• Non ci sono risultati.

Le modalità procedurali per l’approvazione del Waterfront previste dal Comitato Portuale

PARTE TERZA: CONSIDERAZIONI E CONCLUSION

CAPITOLO 1 – LO STALLO DEL PROGETTO

2. Le modalità procedurali per l’approvazione del Waterfront previste dal Comitato Portuale

Prima di analizzare le prescrizioni esistenti sul progetto, è necessario soffermarsi sulla disciplina di dettaglio, approvata dal Comitato Portuale nel 2011, per l’approvazione del progetto Waterfront la quale risulta in netta contraddizione con diverse normative come precedentemente anticipato in materia di legislazione ambientale.

Secondo quanto stabilito dal Comitato Portuale il progetto

Waterfront dovrebbe essere valutato e considerato come una serie di

111 Della Maggesa R., “Lavori ultimati in 4 anni e mezzo. Con il Piano AP ne servono

86

singoli progetti da sommare tra loro prevedendo per ognuno un procedimento separato. Ciò risulta essere in contrasto con quanto previsto dal PRP stesso il quale prevede che “per ogni ambito di

intervento dovrà essere elaborato uno Schema di assetto urbanistico”.

Quindi da ciò si ricava che il progetto waterfront non è un semplice progetto ma un vero e proprio strumento di pianificazione visto che indica per ogni area interessata la destinazione funzionale. Quanto appena detto trova conferma anche nel “Protocollo tecnico Operativo”, del Tavolo di concertazione sull’attuazione del PRP approvato dalla Commissione Tecnica nel 2009, il quale conferma che “per ognuno dei

dieci ambiti ci deve essere l’elaborazione di uno Schema di assetto urbanistico”112 secondo quanto stabilito dalla Regione Liguria con la

delibera del Consiglio n.45 del 2006.

La procedura prevista dal Comitato Portuale, quindi, comporta degli effetti negativi quali:

a) la frammentazione del progetto in tanti piccoli interventi facendo venire meno così l’impatto complessivo dello stesso sotto il profilo ambientale, urbanistico e sociale;

b) la mancata applicazione della valutazione ambientale strategica (VAS);

c) Impedimento di una partecipazione attiva della comunità spezzina visto che tale procedura non fa alcun riferimento al coinvolgimento del pubblico alla procedura stessa.

Quindi il progetto in realtà doveva essere considerato come uno strumento di pianificazione che modifica un’area del demanio portuale e che ha delle ricadute anche sul Piano urbanistico comunale in riferimento all’area del fronte a mare. Per ciò tale progetto, prima di essere approvato doveva essere valutato come uno strumento urbanistico che regolamenta l’area vasta e che doveva essere valutato

112 “Protocollo tecnico Operativo” approvato dalla Commissione Tecnica del 30 novembre del 2009, p.7.

87

attraverso la valutazione ambientale strategica (VAS). Infatti dalle delibere di approvazione del progetto Masterplan, approvate nel 2010 e nel 2011 dal Comitato Portuale, si capisce di essere davanti ad uno strumento urbanistico attuativo113 del Piano regolatore portuale che è stato definito come un piano quadro o settoriale, sia nel decreto di VIA sul PRP sia nella delibera del Consiglio Regionale che ha approvato il piano stesso.

La definizione di piano quadro data al PRP è coerente con quanto previsto dalle “Linee guida sulla redazione dei piani regolatori portuali” del Consiglio dei Lavori Pubblici, secondo il quale il piano regolatore portuale non definisce ex ante e in dettaglio le opere e gli interventi da attuare, ma semplicemente prevede in maniera generale le strategie e gli obiettivi di intervento.114 Quindi tale piano deve essere

specificato da uno strumento urbanistico attuativo e deve contenere al suo interno degli indirizzi tali da garantire in maniera unitaria i singoli interventi previsti nei vari ambiti.115

Inoltre, anche le linee guida prevedono che il piano regolatore portuale deve essere valutato non come una sommatoria di progetti ma come un piano a rilevanza urbanistica che deve essere sottoposto ad un procedimento di valutazione ambientale strategica, proprio per garantire quella visione unitaria di intervento suddetta. Ma il PRP di La Spezia, come già detto precedentemente, è stato valutato come una sommatoria di progetti ed è stato sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale in palese contrasto con la normativa europea.

Quindi anche il progetto Waterfront, essendo uno strumento attuativo del piano regolatore portuale che non è stato sottoposto a VAS, doveva essere soggetto ad una procedura di valutazione ambientale

113 Strumento urbanistico attuativo come ad esempio i “Progetti Urbanistici Operativi” previsti dalla legge urbanistica ligure n. 36 del 1997.

114 “Linee guida sulla redazione dei piani regolatori portuali” adottate dal Consiglio dei Lavori Pubblici, 2004, p.17.

115 “Linee guida sulla redazione dei piani regolatori portuali” adottate dal Consiglio dei Lavori Pubblici, 2004, p.30

88

strategica (VAS) secondo quanto previsto dalla Circolare n. 64513 del 14 maggio del 2008 della Regione Liguria la quale prevede che gli strumenti urbanistici attuativi devono essere sottoposti alla VAS, se non è meramente attuativo il piano stesso. Lo stesso viene previsto dalla legge n. 106 del 2011 che all’art. 5, comma 8, prevede che tali strumenti attuativi se non sono stati sottoposti in precedenza a tale valutazione lo devono essere successivamente; ed infine il Testo Unico ambientale il quale prevede che se lo strumento urbanistico contiene al suo interno opere che sono soggette a VIA, allora automaticamente sono sottoponibili a VAS.

Inoltre il procedimento di valutazione ambientale strategica avrebbe permesso una maggiore partecipazione attiva della comunità locale spezzina sulla proposta del progetto Waterfront.

Recentemente, con un decreto del 17 dicembre 2015, c’è stato un intervento del Ministero dell’Ambiente per quanto riguarda la VIA applicata all’ambito 5, “Marina della Spezia”, il quale ha previsto che i singoli interventi in tale area (es. la creazione della stazione crocieristica) dovranno essere sottoposti ad un ulteriore VIA e che, qualora eventualmente tali interventi rappresentino una variante al PRP, su di essi si dovrà pronunciare il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici.

Secondo alcuni, per poter attuare quanto precedentemente detto sarebbe stata necessaria un ulteriore delibera da parte del Comitato Portuale che andava a modificare la procedura di approvazione del progetto Waterfront inizialmente prevista prevedendo uno strumento attuativo del PRP per Calata Paita e garantendo un percorso partecipativo alla comunità spezzina.