PARTE TERZA: CONSIDERAZIONI E CONCLUSION
CAPITOLO 2 – ANALISI DELLA CONTROVERSIA
1. Confronto delle posizion
1.2 La V.I.A ed il progetto Waterfront
Acquisito, con voto del 24 ottobre 2003, il parere favorevole del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, benché nella deliberazione siano presenti prescrizioni e raccomandazioni, il 1° marzo 2004 l’Autorità Portuale presenta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio la domanda per la pronuncia di compatibilità ambientale del progetto PRP. Come già descritto precedentemente, trascorrono due anni prima che competente Ministero si pronunci sulla compatibilità ambientale del PRP, che nel frattempo ha ricevuto il parere favorevole, con prescrizioni anche in questo caso, da parte della Regione Liguria.135
Il procedimento V.I.A. non si conclude con un totale successo, dato che il Ministero esprime giudizio negativo sull’ambito 2 (Panigaglia), interlocutorio negativo sugli ambiti 7 (Cantieri) e 9 (Muggiano), positivo sugli ambiti 5 e 6 di interesse della trattazione e sui rimanenti, pur con un’ampia serie di prescrizioni cui ottemperare.136
Importante, tra queste, la prescrizione n.17 che inquadra il PRP come piano- quadro di pianificazione e non attuativo, imponendo che per ogni fase realizzativa debba “essere prodotto uno studio da sottoporre a
procedura di VIA secondo le norme previste dalle norme di legge vigenti in materia”.
Superato, anche se parzialmente, lo scoglio ministeriale, tocca alla Regione deliberare approvando il PRP137 con le precisazioni e le riserve elencate dalla V.I.A., riprese integralmente dal Comitato Tecnico Regionale per il Territorio nel suo parere favorevole.138 Nella
134 Art.25 Sistema delle aree portuali, del PUC di La Spezia. 135 Delibera della Giunta Regionale n.1566 del 14 dicembre 2004. 136 Decreto n.317 del 11 aprile 2006.
137 Delibera del Consiglio della Regione Liguria n.45 del 19 dicembre 2006. 138 Il C.T.R.T. si è espresso con voto n.44 il 13 luglio 2006 ed il 10 ottobre 2006.
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stessa delibera di approvazione del PRP la Regione impone la
“costituzione di un apposito tavolo permanente di confronto tra i rappresentanti degli enti pubblici competenti territorialmente, nonché quelli sociali e degli interessi ambientalistici, finalizzato a definire un percorso politico-amministrativo che accompagni le diverse fasi di realizzazione del PRP”. Si tratta di un organo collegiale di monitoraggio
e verifica sul come il PRP verrà attuato rispettando le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente che sarà composto da numerosi attori e che, benché votato nel 2006, non vedrà la luce prima del 2009.
Nel frattempo, sempre nel 2006 e come già accennato nella prima parte, viene lanciato il concorso internazionale di progettazione del fronte a mare spezzino, che si conclude nell’autunno 2007 vedendo vincente il progetto “Le forme dell’acqua” dell’architetto spagnolo J.M. Llavador. Scopo del progetto è di dare una connotazione urbanistica pratica alle indicazioni di principio contenute nel PRP ed integrate dal PUC, ma la pubblicazione del progetto comincia a far sorgere le prime contestazioni in ambito cittadino, a causa del carattere eccessivamente “ardito” di alcune soluzioni che mal si coniugano con lo stile ottocentesco del quartiere retrostante e, soprattutto, con il pensiero prevalente della cittadinanza, volto a riconquistare il fronte a mare con maggiore semplicità e uno sguardo più provincialistico.
Sul progetto cominciano, pertanto, ad addensarsi i primi dubbi. In particolare, all’Autorità Portuale viene imputato dalle parti contrarie al progetto il fatto di voler imporre alla città un impatto urbanistico, sociale ed economico, non coerente con il PUC. Di questo tenore è il ricorso presentato al Tar Liguria dalle associazioni ambientaliste per impugnare la delibera n.45/2006 con la quale la Regione Liguria aveva approvato il PRP139. Mentre sorgono questi primi chiari segni contrari al progetto, il 22 aprile 2009 si riunisce il “Tavolo permanente di
139 Il ricorso rg.253/2007 è stato rigettato dal TAR Liguria con sentenza n.222/2015 depositata il 25 febbraio 2015.
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confronto” che, presieduto dall’assessore alle politiche ambientali del Comune di La Spezia, riunisce un rappresentante per ciascuno dei soggetti istituzionali e sociali interessati alle problematiche del porto, quali Comuni (La Spezia più 4 circoscrizioni, Portovenere, Lerici), Provincia della Spezia, Regione Liguria, Autorità Portuale, Unione industriali, Confartigianato e CNA, Legambiente, WWF, Italia Nostra, Associazione VAS, Comitato per la salvaguardia e lo sviluppo del golfo e i tre sindacati confederali (CGIL, CISL, UIL). Assieme al tavolo prende vita la Commissione Tecnica di supporto al tavolo stesso e viene definito il regolamento di funzionamento di entrambe le entità: come spesso accade nel nostro paese, però, tutto resta a livello di intenti e di nessuna utilità pratica, se si considera che fino al 2001 le porche riunioni del Tavolo sono servite esclusivamente a discutere proprio delle regole di funzionamento del tavolo stesso e del piano di lavoro della commissione, senza portare alcun effetto concreto sul contenuto del PRP.
Un elemento di rilievo che si può attribuire alla Commissione Tecnica, che viene citato perché rilevante ai fini delle contestazioni al PRP delle quali si farà cenno in seguito, il riconoscimento che in base alle prescrizioni del decreto di compatibilità ambientale del MATT e della delibera del Consiglio Regionale sia necessario, per ciascuno dei 10 ambiti previsti, aggiornare e riscrivere le norme tecniche di attuazione del PRP, ed elaborare uno Schema di Assetto Urbanistico (SAU)140.
Nonostante l’esecuzione di parte delle opere previste dal PRP incontri diverse difficoltà di realizzazione, in particolare per quanto riguarda il waterfront, anche per la carenza di risorse economiche da impegnare in un progetto così impegnativo, l’intesa tra Comune e Autorità Portuale sullo sviluppo da dare al progetto resta viva. Lo
140 “Protocollo tecnico operativo” approvato il 30 novembre 2009 dalla Commissione Tecnica del Tavolo permanente di confronto sull’attuazione del PRP, p.7.
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dimostra l’enfasi con la quale il Sindaco di La Spezia presenta il nuovo
Waterfront della città con un articolo pubblicato su una rivista
specializzata internazionale141, nel quale: a) ribadisce genesi e scopo del progetto; b) india la data 31 dicembre 2009 come termine conclusivo per lo sgombero delle attività da Calata Paita per poi dar vita alla sua riqualificazione; c) conferma la disponibilità del Comune a costituire una società mista partecipata con l’Autorità Portuale ed altri attori territoriali, in considerazione della vastità dell’area interessata e degli impegni economici previsti.
1.3. Il Masterplan, le contestazioni al progetto e il primo