmoderno usa tecniche grafiche particolari, che esplicitino al lettore l’artificio sotteso alla narrazione e ne impediscano l’identificazione con ciò che viene raccontato. O’Brien, in un certo senso, anticipa questo espediente, quando deve presentare l’episodio in cui Furriskey insegna agli altri suoi compagni d’avventura come leggere il contatore del gas. In questa occasione, il narratore non si limita a descrivere a parole il procedimento, ma ripropone sulla pagina il disegno dei quadranti, presentati nel racconto:
With the end of his costly malacca cane, he cleared away the dead leaves at his feet and drew the outline of three dials or clock-faces on the fertile soil in this fashion:
How to read the gas-meter, he announced. Similar dials to these somewhat crudely depicted at my feet may be observed on any gas-meter. To ascertain the consumption of gas, one should procure pencil and paper and write down the figures nearest to the indicator on each dial – thus in the present hypothetical case 963 (AS, p. 209).
La rappresentazione visiva concentra il lettore sull’artificialità del prodotto narrativo e sul fatto che esiste un divario fra l’opera e la vita.
La dimensione autoreferenziale del testo viene enfatizzata anche attraverso l’apparato paratestuale. La prima occorrenza è sicuramente data dalla dichiarazione di non responsabilità, presente nelle prime pagine del libro, ancora prima dell’inizio vero e proprio: “All characters represented in this book, including the first person singular, are entirely fictitious and bear no relation to any person living or dead”. Sebbene questa possa apparire come una formalità legale presente spesso prima dei titoli di coda di un film, risulta essere invece piuttosto rara nelle pagine iniziali di un libro. Da una parte, la si potrebbe leggere come una formalità usata con scopo ironico per conferire un tono giocoso al testo. Dall’altra, la dichiarazione mette in guardia il lettore sulla mancanza di qualsiasi tipo di rapporto con la realtà all’interno del romanzo. Si intende, quindi, distruggere ogni illusione di mimesi nella narrazione, e per farlo, l’autore deve calcare la mano sui processi che stanno alla base del racconto.
Si è già evidenziato come, in un’ulteriore dichiarazione di poetica, lo studente ponga la necessità di impostare il romanzo come a “work of reference” ed infatti non mancano i riferimenti e le citazioni tratte da altre opere. In particolare, quando cita dei brani tratti dall’enciclopedia intitolata A Conspectus of the Natural Arts and Sciences, diversamente da come era consuetudine, il narratore fornisce sempre la fonte, facendo precedere la citazione dall’intestazione “Extract from ‘A Conspectus of the Natural
Arts and Sciences’ being a description of Trellis’ person”. L’ intertestualità prevede,
inoltre, l’ibridazione di brani tratti da romanzi diversi, le citazioni di passi enciclopedici, così come frammenti estrapolati dai quotidiani e frequenti inserzioni di
poesia celtica. Tutto ciò contribuisce alla realizzazione di un pastiche che permette di annoverare quest’opera con ancora maggior convinzione nel catalogo della letteratura postmoderna. Il Postmodernismo utilizza, infatti, strumenti come la parodia, il
pastiche, la satira per distruggere le rigide strutture dell’Establishment, celebrando
l’autonomia di scrittura.